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benefici del colesterolo alto
Vendere
a tutti: il colesterolo alto
Tratto dal libro: “Farmaci
che ammalano”
La paura della malattia chiamata "ipercolesterolemia",
ancora poco conosciuto come disturbo quando Flenry Gadsden era alla
guida della Merck 30 anni fa, nel giro di breve tempo è salita al primo
posto tra i timori per la propria salute di decine di milioni di persone
in tutto il mondo.
A chi vende medicine la
diffusione di tale paura ha fruttato ingenti guadagni: nazioni di ogni
dove negli ultimi anni hanno speso di più per i farmaci anticolesterolo
che per ogni altro genere di medicinali con obbligo di ricetta medica[1].
Nel loro insieme, oggi questi farmaci generano introiti di oltre 25
miliardi di dollari all'anno per i loro produttori, che includono i
maggiori nomi dell'industria mondiale quali
Contrariamente
a quanto forse molti ritengono, il colesterolo in sé non è un nemico
mortale, bensì un essenziale elemento costitutivo del nostro organismo
ed è indispensabile per vivere.
Se da una parte è scientificamente provato che per molte persone un
elevato livello di colesterolo nel sangue si associa a un aumentato
rischio di ictus cerebrali e attacchi cardiaci, tuttavia nel caso di
persone per il resto sane non si sa con certezza di quanto quel livello
di colesterolo elevato possa aumentare il rischio di disturbi cardiaci,
né per quante persone questo possa davvero costituire un problema.
Quello che invece è un dato accertato è che avere il colesterolo alto
è solo uno dei tanti fattori che influiscono sulle probabilità di
sviluppare disturbi cardiaci. Tuttavia attira una fetta così ampia di
attenzione perché si può agire su di esso con dei farmaci, farmaci che
oggi vantano investimenti promozionali da fare invidia a quelli di certe
marche di birra o bibite.
Per
specialisti della prevenzione come il professor Shah Ebrahim, un
ricercatore inglese, i nuovi farmaci che abbassano il colesterolo -
chiamati statine - sono un rimedio valido nei casi di persone che
abbiano già avuto disturbi cardiaci, mentre per la maggioranza delle
persone sane esistono modi molto più economici, sicuri ed efficaci di
mantenersi in salute che utilizzare le statine. Migliorare la propria
dieta, fare più movimento e smettere di fumare sono le strategie più
ovvie e conosciute.
Ebrahim
è uno dei molti ricercatori secondo cui dedicare tanta attenzione solo
al colesterolo può distrarre in maniera potenzialmente pericolosa da
quella che è la vera prevenzione.
Intanto una delle statine, il Baycol della Bayer, è stata ritirata dal
commercio dopo essere stata implicata in numerosi casi di morte.[4]
Anche per la statina più nuova, il Crestor dell'AstraZeneca, è stato
chiesto da più parti il ritiro per alcuni effetti collaterali molto
rari ma gravi di deperimento muscolare e disfunzioni renali.[5]
L'alba
della nuova era del colesterolo giunse nel 1987, quando
Da allora sono stati
omologati diversi farmaci concorrenti e la pubblicità data sia alle
medicine che alla malattia ha assunto forme parossistiche. Ma una
pillola in particolare è balzata al comando del gruppo e ora domina
quasi la metà dell'intero mercato: il Lipitor, che, accaparrandosi
vendite per oltre 10 miliardi di dollari all'anno, è il farmaco con
obbligo di ricetta medica più venduto di tutti i tempi.[6]
La Pfizer che lo produce è non solo la casa farmaceutica più grande al
mondo ma, con uffici direzionali a Manhattan e un valore di mercato
intorno ai 200 miliardi di dollari, è anche una delle maggiori società
in assoluto, un primato dovuto in misura non trascurabile alla diffusa
paura del colesterolo alto.
Le vendite di questi farmaci sono
salite alle stelle nell'ultimo decennio perché il numero di persone
classificate come affette da "colesterolo alto" è cresciuto
in maniera esorbitante.
Come per molte altre
malattie, la definizione di "colesterolo alto" viene
periodicamente rivista, e come per altre malattie tale definizione è
stata ampliata in modo da classificare come malate un numero sempre
maggiore di persone sane.
Con il trascorrere del tempo i confini che delimitano le malattie pian
piano si allargano e i bacini di potenziali pazienti si espandono
costantemente. A volte l'incremento è improvviso ed eclatante. Quando
alcuni anni fa negli Stati Uniti una commissione di esperti del
colesterolo ha riformulato le definizioni, tra gli altri cambiamenti
apportati ha abbassato i livelli di colesterolo ritenuti necessari per
autorizzare una cura medica, sostanzialmente classificando come malate
milioni di persone sane e triplicando virtualmente da un giorno
all'altro il numero delle persone che potevano essere fatte oggetto di
terapia farmacologica.[7]
Stando
alle direttive ufficiali sul colesterolo dei National Institutes of
Health statunitensi (Istituti Nazionali per
Otto dei nove esperti che hanno redatto le ultime direttive sul
colesterolo lavorano anche come relatori, consulenti o ricercatori per
le maggiori case farmaceutiche al mondo: Pfizer, Merck, Bristol-Myers
Squibb, Novartis, Bayer, Abbott, AstraZeneca e GlaxoSmithKline.[11]
Nella maggioranza dei casi gli autori delle direttive avevano legami
molteplici con almeno quattro di queste società, mentre un
"esperto" aveva preso soldi da dieci di loro.
Tratto dal libro: “Farmaci che ammalano”