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uranio
- Pagina storia
(Bomba
atomica)
La
prima storia non raccontata
di
Marco Saba – tratto da www.cronologia.it
Tra
i risultati di una ricerca condotta sulla storia dell'uranio, per la
parte recente sull'uranio impoverito per conto dell'Osservatorio Etico
Ambientale, vi è sicuramente un risvolto molto interessante che
riguarda proprio l'inizio del progetto Manhattan.
Nel
1945 gli USA bombardarono il Giappone con due bombe atomiche, dopo aver
effettuato la prima esplosione ad Alamogordo nel New Mexico (16 luglio
1945 - attenzione alla data!).
Quello
che i nostri lettori forse non sanno è da dove arrivava l'uranio
utilizzato per queste ultime due esplosioni, Hiroshima (6 agosto 1945) e
Nagasaki (9 agosto 1945). Intanto occorre precisare che si lanciarono
due bombe sul Giappone, invece di una, per dimostrare che la prima non
era l'unica e ultima bomba atomica posseduta dagli USA.
E
poi, e questa è la rivelazione, bisogna sapere che alcuni componenti
fondamentali delle due bombe arrivarono dalla... Germania, da un carico
che si vuole in origine destinato ad uno scambio di materiali bellici
tra Hitler ed Hirohito, l'imperatore del Giappone. La versione
comunemente accreditata dice che le prime tre bombe atomiche vennero
prodotte dagli USA con un costo di due miliardi di dollari e cinque anni
di lavoro di un'armata di scienziati di alto livello, con l'aiuto della
Gran Bretagna. E' vero che gli USA avevano avuto successo
nell'arricchimento dell'uranio - il componente principale della bomba
atomica - ma le prove scoperte indicano chiaramente che a causa della
fretta e dei ritardi tecnologici, solo grazie alla sorprendente
opportunità di poter ottenere dalla Germania i componenti necessari,
che erano scarsi negli USA, fu possibile per il Progetto Manhattan di
completare le sue bombe in tempo per il bombardamento sul Giappone
previsto per la fine dell'agosto 1945.
Quello
che scioccherà il lettore sarà lo scoprire che questi materiali non
vennero catturati durante una fortunata azione di guerra, bensì erano
una contropartita di una transazione segreta tra la Germania e gli USA:
l'accordo prevedeva che i nazisti ricevessero una garanzia d'impunità,
ancorché vivendo nascosti per decenni dopo la fine della seconda guerra
mondiale, dopo essere fuggiti dall'Europa. Vi sono documenti degli
Archivi di Stato degli USA a dimostrazione di questa tesi che gettano
luce anche sulla politica di alcuni presidenti statunitensi nei decenni
successivi all'armistizio. Si tratta proprio di effettuare una revisione
storica di enorme portata, alla luce dei dati e dei documenti acquisiti,
che chiarirà molti aspetti altrimenti destinati a rimanere oscuri.
Tra
questi documenti vi è la lista dei materiali immagazzinati all'interno
del sommergibile tedesco (Unterseeboot) U-234 XB, tra i quali troviamo
560 kg di ossido di uranio in dieci contenitori ed altre tecnologie
belliche naziste che all'epoca erano allo stato dell'arte. Ad esempio,
due aerei jet da caccia Messerschmidt 262 completamente smontati (il
Messerschmidt fu il primo aviogetto e venne utilizzato durante la
seconda guerra mondiale).
Inoltre
vi erano i silenziosi siluri a propulsione elettrica e vari progetti tra
cui quelli per costruire i temuti missili V-2 a propulsione chimica ed i
proiettili all'uranio impoverito destinati alla difesa contraerea. Un
Messerchmidt 262 Schwalbe.
Le
casse contenenti i caccia Me262 vennero trasferite presso la base aerea
di Wright Field, Dayton (Ohio), dove l'ingegnere Bingewald provvide a
ricostruirne un esemplare che, a quanto pare, volò nel maggio/giugno
1945. In seguito Bringewald diventerà il direttore del progetto per la
costruzione del nuovo caccia a reazione F-105 Thunderchief (primo volo
il 22/10/1955) ed era semplicemente l'evoluzione di un precedente (ma
riuscitissimo) caccia: l'F-84 thunderjet, il quale fu impiegato in
maniera considerevole dagli USA
nel dopoguerra, nella guerra di
Corea e nelle prime fasi della guerra del Vietnam prima di essere
sostituito proprio dall' F-105.
(Anche
se appare illogico che gli USA volessero copiare il motore a reazione
tedesco dato che
nè disponevano uno nel '42 (il
Bell P-59 Airacomet, il quale compì il suo primo volo già il
1/10/1942) semmai la cosa può essere spiegata dal fatto che gli USA
volessero capire fino a che punto si era spinta la ricerca tedesca. Servì
insomma per aiutare gli ingegneri americani - Ndr).
L'esistenza
del sottomarino U-234 (dal nome troppo casualmente corrispondente ad un
isotopo dell'uranio) e del suo carico è un argomento di cui ogni tanto
si vagheggia. L'elemento clou della discussione consiste nella seguente
domanda: il carico trovato nel sommergibile è stato utilizzato nella
guerra contro il Giappone? Fino ad oggi non vi erano prove, non lo si
poteva dimostrare. Il primo indizio importante ritrovato consiste nella
scoperta di un dispaccio segreto del Comando delle Operazioni Navali di
Washington che indicava che l'uranio era stato immagazzinato per il
trasporto in barili assieme a dell'oro. Ricerche successive mostrarono
che l'oro, che è un metallo molto stabile, era semplicemente usato per
poter maneggiare l'uranio già arricchito e allo scopo di evitare la
contaminazione e la corrosione. L'uranio arricchito è una componente
essenziale per la costruzione della bomba atomica, poiché è fissile.
In
valuta del 1945, una oncia di uranio valeva 100.000 dollari, quindi non
stupisce che si usasse dell'oro per isolarlo. L'oro non sarebbe stato
usato se l'uranio trasportato fosse stato uranio naturale e non del tipo
arricchito, poiché il valore dell'uranio naturale non avrebbe
giustificato la spesa. Negli Stati Uniti, all'epoca, l'uranio naturale
veniva trasportato in barili di acciaio o contenitori imbottiti senza
alcun tipo di protezione contro la corrosione.
Un'altra
prova del fatto che l'uranio trasportato dall'U-234 era uranio
arricchito, viene dalla testimonianza di un marinaio del sommergibile
che era presente al caricamento ed allo scaricamento dell'imbarcazione.
Questo marinaio ha raccontato in due memorie che i container dell'uranio
avevano la scritta "U-235" (nome ancora troppo casualmente
corrispondente ad un isotopo dell'uranio) dipintavi sopra poco prima
dell'imbarco. La sigla U-235 è quella che scientificamente indica
l'isotopo 235 dell'uranio, ovvero l'uranio cosiddetto arricchito. Quello
che rimane dal processo estrattivo, è invece il cosiddetto uranio
impoverito, ovvero un uranio privato di circa la metà della quantità
dell'isotopo U-235 normalmente presente nell'uranio naturale (ovvero 0,3
% invece del normale 0,7 %).
Lo
stesso sommergibilista racconta che il personale della Marina degli
Stati Uniti in seguito ha testato con dei contatori geiger alcune parti
del sommergibile per verificarne la radioattività. Gli strumenti
registrarono una forte contaminazione radioattiva. Senza capire il
significato della scritta U-235, il marinaio pensava che l'uranio fosse
stato dimenticato in Germania prima della partenza. Ovvero nel reattore
per la produzione di plutonio che non funzionò ma che venne ampiamente
pubblicizzato. Ma anche se prove evidenti dimostrano che l'uranio
contenuto nel sommergibile era uranio arricchito, questo non vuol dire
automaticamente che fosse stato usato nel conflitto col Giappone.
Per
provare che questi due episodi sono collegati, abbiamo copie di
documenti degli archivi nazionali USA che dimostrano dei collegamenti
tra il progetto Manhattan e il sommergibile U-234. Uno dei documenti è
un cablogramma segreto, sempre dal comando navale di Washington, che
ordina ad una pattuglia di tre uomini di prendere possesso del carico
dell'U-234. Secondo il documento l'accompagnatore dei due uomini era il
Maggiore John E. Vance del corpo del genio (l'Army Corps Engineer), il
corpo che lavorava al progetto Manhattan. Altri documenti mostrano che
poco dopo l'arrivo di Vance, quando venne fatto un ulteriore inventario
del carico, l'uranio era scomparso dai materiali in carico alla Marina.
Alcune trascrizioni di telefonate che avvennero circa una settimana dopo
tra due agenti segreti del progetto Manhattan, attestano che il carico
di polvere di uranio era consegnato ed affidato esclusivamente ad una
persona indicata solo come "VANCE".
Sarebbe
una coincidenza poco probabile che si tratti di un altro Vance e non
dell'ufficiale che aveva fatto il sopralluogo sul sottomarino, e
addirittura che si tratti di un'altra polvere di uranio e non quella
catturata nell'imbarcazione. Un secondo collegamento documentario tra il
Progetto Manhattan e l'U-234, che trasportava otto persone che non erano
della ciurma oltre al pericoloso carico, era che due delle persone
catturate avevano avuto contatti con un sedicente ufficiale dei servizi
della Marina USA identificato in altri documenti come "Comandante
Alvarez" o "Signor Alvarez".
(nella
stessa occasione (3 maggio, a Urfeld liberata) "catturarono"
anche Heisemberger, il "cervello" atomico più ambito
dagli Usa.)
Questa
persona -Alvarez- è quella -guarda caso- che ha preso in carico il
prigioniero Dott. Heinz Schlicke, uno degli scienziati a bordo del
sommergibile, che era appunto diventato prigioniero di guerra. Il
Dott.Schlicke era un esperto di tecnologia delle alte frequenze, come ad
esempio il radar e gli infrarossi. Cercando tra gli allievi ufficiali
dell'Esercito e gli ufficiali di Marina tra il 1943 ed il 1945 non si
sono trovati nominativi corrispondenti ad "Alvarez". Ma si sa
che il Generale Groves, capo del progetto Manhattan, era solito fornire
coperture militari a scienziati del progetto Manhattan per lasciarli
operare più agevolmente, quando necessario, all'interno della struttura
militare.
Infatti
troviamo Luis W. Alvarez indicato come uno degli eroi del progetto
Manhattan e si tratta proprio dell'Alvarez che era chiamato
"Comandante Alvarez", travestito da militare per ottenere
informazioni scientifiche più facilmente dal Dott. Dr. Heinz Schlicke.
Proprio Luis Alvarez era lo scienziato che all'ultimo momento tirò
fuori dal cilindro la soluzione per far detonare contemporaneamente i 32
inneschi della seconda (in realtà della terza bomba, essendo stato
tenuto nascosto fino a pochi anni fa il test ad Alamogordo), quella al
plutonio, la bomba poi sganciata su Nagasaki.
E
pensare che prima di questa improvvisa soluzione gli uomini del Progetto
Manhattan avevano lavorato un anno e mezzo senza cavare un ragno dal
buco. Proprio Alvarez, secondo documenti dell'archivio di stato, era a
capo dell'equipe di tre scienziati incaricati di trovare la soluzione
per gli inneschi. Il Dott. Schlicke, mentre era a bordo del
sommergibile, aveva in carico un nuovo sistema d'innesco a base raggi
infrarossi. Ancora in un cablogramma segreto possiamo trovare traccia
del fatto che Schlicke venne riaccompagnato a bordo del sommergibile da
due ufficiali per ritrovare gli inneschi agli infrarossi che vi erano
rimasti. Questi inneschi funzionano sul principio della luce ed alla
velocità della luce.
La
prima bomba USA ad implosione, quella del New Mexico, aveva un sistema
di innesco multi-punto basato su detonatori filocomandati e solamente in
seguito si passò ad un sistema di accensione basato sulla luce per
proteggerlo dalle interferenze elettromagnetiche che avrebbero potuto
provocare un innesco accidentale. Allora si usavano come inneschi dei
"thyrotron" all'idrogeno ad alta tensione prodotta da
alimentatori ad alta tensione collegati con fili elettrici alla testata.
Il sistema descritto invece è molto simile a quello del flash. Questo
sistema d'innesco della detonazione è molto più accurato e meno
suscettibile all'interferenza dei campi elettromagnetici. Le prove
mostrano che Alvarez ed il Comandante Alvarez erano la stessa persona,
inoltre Alvarez usò la tecnologia ad infrarossi del Dott. Schlicke per
accendere simultaneamente i 32 inneschi risolvendo così il problema
dell'accensione della bomba al plutonio, quindi la sua trasportabilità,
quindi il suo impiego come arma.
Alvarez,
prima di essere assegnato al progetto Manhattan, lavorava sulla
tecnologia delle alte frequenze, incluso il radar, lo stesso campo in
cui Schlicke era un esperto. Sulla base dei curriculum di chi era
addetto al progetto Manhattan, solo Alvarez avrebbe potuto essere
l'interlocutore di Schlicke negli USA. Dopo la guerra, il Dr. Schlicke
divenne uno dei tanti assunti a contratto nel progetto segreto
denominato "Operazione Paperclip".
Luis
Alvarez vinse il premio Nobel 1968 per la fisica per il suo studio sulle
alte frequenze, fu lui a costruire nel dopoguerra a Berkeley il
primo acceleratore lineare di particelle elementari, e fu anche quello
che propose la teoria, all'epoca derisa, secondo la quale i dinosauri si
sarebbero estinti a causa di un meteorite che avrebbe colpito la terra.
Queste
rivelazioni sul sommergibile U-234 ed i suoi passeggeri sono destinate a
causare delle discussioni tra gli studiosi e gli appassionati della
Seconda Guerra Mondiale, ma certamente il fatto che tutto sia basato su
un accordo tra i nazisti e gli americani accenderà ancor più il
dibattito. Esiste infatti tutta una serie di prove che testimoniano del
fatto che gli alti ufficiali di Hitler avevano avuto contatti con alti
ufficiali dei servizi USA e con militari per fare l'accordo dello
scambio tra l'U-234 e la loro libertà.
Ad
esempio, Martin Bormann capo del partito nazista e segretario personale
di Hitler, probabilmente l'uomo più potente nell'entourage di Hitler,
trattò lo scambio col sommergibile U-234 prima della caduta di Berlino
nell'aprile 1945. Alcuni storici sostengono che Bormann morì durante la
fuga da Berlino il primo maggio 1945 (vedere cfr.: http://www.us-israel.org/jsource/Holocaust/bormann.html).
La "prova" principale
proviene dalla testimonianza dell'autista di Hitler, Erich Kempka e di
Arthur Axmann, capo della gioventù hitleriana, i quali erano
profondamente legati e furono fedeli al nazismo fino alla loro morte.
Almeno per questo le loro motivazioni sono da considerare sospette.
Nonostante che nessuno dei due avesse detto di aver visto con certezza
Bormann morto, tuttavia questa è la tesi che viene normalmente
accreditata. Bormann venne condannato in contumacia per crimini di
guerra durante il processo di Norimberga e venne elevata una taglia sul
suo arresto che venne mantenuta per molti anni. Addirittura un mandato
di cattura venne emesso nella Germania Ovest nel 1967 sulla base di
varie testimonianze che lo davano per vivo e vegeto. Vennero fatti molti
avvistamenti di Bormann nei trent'anni che seguirono la guerra. La
pretesa tomba del compagno di fuga di Bormann, il capo della Gestapo
Heinrich Mueller (ma altri dicono che il suo compagno di fuga fosse il
dottor Stumpfegger) venne dissotterrata nel 1963 e si trovò che
conteneva tre scheletri, ma nessuno dei quali corrispondenti a Mueller
(e tantomeno Stumpfegger).
La
storia tradizionale contiene molte lacune. L'ultima versione attesta che
Bormann ed il capo della Gestapo Mueller, cercarono di scappare insieme
passando attraverso i sotterranei attorno alla Cancelleria del Reich
prima di incontrare la morte in uno scontro sulla strada, il corpo di
Bormann sarebbe stato poi avvistato nella Invalidenstrasse, a nord del
fiume Spree a Berlino. E' possibile che siano scappati assieme, ma
quello che non torna è che i sotterranei furono allagati dalle SS
causando tra l'altro la morte di migliaia di donne e bambini che vi si
erano rifugiati per sfuggire ai bombardamenti o perché le loro case
erano state bombardate. Le SS inondarono i sotterranei per evitare che
le truppe Russe si avvicinassero in segreto ed attaccassero il bunker di
Hitler dal di sotto.
La
storia della fuga attraverso i sotterranei si dimostra una montatura
predisposta per facilitare la fuga di Bormann e di Mueller. Ma questa
versione non teneva conto del fatto che le SS avrebbero allagato questi
sotterranei. Una versione più plausibile, logica e credibile, della
fuga di Bormann venne raccontata dagli agenti dell'intelligence di Josif
Stalin. Stalin stesso disse a Harry Hopkins, consulente politico e uomo
di fiducia dei Presidenti Roosevelt e Truman, in seguito segretario di
Stato, che gli agenti sovietici gli avevano riferito che Bormann era
fuggito a notte fonda il 29 aprile, da Berlino, con un piccolo aereo ed
in compagnia di tre uomini, uno vistosamente bendato, ed una donna. Da
quel punto, Stalin continua, i suoi agenti ne avrebbero seguite le
traccie fino ad Amburgo dove si sarebbe imbarcato in un grande U-boat e
avrebbe lasciato la Germania.
Molti
dettagli suonano plausibili. Per esempio, si sa che mentre Berlino era
bombardata e l'élite nazista era presa dal panico od era fuggita,
Martin Bormann mantenne contatti radio segreti con l'Ammiraglio Karl
Doenitz (anche lui non finì sulla forca a Norimberga, se la cavò con
qualche anno di prigione (!?)) il comandante di tutti gli U-boat della
Germania, e che aveva fatto progetti per scappare dal quartier generale
dei sommergibili di Doenitz. Doenitz all'inizio fece resistenza ma alla
fine ricevette ordini da Hitler (presumibilmente su indicazioni di
Bormann) per accogliere Bormann al suo quartier generale.
(MA
ALLORA SORGE IL DUBBIO, PERCHE' ACCOGLIERE BORMANN E NON ANCHE LUI ?)
Ma
vediamo nel dettaglio gli elementi a disposizione:
1)
Hanna Reitsch, la famosa donna pilota amica di Hitler che faceva da
controcanto ad Amelia Earhart, nella sua biografia descrive come aveva
fatto fuggire il Generale dell'Aviazione tedesca Ritter von Greim,
appena promosso da Hitler a capo della Luttwaffe, fuori Berlino e a
notte fonda negli ultimi giorni di guerra. Altre testimonianze
confermano il volo nel 29 aprile 1945, la stessa notte di cui
riferiscono gli agenti di Stalin a proposito della fuga di Bormann su di
un piccolo aereo. La Reitsch racconta di come andarono al quartier
generale di Doenitz "per un ultimo saluto al Grande Ammiraglio
Doenitz" prima di volare a sud verso il confine svizzero-austriaco.
Una strana deviazione di centinaia di chilometri con a bordo
l'importante Generale von Greim gravemente ferito... Si trattava di
qualcosa di più che di un viaggio per fare un saluto. (C'ERA SU
ANCHE HITLER?)
2)
Un altro racconto sulla fuga del capo della Gestapo Heinrich Mueller,
segue un percorso simile, ma qui si dice che Bormann è fuggito da solo
da Berlino. In questa versione, Mueller si sarebbe allontanato dalla
capitale Berlino la stessa notte del racconto della Reitsch, in un aereo
Fieseler Storch, lo stesso aereo della storia della Reitsch, nelle
stesse circostanze descritte da lei. Mueller non parla di un volo per
incontrare per l'ultima volta l'Ammiraglio Doenitz, ma parla di un volo
diretto al confine austro-svizzero molto simile a quello raccontato
dalla Reitsch.
Ci
sono evidentemente delle discrepanze tra queste storie, come ci sono in
tutte le storie relative a quegli eventi. E' difficile sapere qual'è
quella vera e quella prefabbricata, ma la somiglianza dei racconti con
il rapporto degli agenti di Stalin che parlano di tre uomini, uno
ferito, ed una donna che lasciavano Berlino a bordo di un piccolo aereo
sono evidenti. Di fatto Stalin identifica Bormann e Mueller per nome,
poi parla di un uomo molto bendato che corrisponde proprio alla
descrizione del von Greim del tempo. La donna poteva benissimo essere
Hanna Reitsch, probabilmente l'unica donna al mondo che ci si
aspetterebbe di trovare in simili circostanze, in quel posto ed in quel
momento. Le tre versioni sono troppo simili per non apparire
interconnesse tra loro.
L'operatore
radio dell'U-234 descrive come a metà aprile aveva ricevuto almeno un
messaggio su una frequenza ad alta priorità (e probabilmente almeno un
altro in codice) direttamente dal bunker di Hitler a Berlino mentre il
sommergibile era di stanza a Kristiansand in Norvegia. L'ordine
recitava: "U-234. Salpate solamente su ordini di alto livello.
Quartier generale del Fuerher." Questo implica varie cose, tra cui
il fatto che c'era qualche tipo di collegamento ed accordo tra l'U-234 e
qualcuno nel quartier generale di Hitler. Un ordine successivo di
Doenitz sembra che voglia cercare di far tornare l'U-234 sotto la sua
autorità. Probabilmente disse: "U-234. Salpa solo su miei ordini.
Non salpare di tua iniziativa."
Il
sommergibile U-234 era il più grande della flotta della Marina tedesca.
Salpò dopo poche ore diretto da Kristiansand verso sud, proprio verso
Amburgo dove le spie di Stalin avevano affermato che Bormann vi sarebbe
salito nelle prime ore del mattino del primo maggio 1945.
Anche
tra questi racconti ci sono delle discrepanze, come ad esempio il fatto
che ci sarebbe voluto solo un giorno per una imbarcazione come l'U-234,
per raggiungere Amburgo da Kristiansand. Mentre secondo i dati, l'U-234
lasciò Kristiansand a metà aprile e non avrebbe imbarcato Bormann che
il primo maggio. Ma dell'U-234 non si sarebbe più saputo niente fino al
12 maggio 1945, un mese dopo aver salpato da Kristiansand. Allora
l'U-234 era localizzato a 500 miglia da Newfoundland. Se l'imbarcazione
avesse seguito la rotta attribuitagli dal suo capitano e dalla storia
che dice che era diretta in Giappone, allora avrebbe viaggiato ad una
velocità di un miglio e mezzo all'ora, ovvero meno che a passo d'uomo.
Molto più lentamente della velocità tipica di quella imbarcazione.
In
realtà si pensa che l'U-234 abbia pattugliato il mare del nord
silenziosamente secondo dei piani prestabiliti tra Bormann ed il
quartier generale di Hitler, finché Bormann non fosse stato in grado di
trovare un accordo con Doenitz. Mentre si avvicinava la fine della
guerra, l'imbarcazione si avvicinò alla baia di Amburgo col favore
della notte e prese a bordo Martin Bormann e Heinrich Mueller (E PERCHE'
NON HITLER?) Dopodiché continuò il suo viaggio facendo tappa in
Spagna (dove si trovava la struttura di intelligence tedesca che si
occupava del sud america, chiamata "Sofindus") per scaricare
Bormann ed infine arrendersi alla flotta USA sempre sotto accordi
misteriosi.
Bormann
venne poi avvistato nel 1946 in un monastero del nord Italia. Nello
stesso anno sua moglie Gerda (una nazista fanatica, figlia del Giudice
Supremo del Partito Walter Buch) morì di cancro nel Sud Tirolo (alle
ore 22,30 del 23 marzo 1946, all'ospedale di Merano; ed è sepolta nel
cimitero di questa città) ma i suoi dieci figli sopravvissero
alla fine della guerra. Pare poi che Bormann sia scappato via Roma, come
altri fedeli nazisti, in America Latina (Cile, Argentina, Brasile?).
Dicono che abbia vissuto da miliardario in Argentina e che fu visto
anche in Brasile ed in Cile. Una negoziazione portata avanti con
successo tra Bormann e Doenitz spiegherebbe non solo lo scambio di
messaggi radio ma anche perché Doenitz, che non aveva esperienza
politica e nessun seguito degno di nota, diventò improvvisamente il
successore designato di Hitler. (CHE METTE IN SALVO LUI E NON PENSA
A SE STESSO?)
Una
serie di eventi altrimenti inspiegabili sarebbe così chiarita dagli
accordi segreti che trovarono il compimento nel giorno della resa in
mare il 16 maggio 1945.
Il
sommergibile venne trasferito a Portsmouth, nel New Hampshire, il 19
maggio 1945. Alcuni giornalisti ne furono testimoni. Infine c'è una
fotografia presa da un fotoreporter di un giornale locale, quando
l'U-234 era all'ancora, che mostra un misterioso prigioniero civile
molto somigliante a Heinrich Mueller. Questi sbarcò dalla navetta che
era usata per sbarcare il personale dall'U-234.
L'uomo
nella foto è proprio l'ex capo della Gestapo che sbarca sul territorio
americano. La sua missione consisteva nell'assicurarsi della consegna
del materiale per le bombe atomiche e di altro materiale che era stato
concordato con gli USA, in cambio dell'immunità e della protezione per
i nazisti che l'hanno ricevuta per decenni fino ad oggi.
Il
20 novembre 1947, il sommergibile U-234 venne affondato con un siluro
dalla USS Greenfish durante degli addestramenti, a circa 40 miglia a
nord-est di Cape Cod sulla costa orientale USA.
di
Marco Saba - http://stop-u238.i.am