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Gli Hunza, la
popolazione più longeva del mondo.
Visto su
http://www.stampalibera.com/?p=51153 – tratto da
http://contiandrea.wordpress.com/
Con questo
articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno
terapeutico, nutrimento per l’anima”.
Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii
dati molto interessanti.
E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media
130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie
degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla
catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della
terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino
agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi
della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente
attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema
vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i
novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro
fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le
nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono
essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione
vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.
Digiuno e
prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un
lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente
quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano
su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà
raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto
l’anno.
Coltivano orzo
frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli,
spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e
albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però,
quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due
mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in
attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi
concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione,
al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione
straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito
senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto
che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
Il digiuno nel
mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la
sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli
stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso
per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette
l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti
scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la
successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi
praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro
energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno
e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare
il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche
a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna
normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per
settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze
per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del
resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio
il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla,
nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il
digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da
milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo
che apporta molti benefici.
Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di
questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse
che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con
notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali
colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore
indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più
semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi
metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e
il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già
spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela
rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina,
acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con
acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta”
e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero
bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le
prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che
l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da
questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con
usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.
Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche
chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di
soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con
l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a
pallone”, ecc…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….
Esiste veramente
un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di
vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già
a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa,
osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili,
cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o
senza senso per un popolo consapevole.
Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma
Fonte: Gli Hunza, la popolazione più longeva al mondo | Collettivo Exit http://www.magozine.it/gli-huntza-la-popolazione-piu-longeva-al-mondo#ixzz24ei0JSLA