Clearstream: il signoraggio bancario in nero e poi riciclato! (Parte 1)
Dalle inchieste giudiziarie francesi, ovvero Clearstream-1 e Clearstream-2, risultò che un'entità sovranazionale e sovrabancaria che si chiama Clearstream mantiene conti riservati a favore di potenti che si nascondono dietro le banche, conti sui quali compare il controvalore in attivo di praticamente tutti i debiti contratti dagli stati con l'emissione monetaria (Ivan du Roy 16.01.2012). Clearstream è il portale “notarile” non accessibile al fisco, all'uomo qualunque e ai controlli statali dove s'incontrano massa monetaria da signoraggio, denaro sporco, denaro in nero, movimentazioni di denaro esentasse, Borse ed economie del mondo. Il capitale totale depositato in attivo dai clienti Clearstream era di circa 80.000 miliardi di euro nel 2002. Proprio questo attivo sarà l'oggetto della nostra presentazione.
L'Italia con i suoi 2.100 miliardi di debito occupa il terzo gradino del podio a livello mondiale per quanto riguarda i debiti di stato, incalzata da vicino da Francia, Germania e Gran Bretagna. E riuscite forse a trovarmi una grossa multinazionale che non sia indebitata? (vedi IBM, General Electric, Ford, etc.). Ma chi è, diceva Benigni in uno spettacolo del 1995, che può dichiarare come credito tutta questa massa monetaria? E perché non lo fa? Ha tutto questo credito e si nasconde? Lo vorrei proprio conoscere (vedi al minuto 0:54, Tutto-BENIGNI 1995-96, https://www.youtube.com/watch?v=jPZiOxatDvw). Ebbene finalmente ora lo andiamo a conoscere.
Un'entità sovranazionale e
sovrabancaria che si chiama Clearstream ha permesso nel 2013 ad Unicredit, in
linea con quello che succede ogni anno, d'imboscare in nero a favore d'ignoti
501 miliardi di euro, protetti dal segreto bancario in Lussemburgo. Questi 501
miliardi di euro sono frutto della creazione di denaro di corso legale.
Creazione di denaro che la BCE le ha permesso di rivendicare, secondo delle
convenzioni ben note. Unicredit rivendica questi miliardi esentasse su
Clearstream e non davanti ai suoi azionisti
https://www.youtube.com/watch?v=jGd8Ub2Hhk0).
Protagonisti di questo racconto saranno l'inchiesta di Denis Robert su Clearstream e quindi i tabulati postati alle commissioni d'inchiesta dalle tre “gole prodonde”: i due informatici della prima ora di Clearstream, ovvero Ernest Backes e Régis Hempel, oltre che il consulente di Arthur Andersen impegnata nella certificazione di Clearstream, ovvero Florian Bourges. Vedremo i conti di UNICREDIT accreditati presso Clearstream e vedremo a cosa corrispondono le movimentazioni di denaro su questi conti. Già sui primissimi tabulati dei clienti Clearstream, quelli del 1995, la Banca di Roma (Unicredit Banca di Roma, che poi confluirà nel novembre 2010 in Unicredit) aveva otto conti non pubblicati (cioè i conti nascosti Nr. 22459, 28660, 29063, 29114, 29149, 29203, 29343, 35092) e undici conti pubblicabili (i conti Nr. 30228, 31776, 33049, 34819, 70267, 72775, 74616, 74730, 76198, 77909, 11096), quasi tutti che compaiono nell'elenco con rating A01.
Nell'aprile 2006, durante il ciclone giudiziario francese, Clearstream indicava al giornale Le Monde di disporre di 5.542 conti aperti, di cui 3.239 non pubblicati. Sull'elenco a nostra disposizione compaiono 4.146 conti, di cui 2.215 non pubblicati, la discrezione verso il cliente è importante, vedi: elastic.org/~fche/mirrors/www.jya.com/clearstream.xls). Vedremo a cosa corrispondono le movimentazioni di denaro su questi conti anche grazie all'elenco allargato dei clienti Clearstream e consorelle (Monti Titoli, Iberclear, DTCC, etc.) risalente al 2001, rilasciato fornito dalla terza gola profonda dietro l'inchiesta di Denis Robert, cioè Florian Bourges (http://wikileaks.org/wiki/38%2C838_Clearstream_international_counterparties%2C_including_Bernard_L._Madoff%2C_Jul_2004 ).
In questa prima parte ci occuperemo inizialmente solo di Unicredit banca, giusto per mantenere le cose semplici. Ma ulteriori approfondimenti sono già pronti e verranno presentati in un seguito dell'articolo.
Elenco dei conti utili Unicredit relativamente a Clearstream (Bourges, 2004):
type (ICP-Nr.) Number Partecipant Name Location
3 688 UNICREDIT BANCA MOBILIARE
6 21687 UNICREDITO (S) BANK SA LUGANO
6 22125 UNICREDITO ITALIANO/CR IT/PROPRIETA MILANO
6 82290 UNICREDITO ITALIANO SPA SINGAP.BR. SINGAPORE
6 93162 UNICREDITO ITALIANO/ITL SEC MILANO
6 97115 UNICREDITO ITALIANO SPA. LONDON
7 66406 UNICREDITO ITALIANO SPA SINGAPORE
7 66424 UNICREDITO ITALIANO SPA MILANO
7 93162 UNICREDITO ITALIANO/ITL SEC MILANO
7 97193 UNICREDITO ITALIANO SPA LUXEMBOURG
10 2008 UNICREDITO ITALIANO-CONTO PROPRIETA MILANO
10 3131 UNICREDIT BANCA MOBILIARE SPA COLOGNO MONZESE
10 3135 UNICREDITO ITALIANO SPA COLOGNO MONZESE
10 60045 UNICREDITO ITALIANO SPA SETTLM. ACC COLOGNO MONZESE
10 60053 UNICREDITO EX CR TRIESTE CLIENT ACC ---
10 60098 UNICREDITO ITALIANO MILANO
10 60303/04 UNICREDITO ITALIANO MILANO
10 60135 UNICREDITO ITALIANO SPA COLOGNO MONZESE
Premessa su Clearstream:
Nel 1996 Denis Robert riunì otto magistrati anticorruzione tra cui in Italia
Gherardo Colombo per lanciare l'appello di Ginevra. Quando si comprese che la
battaglia contro i crimini finanziari metteva in discussione l'esistenza stessa
della Clearstream International, rimase in piedi su questo fronte uno solo di
questi giuristi, Renaud Van Ruymbeke, cui si unì la giudice Eva Joly.
Nel 2009
l'Islanda in rivolta contro i poteri finanziari chiamò la giudice Joly per la
redazione di un rapporto di 2000 pagine per indirizzare quel processo
decisionale di affrancatura da un debito ingiusto.
In Francia invece l'auspicio di Robert affinché si capisse cosa fosse
Clearstream
venne dirottato su un'inchiesta che doveva stabilire se Sarkozy avesse o meno
anche lui un conto su Clearstream (vedi processo Clearstream-2), come risultava
da una patacca fabbricata ad-hoc da un signore dei servizi segreti che ora
vedremo.
Ciò servì anche per logorare e discreditare l'ultimo di questi magistrati che
aveva continuato la battaglia contro la mondializzazione finanziaria, Renaud Van
Ruymbeke, che nel 2008 dichiarò: “Si galleggia sull'ipocrisia. Quello che si
dice e quello che s'intende fare sono due cose ben separate”.
L'appianamento interbancario muove il mondo. Avveniva dietro le quinte già molti secoli fa, dando ai suoi protagonisti dei vantaggi notevoli (www. anticorpi . info /2014/05/storia-della-moneta-prestito-sistema.html). Oggi molti dettagli della faccenda diventano ufficiali grazie a due procedimenti giudiziari avuti luogo in Francia sulla scia dei libri inchiesta di Denis Robert. È una cosa che accade dietro le quinte, con conti nascosti affiancati a conti visibili, con movimenti di denaro che comunque non sono né consultabili dal pubblico né tantomeno interpretabili, a meno che non si abbia avuto la possibilità di familiarizzare con il sistema informatico in uso.
Nel maggio 2000 André Lussi, dichiarava all'assemblea generale di Clearstream International, in qualità di direttore generale, un volume di transazioni annuali effettuate per i propri clienti di novemila milioni di miliardi di euro (9.000.000.000.000.000.000 €). Oltre a Clearstream (fondata nel 1970) che è gestita da azionisti privati tedeschi, in Europa abbiamo Euroclear (fondata nel 1968 da J.P. Morgan) con azionisti di maggioranza francesi/belgi, Swift (che movimenta otto volte meno denaro di Clearstream), posseduta da anglo-americani. Tutta gente per bene... privati, non nazioni.
I più informati diranno
subito che la diffusione generalizzata di tutta questa massa di debito ha le sue
radici nel fatto che l'operazione di prestito di massa monetaria non genera un
attivo per nessuno. La massa monetaria creata dal nulla viene messa al passivo.
Persino dalla stessa banca di servizio che la presta. Il principio filosofico
che la creazione di denaro dal nulla non abbia paternità è bellissimo, ma lascia
aperta la domanda di dove finisca il capitale iniziale, che indubbiamente viene
ripagato alla banca.
Chi ha preso in prestito non solo ripagherà gli interessi, ma (proprio quello
che vogliamo approfondire) anche il capitale iniziale. Il capitale iniziale
verrà ripagato alla banca e andrà ad appianare la voce al passivo che la banca
“artificialmente” si è auto-assegnata al momento della creazione dal nulla della
massa monetaria. Dico “artificialmente” perché la banca non ha distrutto quella
somma di denaro né all'emissione e nemmeno al suo rientro.
Quindi la messa al passivo è un artificio contabile. Di fatto, al momento della cessione di quella somma prestata, la banca non ha fatto altro che una creazione dal nulla, e al momento della riscossione quella massa continua ad esistere. Ma non compare nel bilancio della banca. Il cliente quello che l'ha avuto l'ha anche ridato. Ma pure la banca si lamenta che quel denaro non lo ha, nemmeno quando rientra! E chi lo ha distrutto allora? Nessuno!! Quel denaro scompare in una zona d'ombra. L'artificio contabile permette a qualcuno di far ricomparire quel denaro “in nero” da qualche altra parte, possibilmente alle Cayman, sicuramente o su Clearstream o su Euroclear.
I principi di contabilità
bancaria accettati dal mondo accademico e dal mondo reale fanno quasi pensare ad
una disintegrazione di quel denaro.
La contabilità dice una cosa del tutto artificiale: dice che il prestito è stato
uno smacco subito dalla banca al momento della cessione al cliente e dice che il
maltolto poi verrà recuperato con la restituzione. Perciò ci sarebbe un nulla di
fatto. Il nulla di fatto è sicuro: consultate i registri contabili delle banche
accreditate come per esempio Unicredit! Dobbiamo allora iniziare a notare che la
Banca è sia una banca di emissione che una banca di servizio, cioè quella che
controlla la restituzione del prestito. Evidentemente il registro contabile si
riferisce solo alla banca di servizio.
Quando diciamo che la Banca Centrale Europea (BCE) ha creato novemila miliardi di euro in un anno, in realtà ci stiamo riferendo all'insieme dei suoi soci, che sono istituti bancari privati. Allora uno va a controllare l'insieme di queste banche di servizio e i 9.000 miliardi di euro non li trova all'attivo, bensì al passivo. Nessuno si fa domande sulla natura di questo passivo e così la restituzione dei 9.000 miliardi di euro (per comodità diciamo che avviene tutta insieme due anni dopo) farà sparire in una zona d'ombra, complice la contabilità artificiale, questo capitale rientrato due anni dopo che prima era stato emesso dal nulla e dato in prestito dalle banche di servizio.
La banca di emissione ha
un conto su Clearstream, la voce al passivo subito dalla banca di servizio
corrisponde al passaggio di denaro da quest'ultima all'entità invisibile che ha
il conto su Clearstream. Perciò per la banca di servizio la massa monetaria che
viene restituita contribuisce solo ad un nulla di fatto. Un nulla di fatto può
essere spiegato da questo oppure dal fatto che il denaro debba venir distrutto.
Questo piccolo “bug” che oggetto della nostra descrizione è stato incastonato
nei principi di scrittura bancaria ed è alla base di un castello di carta
contabile che consente di celare il fatto che la massa monetaria creata dal
nulla appaia all'attivo dei soci privati della banca centrale, proprietari di un
conto su Clearstream!
Si sa, gli istituti bancari accreditati presso la BCE come soci fondatori si
spartiscono le fette di creazione di somme di denaro create dal nulla, che al
momento del prestito vengono dichiarate nei bilanci contabili delle banche come
una perdita. La cosa che era stata piazzata in una zona d'ombra e che tale era
rimasta finora era il ruolo di Clearstream ed Euroclear nell'appropriazione
della creazione di denaro di corso legale da parte di enti privati.
Vediamo cosa accade
con un'operazione che ci è davanti agli occhi quotidianamente: il cliente si
reca in banca a fare un deposito. La clonazione di denaro per “deposito” è ben
poca cosa rispetto alla creazione di denaro dal nulla per “prestito”. Però
conferma l'esistenza di un “bug” della contabilità. Il cliente consegna
all'impiegato trecento euro a scopo “deposito” sul proprio conto corrente. Dal
punto di vista del cliente c'è un nulla di fatto: infatti esso viene privato di
quella somma in contanti ma beneficia della stessa somma clonata sul suo conto
corrente. E dal punto di vista della Banca? Ora esistono trecento euro in
contanti e trecento euro clonati. Per sancire un “nulla di fatto” la banca
avrebbe bisogno di distruggere quei trecento euro in contanti. Oppure dovrebbe
generare una voce di debito di trecento euro, cioè di una voce contabile al
passivo, per poter incassare quel contante senza distruggerlo. Questa è la
strada che la banca decide di intraprendere. Ma la banca si è dimenticata di
dire chi è il beneficiario di quei trecento euro di cui si deve privare per
avere un nulla di fatto.
La banca dichiara di non
aver beneficiato da quel denaro in contanti eppure non li ha distrutti?
Evidentemente li ha ceduti a qualcuno. In nero. Non li ha ceduti allo stato per
esempio.
Le banche piccole non possono creare denaro dal nulla e darlo in prestito come
fanno le grosse. Semplicemente la spartizione di questa facoltà le ha lasciate
fuori dal grosso della torta. Ma possono creare denaro per clonazione ogni volta
che nuovi clienti contribuiscono alla loro “raccolta”.
Siccome annualmente la produzione di euro dal nulla con questo sistema è
dell'ordine di novemila miliardi, di cui circa mille sono la quota relativa
all'economia italiana (Unicredit 500 miliardi, Banca Intesa 344 miliardi, Carige
25 miliardi, etc..), non stiamo parlando di bruscolini!
Abbiamo visto che il
denaro è stato emesso dal nulla istantaneamente alla richiesta di prestito.
Quando il cliente ha guadagnato e può restituirlo, si materializza uno stock di
denaro virtuale senza paternità, che non risulta all'attivo nei bilanci degli
istituti di credito. A questo punto se ne può disporre in nero, a piacere ed
extracontabilmente. In particolare viene contabilizzato sui circuiti dei conti
del denaro virtuale nelle centrali di “Clearing” (in Europa sono tre:
Clearstream, Euroclear e Swift).
Ovviamente posso dire di conoscere Clearstream, quindi il covo dell'uomo
invisibile, solo perché ho iniziato a leggere l'opera investigativa di Denis
Robert su Clearstream, sul mondo dei bilanci in nero e delle movimentazioni in
nero delle banche. L'indagine su Clearstream ha raccolto sul sentiero tre “gole
profonde” di rilievo ed è stata integrata da Marco Saba che l'ha rilanciata nel
2014 andando all'attacco dei consigli di amministrazione di tre banche: Carige,
Intesa e Unicredit.
Nel periodo aprile-maggio
2014 Marco Saba ha avuto mandato d'intervenire alle loro assemblee per
contestare questo artificio amministrativo chiedendo risposta scritta. Al
momento della creazione di massa monetaria per un prestito l'istituto segna la
voce al passivo, perché in uscita, ma omette di iscrivere all'attivo il denaro,
facendo si che il rientro del capitale dato in prestito, metta a disposizione
nella cassa denaro in nero.
Nel momento dell'emissione di massa monetaria la personalità nascosta
dell'istituto bancario (quella su Clearstream) diventa creditrice della somma
creata dalla personalità dell'istituto che è sotto gli occhi di tutti. Questa
personalità nascosta non si può nemmeno più chiamare “banca”, perché quel denaro
accreditatole non risulta più nei forzieri della banca di facciata. La Banca
Intesa, per esempio, ha riportato per l'esercizio relativo al 2013 un bilancio
negativo che preoccupa i suoi azionisti, un deficit dell'ordine di 4.8 miliardi
di euro, ma la sua seconda personalità,
in base alla creazione di denaro prodotta in quell'anno, ha avuto l'onore di
poter recapitare 344 miliardi di euro sugli acconti di appianamento
internazionale che non sono sotto gli occhi di tutti.
Nel corso dei suoi
interventi del 2014 presso Carige, Intesa e Unicredit Saba ha ottenuto
rispettivamente come risposta: (1.) ci faccia causa. (2.) la legge ce lo
permette (3.) silenzio (che comunque non è una querela).
Querela che invece fu portata una quarantina di volte contro Denis Robert quando
astrattamente e con qualche singolo indizio diceva davanti ai giudici che questo
bacino sommerso e privo di trasparenza che è Clearstream è stato usato per
sostenere il malaffare, i soprusi e la manipolazione, nonché il possibile
riciclo di denaro sporco. Vorrei riassumere per il pubblico le informazioni
acquisite man mano che mi documento. Prendendo coscienza delle cose che
succedono a livello dell'entità “Clearstream”, ci si rende conto immediatamente
che le banche hanno il potere di controllarsi tra di loro, al di sopra degli
stati.
Clearstream rappresenta lo
spazio accettato da tutti i giocatori di grosso calibro dove atterra il denaro
in nero acquisito per emissione monetaria.
Quando uno capisce Clearstream il mistero contabile del sistema della moneta
anti-materia trova una soluzione quando uno capisce Clearstream.
L'istituto bancario delegato alla creazione di denaro da parte della BCE non
poteva così tanto facilmente incassare l'attivo del denaro creato dal nulla
davanti agli occhi di tutti, perché ente privato.
Se lo avesse incassato contabilmente, innanzitutto gli si sarebbe arrivata la
richiesta di pagare le tasse su quello. Se lo avesse incassato contabilmente,
tutti avrebbero obiettato che non ha proprio senso consentire a dei privati
d'incassare il “valore nominale” delle banconote che sono accettate dai
“sudditi”. La nostra “sudditanza” in questo sistema assurdo è coperta da due
veli. Uno si chiama Clearstream. L'altro l'abbiamo già visto, vorrebbe indurci a
pensare che la creazione di denaro dal nulla non abbia assolutamente paternità.
Che è subito smentito: la Banca
infatti effettua un prestito di denaro che le crea un buco di bilancio
nonostante quella massa monetaria prima non esistesse affatto e nonostante la
restituzione di quella somma non metta la banca nell'obbligo di distruggere
questo capitale che non è all'attivo di nessuno sui libri contabili.
Abbiamo visto che è
attualmente in uso un sistema che determina una scissione tra realtà e
contabilità. La somma restituita
non comparirà alla voce "liquidità generata" del rendiconto finanziario
dell'istituto di credito, scomparendo perciò in una zona d'ombra. Ora
dobbiamo solo chiarire come l'anti-materia di questo sistema contabile,
materializzandosi sui conti associati a Clearstream, sia a tutti gli effetti
pronta ed operativa per razziare le economie mondiali.
Iniziamo con una piccola incursione in un piccolo esempio. Nel 2008 la Banca
centrale dell'Iran aveva un capitale all'attivo sul conto di Citibank su
Clearstream di New York di 2.8 miliardi di dollari. Già da tempo Clearstream si
era impegnata a rispettare l'embargo contro l'Iran. C'erano leggi americane che
sanzionavano lo transizioni e gli spostamenti di denaro della Banca centrale
dell'Iran, giustificate da accuse di un atto di terrorismo dell'Iran contro il
Libano nel 1983 e dal fatto che secondo loro la banca centrale dell'Iran, cioè
il governo dell'Iran, aveva appoggiato il programma iraniano per arrivare alla
bomba atomica. Clearstream però sottobanco aveva accettato la richiesta della
Banca Centrale dell'Iran di trasferire questa somma su un conto esistente in
Europa che molto più difficilmente si sarebbe potuto far risalire alla banca
iraniana. Le indagini hanno rivelato tutte le email scambiate tra un dipendente
della Clearstream il suo supervisor e il direttore generale. Il denaro è stato
trasferito a nome della Banca Centrale d'Iran su un conto di una banca
commerciale europea che era nascosto, “buried one layer deeper in the custodian
chain”.
La notizia interessante in
questa vicenda secondo me è che la banca centrale dell'Iran è una delle poche
banche centrali non sono compartecipate e possedute da privati, bensì di
proprietà del governo nazionale. Già nel 2007 aveva all'attivo sui conti di
Clearstream titoli equivalenti a centinaia di miliardi di dollari.
Ora la notizia secondo me è che la massa monetaria creata dagli istituti di
credito italiani finisce al passivo per lo stato e per altri enti che ne
prendono in prestito, ma è all'attivo dei privati che hanno conti su Clearstream
e che beneficiano della spartizione della creazione dal nulla di denaro emesso
come prestito
http://www.nixonpeabody.com/files/167262_Export_Controls_Alert_31JAN2014.pdf).
Un'altra notizia è che
esiste in Asia una piattaforma di compensazione interbancaria, che si chiama
Asian Clearing Union (ACU, nata nel 1974), con quartier generale a
Tehran, Iran. Gheddafi dalla Libia, proprio nei mesi prima di essere detronato e
ucciso dai ribelli finanziati dai poteri occidentali, aveva pianificato di
realizzare una simile camera di compensazione interbancaria che riconoscesse le
banche centrali sovrane degli stati africani.
Siccome in ogni momento Clearstream interagisce con i mercati e i beni di
servizio, così come con i buoni del tesoro, tutto il valore in nero che è
entrato in Clearstream (spesso in nero) è anche spendibile, spendibile in ogni
momento e sui cinque continenti. Magari per finanziare neo-nazisti in Ucraina,
oppositori di Gheddafi, ribelli in Siria, corrotti d'accordo con l'informazione
deformata, la politica di sudditanza delle democrazie, le speculazioni, etc..
Le banche private
proprietarie della Banca d'Italia hanno su Clearstream ed Euroclear numerosi
conti, alcuni nascosti, tutti gli altri non controllati. Queste banche ogni anno
creano denaro dal nulla per un valore di 1.000 miliardi di euro. Chi prende in
prestito queste somme registra giustamente un nulla di fatto: prima ha ricevuto
e poi ha dovuto restituire. La cosa che però non quadra per niente e che anche
le banche registrano, sul loro versante, un nulla di fatto. Per il momento vi
do' appuntamento al secondo appuntamento di questo articolo in cui evidenzieremo
tanti fatti interessanti su Clearstream.
Per il momento veramente ci premeva sottolineare che le banche svolgono attività
d'intermediazione finanziaria solo marginalmente, mentre la loro attività
principale consiste nella creazione di denaro ex novo che - ad oggi - non
risulta contabilizzata a bilancio.
La Banca Intesa, per
esempio, ha riportato per l'esercizio relativo al 2013 un bilancio negativo che
preoccupa i suoi azionisti, un deficit dell'ordine di di 4.8 miliardi di euro.
Ebbene i 344 miliardi di euro che sono la creazione di denaro prodotta in
quell'anno da Banca Intesa sono finiti sui conti di appianamento internazionale
europei (Clearstream e Euroclear) che non sono sotto gli occhi di tutti.
Nel momento dell'emissione di massa monetaria la personalità nascosta
dell'istituto bancario (quella su Clearstream) diventa creditrice della somma
creata dalla personalità dell'istituto che è sotto gli occhi di tutti. Questa
personalità nascosta non si può nemmeno più chiamare “banca”, perché quel denaro
accreditatole non risulta più nei forzieri della banca di facciata.
Grazie a Clearstream il fondo in nero viene riciclato, cioè una volta presente su Clearstream viene accettato dalla comunità internazionale.
A margine di questa nostra piccola fatica, ricordo alle persone di buona volontà che una commissione d'inchiesta parlamentare avrebbe gli stessi poteri di un organo giudiziario. E ricordo che usando lo strumento giudiziario o l'inchiesta parlamentare si potrà vedere cosa è stato movimentato sui conti CLEARSTREAM e EUROCLEAR di Banca d'Italia e delle Banche socie della Banca D'Italia, la maggiore delle quali per esempio è Unicredit. Banche che con lo strumento “Clearstream” si muovono al di sopra degli stati!
type (ICP-Nr.) Number Partecipant Name Location
6 90240 BANCA D'ITALIA ROMA
7 61228 BANCA D'ITALIA MILANO
7 66098 BANCA D'ITALIA CA ROMA
10 1003 BANCA D'ITALIA-CONTO PROPRIETA’ ROMA
10 1004 BANCA D'ITALIA-FPC MILANO
10 61003 BANCA D'ITALIA - CONTO TERZI ROMA
10 61004 BANCA D'ITALIA-FPC TERZI MILANO
Spunti di riflessione
ulteriore (fino alla prossima puntata), in linea con questo articolo, sono i
video sul pressing di Saba alle assemblee dei soci di Unicredit, Banca Intesa e
Banca Carige (http://seigneuriage.blogspot.it/2014/06/unicredit-intervento-di-saba.html
http://seigneuriage.blogspot.it/2014/05/unicredit-la-mega-sola-da-500-miliardi.html)
e un intervento su Clearstream a Canale Italia (2006),
https://www.youtube.com/watch?v=Yxs_e0OpOi8.
Sul falso in bilancio (Marra 2013):
https://www.youtube.com/watch?v=jGd8Ub2Hhk0