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Nuova Medicina
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Dedicato
alle mamme in attesa
Tratto
dal libro: “Medicina sottosopra: e se Hamer avesse
ragione?”
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“Da
dove vengo, dove mi hanno trovato?” domanda il neonato alla mamma.
Lei piange e ride ad un tempo e, stringendo il bimbo al petto, gli
risponde:
Tesoro mio, eri nascosto nel mio cuore, eri il suo desiderio.
Eri nelle bambole della mia infanzia quando, ogni mattina, modellavo
nell’argilla l’immagine del mio dio, eri tu che facevo e rifacevo.
Tu eri sull’altare con la divinità del nostro focolare; adorandola,
adoravo te.
In tutte le mie speranze, in tutti i miei amori, nella mia vita, in
quella di mia madre, sei tu che hai vissuto.
Lo spirito immortale che protegge il nostro focolare ti coccola sul suo
seno dalla notte dei tempi.
Nella mia infanzia, quando il cuore apriva i suoi petali, tu lo
avviluppavi, come un profumo inebriante.
La tua delicata freschezza vellutava le mie giovani membra come il
riflesso della rugiada che precede l’aurora.
Tu, piccolo del cielo, che hai per sorella gemella la luce del primo
mattino, tu sei stato portato dalle onde della vita universale che ti ha
infine posato sul mio cuore.
Mentre contemplo il tuo viso, il mistero mi inghiotte; tu che appartieni
a tutti mi sei stato donato!
Per
paura che mi scappi, ti tengo stretto al cuore. Quale magia il tesoro
del mondo ha consegnato alle mie fragili braccia?
[Rabindranath Tagore]
Il
periodo della gravidanza è molto delicato e complesso, un nuovo essere
si sta costruendo nel ventre materno; ha solo bisogno di calma, serenità
e dolcezza. Tutti i traumi che i genitori vivono in questi nove mesi
potranno ripercuotersi sul bimbo, che a sua volta potrà aggiungervi un
suo conflitto personale, capace di spingersi sino al sentirsi non
desiderato: è l’aborto spontaneo del terzo mese.
Nella maggior parte dei moderni ospedali, quando nasce un bimbo, subito
l’infermiera lo lava, lo veste e lo infila nella culla come tutti gli
altri. Il neonato è paonazzo e piange a squarciagola, ma nessuno ci
bada: sta chiamando sua madre, l’unica persona che può evitargli
“di essere mangiato da un animale feroce”, la paura di tutti i
cuccioli senza mamma. Arrivato a casa ha la sua cameretta con la culla e
tutte le volte che la mamma lo mette a dormire e spegne la luce, il
bimbo comincia a urlare; è separato dalla mamma e la chiama
disperatamente perché la notte è ancora più pericolosa del giorno.
Impariamo dai gatti!!
Le donne africane, molto più vicine di noi alla natura, portano i loro
bambini sulla schiena qualunque cosa facciano e dovunque vadano, e il
neonato non ha nessun problema ad addormentarsi. Fino all’età
dell’asilo i piccoli hanno bisogno del contatto con la madre: non sono
ancora in grado di badare a se stessi, e se lasciati soli vivono dei
conflitti da separazione.
Per questo eritemi, eczemi, arrossamenti, pustole sono all’ordine del
giorno negli anni dell’infanzia.
La saggezza
dei mici |
Il
conflitto della sega circolare è un caso tipico, spesso citato da
Hamer: nelle vecchie case di campagna i contadini tagliavano la legna in
cortile con la sega circolare; accadeva spesso che la mamma incinta
passeggiasse nelle vicinanze proprio in quel momento. Il rumore della
sega che taglia il legno è particolarmente stridente ed è interpretato
dal futuro nascituro come il ruggito del leone nella savana. Per il
bimbo è un trauma del tipo: “voglio scappare ma non posso!”.
Molti di questi bambini nascevano con una paralisi alle gambe.