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Cibo cotto,
cibo morto.
La cottura distrugge le proprietà curative dei cibi.
di Franco
Libero Manco - http://www.vegetariani-roma.it
La leucocitosi è un fenomeno dovuto all’aumento di
globuli bianchi nel sangue: si verifica in modo più evidente dopo
ingestione di carne, nella donna in gravidanza, nel neonato, nella
persona anziana, dopo stress fisici ecc. ma diventa un fatto patologico
a causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da germi, intossicazioni
ecc.
I globuli bianchi, che possono assorbire anche sostanze chimiche e
tossiche, contengono numerosi enzimi che hanno lo scopo di difendere
l’organismo fagocitando corpi estranei o microbi penetrati nel sangue.
Quando l’organismo è chiamato a fronteggiare
un’infezione, cioè un’improvvisa invasione di microbi patogeni,
mobilita rapidamente i macrociti che ingaggiano un’aspra battaglia
contro gli invasori: più l’organismo è in pericolo maggiore è il
ritmo di produzione per sostituire i microfagi e macrofagi che muoiono
in battaglia, innescando in questo modo la leucocitosi.
Esiste una diretta correlazione tra aumento di globuli bianchi e stato
di infezione di un organismo, come esiste una diretta correlazione tra
ingestione di cibi cotti ed aumento dei globuli bianchi. La cottura dei
cibi risulta essere la causa più rilevante all’insorgere di malattie
umane.
Che il cibo cotto sia un alimento morto viene dimostrato
dal fatto che un seme cotto non germina più, un uovo di gallina
fecondato se cotto non darà mai un pulcino, una pianta strappata con
l’apparato radicale integro se sottoposta a cottura non riattaccherà
mai più.
Con la cottura le proteine
subiscono un brusco decadimento del loro valore biologico, tale
decadimento è particolarmente intenso in caso di bollitura; se poi la
cottura avviene mediante arrostimento o tostatura le proteine si
denaturano e producono sostanze tossiche da piroscissione alcune delle
quali notoriamente cancerogene, come il benzopirene. Le carni alla
griglia sono causa, ormai accertata, di cancro. La stessa cosa si può
dire dei semi sottoposti a torrefazione (caffè, cacao, pane
abbrustolito ecc.): si formano dei catrami di piroscissione nei quali
sono state individuate almeno una decina di sostanze cancerogene (prof.
R. Lautie, Vie et Action). La digeribilità delle proteine diminuisce
con la cottura (eccetto per l’albume dell’uovo). Le sostanze
proteiche a 60° iniziano a flocculare e poi coagulano del tutto
divenendo inattaccabili dai succhi gastrici.
Per quanto riguarda i carboidrati.
Il dr. Alberto Donzelli (nella rivista Girasole 1984 n.31) afferma:
“Tutte le parti imbrunite cotte al forno contengono sostanze mutageni.
In merito alla
digeribilità degli amidi cotti il corpo umano è capace di fare la stessa cosa con i propri enzimi
(ptialina ecc.) senza ricorrere alla cottura. Anche gli amidi
crudi
sono digeribili. Il cavolo crudo richiede 2 ore per essere digerito, se
cotto ne richiede 4. La cottura impedisce la digestione salivare e rende
gli amidi meno digeribili.
Il calore
sui
grassi
causa ossidazione che porta dapprima alla formazione di perossidi e di
idroperossidi e poi di acidi grassi a catena corta. Inoltre la glicerina
che si libera è un composto altamente tossico. L’acido linoleico,
come il linolenico,
preziosi per la sintesi dei fosfolipidi, subiscono con il calore delle
modifiche strutturali che li rendono inattivi. Il grasso cotto ritarda
l’assorbimento di calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo delle
ossa.
Il noto igienista Dr. A. I. Mosseri dice: “Gli alimenti
cotti non sono adatti all’alimentazione umana, essendo denaturati,
devitaminizzati, demineralizzati”. E il prof. Byron Tyler aggiunge:
“Gli alimenti cotti sono alimenti morti. Il cibo cotto è la più
grande maledizione umana”.
Il medico di Losanna P. Kouchakoff ha dimostrato, a
conclusione di migliaia di esperimenti condotti su molti soggetti e su
se stesso, che un alimento cotto provoca la moltiplicazione quasi
immediata dei globuli bianchi che, come è noto, servono a difenderci da
corpi estranei e dannosi, soprattutto di natura microbica, mentre
l’alimento crudo non la provoca mai. Esiste, insomma, nel nostro
organismo una sorta di automatismo fisiologico in virtù del quale
l’alimento cotto è considerato come un aggressore. Le nostre difese
leucocitarie, sollecitate diverse volte al giorno finiscono
inevitabilmente coll’indebolirsi e forse in questo risiede la nostra
grande vulnerabilità alle infezioni. Il nostro organismo è in grado di
utilizzare anche il cibo cotto ma è costretto a trasformare un cibo
morto in materia vivente con un dispendio notevole di energie vitali
sottraendole all’economia delle nostre difese immunitarie.
Oscar Montanari scrisse un libro in difesa del crudismo dal
titolo “Gli alimenti cotti indeboliscono, ammalano, uccidono il corpo
umano”. Il dr. Giuseppe Panegrossi, noto clinico all’università
L’ingegnere francese Andrè Simoneton gravemente ammalato e senza
speranza di guarigione, riacquistò la salute con il vegetarismo e si
dette a studiare la causa del potere guaritore delle piante. Scoprì che
le radiazioni emesse da un organismo sano si aggirano intorno a 6500
Angstrom mentre in condizioni di malattia o di cattiva alimentazione
scendono sempre ad di sotto di tale livello.
Simoneton divise gli alimenti in tre categorie:
1) alimenti morti (cibi cotti o conservati, margarina,
pasticceria industriale, alcol, liquori, zucchero bianco e grezzo):
questi prodotti hanno radiazioni nulle o quasi nulle;
2) alimenti inferiori (carne, salumi, uova non fresche,
latte bollito, caffè, tè, cioccolato, marmellate, formaggi, pane
bianco: questi hanno radiazioni inferiori a 5000 Angstrom;
3) alimenti superiori: frutta cruda e matura e verdura
cruda e fresca: questi cibi hanno radiazioni molto elevate tra 8000 e
10000 Angstrom. Inoltre le radiazioni della frutta e della verdura sono
più alte quanto più breve è il tempo trascorso dalla loro raccolta.
Gli alimenti che non si possono mangiare crudi non erano
destinati dalla natura a nutrirci.
L’uomo ha iniziato a cuocere il cibo (carne e cereali) per estreme
necessità di sopravvivenza cercando di rendere appetibile cibi inadatti
alla sua natura di animale fruttariano ma, purtroppo, come affermava
Lucrezio “Il cibo cotto è stata la causa dell’indebolimento della
razza umana e dell’accorciamento della vita”. Infatti
l’alimentazione cruda è la base prima del benessere umano mentre il
cibo cotto espone l’uomo a tutte le malattie e ai pericoli della morte
precoce.
Quando gli uomini si nutrivano di cibi crudi vivevano più a lungo ed
erano più forti e più resistenti alle fatiche. A tal proposito è bene
ricordare che gli atleti greci, spartani e gli eserciti di Cesare
si nutrivano quasi esclusivamente di fichi, nocciole, formaggio e gran
turco.
Dopo aver mangiato cibo cotto i leucociti
(che influenzano la morfologia del sangue) aumentano per mezzora, dopo
90 minuti ritornano nella norma. Mediante cottura ordinaria, bollitura,
si verifica un aumento dei globuli bianchi; se i cibi vengono cotti al
alte temperature si sviluppa iperleucocitosi. Questo non succede con i
cibi crudi: anche se si mangia carne cruda i globuli bianchi non
aumentano. Ma un alimento cotto genera leucocitosi anche se assunto
freddo.
Vino, aceto e zucchero producono aumento di globuli
bianchi.
Esiste un limite (temperatura critica) entro cui può
essere portato a cottura un alimento senza che questo sviluppo
leucocitosi digestiva. Queste temperature critiche variano da
La leucocitosi è un’alterazione delle cellule e non un cambiamento
dei componenti liquidi, infatti il succo estratto dagli alimenti crudi e
poi cotto non determina leucocitosi. Però alcuni batteri che si
sviluppano per es. nello yogurt, nel latte cagliato o nei formaggi
possono influenzare la reazione leucocitaria.
Gli alimenti che causano leucocitosi digestiva subiscono con la cottura
modifiche chimiche a causa della mancanza di ossigeno. Infatti agitando
nell’aria per mezzora un cibo cotto riprende le sue proprietà di cibo
crudo. Esempio lampante dimostra che per neutralizzare gli effetti
dannosi dello zucchero occorre compensarlo con prodotti crudi.
Seccare, salare, affumicare fa perdere al cibo le proprietà nutritive.
Gli animali
nutriti con carne cotta vivono meno a lungo ed hanno minori capacità di
riproduzione inoltre tendono a sviluppare maggiori malattie mentre
l’alimentazione cruda rende perfino più agevole il parto degli
animali. Nei suoi esperimenti con le scimmie McCarrison ha dimostrato
che i cibi cotti producono dissenteria: le scimmie perdono l’appetito,
contraggono anemia, malattie della pelle, perdono peso corporeo e tutti
gli organi vitali cominciano ad atrofizzarsi.
- distrugge il corredo vitaminico, specie delle vitamine
termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti naturali: elementi che sono
alla base delle difese naturali dell’organismo;
- cambia ciò che era organico in inorganico rendendolo
inutilizzabile dall’organismo; specialmente le vit. B e C solubili in
acqua, si dissolvono alla prima cottura;
- causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%;
- la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%;
- produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini,
reni, fegato, polmoni, cuore causando artrite, reumatismi, gotta,
cancro.
Le verdure bollite e l’acqua gettata perdono quasi tutti
i minerali. Maggiore è l’acqua che si usa per cuocere il cibo
maggiore è il quantitativo di nutrienti che va perso.
Il cavolo cotto perde il 62% delle proteine, il 72% del suo calcio, il
60 % di fosforo e il 67% di ferro. La perdita di vit. C degli ortaggi è
del 45%; nei germogli di soia è del 70%.
Tutti i minerali organici si ossidano quando vengono in contatto con
l’ossigeno dell’aria e tornano ad essere inorganici. Non c’è vita
nella sostanza inorganica. La sostanza inorganica non è utilizzabile
dall’organismo. Un cibo cotto è un cibo ossidato. Quando la carne
viene bollita i fosfati organici si trasformano in inorganici.
Con il cibo cotto l’organismo non potendo trarre tutto il nutrimento
necessario sente il bisogno di ingerire maggiori quantità di alimenti,
con ciò che ne consegue. Se ci si nutrisse di cibi crudi ne basterebbe
la metà del quantitativo che ingeriamo da cotto.
Nel latte bollito, il complesso calcio-fosfato utilizzabile
per la crescita, viene mutato in una forma che è quasi impossibile
assimilare.
Più a lungo vengono cotti i cibi, più alta è la
temperatura, maggiore è il danno.
Le parti più cotte di un cibo (per esempio la crosta del pane) hanno
meno valore nutritivo di quelle meno cotte (la mollica).
Il processo di cottura è nemico non solo degli organi digestivi ma
dell’intero organismo umano.
I cibi cotti e poi conservati per il pasto successivo perdono tutte o
quasi tutte le loro proprietà nutritive. I cibi essiccati (tostati
inscatolati ecc.) hanno pochissimo o quasi nullo potere protettivo.
La perdita di acido folico è molto alta con la cottura dei cibi: con la
cottura a vapore si perde il 10%; con quella a pressione il 20%; con la
bollitura il 50%.
Il latte pastorizzato perde le sue proprietà antiscorbutiche. Allo
stesso modo gli ortaggi e la frutta se essiccati, conservati o
inscatolati: perdono le loro proprietà antiscorbutiche.
Meglio una forte e breve bollitura che una lunga e lenta.
Non è vero che le cose cotte sono più appetitose: sono, eventualmente,
i condimenti che le rendono tali, ma le spezie e gli aromi sono spesso
tossici.
Molti cibi divengono indigesti a causa del tipo di cottura o
perché vengono cucinati con l’aggiunta di altri alimenti tra loro
incompatibili (es. legumi e grasso).
I cibi cotti (ritenuti pre-digeriti) non sono un vantaggio in quanto
impediscono la giusta attività dei succhi gastrici.
Da ricordare che tra i tanti tristi primati dell’uomo (come quello di
essere il solo animale che prende il latte di un altro animale anche
dopo lo svezzamento) è quello di cuocere e mischiare i cibi che mangia.
Vi sono 700 mila forme di vita animale: nessuna tranne l’uomo mangia
cibo cotto. L’uomo è la sola specie ad essere malata, oltre agli
animali domestici a cui viene dato cibo cotto.
Silvester Graham (1794-1851) (uno dei più eminenti
scienziati che per primo a parlato di cure naturali, di igiene naturale,
di nutrizione) dichiara: “Se l’uomo si sostenesse interamente con
cibo crudo, la sua accurata masticazione e il lento inghiottire e i suoi
pasti semplici servirebbero grandemente ad impedire
l’iper-alimentazione e a salvarlo dai nocivi effetti di una delle
cause più distruttive della vita civile”.
Giustamente il movimento del cibo crudo si fa risalire a Graham per il
quale, come per Russell Thacker Trall (1812-1877), Allcott, Densmore,
Page ed altri, la frutta cruda, le noci e gli ortaggi rappresentano la
migliore e la più alta materia nutritiva per l’uomo.
Dice Adolph Just nel suo Ritorno alla Natura: “Non c’erano forse
uomini e donne belli migliaia e migliaia di anni prima della scoperta
del fuoco? Volete forse credere che la natura abbia trascurato la salute
dell’uomo fino a che pillole, medicinali e cibi brevettati non
l’avessero salvato?”
Il cuoco arrostisce, bolle, cuoce in umido, aggiunge salse, intingoli,
sostanze aromatiche e poi mescola e mescola fino a che della sostanza
iniziale, totalmente contraffatta, non è più possibile riconoscere il
gusto, il colore, l’aroma. Un cibo che non esiste in natura: adatto ad
un popolo destinato ad non esistere. Camuffare la morte, il sapore e il
truce aspetto della salma di un animale, con i colori e i sapori della
vita, questa in sintesi la professione del cuoco. Più uno chef è
rinomato e famoso, più spavalde, arroganti, avventurose e blasfeme
saranno le sue proposte e le sue modificazioni, le sue macchinazioni
infernali sul cibo, elaborate in costante contraddizione con le esigenze
salutistiche di chi dovrà consumare le sue taroccate opere d’arte
culinaria. Caratteristica peculiare e imprescindibile del cuoco è
quella di tenere in totale dispregio le esigenze digestive-assimilative
del suo cliente.
RIASSUMENDO:
- il cibo crudo richiede masticazione: esercizio essenziale
per i denti;
- la necessaria masticazione assicura un’insalivazione
appropriata;
- il cibo crudo preserva i denti e lo stomaco dai danni del
cibo cotto;
- i cibi crudi posseggono le giuste proporzioni tra
sostanze nutritive e quelle di scarto;
- i cibi crudi tendono ad impedire dannose combinazioni di
alimenti;
- i cibi crudi posseggono vitamine, enzimi, sali, acidi,
carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente
assimilabili;
- la necessità di masticare ci consente di assaporare
pienamente il sapore del cibo, questo assicura l’appropriato
adattamento ad esso dei succhi gastrici;
- i cibi crudi non possono essere facilmente adulterati così
come oggi avviene per i cibi inscatolati;
- il cibo crudo non fermenta rapidamente;
- la dieta cruda fa risparmiare energie, tempo e lavoro.