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Guerra
al latte crudo o guerra ai produttori locali di latte?
Marcello Pamio
- 10 dicembre 2008
Il
sottosegretario alla salute, Francesca Martini, annuncia che è allo
studio "la possibilità di
emanare un'ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino
a quando non ci sarà un adeguamento dell'informazione per la salute
nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la
bollitura".
Come mai simili raccomandazioni?
Perché ad oggi sarebbero 9 (6 nel 2008 e 3 nel 2007) i casi della grave
malattia renale provocata nei bambini dal batterio Escherichia coli O157
"collegati" al
consumo di latte crudo.
Stiamo parlando della malattia chiamata “sindrome emolitica
uremica”, che si manifesta con una grave insufficienza renale che può
rendere necessaria la dialisi.
Questi
9 casi hanno "una probabile correlazione con il consumo di latte crudo", ha
detto il direttore generale della Sicurezza alimentare e nutrizione del
ministero della Salute, Silvio Borrello.
Quindi consumo di latte crudo in Italia è a rischio di infezione
causata dal batterio Escherichia coli O157?
Sembrerebbe di sì, secondo una circolare del ministero del Welfare.
La circolare, del dipartimento per la “Sanità pubblica veterinaria,
nutrizione e sicurezza degli alimenti” e dalla direzione generale
della “Sicurezza degli alimenti e della nutrizione”, si riferisce a
segnalazioni di ''casi umani'' di infezione da Escherichia coli O157 ''associate
al consumo di latte crudo''.
Dai controlli eseguiti nelle aziende di produzione - prosegue sempre la
circolare - ''sono state
riscontrate diverse positivita' per
E. coli O157 sia nel latte crudo, destinato come tale al consumo umano,
sia nelle feci degli animali produttori''.
Quali
sono le differenze?
- LATTE
FRESCO: è il latte pastorizzato, venduto nelle confezioni che si
acquistano normalmente al bar o al supermercato. Viene trattato a
temperature relativamente basse per un tempo piuttosto breve,
sufficiente per uccidere i germi patogeni senza rovinare prodotto, che
resta fresco.
- LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE:
viene trattato con il calore in modo più drastico, tanto che può
essere consumato nell'arco di sei mesi.
- LATTE CRUDO: viene
commercializzato così come viene munto, senza alcun trattamento ad
eccezione di una filtrazione.
Cosa dice
l’epidemiologia:
L’Osservatorio
epidemiologico della Regione Campania ha realizzato un’indagine sulla
Sindrome emolitica uremica (Seu).
A partire dal 1988, ogni anno sono stati osservati circa 30-40 casi
di Seu (Sindrome emolitico uremica), per un totale di 439 casi
notificati complessivamente tra il 1998 e il 2004. Sono inoltre stati
identificati alcuni focolai epidemici, negli anni 1992, 1993 e 1997.
Il tasso nazionale d’incidenza medio annuale della Seu nello stesso
periodo (1988-2004) è stato di 0,27 casi per 100mila abitanti,
inferiore rispetto a quanto rilevato in altri paesi europei.
Quindi ogni anno ci sarebbero, secondo l’Osservatorio della Campania,
circa 30-40 casi ogni anno di questa Sindrome emolitica uremica.
Come
mai soli 3 casi nel 2007 e 6 nel 2008 hanno fatto intervenire il
Ministero del Welfare per bloccare la vendita di latte crudo? Dove sta
il problema?
Ovviamente non esiste alcun problema sanitario, come non lo è stato il
morbillo, la meningite, ecc.
Semmai il “problema” viene mediaticamente creato ad arte per
raggiungere un ben preciso scopo.
E' doveroso precisare che il latte vaccino, cioè il latte di vacca, è
un alimento che non va bene per l’essere umano: dovrebbe essere di
esclusivo appannaggio dei vitelli.
Non è un caso infatti che il latte provoca più intolleranze alimentari
in adulti e bambini di qualsiasi altro prodotto alimentare.
Il latte di capra invece è molto più vicino al latte umano.
Detto questo, è anche vero che se qualcuno vuole berlo (a prescindere
dalle problematiche legate al muco, al ristagno delle vie aeree, ecc.)
deve avere tutti i diritti di poterlo comprare allo stato crudo
(certamente migliore di quello pastorizzato) e soprattutto ad un prezzo
accessibile: il latte crudo viene venduto appena munto, da un minimo di
80 centesimi ad un massimo di 1 euro al litro.
Crudo è meglio del
pastorizzato
La
pastorizzazione, che prende il nome da Louis Pasteur, è il processo
di riscaldamento cui vengono sottoposti il latte o altri prodotti
alimentari.
Generalmente
sono condotti a temperature variabili da
La
pastorizzazione HTST (High Temperature Short Time), porta il
latte ad una temperatura di 72-
Mentre il trattamento UHT (dopo una pastorizzazione a
La sterilizzazione consiste nel riscaldare il latte ad una
temperatura tale che tutti i microrganismi presenti sono distrutti.
In
questo modo si distruggono i batteri patogeni (compresi quelli vitali) e
si ritarda lo sviluppo di altri batteri.
Il calore della pastorizzazione è però sufficiente per distruggere
anche i batteri lattici importanti per la vita, come il Lactobacillus
acidophilus, che contribuisce a sintetizzare la vitamina B
nel colon (intestino crasso).
Acidificando il latte che poi coagula, i batteri lattici tengono i
batteri della putrefazione sotto controllo. Il latte pastorizzato, non avendo questa protezione, si potrà alterare.
L'ironia della pastorizzazione è che distrugge le proprietà
battericide del latte.
Il latte crudo mantiene al suo interno i batteri lattici utili
Principali
vantaggi commerciali della pastorizzazione:
1)
Il produttore può permettersi la sporcizia:
Gli
standard qualitativi degli animali che producono latte crudo sono
considerevolmente più alti di quelli dei soggetti che producono latte
da pastorizzare.
2)
E' conveniente per il produttore e per il contadino:
Nonostante
il latte crudo si mantenga più a lungo del latte pastorizzato, se non
viene prodotto in condizioni di massima pulizia si potrà cagliare prima
di quest'ultimo.
3)
La pastorizzazione compromette il potere nutrizionale?
Il
riscaldamento di ogni alimento oltre i
4)
Malattie provocate dalla pastorizzazione:
La
perdita delle vitamine lipo-solubili come
Latte, osteoporosi e
acidificazione del terreno
Quindi
la pastorizzazione permette ai grossi produttori nazionali una peggiore
qualità del prodotto e dei bassi standard di igiene complessivi (alla
fine del processo industriale, si fa bollire il latte, e chi s’è
visto s’è visto).
Tale bollitura però distrugge la “fosfatasi alcalina” (ALP) che è
un enzima presente nel latte crudo molto sensibile al calore (termolabile). Questo
enzima serve all’assimilazione del calcio nelle ossa. La sua mancanza
impedisce di fatto alle ossa di integrare il calcio disponibile.
Quest’ultimo infine, per essere assimilato deve disporre di un certo
quantitativo di magnesio che nel latte (come in una dieta tradizionale)
è molto scarso!
Questo è il motivo per cui una dieta a base di latte pastorizzato
invece di apportare calcio alla struttura ossea - come invece dicono i
medici - lo sottrae alla stessa!
Ma
non è tutto, perché il magnesio (che partecipa a circa 800 reazioni
biochimiche) serve anche a contrastare con la vitamina B6 l'acidosi
metabolica indotta dai sali di calcio e dalle proteine animali.
Se il nostro terreno biologico è prevalentemente acido, a causa di un
eccesso di proteine animali (latte, formaggi, carni, uova, ecc.) i nostri
meccanismi di tamponamento naturale per neutralizzare questo eccesso di
acidità ricorrono alle riserve minerali che abbiamo principalmente
nelle ossa e muscoli!
Sapete cosa significa questo? Significa che vengono sottratte da ossa,
denti e
muscoli i minerali tampone (sali tampone come calcio, sodio, potassio e
magnesio) che servono per riequilibrare l’acidosi e
portare all’equilibrio.
Questo meccanismo a circuito chiuso spiega perché l'osteoporosi non è
una mancanza di calcio ma una perdita di calcio a seguito delle nostre
abitudini alimentari scorrette, tra cui appunto bere latte pastorizzato
(carni, formaggi e proteine animali).
Non solo, ma l’acidosi cronica predispone il terreno in una situazione precancerosa…
Latte pastorizzato
(morto) va bene, quello crudo (vivo) no. Come mai?
I
nostri governanti stanno facendo di tutto per farci bere solo latte
pastorizzato, cioè quel liquido biancastro che dal punto di vista
chimico è perfetto, ma dal punto di vista energetico è morto, privo di
vita e vitalità. In pratica vogliono farci bere solo quella bevanda che
a lungo andare potrebbe farci ammalare.
Viene da sé che l’ordinanza del Ministero del Welfare, non ha niente
a che vedere con la nostra salute - semmai il contrario - ma è un
chiaro attacco dei grandi produttori industriali di latte contro le
piccole aziende locali che vedono nei distributori una possibilità di
sbocco commerciale della propria attività.
Da quando i distributori di latte crudo hanno fatto la loro comparsa nel
territorio locale, le casse delle grandi aziende ne hanno
risentito il colpo e sono quindi corse ai ripari...
Stiamo parlando infatti di 6 milioni i litri di latte crudo venduti in
Italia ogni anno! In costante crescita.
Consiglio spassionato
ai bevitori di latte crudo
Se
trovate i sigilli ai distributori, non perdetevi d’animo, e
soprattutto, non andate nei supermercati a comperare un qualsiasi altro
latte, perché così facendo darete ragione al sistema e parteciperete
alla chiusura totale dei piccoli allevatori.