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Bottiglie
di plastica? Cancro prostatico
Maurizio
Blondet - 05/04/2006
Tratto da www.effedieffe.com
Il bisfenolo A
è una sostanza ampiamente usata per le bottiglie in plastica, il
sottile film interno alle scatolette di cibi conservati, le tettarelle
per lattanti e le confezioni alimentati.
Se ne producono annualmente 2,8 milioni di tonnellate.
A quanto pare, già si sapeva che questa sostanza contaminava gli
alimenti con cui veniva a contatto, ed era sospettata di alterare gli
ormoni sessuali umani.
Ma ora uno studio ha scoperto che è collegata col cancro
alla prostata.
In particolare, l'assunzione nella dieta umana di quantità piccole ma
costanti di bisfenolo è particolarmente pericoloso nelle donne in
gravidanza, alterando in modo cruciale, ma invisibile, lo sviluppo dei
neonati.
La sostanza provoca infatti alterazioni microscopiche nella
prostata del feto, che non sono riscontrabili alla nascita.
Gli effetti si fanno sentire con gli anni, nella terza età, con
ipertrofia delle prostata e tumore.
Le alterazioni possono causare anche malformazioni dell'uretra.
In Italia si registrano ogni anno 11 mila nuovi casi di cancro
prostatico, e 6.300 morti per questa patologia: è la seconda causa di
morte per cancro negli uomini, dopo il cancro al polmone.
Il 60% dei casi è concentrato nel nord del Paese, evidentemente più «avanzato»
e quindi più esposto al bisfenolo.
Nell'ancor più «avanzata» Gran Bretagna,
che ha una popolazione pari a quella italiana, i casi nuovi di cancro
alla prostata sono 27 mila all'anno.
Il fatto è che il bisfenolo è un estrogeno-simile, che «mima»
l'ormone femminile.
Piccolissime quantità di questa plastica bastano dunque, nella vita
fetale, a scombinare il sistema genitale dei maschi.
La scoperta è dovuta all'equipe del professor Frederick vom Saal, che
lavora all'Università del Missouri.
Il gruppo ha somministrato a topine gravide piccolissime quantità di
bisfenolo-A, mentre ad altre cavie è stato somministrato in pari
quantità dell'estradiolo, l'ormone usato nella pillola contraccettiva.
Il test mirava a verificare se certi danni alla prostata
del neonato avvenivano quando la madre, prendendo la pillola, restava
accidentalmente incinta. Invece la prova ha dimostrato che entrambe le
sostanze alteravano la prostata: e in quantità minime, molto minori di
quelle che gli esseri umani ingeriscono bevendo dalle bottiglie di
plastica.
E gli italiani sono i massimi consumatori mondiali di acqua cosiddetta
minerale:
Maurizio Blondet
Note
Jonathan Leake, «Food wrap linked to prostate cancer», Times
on line, 1 maggio 2005