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I
benefici del colesterolo alto
(parte I)
Di
Uffe Ravnskov, MD, PhD
(Link
alla pagina originale) - Traduzione
di Stefano Pravato per Disinformazione.it
Le
persone col colesterolo alto sono quelle che vivono più a lungo. Avendo
subito un lavaggio del cervello, quest'affermazione può sembrarci
talmente incredibile da richiedere parecchio tempo per essere assimilata
e capirne a pieno l'importanza. Eppure il fatto che gli individui con
colesterolo alto vivano di più emerge chiaramente da molti studi
scientifici. Si consideri il risultato del 1994 del Dr. Harlan Krumholz
del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare dell'Università di Yale,
in cui si trovò che persone anziane con colesterolo basso hanno una
mortalità doppia per attacco di cuore rispetto a persone anziane con
colesterolo alto.[1] I
sostenitori della campagna per un colesterolo basso, coerentemente con
la loro posizione, ignorano questa obiezione o la considerano come una
rara eccezione, casualmente prodottasi tra un grande numero di studi a
supporto del contrario.
Eppure non si tratta di un'eccezione; ora è disponibile una vasta mole
di risultati che contraddicono l'ipotesi lipidica. Scendendo nello
specifico, molti studi su persone anziane hanno evidenziato che il
colesterolo alto non è un fattore di rischio per le malattie
coronariche. Questo è il risultato di una mia ricerca che ho condotto
nel database Medline sugli studi rivolti a questo settore.[2] Undici
studi su anziani portano a quel risultato e altri sette studi hanno
trovato che il colesterolo alto non è nemmeno un fattore predittivo di
mortalità onnicomprensivo.
Consideriamo ora che più del 90 % di tutte le malattie cardiovascolari
si riscontrano in persone che abbiano superato i 60 anni e che quasi
tutti gli studi hanno trovato che il colesterolo alto non è un fattore
di rischio per le donne.[2] Ciò
implica che il colesterolo alto è un fattore di rischio per meno del 5
% tra coloro che muoiono di un attacco cardiaco.
E c'è un'ulteriore rassicurazione per quelli che hanno il colesterolo
alto; sei studi hanno trovato che la mortalità totale è inversamente
collegata al colesterolo totale, o al colesterolo-LDL o a entrambi. Ciò
significa che se si vuole vivere a lungo in realtà è molto meglio
avere un colesterolo alto piuttosto che basso .
Il colesterolo alto
protegge dalle infezioni
Sono
molti gli studi che hanno trovato come un colesterolo basso sia per
certi aspetti peggiore di un colesterolo alto. Per esempio, in 19 ampi
studi su più di 68.000 morti, esaminati dal Professor David R. Jacobs e
dai suoi collaboratori della Divisione di Epidemiologia dell'Università
del Minnesota, un colesterolo basso indica un aumentato rischio di morte
per malattie gastrointestinali e respiratorie [3]
La
maggior parte delle malattie gastrointestinali e respiratorie ha
un'origine infettiva. Pertanto un importante quesito è se sia
l'infezione ad abbassare il colesterolo o se non sia un abbassamento del
colesterolo a predisporre all'infezione. Per dare una risposta il
Professor Jacobs e il suo gruppo, assieme al Dr. Carlos Iribarren, hanno
seguito più di 100.000 individui in salute dell'area di San Francisco
per quindici anni. Al termine dello studio quelli che avevano
colesterolo basso all'inizio dello studio erano stati ricoverati in
ospedale più spesso degli altri a seguito di malattie infettive.[4,5] Quest'evidenza non può essere controbattuta dicendo che è stata
l'infezione a fare scendere il colesterolo in quanto il colesterolo era
stato trovato basso quando queste persone non avevano ancora nessuna
infezione evidente. Sembra piuttosto che il colesterolo basso, in
qualche modo, li abbia resi più esposti all'infezione, o che il
colesterolo alto abbia protetto quelli che non hanno avuto infezioni. A
supporto di questa interpretazione ci sono molti risultati.
Colesterolo basso e
HIV/AIDS
Un
uomo giovane, non coniugato con una malattia al fegato o una malattia
trasmessa sessualmente, corre un rischio molto maggiore di contrarre
l'infezione del virus HIV. Ricercatori del Minnesota, a capo c'è il Dr.
Ami Claxton, hanno seguito individui di questo tipo per 7-8 anni. Dopo
avere escluso quelli che divennero HIV-positivi durante i primi quattro
anni, si sono trovati con un gruppo di 2446 uomini. Al termine dello
studio, 140 di queste persone risultarono positive all'HIV; quelle che
all'inizio dello studio avevano il colesterolo basso erano il doppio di
quelle col colesterolo più alto. [6]
Risultati
simili emergono da uno studio su persone sottoposte a screen MRFIT, più
di 300.000 uomini giovani e di mezza età, che trovò come a distanza di
16 anni dal primo rilievo del colesterolo, il numero degli uomini il cui
colesterolo era più basso di 160 e che era deceduto di AIDS era quattro
volte quello degli uomini deceduti di AIDS e con un colesterolo
superiore a 240.[7]
Colesterolo e
insufficienza cardiaca cronica
Una
malattia cardiaca può portare ad un indebolimento del muscolo cardiaco.
Un cuore debole vuol dire che meno sangue, e quindi meno ossigeno, viene
portato alle arterie. Per compensare la potenza diminuita, il battito
cardiaco s'innalza, ma se il malanno è serio ciò non basta. Pazienti
con insufficienza cardiaca seria restano senza fiato perché i tessuti
ricevono troppo poco ossigeno, la pressione nei loro vasi cresce perché
il cuore non può pompare il sangue con potenza sufficiente e diventano
edematosi, cioè c'è del fluido che si accumula nelle gambe e nei casi
più seri anche nei polmoni e in altre parti del corpo. Tale condizione
è detta insufficienza cardiaca congestiva o cronica.
Ci sono molte indicazioni che i batteri o altri microorganismi giochino
un ruolo importante nell'insufficienza cardiaca cronica. Per esempio,
pazienti con una severa insufficienza cardiaca cronica hanno alti
livelli di endotossina e vari tipi di citochine nel loro sangue. L'endotossina,
detta anche liposaccaride, è la sostanza maggiormente tossica prodotta
da batteri Gram-negativi quali l'Escherichia coli, Klebsiella,
Salmonella, Serratia e Pseudomonas. Le citochine sono
ormoni secreti dai globuli bianchi nella loro battaglia contro i
microorganismi; alti livelli di citochine nel sangue indicano che sono
in atto processi infiammatori da qualche parte nel corpo.
Il ruolo delle infezioni nell'insufficienza cardiaca cronica è stato
studiato dal Dr. Mathias Rauchhaus e il suo team al Dipartimento Medico,
dell'Università Martin-Lutero a Halle, in Germania (Universitätsklinik
und Poliklinik für Innere Medizin III, Martin-Luther-Universität,
Halle). Hanno trovato che l'indicatore di mortalità più affidabile per
pazienti con insufficienza cardiaca cronica era la concentrazione di
citochine nel sangue, particolarmente per pazienti la cui insufficienza
fosse dovuta a disfunzione coronarica.[8] Per
spiegare i loro risultati, ipotizzano che i batteri intestinali possano
penetrare nei tessuti con più facilità se la pressione delle vene
addominali è cresciuta a causa della deficienza cardiaca. In accordo
con questa teoria, hanno riscontrato una maggior quantità di
endotossine nel sangue di pazienti con deficienza cardiaca ed edema che
non in pazienti privi di questi problemi, inoltre le concentrazioni di
endotossine sono diminuite in maniera significativa quando le
funzionalità cardiache sono state assistite mediante trattamento
medico.[9]
Un
modo semplice per controllare lo stato del sistema immunitario consiste
nell'iniettare sotto la cute antigeni di microorganismi cui sono esposti
la maggioranza delle persone. Quando il sistema immunitario è normale,
passate circa 48 ore, appare un indurimento nel punto dell'iniezione. Se
l'indurimento è piccolo, con diametro minore di pochi millimetri, ciò
indica la presenza di “anergia,” cioè una minore o mancante
risposta nel riconoscere gli antigeni. Di conseguenza, l'anergia è
stata associata ad un aumentato rischio di infezioni e mortalità in
individui anziani e sani, in pazienti trattati chirurgicamente e in
trapiantati di cuore.[10]
Ed
ecco il punto saliente: i ricercatori hanno trovato, non senza sorpresa,
che la mortalità era più alta, non solo nei pazienti anergici, ma
anche nei pazienti con i minori valori lipidici, inclusi colesterolo
totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL e trigliceridi.
Questi ultimi risultati sono stati confermati dal Dr. Rauchhaus,
stavolta in cooperazione con i ricercatori di numerose cliniche
universitarie Tedesche e Inglesi. Hanno trovato che il rischio di
mortalità per pazienti con insufficienza cardiaca cronica era
fortemente e inversamente correlato con il colesterolo totale,
colesterolo LDL e anche trigliceridi; le persone con i valori lipidici
più alti vivevano molto più a lungo di quelli con valori bassi..[11,12]
Altri
ricercatori hanno ottenuto risultati simili. Lo studio più ampio è
stato quello effettuato dal Professor Gregg C. Fonorow e il suo team del
Dipartimento di Medicina e Centro di Cardiomiopatia dell'UCLA a Los
Angeles.[13] Lo
studio, condotto dalla Dr.ssa Tamara Horwich, ha considerato più di
mille pazienti con insufficienza cardiaca seria. Dopo cinque anni il 62
% dei pazienti con colesterolo sotto 129 mg/l erano morti, mentre
pazienti con colesterolo sopra 223 mg/l avevano una percentuale
dimezzata.
Quando i sostenitori dell'ipotesi della necessità della riduzione del
colesterolo sono messi di fronte ai risultati che evidenziano le cattive
conseguenze associate ad un basso colesterolo —e ce ne sono molte
altre—loro normalmente controbattono che i pazienti ammalati
seriamente sono spesso malnutriti, e si attribuisce la causa del basso
colesterolo alla malnutrizione. Comunque, la mortalità dei pazienti di
questo studio era indipendente dal loro grado di nutrimento; un
colesterolo basso è fattore predittivo di mortalità sia che i pazienti
siano nutriti bene o meno.
Sindrome di
Smith-Lemli-Opitz
Come
discusso in The Cholesterol Myths (link presente nella pagina
web originale n.d.T.), c'è notevole evidenza a supporto della teoria
che le persone nate con colesterolo molto alto, ipercolesterolemia
familiare, siano protette dalle infezioni. Ma se nascere col colesterolo
alto protegge dalle infezioni, nascere col colesterolo basso dovrebbe
avere un effetto opposto. Effettivamente sembra che sia proprio così.
I bambini con la sindrome di Smith-Lemli-Opitz hanno un colesterolo
estremamente basso perché l'enzima necessario per l'ultima fase della
sintesi del colesterolo all'interno del corpo non funziona come
dovrebbe. La maggior parte dei bambini con questa sindrome nasce morta o
muore poco dopo la nascita in seguito a malformazioni serie del sistema
nervoso centrale. I bambini che sopravvivono sono ritardati mentali,
hanno un colesterolo estremamente basso e soffrono di
frequenti e serie infezioni. Se però la loro dieta viene
integrata con colesterolo puro o con l'aggiunta di uova, il loro
colesterolo cresce e la loro propensione all'infezione diviene meno
seria e meno pronunciata.[14]
Evidenze
di laboratorio
Gli studi in laboratorio sono essenziali per capire meglio i
meccanismi tramite i quali i lipidi esercitano la loro funzione
protettiva. Uno dei primi a studiare questo fenomeno fu il Dr Sucharit
Bhakdi dell'Istituto di Microbiologia Medica, dell'Università di
Giessen, in Germania (Institut für Medizinsche Mikrobiologie,
Justus-Liebig-Universität Gießen), assieme col suo gruppo di
ricercatori provenienti da svariate istituzioni Tedesche e Danesi.[15]
La
tossina-a dello
Staphylococcus aureus è la
sostanza più tossica prodotta da quella famiglia di batteri che
predispongono alle malattie detti stafilococchi. Essa può distruggere
un'ampia varietà di cellule umane, globuli rossi inclusi. Per esempio,
aggiungendo piccole quantità della tossina in una provetta con globuli
rossi in una soluzione salina al 0.9 percento, si verifica emolisi, cioè
le membrane dei globuli rossi si spaccano e l'emoglobina fuoriesce nel
solvente. Il Dr. Bhakdi e il suo team hanno miscelato la tossina-a
purificata con siero umano (il liquido in cui si trovano i globuli
rossi) e hanno notato che il 90 percento del suo effetto emolitico
scompare. Con metodi vari e complicati sono riusciti ad identificare la
sostanza protettiva nell'LDL, il portatore del cosiddetto cattivo
colesterolo. Per controprova, l'emolisi è scomparsa del tutto quando
hanno miscelato tossina-a con solo LDL umano purificato, mentre invece
l'HDL o altri costituenti del plasma si sono dimostrati inefficaci sotto
questo aspetto.
Il Dr.
Willy Flegel e i suoi collaboratori del Dipartimento di Medicina
Trasfusionale, dell'Università di Ulm, e l'Istituto di Immunologia e
Genetica del Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro di Heidelberg, in
Germania (DRK-Blutspendezentrale und Abteilung für Transfusionsmedizin,
Universität Ulm, und Deutsches Krebsforschungszentrum, Heidelberg)
hanno studiato l'endotossina in un altro modo.[16] Come
detto, uno degli effetti dell'endotossina è quello di stimolare i
globuli bianchi a produrre citochine. I ricercatori tedeschi hanno
trovato che tale effetto stimolatore scompare quasi del tutto se l'endotossina
è lasciata miscelata con siero umano per 24 ore prima di aggiungere
globuli bianchi nelle provette. In uno studio successivo
[17] hanno
trovato che l'LDL purificato di pazienti con ipercolesterolemia
familiare aveva lo stesso effetto inibitore del siero.
L'LDL
non solo può legare e inattivare le pericolose tossine dei batteri;
sembra che abbia anche una influenza benefica diretta sul sistema
immunitario, spiegando possibilmente l'osservata relazione tra un
colesterolo basso e svariate malattie croniche. Tale fatto è stato il
punto di partenza per uno studio del Professor Matthew Muldoon e
colleghi dell'Università di Pittsburgh, Pennsylvania. Hanno studiato
uomini sani giovani e di mezza età. Hanno trovato che il numero totale
di globuli bianchi e che il numero dei vari tipi di globuli bianchi
erano significativamente minori per individui con LDL sotto 160 mg/dl
(media 88.3 mg/l), che non in uomini con LDL sopra 160 mg/l (media 185.5
mg/l).18 I ricercatori hanno
concluso cautamente che c'erano differenze nel sistema immunitario tra
gli uomini con colesterolo basso e alto, ma che era troppo presto per
stabilire se queste differenze avessero qualche importanza per la salute
umana. Ora, dopo sette anni e con i molti dei risultati fin qui
discussi, ci permettiamo di dire che le proprietà potenzianti del
sistema immunitario dell'LDL rivestono realmente un ruolo importante per
la salute umana.
Esperimenti con
cavie
I
sistemi immunitari dei diversi mammiferi, umani inclusi, hanno molte
affinità. E' pertanto interessante vedere cosa possano dirci gli
esperimenti con ratti e topi. Il Professor Kenneth Feingold del
Dipartimento di Medicina, dell'Università di California, San Francisco,
e il suo gruppo hanno pubblicato diversi interessanti risultati tratti
da ricerche su questo argomento. In una di queste essi hanno abbassato
il colesterolo LDL nei ratti somministrando farmaci che impedissero al
fegato di secernere lipoproteine o che ne favorissero la scomparsa. In
entrambi i casi, a seguito dell'iniezione di endotossina, si è
riscontrata una mortalità molto più alta nelle cavie col colesterolo
basso rispetto a quelle del gruppo di controllo non trattato. L'alta
mortalità non era indotta dai farmaci, infatti quando alle cavie
trattate venivano ulteriormente iniettate lipoproteine giusto prima
dell'iniezione di endotossina, la loro mortalità veniva ricondotta
nella norma.[19]
Il Dr. Mihai Netea e il suo team del Dipartimento di Medicina
Interna e Nucleare della
Clinica Universitaria di Nijmegen, Olanda, ha iniettato endotossina
purificata in topi normali e in topi con ipercolesterolemia familiare
che avevano l'LDL quattro volte più alto del normale. Mentre sono morti
tutti i topi normali, il decesso dei topi ipercolesterolemici è
arrivato solo iniettando una dose otto volte superiore di endotossina.
In un altro esperimento hanno iniettato batteri vivi e hanno trovato una
sopravvivenza doppia nei topi affetti da l'ipercolesterolemia familiare
rispetto ai topi normali del gruppo di controllo.[20]
Altri lipidi
protettivi
Come
abbiamo visto finora, molti dei ruoli rivestiti dall'LDL sono condivisi
dall'HDL. Ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto considerando che
un alto HDL è associato alla salute cardiovascolare e alla longevità.
Ma c'è di più.
I
trigliceridi, molecole consistenti in tre acidi grassi collegati al
glicerolo, sono insolubili in acqua e pertanto sono trasportati nel
sangue all'interno di lipoproteine, proprio come il colesterolo. Tutte
le lipoproteine portano trigliceridi, ma la maggior parte di questi è
trasportata da una lipoproteina detta VLDL (very low-density lipoprotein
– lipoproteina a bassissima densità) e dai chilomicroni, una miscela
di trigliceridi emulsionati presente in grandi quantità dopo un pasto
ricco di grassi, particolarmente nel sangue che fluisce dall'intestino
al fegato.
Per molti anni si è saputo che la sepsi, una condizione anche mortale causata da una crescita batterica nel sangue, è associata ad un alto livello di trigliceridi. I più importanti sintomi della sepsi sono dovuti all'endotossina, per lo più prodotta da batteri intestinali. In un numero di studi, il Professor Hobart W. Harris e il suo team, del Laboratorio di Ricerca Chirurgica dell'Ospedale Generale di San Francisco, hanno trovato che soluzioni ricche di trigliceridi ma praticamente prive di colesterolo riuscivano a proteggere cavie dagli effetti tossici dell'endotossina e hanno concluso che gli alti livelli di trigliceridi riscontrati nella sepsi sono una risposta immunitaria normale all'infezione.[21] Di solito i batteri responsabili della sepsi provengono dall'intestino. E' pertanto una fortuna che il sangue che esce dall'intestino sia particolarmente ricco di trigliceridi.
Eccezioni
Finora
gli esperimenti con cavie hanno confermato l'ipotesi che il colesterolo
alto protegga contro le infezioni, almeno contro quelle causate dai
batteri. In un esperimento simile, usando iniezioni di Candida albicans,
un fungo comune, il Dr. Netea e il suo gruppo hanno trovato che topi con
ipercolesterolemia familiare muoiono più facilmente dei topi normali.[22] Le
infezioni serie, causate dalla Candida albicans, sono
rare negli esseri umani; comunque si possono riscontrare frequentemente
in pazienti trattati con farmaci immunodepressivi, anche se i risultati
indicano che c'è bisogno di ulteriori dati in quest'area. In ogni caso,
i molti risultati sopra menzionati indicano che gli effetti protettivi
dei lipidi nel sangue contro le infezioni negli esseri umani sembrano
essere maggiori di ogni possibile effetto contrario.
Il
colesterolo quale fattore di rischio
La maggior parte degli studi su uomini giovani e di mezza età ha
individuato l'alto colesterolo come fattore di rischio per
l'insufficienza coronarica, apparentemente in contraddizione con l'idea
che invece esso sia protettivo. Perché l'alto colesterolo è un fattore
di rischio negli uomini giovani e di mezza età? Una spiegazione
probabile è che a quell'età gli uomini sono spesso al vertice della
propria carriera professionale. L'alto colesterolo può pertanto
indicare stress mentale, causa ben nota di colesterolo alto nonché
fattore di rischio di malattie cardiache. In questo caso l'alto
colesterolo non è quindi necessariamente la causa diretta ma potrebbe
essere solo un indicatore. L'alto colesterolo in uomini giovani e di
mezza età potrebbe, per esempio, rispecchiare il bisogno del corpo di
ulteriore colesterolo in quanto esso è il materiale base di molti
ormoni dello stress. Ogni possibile effetto protettivo sul sistema
vascolare dovuto all'alto colesterolo, può pertanto essere
controbilanciato dall'influenza negativa di una vita stressante.
Risposta alle
lesioni
Nel
1976 venne presentata una delle teorie maggiormente promettenti sulla
causa dell'arteriosclerosi: la teoria della risposta alla lesione. Fu
avanzata da Russell Ross, un professore di patologia, e John Glomset, un
professore di biochimica e medicina della Scuola di Medicina
dell'Università di Washington a Seattle.[23,24] Essi
ipotizzarono che l'arteriosclerosi fosse
la conseguenza di un processo infiammatorio, il cui primo evento è una
lesione localizzata sul sottile strato di cellule disposte all'interno
delle arterie, l'intima. La lesione genera infiammazione e le placche di
accrescimento formatesi sono semplicemente lesioni guarite.
La loro idea non è originale. Nel 1911 due patologi americani dei
Laboratori di Patologia, Università di Pittsburgh, Pennsylvania, Oskar
Klotz e M.F. Manning, pubblicarono un sunto dei loro studi delle arterie
umane e conclusero che “c'è ogni indicazione che la produzione di
tessuto nell'intima è la conseguenza di una diretta irritazione di quel
tessuto dalla presenza di infezioni o tossine o dallo stimolo dei
prodotti di una degenerazione primaria in quello straterello.”[25] Anche
altri ricercatori hanno presentato teorie simili.[26]
Gli
studiosi hanno proposto molte potenziali cause delle lesioni vascolari,
incluso stress meccanico, esposizione al fumo del tabacco, alto
colesterolo, colesterolo ossidato, omocisteina, conseguenze metaboliche
del diabete, sovraccarico di ferro, deficienza di rame, deficienza di
vitamine A e D, uso di acidi grassi trans, microorganismi e molte altre
ancora. Ognuno di questi fattori ha ottenuto un qualche supporto
sperimentale pur rimanendo incerto il peso del suo contributo. Tranne in
un caso. L'eccezione è naturalmente il colesterolo LDL. L'estensiva
ricerca ci permette di escludere un alto LDL dalla lista. Sia che si
guardi direttamente a occhio nudo l'interno delle arterie in
un'autopsia, o che lo si faccia indirettamente su persone vive usando
raggi-x, ultrasuoni o fasci elettronici, non è mai stata trovata
un'associazione che valga la pena di citare e che correli la quantità
di lipidi nel sangue e il grado di arteriosclerosi delle arterie.
Inoltre, che il colesterolo salga o scenda, da solo o per intervento
medico, le variazioni di colesterolo non sono mai state accompagnate da
variazioni nelle placche arteriosclerotiche; non c'è legame causa
effetto. I sostenitori della campagna del colesterolo affermano spesso
che i test hanno trovato un legame causa effetto, ma con ciò si
riferiscono a calcoli tra le variazioni medie dei