I cinesi del
China Study stanno tutti diventando diabetici
Marcello
Pamio - 17 gennaio 2014
Occupandomi di
disinformazione da oltre 15 anni reputo di avere, per così dire, un po’
di pelo nello stomaco. Eppure mi capita spesso e volentieri di rimanere
stupefatto da articoli, pubblicazioni o libri che rasentano la follia
pura.
L’ultimo articolo di questo genere è intitolato: “I cinesi del China
Study stanno tutti diventando diabetici”.
Spieghiamo
innanzitutto che The China Study è uno studio eseguito dal dottor
Colin Campbell e colleghi della Cornell University. Utilizzando dati
epidemiologici cinesi effettuati tra gli anni 1972 e il 1974, su quasi
800 milioni di cinesi, questo studio spiega il rapporto tra
alimentazione e sviluppo di malattie degenerative e cancro.
Una mole faraonica e rara di dati, perché non capita tutti i giorni di
poter studiare attentamente la vita dei contadini cinesi, in un periodo
in cui vivevano lontanissimi dall’inquinamento delle città, mangiavano
legumi, fibre, cibi assolutamente naturali e integrali con un quantità
risibile di proteine, ed erano costretti a muoversi a piedi.
I dati non lasciano spazio a dubbi: queste persone si ammalavano molto
meno di malattie degenerative e di cancro rispetto ad altri cinesi che
si muovevano poco e che mangiavano i cibi raffinati.
Per chi si occupa
di benessere non c’è nulla di nuovo all’orizzonte.
Ecco perché la chiave di lettura proposta dal dottor Campbell, che
conferma tutte le conoscenze plurimillenarie partendo da Ippocrate e
Pitagora e arrivando alle più recenti scuole americane ed europee di
Igiene e Medicina Naturale, era la seguente: una persona per mantenersi
sana deve muoversi quotidianamente e deve ridurre l’apporto proteico.
Se abbiamo ancor dubbi su questo fatto, allora non ha più alcun senso
continuare a parlarne.
Pochi mesi fa è
stato pubblicato uno studio proprio sull’incidenza del diabete tra i
cinesi.
La rivista ufficiale della potentissima casta dei camici bianchi
americani, il JAMA, ha pubblicato il 4 settembre 2013 lo studio
intitolato: “Prevalenza e controllo del diabete negli adulti cinesi”,
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24002281.
Oltre l'11,6% dei cinesi odierni ha il diabete. Più della metà dei
cinesi è prediabetico (52,1% degli uomini e 48,2% delle donne). Si parla
di oltre 110 milioni di cinesi diabetici, oltre 500 milioni di Cinesi
prediabetici (che lo svilupperanno nel giro di pochi anni) e di solo 32
milioni di persone che lo curano.
Certamente dati
allarmanti per i cinesi, ma sono esattamente la copia carbone di quelli
che riguardano la popolazione statunitense!
Secondo infatti l’American Diabetes Association, nel 2011 gli
americani con diabete erano 25,8 milioni; quelli non diagnosticati 7
milioni e in prediabete oltre 79 milioni.
Tenendo conto che gli abitanti del paese dei mandarini sono
1.393.000.000 mentre quelli del paese a stelle e strisce sono
324.000.000, in un rapporto di 4,3 a 1.
Tale rapporto rimane identico se si paragonano i 110 milioni di cinesi
diabetici con i 25,8 milioni di americani (25,8 x 4,3 = 110,9).
Quindi il rapporto tra gli ammalati di diabete rispetto il numero
di abitanti del proprio paese è lo stesso in Oriente e in Occidente.
Nonostante questo, l’articolo continua dicendo che…
“A distanza di 40 anni, i cinesi dello studio sono cresciuti, e anziché camminare e lavorare nelle campagne hanno iniziato a vivere in città, continuando a mangiare, come tradizione, i loro elevati livelli di carboidrati, riducendo le proteine come Campbell ci vorrebbe portare tutti a fare. Con conseguenze disastrose.”
Secondo l’autore,
la riduzione delle proteine (“come Campbell ci vorrebbe portare”),
sarebbe stato ed è “disastroso” non solo per i cinesi, ma
anche per tutti gli abitanti del pianeta Terra.
Dando per scontato o supponendo che sia questa la vera causa del
diabete.
Follia o deviazione cosciente?
Innanzitutto
abbiamo appena visto che l’americano ha la stessa incidenza di diabete
del cinese.
Ma l’americano medio - e neppure il cinese medio - non mangia certamente
tanta verdura, frutta, cereali integrali, frutta con guscio e legumi (i
famosi carboidrati intesi dal dottor Campbell nel suo libro), ma
s’ingurgita oltre 100 kg di proteine animali all’anno, e
quintali tra zucchero bianco e cereali raffinati, oltreché a tutte le
porcherie acidificanti (cocacole e bibite gasate) che riempiono la
società opulente moderna. Grasso che cola per le lobbies del farmaco.
Quindi si suppone
che i cinesi andati a vivere nelle città hanno continuato a mangiare
nella stessa identica maniera di quando abitavano nelle campagne. E sono
diventati diabetici proprio perché hanno continuato “a mangiare, come
tradizione, i loro elevati livelli di carboidrati, riducendo le proteine”.
Semplici illazioni priva di fondamento.
Non sappiamo nulla di queste persone, per
esempio non sappiamo:
-
quali sono state le modifiche più importanti dello stile di vita nei
cinesi negli ultimi 40 anni, sia tra quei pochi rimasti a zappare la
terra, sia tra i nuovi abitanti dei centri;
-
se i
cinesi che hanno abbandonato le campagne si sono alimentati nella stessa
identica maniera anche in città o si sono adeguati, come è logico che
sia, al nuovo ambiente;
-
quanto è stato l’aumento di proteine animali e cibi raffinati nella
dieta quotidiana dei nuovi cinesi;
La parziale conferma
arriva proprio dallo studio del JAMA: "La
prevalenza di diabete era più alta nei gruppi di età più avanzata
(anche se non specificano l'età), in residenti urbani, e nelle
persone che vivono in regioni economicamente sviluppate" (The
prevalence of diabetes was higher in older age groups, in urban
residents, and in persons living in economically developed regions),
quindi non nelle campagne ma nei centri!
Sempre più studi infatti confermano che le popolazioni migrate in altri
luoghi anche lontani, adattandosi allo stile di vita del nuovo posto,
nel giro di poco tempo hanno manifestato le locali malattie, sconosciute
però nel paese di origine.
Si può affermare che i tumore e il diabete sono malattie del
benessere.
Tantissime sono
ancora le informazioni utili che bisognerebbe sapere prima di sparare
delle buffonate.
La storia però insegna.
I cinesi, come
all’epoca tutti i nostri contadini qui da noi hanno abbandonato le
campagne per vivere nelle grandi città, si saranno adeguati al nuovo e
certamente più felice (in apparenza) stile di vita: maggior comodità
negli spostamento che si legge aumento della sedentarietà, minor apporto
di carboidrati complessi, minor apporto di frutta e verdura che in città
costano molto di più che in campagna, aumento del cibo spazzatura, tra
cui cereali raffinati e zuccheri bianchi.
Queste, oltre al poco movimento, sono le vere cause dell’acidosi, e
l'acidosi è una condizione organica che prepara il terreno a
tutte le cosiddette malattie dismetaboliche, croniche e/o degenerative come
diabete e cancro.