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Il Calcio ha
smesso di fare del bene. Finalmente anche la Scienza se ne accorge
Dottor
Attilio Speciani, Allergologo e Immunologo Clinico
tratto da
http://www.eurosalus.com/alimentazione-sport/troppo-calcio-pericoloso-aumento-mortalita
Qualsiasi tipo di
Calcio si introduca nell'organismo, attraverso i latticini o attraverso
le integrazioni, l'organismo rischia di riceverne un danno se solo si
superano i 1400 mg al giorno di assunzione complessiva.
Purtroppo si tratta di un livello che è troppo vicino ai livelli minimi
raccomandati a livello istituzionale (dai 1000 ai 1500 mg al dì a
seconda delle età), e se fosse un farmaco ad avere queste
caratteristiche, il suo uso verrebbe definito "estremamente pericoloso".
In medicina
infatti quando il dosaggio consigliato è vicino al dosaggio che può
provocare danno, si cerca di evitare l'uso di quel farmaco per i rischi
presenti. Per il Calcio il dosaggio consigliato da una Medicina un po'
stantia e poco attenta alle evoluzioni, è spesso superiore a quello a
cui è stato documentato un danno.
Purtroppo infatti, a tutti gli adolescenti viene suggerito dalle linee
guida di usarne almeno 1500 mg al dì, mentre tutte le donne che anche
solo si avvicinano alla menopausa vengono invitate ad assumerne "come
minimo" 1500 mg al giorno.
Sembra che yogurt
(750 mg Calcio per confezione da 500), latte (1250 mg per litro) e
formaggio (1150 mg per 100 g di formaggio grana, 650 mg di Calcio per un
etto di stracchino) diventino alimenti obbligatori da mangiare in
quantità notevole quando una qualsiasi donna supera i 40 anni.
Risale a solo pochi anni fa il passaggio da un dosaggio di 800 mg al
giorno a un suggerimento quasi raddoppiato. E allora c'è da domandarsi
perché la Scienza passi certi momenti di assoluta astrazione dalla
realtà e segua in modo più o meno consapevole le indicazioni di alcune
lobby alimentari.
La ricerca che è
stata pubblicata sul British Medical Journal dello scorso febbraio
descrive gli effetti a lungo termine nel sesso femminile della
assunzione di Calcio, riuscendo a definire la corrispondenza tra le
diverse malattie e i livelli di assunzione giornaliera (Michaelsson K et
al, BMJ. 2013 Feb 12;346:f228. doi: 10.1136/bmj.f228),
Diciamo che fino a livelli di assunzione intorno agli 800 mg al giorno
non ci sono particolari effetti da registrare, mentre per livelli vicini
ai 1400 mg (facilmente raggiungibili con tazzona di latte, una porzione
di stracchino, qualche cubetto di formaggio grana e uno yogurt)
proseguiti per un tempo prolungato, gli effetti di aumento della
mortalità per tutte le cause (cardiovascolari o tumorali che siano,
escludendo l'ictus) sono decisamente elevati. Nessun effetto deleterio
invece è emerso dalla assunzione di bassi livelli di Calcio (sotto ai
600 mg/giorno).
Si tratta di uno
studio effettuato su 61.000 donne seguite per una media di 19 anni, con
dimensioni di popolazione di tutto rispetto. Lo studio non ha dimostrato
un rapporto di causalità tra latticini o Calcio e malattia, ma solo una
relazione molto stretta tra i due eventi (per dimostrare una causalità
bisognerebbe impostare lo studio in modo diverso). Talmente stretta da
suggerire agli estensori dell'articolo di consigliare l'uso del Calcio
solo in situazioni in cui i benefici superino di molto e con chiarezza i
possibili rischi.
I danni da uso eccessivo di Calcio sono stati già dimostrati soprattutto
negli uomini (vedi tutti gli articoli correlati) e questo lavoro
definisce con certezza questa relazione anche per il mondo femminile.
Ci tornano quindi
alla mente le considerazioni già fatte sull'eccesso di diagnosi di
osteoporosi e sulla necessità di mantenere l'alimentazione in
equilibrio. Ricordiamo anche la documentata azione negativa del Calcio
sulle reazioni allergiche (ostacolando l'azione di Zinco e Rame) e
quindi lo riteniamo coinvolto anche se indirettamente anche nella genesi
dei sempre più diffusi fenomeni infiammatori a bassa intensità.
Non fa male il Calcio, ma il suo eccesso, tragicamente vicino al livello
di normalità raccomandato per tutti e purtroppo innalzato proprio in
anni recenti, in dispregio degli studi effettuati e di quelli in corso
di pubblicazione.
Non fanno male neanche il latte e i latticini, se fanno parte
dell'alimentazione in modo ragionato. Quando diventano l'unica fonte
proteica o si trasformano in prodotti ripetutamente assunti grazie alla
pubblicità martellante, allora è giusto lasciare spazio anche al fiorire
di qualche perplessità in più, e all'espressione di qualche critica su
modelli alimentari proposti in modo così diffuso e insistente.
Attilio Speciani, Allergologo e Immunologo Clinico