Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
A proposito di diete…
Franco
Libero Manco – tratto da www.luigiboschi.it
"Se volete diventare ricchi scrivete un libro su
come perdere peso"
Franco Libero Manco
Gran
parte della scienza di molti nutrizionisti si riconduce al
concetto: "Se volete dimagrire dovete ridurre il quantitativo
calorico e incrementare l'attività fisica". E tra questi c'è chi
condanna i grassi e chi le calorie, chi getta la croce sui carboidrati e
chi assolve le proteine, chi sostiene la necessità di una dieta
bilanciata, chi il controllo dell'indice glicemico, della produzione di
insulina, degli squilibri ormonali, della predisposizione genetica ecc.
ecc.
Quel che so io in merito alle diete è che la maggior parte delle
persone obese ha un metabolismo lento, cioè non brucia abbastanza
rapidamente il cibo che introduce; chi invece ha un metabolismo veloce
può mangiare moltissimo senza ingrassare. In realtà la predisposizione
genetica conta poco o quasi nulla: se non si mangia si diventa magri
come chiodi. Nell'inferno dei campi di concentramento nazisti nessuno
era grasso. Il meccanismo è semplice: se un organismo ha bisogno di un
quantitativo di sostanza uguale a cento ma se ne introduce centoventi i
venti in eccesso si depositano e sottraggono risorse vitali per gestire
la "zavorra"; se invece se ne introduce ottanta i venti
mancanti vengono sottratti all'organismo stesso.
Se
si osservano gli animali nel loro ambiente naturale, eccetto situazioni
di siccità, si nota che nessuno di essi è obeso, né troppo magro,
semplicemente perché si nutrono con alimenti compatibili con la loro
specie. L'identica situazione si può notare con un essere umano che a
scelto la dieta crudista o fruttariana, cioè quella compatibile con la
nostra vera natura. Un vegano obeso probabilmente ha sballato
irrimediabilmente il suo metabolismo prima di essere vegan.
Nel
corpo vi sono organi preposti alla combustione del carburante ed è
probabile che alcuni di questi non funzionino a dovere: la tiroide, il
pancreas, l'intestino, il colon. La maggior parte delle persone in
soprappeso ha la tiroide ipoattiva. Una spiegazione plausibile potrebbe
essere l'introito di fluoruri contenenti nell'acqua potabile o di una
disfunzione del pancreas. Le persone grasse sembra che secernino
insulina più delle persone magre. Anche gli additivi degli alimenti
risultato imputati nell'obesità.
La
maggior parte delle persone in soprappeso:
-
ha il fegato ostruito e pigro. Tra le cause principali l'assunzione
abituale di farmaci, il cloro, i fluoruri, gli additivi lo zucchero
raffinato, la farina bianca, il glutammato monosodico e i conservanti.
Il fluoro interferisce con il corretto funzionamento della tiroide
generando ipotiroidismo: questo rallenta il metabolismo e favorisce
l'obesità;
-
soffre di pigrizia dell'apparato digerente e produce pochi enzimi
digestivi, quindi difficoltà di convertire il cibo in energia con
maggiore probabilità di essere trasformato in grasso. Questo potrebbe
dipendere dalla candida, per colpa degli antibiotici. Un'altra ragione
è la presenza negli alimenti di additivi alimentari che accrescono
l'appetito;
-
soffre di squilibri ormonali, che di solito dipendono da intossicazione
o carenza di moto. La mancanza di moto riduce drasticamente il ritmo
metabolico. Le tossine si annidano nel colon e nelle zone di grasso.
Quando il quantitativo di tossine è elevato l'organismo cerca di
diluirle trattenendo l'acqua e aumentando le riserve di grasso nel
tentativo di ridurre la concentrazione di sostanze pericolose;
-
subisce gli effetti dell'ormone della crescita presente nelle carni e
nei latticini che gli allevatori somministrano agli animali perché
crescano più in fretta.
Occorre
rammentare che lo scopo dell'industria alimentare è che i cibi inducano
dipendenza, aumentino l'appetito e facciano ingrassare. Gli additivi che
servono prevalentemente a tale scopo sono l'aspartame e lo sciroppo di
mais ad alto tenore di fruttosio che fa ingrassare e crea dipendenza.
Il glutammato monosodico (onnipresente nei cibi da fast food) è un
additivo neurotossico che fa ingrassare, favorisce la depressione,
produce disturbi di ogni tipo.
Le farine bianche, raffinate e sbiancate (va ricordato che
mischiate all'acqua servono a fare la colla), ricavate con procedimenti
di raffinazione chimica: sono prive di fibra e di valore nutritivo.
Il problema degli additivi alimentari è che presi singolarmente
potrebbero non avere effetti molto gravi ma combinati si sommano e danno
origine a nuovi composti chimici dannosi. Centinaia di sostanze chimiche
in etichetta passano sotto il nome di spezie. Si stima che almeno il 95%
degli alimenti sul mercato contenga almeno 300 additivi non elencati in
etichetta e che 15.000 diverse sostanze chimiche sono aggiunte negli
alimenti senza l'obbligo di essere riportati in etichetta.
Infine
i grassi idrogenati sono annoverati tra le cause dell'obesità e
possono causare ostruzioni arteriose, cardiopatie, ictus e morte.
Oggi in fatto di diete i nutrizionisti sono in grado di proporre una per ogni esigenza. Tra quelle maggiormente in voga vale la pena citare: la dieta macrobiotica di Ohsawa, considerata dal sapientissimo Dr. Valdo Vaccaro "Una vera e propria valanga di sciocchezze ying-yang con tanta gente finita male a colpi di riso integrale stracotto e di bistecche alla soia disgustanti e devitalizzate". Poi c'è la dieta South Beach: l'ennesimo tentativo di imitare Atkins, apportando qualche insignificante maquillage epidermico, ma sempre dando priorità a pesce e frutti di mare, a bistecche magre, a prosciutti, pollo e uova in abbondanza. E poi c'è la dieta a zone del biochimico Barry Sears; la dieta Strand; la dieta Agatson; la dieta a Gruppi Sanguigni del dr Peter D'Adamo e chi più ne ha più ne metta: tutti più o meno allievi di Atkins, in quanto hanno appreso a memoria le tecniche di autocannibalizzazione del grasso, i fondamentali sul colesterolo e sull'uso di vitamine sintetiche e di integratori minerali come stampelle correttive chimico-nutrizionali. Diete che fanno sparire il grasso, che saziano la fame delle cellule e che alleggeriscono il corpo di alcuni chili di peso, ma i tanti veleni che prima si trovavano protetti e diluiti e resi inoffensivi in mezzo alla sostanza oleosa, si ritrovano poi concentrati e attivi con tutta la loro enorme forza aggressiva, pronti a colpire un organismo ormai intossicato dai medesimi: veleni che prima convivevano coi grassi ma che dopo diventano una vera e propria mina vagante, un ordigno biologico pronto a deflagrare e a distruggere il corpo dimagrito e senza più barriere protettive interne.
L'unica
soluzione ragionevole e possibile è quella di convincere se stessi
delle necessità vitali di più giusti e salutari stili di vita. E'
assurdo pretendere di imbottirsi di veleni per 30 anni e pensare poi di
disintossicarsi ed espellere i cumuli di grasso in 30 giorni di dieta.
La sola cosa logica da fare per l'eliminazione del grasso di deposito in
eccesso e, soprattutto, i veleni che lo accompagnano è:
-
cambio radicale del proprio stile di vita;
-
digiuno e riposo totali per 3-5 giorni, con uso di sola acqua distillata
a volontà;
-
adozione di una ricca e variata dieta vegana-crudista in accordo e
armonia col proprio organismo fruttariano, senza il ricorso ad alcun
farmaco e ad alcun integratore alimentare;
-
serenità di spirito, pratiche meditative, riflessioni
filosofiche-estetiche-spirituali;
-
attività fisiche rigenerative, tipo yoga, ginnastica, nuoto, bicicletta
e attività artistiche varie.
Se
oggi non trovi il tempo per conservare la tua salute
dovrai trovarlo domani per curarti