Storie
d'intolleranze al latte
Tratto dal
libro di Lorenzo Acerra : “Niente latte siamo a Hollywood”, ed.
Macro
Harrelson da ragazzo aveva sofferto uno stato di raffreddamento continuo, acne e problemi cutanei ricorrenti, che si risolsero solo quando decise di seguire il consiglio di una signora, che incontrava sempre sull’autobus, di provare per un periodo a non consumare latte. Il raffreddamento e il gocciolamento del naso scomparvero immediatamente. Dopo una settimana si era liberato di tanti problemi che erano stati cronici, dice l’attore. «La congestione e la sinusite migliorarono rapidamente. Mi sembrava persino che il mio udito fosse migliorato; potevo respirare meglio. Recuperai energie ed entusiasmo.
Quella possibilità di sentirmi così pieno di forze e di lucidità era per me un fatto nuovo. Compresi per la prima volta nella mia vita la relazione fondamentale che c’era tra il mio stato di salute e ciò che decidevo di mangiare».
Harrelson poi è diventato un esperto di salutismo e in una recente intervista ha spiegato di aver superato il provino per il ruolo di barman in Cin Cin nel modo più incredibile del mondo, e cioè grazie alla sua intolleranza al latte! Non è uno scherzo. Vediamo cosa ci racconta: «Un giorno fui portato dal mio agente a uno dei miei primi provini. Accadde proprio qualche settimana prima che scoprissi che avrei dovuto eliminare i latticini. Essendo intollerante, avevo un sacco di muco quel giorno; attraversai vari locali, poi un corridoio e fui fatto entrare in una stanza; rimasi immobile nel punto fino a dove mi avevano accompagnato e dovetti soffiarmi il naso. Non sapevo nemmeno che fosse quella l’audizione vera e propria. Tutti iniziarono a ridere. Delle risate fragorose a catena erano iniziate proprio perché mi ero soffiato il naso. Naturalmente anch’io iniziai a ridere.
Non avevo idea che
mi trovavo di fronte a tutta la commissione e al regista Jimmy Burrows.
Sta di fatto che il mio modo di soffiarmi il naso e la mia aria svampita
furono un’illuminazione per Burrows, che esclamò: “È lui, sono sicuro!
Questo ragazzo sarà il nostro Woody Boyd!”».
La ritrovata salute non solo ha portato Harrelson al successo, ma gli ha dato anche la voglia di scoprire di più. Ha vissuto per anni da crudista, ha fatto crescere i suoi tre figli in una eco-comunità su un’isola sperduta, ha aperto un portale web che trattava importanti temi ambientali e consumistici, ha fatto digiuni di 21 giorni. È stata una bella transizione ritornare a Hollywood come se niente fosse successo! (Non è un paese per vecchi, 2007; Sette anime, 2008; Zombieland, 2009; The Messenger, 2009; Defendor, 2010).
Durante le riprese
di Radio America (2006), Woody Harrelson si avvicina all’assistente di
studio Kimberly Greene, che deve lottare continuamente con una leggera
ma fastidiosa forma d’asma e le dice: «Vieni qua! Adesso dobbiamo
assolutamente parlare del latte!». E così le fa una predica di venti
minuti, alla fine della quale Kimberly decide di fare una prova di una
settimana senza latticini, giusto per osservare se ciò le dà qualche
beneficio.
Dopo una settimana, anzi dopo due giorni, la differenza era incredibile;
tanto è vero che non è più tornata indietro. Oltre a lei Harrelson
convertì a un regime senza latticini anche i suoi due più cari amici,
Billie Nelson e Alanis Morissette.
Alla cara amica
Harrelson regalò il libro di Joel Fuhrman "Eat to live", che la
incoraggiò verso una piccola rivoluzione. Alanis: «Non dimenticherò mai
il mio amico Woody Harrelson che mi ripeteva sempre che mi sarei
liberata in modo definitiva di acne e sfoghi cutanei solo dopo che
avessi capito il discorso del latte.
Ad un certo punto ho fatto l'esperimento ed ho scoperto che era proprio
così, come aveva detto lui. La mia pelle e' perfetta ora.»