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«Danni collaterali», crimini contro l’umanità e ogm
20 maggio 2004 - Marcello Pamio

In Medioriente la situazione è così allarmante e tesa che basta festeggiare un matrimonio o manifestare pacificamente in strada per finire ammazzati impunemente.
Questo è quanto è successo la notte scorsa in una cittadina sunnita, nei pressi delle frontiere con Siria e Giordania: i partecipanti ad una festa di matrimonio, dopo aver sparato in aria per celebrare, come si usa fare in Iraq, si sono visti rispondere con missili da alcuni elicotteri statunitensi, che hanno scambiato gli spari per fuoco ostile. Risultato: oltre 40 morti e decine di feriti gravi tra la popolazione civile e inerme!
Ma questo si sa, rientra negli impuniti «danni o effetti collaterali» di una guerra di «liberazione»!
L’altra triste e assurda vicenda è successa invece non molto distante dall’Iraq durante una manifestazione di palestinesi nel sud della striscia di Gaza. Centinaia di persone tra uomini donne e bambini, sfilavano - come spesso accade in uno stato democratico - per le strade, contro le operazioni che l’esercito israeliano da due giorni sta conducendo nell’area. Improvvisamente, verso le 14:30, quattro cannonate sparate da un carro armato israeliano hanno centrato in pieno la folla provocando una vera e propria carneficina: oltre dieci morti civili, qualcuno parla addirittura di venti, tra donne e bambini.
Ma questo si sa, rientra nelle impunite «strategie antiterrorismo» dell’amministrazione Sharon!
In merito a quest’ultima vicenda che ha dell’incredibile, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori occupati, John Dugard, ha definito gli attacchi dell'esercito israeliano a Rafah, nella striscia di Gaza, un crimine di guerra e una violazione del diritto umanitario.[1] «Queste azioni – continua Dugard - sono...crimini di guerra, e costituiscono una punizione collettiva che viola sia le leggi umanitarie sia la legge internazionale per i diritti umani»[2]. Chi parla è un rispettabilissimo professore sudafricano inviato speciale dell’ONU e non può essere tacciato di antisemitismo!
Ha certamente ragione il ministro della giustizia israeliano Yosef Lapid, quando afferma che «non si può più continuare così», sottolineando come la «tragedia umana» è una conseguenza del fatto che Israele si trova ancora nella striscia di Gaza[3], ma la cosa inaccettabile è che l’intera comunità internazionale, compreso lo stato democratico per eccellenza: gli Stati Uniti d’America, non fanno assolutamente nulla per impedire questo stillicidio continuo e giornaliero sia da parte palestinese che da parte israeliana. Anzi, il presidente George Walker Bush in merito alla questione israelo-palestinese chiede «calma»! Mentre per l’Iraq il «profeta» della Casa Bianca addirittura ipotizza un «governo in Iraq tra due settimane».

Avete capito? Il capo dell’Impero più potente al mondo, nonché promotore della strategia politico-militare per esportare la «democrazia» in tutto il mondo, gestisce la situazione in Palestina semplicemente chiedendo «calma»; e in Iraq, un paese devastato e occupato militarmente dove gli scontri armati e i morti sono all’ordine del giorno, dice che si avrà un governo «legittimo» tra quindici giorni! Questa è l’ennesima prova provante che oggi siamo nelle mani di un manipolo di incompetenti; per non parlare del primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, che scappato negli Stati Uniti, per non affrontare una situazione delicata, quale la morte del ventesimo soldato italiano a Nassirya, incontra Kofi Annan a New York e successivamente il «compagno» Bush junior. Risultato, scontatissimo: il contingente italiano rimarrà in Iraq per aiutare la popolazione e permettere il passaggio alla «democrazia», magari con l’intervento dell’ONU.
Quello che non è stato detto espressamente, è che gli italiani rimarranno in quelle zone per molto tempo, e non certo fino al 30 giugno, data simbolica. D’altronde il governo italiano, accollandosi la gravissima responsabilità di inviare giovani militari italiani a difendere, tra le altre cose, i pozzi petroliferi dell’ENI, non può certo tornare indietro, perdendo il diritto futuro di estrazione…
Lasciamo i pozzi petroliferi di Nassirya e spostiamoci invece a Baghdad, per la precisione nel carcere di Abu Ghraib, perché è arrivata l’attesa sentenza nell’ambito delle sevizie e torture. Una sentenza, e nessuno aveva dubbi, che mostra esattamente come gli Stati Uniti d’America usino due pesi e due misure quando gli imputati sono cittadini dell’Impero e quando non lo sono. Il militare ventiquattrenne Jeremy Sivits, colpevole di aver immortalato le abominevoli sevizie, è stato degradato a soldato semplice e dovrà scontare un intero anno di prigione.[4] Salvo per fortuna lo stipendio!
Questa è l’impietosa e durissima sentenza emessa dalla corte marziale statunitense!!! Una vera e propria vergogna umanitaria se pensiamo, ad esempio, come vengono trattati nel carcere USA a Guantanamo Bay, non dico i terroristi veri e propri ma semplicemente le persone sospettate di esserlo. Basta infatti un semplice sospetto, magari possedere un passaporto non americano o un cognome arabeggiante, per essere scaraventati dentro una gabbia in metallo, privati del sonno, torturati psicologicamente e anche fisicamente. E questo per un tempo indefinito, anche perché i processi regolari e «democratici», dopo l’11 settembre sono diventati una chimera.

Cambiando totalmente discorso e continente, saltiamo in Europa perché è di oggi la notizia che la Commissione europea ha dato il via libera al mais transgenico BT11 in Europa. Tale mais, brevettato dalla Syngenta (ex Novartis, la multinazionale svizzera produttrice del Ritalin) ha avuto il permesso di commercializzazione in tutti e 25 paesi dell’UE. Stati Uniti, Canada e Argentina, applaudono felicemente tale manovra politico-economica perché finalmente potranno inondare il Vecchio Continente di prodotti contenenti mais geneticamente modificato attraverso snack, biscotti, oli, prodotti da forno, bibite analcoliche, ecc.
Ovviamente le industrie biotech, per voce del commissario Byrne, ne hanno esaltato le proprietà e soprattutto la sicurezza per i consumatori, garantendo alla popolazione che il mais BT è assolutamente identico a quello naturale. Niente di più falso.
E’ bene precisare che le colture BT tra cui mais, cotone e colza, sono ingegnerizzate, cioè manipolate, in laboratorio in modo da produrre in proprio un insetticida, la tossina BT, attraverso l’inserimento di un gene di origine batterica. Quindi il DNA di una pianta, che la Natura ha reso perfetto, viene ri-programmato, attraverso l’innesto di ceppi batterici totalmente estranei, per liberare una tossina che la difenda da agenti esterni, come i parassiti. Ma l’ingegneria genetica, che tutto è tranne una scienza esatta, presenta sempre più spesso problemi di risultati: eccesso o carenza di tossina BT, presenza di tossine sconosciute e per tanto pericolosissime, proteine fortemente allergizzanti, e molto altro ancora. Questo spiega come mai è in continuo aumento il numero di persone che manifestano allergie (come al glutine) e/o intolleranze alimentari; per non parlare di malattie molto più serie…
Ovviamente gli «interessi in gioco» - come dice benissimo il dottor Richard Smith del British Medical Journal - degli sponsor hanno «un’influenza decisiva sulle conclusioni» delle ricerche, ma nessuno ricorda, soprattutto i media, gli studi del dottor Arpad Pusztai (autore di oltre 300 articoli e almeno dodici libri scientifici) i quali hanno dimostrato che gli alimenti geneticamente modificati causano seri problemi alla salute. I suoi numerosi esperimenti, che gli hanno causato non pochi problemi professionali, «sollevano alcuni interrogativi sulla sicurezza e l’ammissibilità degli alimenti transgenici» (dimostrato anche da uno studio pubblicato sull’International Journal of Food Science and Technology).
L’ingegneria genetica, per usare le parole del professore di Patologia Molecolare Michael Antoniou causano «l’alterazione del programma genetico dell’organismo, con conseguenze del tutto imprevedibili».
Quindi, non è proprio il caso di parlare di sicurezza alimentare, anche perché, coloro che decantano mediaticamente le eccezionali proprietà degli ogm, sono al soldo delle stesse lobbies biotecnologiche che li producono.


[1] ANSA, 19 maggio 2004
[2] Idem
[3] Idem
[4] ADNKRONOS, 19 maggio 2004

Per approfondimenti sugli ogm: "L'inganno a tavola"

 
www.disinformazione.it