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I prezzi delle materie prime
alimentari stanno crescendo rapidamente anche a causa dei consigli dati
da Goldman Sachs (una delle banche private più potenti e influenti al
mondo) e da altri speculatori, di investire nei beni di origine
agricola, zucchero, mais e soprattutto grano.
Anche se siamo in presenza di un tracollo globale (e i mutui subprime
statunitensi ne sono l'avvisaglia, la punta dell'iceberg) le persone,
potranno fare a meno di rame, ferro, nichel, ecc. ma non potranno mai
fare a meno di mangiare! Ecco perché i potenti gruppi mondialisti, i
grandi speculatori, che sono dietro alla corsa del controllo alimentare
del pianeta, stanno provocando un aumento stratosferico dei relativi
prezzi...
Le soluzioni potrebbero essere: produzione locale, decrescita, Gruppo di
Acquisto Solidale, ecc...
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Nel
GRANO il potere del futuro
di Pierluigi
Paoletti www.centrofondi.it –
14 settembre 2007
Uno degli effetti della disgregazione economica (http://www.centrofondi.it/report/report_10_03_06.pdf)
attuata da chi veramente controlla attualmente il mondo è proprio
l’aumento esorbitante del grano che ha fatto “lievitare”, è
proprio il caso di dire, il prezzo di farina, pane, pasta.
Oggi, non bisogna essere dei complottisti per capire che la
politica del liberalismo e della globalizzazione degli anni ’90 aveva
come obiettivo la completa riduzione in schiavitù dell’intera
popolazione mondiale. Attraverso le politiche imposte dal WTO http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio
organizzazione sovranazionale al quale obbediscono supinamente 150
stati (praticamente tutto il mondo industrializzato), si è arrivati
alla distruzione completa dei mercati interni dei singoli paesi a favore
delle importazioni in mano ai grandi gruppi.
La distruzione dei mercati interni, avvenuta in appena 12
anni (dalla nascita del WTO) e con una velocità che ha spiazzato
numerosi imprenditori, ha portato i singoli stati ad essere
completamente dipendenti dalle importazioni, specialmente in campo
alimentare e soprattutto nel settore strategico per un paese, quello del
grano. Fino agli anni ’80 la produzione di grano era simbolo di potere
e Stati Uniti e Russia si confrontavano anche dalla quantità di grano
prodotta e l’Italia era tra i maggiori produttori mondiali, vista
anche la nostra dieta mediterranea. Oggi siamo costretti ad importare
oltre il 40%, con la tendenza in aumento, mentre solo pochi anni fa
avevamo praticamente l’autosufficienza.
Le ragioni di ciò sono facili da immaginare se pensiamo
che solo nel 1985 il costo del grano al quintale era di 50.000 lire
mentre solo qualche mese fa era arrivato a 12 euro (24.000 lire), o se
pensiamo che la comunità europea elargiva contributi per non coltivare
grano. Anche se oggi siamo arrivati a 22 euro al quintale pagato al
produttore, siamo ancora lontani dal giusto prezzo che remunera i
notevoli aumenti dei costi che gli agricoltori hanno dovuto sopportare
dal 1985 ad oggi.
La politica dei biocarburanti poi rischia di far
precipitare le cose, come ha già fatto in Messico dove il pane (la
tortillas) è già aumentata di oltre il 400% in pochi mesi.
A fronte di un prezzo del grano, pagato al produttore, di 22 euro al
quintale (oggi!) abbiamo un prezzo del pane che come media costa 270
euro al quintale (2,7 euro al chilo) ovvero 12,27 volte (!!!) superiore
al prezzo percepito dall’imprenditore agricolo, se non è speculazione
questa…
Piccolo dato statistico dal 1985 il pane è aumentato del
419% mentre il prezzo ai produttori è costantemente sceso.
Il problema agricolo e in special modo quello relativo al grano oltre ad
avere un impatto sulle nostre finanze già allo stremo dai debiti e
dalle voracità famelica di uno stato allo sbando, rischia di mettere in
serio pericolo l’indipendenza e la nostra libertà (anche se oggi è
già fortemente compromessa).
Una via di salvezza ovviamente c’è e adesso sta
diventando imperativo metterla in atto. Stiamo parlando del risanamento
delle economie locali e in particolar modo del progetto per
l’agricoltura Il sapore del cuore http://www.centrofondi.it/articoli/sapore_cuore_progetto.htm
un progetto aziendale che permetterebbe ai produttori di ottenere con
l’accorciamento della filiera agroalimentare di poter ottenere un
prezzo giusto dalla loro produzione e poter dare al consumatore finale
un prodotto di qualità superiore ad un costo inferiore, visti i rincari
odierni. Arrivare ad un prezzo del pane di 1,5 euro (150 euro al
quintale) è possibile e consentirebbe a tutti la soddisfazione e lo
stesso potrebbe accadere con l’ortofrutta, latte, carne ecc.
La ricostruzione della filiera agroalimentare senza inutili e dannosi
passaggi è l’unica strada che ci porta a riconquistare la sovranità
alimentare che è anche il primo pilastro dell’economia locale e
nazionale.
Il prezzo del petrolio oggi ai massimi storici quasi a 80$
e la consapevolezza che il suo picco di produzione è già stato toccato
http://www.centrofondi.it/report/report_03_05_07.pdf
ci spingono verso la produzione locale. Le merci di fronte ad un
costante aumento dei prezzi dell’energia petrolifera non potranno
continuare a fare migliaia di chilometri prima di essere vendute e
consumate o i loro prezzi schizzeranno alle stelle (e lo stiamo già
vedendo). Rafforzare le economie locali, magari con l’ausilio di una
moneta complementare come, Ecoroma, Scec, Tau ecc., ricostruire filiere
produttive ormai quasi estinte, ci consentirà di avere economie locali
più forti e autonome che potranno scambiarsi merci e servizi tra di
loro (ri)costruendo così una economia nazionale.
Risanare il piccolo per guarire il grande sarà il motto
dei prossimi giorni, mesi, anni, ovvero
Pensare globalmente e agire localmente
Questa situazione critica ha portato anche ai massimi
dell’oro e a infrangere i minimi del dollar index (ma potrebbe essere
una trappola), mentre l’euro ha toccato (anche lui) i massimi storici.
Quindi massimi per petrolio, grano, oro e euro e minimi per il dollaro,
un mix esplosivo che potrebbe portare a breve ad una crisi valutaria
imponente.
Siamo quindi ad un punto cruciale per tutto questo nostro pazzo, pazzo
mondo e qualcosa di importante sta per succedere anche se secondo noi
ora molto probabilmente ci sarà una reazione del dollaro che spengerà
la miccia di questo momento esplosivo, ma come abbiamo detto
nell’ultimo report sarà solo per poco…
Comunque sia sarà bene stare con gli occhi bene aperti e
molto attenti.
That’s all folks