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Il
dato rinchiuso nella formula della Coca Cola
Di Gregorio J. Pérez Almeida -
Nuestra América/Aporrea
Tratto da http://www.prensa-latina.it/paginas/evo_morales.htm
Evo Morales
ha detto molte cose che volevamo ascoltare più di cinquecento anni fa
dalla bocca da un presidente boliviano. Ha detto anche cose che si
ascoltarono in sordina per secoli in America Latina e ha detto
finalmente cose che rivelano, e davanti al mondo, una delle cause
dell'ostinata presenzia degli yankee in territorio andino e specialmente
boliviano: il controllo della Coca attraverso la loro impresa della Coca
Cola. Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che
utilizzano per elaborare la base della Coca Cola e che relazione hanno
con la Cocaina?
Con la sua parsimonia ancestrale, Evo reclamò davanti alla stampa
internazionale il trattamento speciale che danno non solo i governi
andini alla commercializzazione della foglia di coca che compra la Coca
Cola Internazionale, impresa emblematica dell'Imperialismo yankee, bensì
di qualcosa di più profondo ed efficace nella dominazione culturale che
esercita su gran parte del mondo: il modo di vita degli Stati Uniti(E’
vero o no che non c'è migliore combinazione che un hamburger o un hot
dog con dentro di tutto ed una Coca Coda ben fredda?)
Disse Evo che il commercio di detta foglia è illegale tra i paesi
andini ma non per l'impresa straniera, cioè che tra i cittadini e le
imprese andine non può commercializzarsi liberamente la foglia di coca,
ma la Coca Cola sì può comprare la quantità che voglia in qualunque
paese andino che la produca.
Oltre il dato freddo e della conclusione immediata che deriva dalla sua
prima analisi, possiamo anticipare alcuna altra ipotesi che ci portano a
disegnare un altro schema nella comprensione della tossicodipendenza ed
il narcotraffico internazionale. Con solamente introdurre nello schema
vigente il dato che era nascosto e che ci rivelò Evo Morales si aprono
nuovi punti interrogativi, sorgono nuovi sospetti e riscuotono maggiore
rilevanza alcuni fatti passati sotto silenzio dagli specialisti
internazionali in narcotraffico.
Primo punto interrogativo: In realtà si usa foglia di coca nella
fabbricazione della Coca Cola? Questa non è una domanda retorica o
disinformata ma costituisce un punto di riflessione obbligatoria nello
studio del caso, perché nell'anno 2002 la stessa impresa negò l'uso
della foglia di coca nella fabbricazione del prodotto, come comproviamo
leggendo l'articolo di Luís A. Gómez edito in www.Rebelión.org, il 27
novembre di quell'anno. In questo articolo leggiamo:
“Alcuni giorni fa, il Viceministro di Difesa Sociale della Bolivia,
Ernesto Justiniano, informò che il suo ufficio aveva autorizzato
l'esportazione di 350 mila libbre (approssimativamente 150 tonnellate)
di foglia di coca agli Stati Uniti per la fabbricazione del prodotto
gassoso Coca Cola […..]”
Il fatto fu negato da un portavoce dell'impresa statunitense, consultato
dal periodico messicano L'Universale martedì scorso: Karyn Dest,
portavoce della Coca Cola, disse via telefonica da Atlanta che l'impresa
non utilizza cocaina e che non è stata mai parte degli ingredienti
della bibita (Questa risposta fu ripetuta nel dicembre del 2002 dalla
rappresentante della multinazionale in Messico, Adriana Valladares).
Sorprendente questa risposta che colpisce un mito moderno: la Coca Cola
non contiene coca e molto meno cocaina. Chi parlò di cocaina nella Coca
Cola? Nessuno. Era una credenza, un mito o una trovata pubblicitaria? Ma
di quello che sì si parlò fu delle foglie di coca che compra a mucchi
la multinazionale ed il portavoce fu evasivo o fu un Lapsus linguae?
Buon portavoce. Interessante verità? Ma più interessante si fa il tema
quando continuiamo a leggere nell'articolo di Gómez e troviamo che:
“È diventato anche pubblico che il lavoro di Albo Export, un'impresa
proprietà del boliviano Fernando Alborta, ha esportato coca da Perù e
Bolivia negli ultimi anni, e che tra il 1997 e il 1999 mandò negli
Stati Uniti un equivalente di 340 tonnellate di foglia di coca”.
Queste operazioni di acquisto e procedimento sono severamente vigilate,
in Bolivia dalla Direzione Generale di Controllo e Fiscalizzazione della
Foglia di Coca (DIGECO) e negli Stati Uniti, certo, per la DEA, che
perfino fornisce i magazzini con sofisticati sistemi di allarme ed i
bauli speciali per conservare in New Yersey il curioso tesoro naturale.
Ma questo non è tutto nelle contraddizioni tra i tabaccai naturali ed i
suoi migliori clienti, perché nell'anno 2004, lo zar antidroga del Perù,
Nils Ericsson, in un scritto edito il 26 gennaio, affermò che: La Coca
Cola, la mondialmente conosciuta fabbrica di bibite gassose, compra al
Perù 115 tonnellate di foglia di coca all'anno e a Bolivia 105
tonnellate con le quali produce, senza alcaloidi, 500 milioni di
bottiglie di bibite gassose al giorno” (Luís Gómez, The Narco
Bulletin, 28 gennaio 2005, in www.narconews.com).
Questa cosa fa pensare all'articolista Gómez che la pressione per
sradicare la coca in Perù (e completiamo noi: in tutti i paesi andini
produttori) è una strategia per assicurare alla Coca Cola il monopolio
della foglia di coca, non solo con l'intenzione di controllare questo
mercato ma anche per monopolizzare il mercato di bibite che utilizzano
foglia di coca senza alcaloidi? La cui fabbricazione sta fiorendo in Perù
sotto le marche Vortex Coca Energy e K-Drink.
Dopo aver letto tutti gli argomenti che circondano il nostro primo punto
interrogativo, una possibile risposta è la seguente: Se la Coca Cola
Internazionale è la prima impresa multinazionale (di monopolio) nella
commercializzazione della foglia di coca, materia prima essenziale della
Cocaina, dal momento che si è avvalsa del suo status legale
privilegiato nei paesi andini, ed i suoi portavoci si rifiutano di
riconoscere l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della
bibita, allora questa impresa deve essere la prima sospettata
nell'investigazione delle reti mondiali del narcotraffico perché “Che
cosa fanno con tutte quelle tonnellate di foglie di coca che comprano
annualmente?”
Più in là o più in qua delle domande e risposte che possono
moltiplicarsi per cento, andiamo per un istante alla realtà immediata:
prendiamo nella nostra mano una bottiglia di Coca Coda di 600 ml fatta
in Venezuela e leggiamo quello che è scritto nell'etichetta dopo
dell'identificazione dell'impresa produttrice:
Ingredienti: acqua carbonata, zucchero, caramello, acido fosforico,
estratti vegetali e caffeina
Trovi lei, amico
lettore, alcuna informazione che ci renda noto l'utilizzo di qualche
derivato della foglia di coca? Quando possono volerci convincere con
l'enigmatica espressione Estratti Vegetali, ma di quali vegetali si
tratta e che cosa è estratto da questi vegetali?, perché se si tratta
della foglia di coca che contiene vari alcaloidi, quali rifiutano e
quali lasciano nella gazzosa? E se l'impresa riconoscesse che utilizza
la foglia di coca e dice che elimina tutti gli alcaloidi che cosa
rimane?
La verità è che in considerazione della contraddizione evidente tra
l'azione dell'impresa che compra tonnellate di foglia di coca in
Bolivia, in Colombia e Perù e l'impegno dei suoi portavoci in negare
l'utilizzo di foglia di coca nella fabbricazione della bibita, lo meno
che possiamo fare è citarla per offerta ingannevole. Sarà possibile
che i cittadini dei paesi andini dove si vende la Coca Cola, introducano
una querela (gli specialisti direbbero in quale organismo ed a che
livello) per la via degli interessi diffusi? Fallita o di successo
sarebbe questa un'esperienza straordinaria di pedagogia politica e di
integrazione popolare.
Altri punti interrogativi sono nella nostra mente da molti anni come
misteri che nessuno ha osato sviscerare perché sono protetti da norme
internazionali di industria e commercio, ma oggi, grazie ai cocaleri
andini come Evo Morales ed ad investigatori come Luís Gómez, sappiamo
già che la gazzosa più venduta nel mondo trattiene nella sua formula
qualche derivato dalla foglia di coca e se l'impresa non lo riconosce
allora deve spiegare al mondo che fa con tanta foglia di coca nei suoi
depositi di Atlanta. Alcuni degli altri punti interrogativi sono:
“Che derivato, o derivati, della foglia di coca è quello che
utilizzano per elaborare la base della Coca Cola e che relazione hanno
con la Cocaina?”
“Questo derivato genera assuefazione nei consumatori o crea in essi le
condizioni fisiologiche per propiziare qualche tipo di assuefazione?”
E se la foglia di coca diluita nella Coca Cola non genera assuefazione,
allora perché tanto fracasso (legga Lei repressione, persecuzione e
morte) con la sua coltivazione, procedimento e commercializzazione nei
paesi andini?
*Nuestra América/Aporrea