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Alla scoperta del diavolo: l’Antico Testamento e i vangeli (parte II)
di Andrea De Pascalis – tratto da www.coscienza.org

Angeli e diavoli
Il Signore del Pentateuco non era solo nell’alto dei cieli. Con lui c’erano due tipologie di esseri, chiamati bene Elohim (figli del Signore) e malak Jahvé (emissari o messaggeri di Dio).
Lo sterminatore che opera in Egitto è il malak Javhè sterminatore. I Settanta infatti tradussero “angelo sterminatore”.
In questi esseri la teologia riconosce la corte degli angeli celesti che circonda il Signore.
Ma all’inizio, appunto, come testimonia il confuso racconto della decima piaga d’Egitto, il malak jahvé dovette essere un aspetto della divinità stessa,  l’apparire visibile di Dio, che poi  si  “distaccò” dalla divinità diventando un’altra cosa, un altro essere diverso da Dio.
Nei bene elohim possiamo vedere il prototipo degli arcangeli, dei cherubini (in realtà di origine babilonese)  e dei serafini.
Nei malak javè il prototipo degli angeli che agiscono nel mondo, dell’angelo viandante.
Dalla tradizione javhista deriva un passo celebre di Genesi (VI:1), di cui si deve tenere conto: «Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero».
Dall’unione tra questi angeli concupiscenti e le figlie degli uomini viene poi detto che nacquero i giganti.
Questo mito verrà poi ripreso nel Libro di Enoch e diventerà una delle spiegazioni sull’origine del diavolo.
Questi accenni sugli angeli sono residui di miti antichi, e non sono gli unici.

Un altro residuo si origina in Isaia 34, dove si parla della condanna di Edom: «Gatti selvatici si incontreranno con iene, satiri si chiameranno l’un l’altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora».
Questa è la traduzione ufficiale della CEI, ma quel termine “civette” è la traduzione del termine lilit, che indica un demone femminile che vaga per le rovine. Derivazione della diavolessa accadica delle tempeste Lilitu, che a sua volta deriva dalla sumera Lill, la “donna tempesta”.
Lilit è responsabile della morte dei neonati. Il medioevo ne fece la prima moglie di Adamo, che per 130 anni non ebbe rapporti con Eva ma con demoni femminili Quando finalmente Adamo abbandonò Lilit e si accoppiò con Eva, generando figli, la sterile Lilit divenne invidiosa e si trasformò in un demone che prediligeva uccidere i neonati. In questo modo, evidentemente, gli ebrei della diaspora medievale giustificavano la mortalità infantile che sopravveniva con le febbri notturne.
Bisogna dunque stare molto attenti con le traduzioni dei testi antichi.
Vediamo, ad esempio, cosa succede con un altro demone della tradizione cristiana, Lucifero.
La caduta di Lucifero, un tempo angelo e quindi ribellatosi a Dio e scagliato giù dal Paradiso, è un tema caro anche alla pittura rinascimentale. Ma da dove viene questo mito?
Si vuole che vi sia ad esso riferimento in alcuni versetti di Isaia, cap. 14,11:, che in realtà alludono alla caduta del re di Babilonia, che va in rovina con tutta la sua arroganza:

«Come mai sei caduto dal cielo,
lucente figlio del mattino
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli? 
Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell’assemblea,
nelle parti più remote del settentrione. 
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo. 
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell’abisso! 
Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
E' questo l’individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni, 
che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?

Nella Bibbia italiana il versetto “lucente figlio del mattino” diventa “Lucifero, figlio dell’aurora”, ed ecco fabbricato un diavolo all’interno del Vecchio Testamento.
Per la verità, l’interpretazione che vedeva nella stella cadente una creatura celeste decaduta comincia con l’apocalittica giudaica, poi viene esplicitata nei Vangeli da Luca, X:8, quando Gesù dice: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore».
Ma sul tema degli angeli ribelli e della loro caduta torneremo dopo. Prima bisogna occuparsi della “nascita” di Satana, o meglio del satana, nell’AT.

Satana, l’Avversario
É nel libro di Giobbe, data presunta il V sec. a. C., che compare il satana
È stato fatto osservare che il diavolo compare nel momento in cui è mutata la civiltà di Israele. Siamo nel periodo post esilico. Israele ha superato la fase del nomadismo predone, di una vita durissima che postula un Dio esigente e crudele, al quale si attribuiscono le ragioni ultime dei massacri delle popolazioni rivali; un Dio “geloso”  [ “Io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso» è detto in Esodo 20:5; e «Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso» è detto in Esodo 34: 14.]
Israele non è più un popolo nomade, ed anche la vita si è fatta meno pericolosa ed incerta al rientro dall’esilio. L’evoluzione delle scritture mostra un Dio meno esigente e crudele, un Dio da cui deriva ogni bene, e dunque si deve cercare un’altra spiegazione al male.
Sarebbe questo il senso del Libro di Giobbe.
Libro di Giobbe. 
Cap. 1: «Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa". Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male" . Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!". Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal Signore. »

Cap. II «Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. Il Signore disse a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra che ho percorsa". Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo". Satana rispose al Signore: "Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!". Il Signore disse a satana: "Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita". Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo...»

Il satana del libro di Giobbe è confuso tra i bene elohim, i figli del Signore, forse è uno di loro. Vaga per la terra, ed osserva da vicino gli esseri umani. Li osserva per ricercarne i cattivi comportamenti e quindi sottoporli al giudizio di Jahvè. Ha accesso al trono del Signore, siede tra la corte celeste. Dialoga con il Signore.
È il Satana, ovvero l’accusatore, l’avversario dell’uomo. Ha la funzione del pubblico ministero in un processo.
È lui a chiedere di mettere alla prova Giobbe, ed è il Signore che acconsente e gli lascia carta bianca, ponendo però dei limiti al male che si può fare a Giobbe.
Si arriva così ad una spiegazione più elaborata del male nel mondo: l’essere umano è libero, il satana è colui che dissemina malattie e disastri ma a suo volta non è libero: agisce come il Signore gli permette di fare. Il male viene dunque da Satana, che però è solo un intermediario, colui che permette sia fatta la volontà di Dio per mettere l’uomo alla prova. In ultima analisi, è pur sempre il Signore che decide come dispensare il bene e il male, ma non sono le sue mani ad agire.
E il satana è un membro della corte celeste che ha una funzione particolare, così come l’aveva l’angelo sterminatore.

Altre citazioni del diavolo nell’AT
Ci sono altri due testi dell’AT che fanno cenno al satana.
In Zaccaria (III:1-7) «Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all’angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L’angelo del Signore disse a satana: “Ti rimprovera il Signore, o satana! ».
Siamo ancora una volta in un tribunale celeste, con satana nelle vesti di accusatore, alla destra dell’imputato.
C’è infine il I Libro delle Cronache (XXI: 1): «Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a censire gli israeliti..». Il fatto dispiacque al Signore che perciò colpì Israele.
Questo testo ha un parallelo in 2 Samuele (XXIV: 1 ss.): «La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: “Su, fa’ il censimento…”». E il Signore manda una terribile punizione, che Davide deve scegliere fra le tre possibili che gli vengono prospettate (carestia, peste, fuga davanti al nemico). Davide sceglie la peste.
Satana sembra avere la funzione di collera del Signore, cioè personificazione dell’aspetto terribile e irrazionale dell’ira divina che colpisce a seguito di un peccato.

Nell’Antico Testamento in definitiva, a parte la particolare figura del satana, che ha i tratti che abbiamo visto, non c’è un grande affollamento di demoni.
Ci sono creature celesti, i figli del Signore e gli angeli messaggeri, tra cui va probabilmente posto il satana, ma manca una vera e proprio demonologia.
Israele condivise con altri popoli del Medio Oriente l’idea di un Dio circondato da una corte celeste di esseri al suo servizio, che agiscono per suo conto per  porre le condizioni per realizzare i suoi piani. Ma non c’era assolutamente il concetto che vi fossero potenze celesti ostili e indipendenti, cosa che sarebbe stata inconciliabile con il monoteismo dell’AT.
I demoni a volte ci sono, ma sono le divinità dei popoli sottomessi. Per fare un esempio, così è per i sirim, spirito del caprone, demone popolare, o per i sedim, che viene talvolta tradotto come demoni, ma nel Salmo 106, 37 è chiaro che non si tratta di veri demoni quanto di divinità pagane: “Immolarono i loro figli e le loro figlie ai sedim Versarono sangue innocente, il sangue dei figli e delle figlie sacrificati agli idoli di Canaan..».
Si tratta, per usare le parole di Herbert Haag, di “relitti della credenza nei demoni derivante dal mondo circostante...”.

Di questi demoni “pagani” la Scrittura dice esplicitamente che il popolo di Dio non deve avere paura:
«Non temerai i terrori della notte
né la freccia che vola di giorno
né la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che vaga a mezzogiorno» (Salmo 91: 5-6).

È evidente qui l’allusione all’angelo sterminatore visto come demone meridiano.
Nell’antico mondo classico, soprattutto in Grecia, l’ora dei demoni non era la mezzanotte, ma il mezzogiorno, ovvero il momento in cui il Sole era allo zenit e divideva il giorno in due parti uguali e contrarie. Si questo argomento, la cui esposizione ci porterebbe lontano, si può leggere il libro “I demoni meridiani” di Roger Caillois.
Torniamo un’ultima volta all’ AT, al Libro di Tobia, che per gli ebrei non è canonico. Tra i suoi protagonisti c’è il demone Asmodeo (forse “colui che fa morire”), definito “il cattivo demonio”, che fa morire tutti i mariti di Sara prima che consumino il matrimonio. La maledizione di Sara finisce allorché l’angelo Raffaele fa sposare Tobia con Sara e insegna a Tobia un rimedio magico con cui sconfiggere Asmodeo ((bruciare cuore e fegato di pesce sulla brace).
Asmodeo agisce perché geloso di Sara (“il demonio è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide”)
L’odore del pesce bruciato “respinse il demonio, che fuggì nelle regioni dell’Alto Egitto”.

Parte III -->


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