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Altro
che polli asiatici! Tutta la verità su quelli italiani
Paola Magni e Claudio Vigolo -
tratto da www.lifegate.it
Ai microfoni di
LifeGate Radio, il Dottor Enrico Moriconi, Presidente
dell’Associazione Culturale Veterinari di Salute Pubblica, ha risposto
a questa e altre domande
Quali
sono le condizioni igieniche negli allevamenti italiani?
Le condizioni sono critiche. Siamo in situazione di sovraffollamento.
Gli animali vengono tenuti per tutto il periodo della loro vita sulla
stessa lettiera, respirano l’ammoniaca che si libera dagli escrementi
che loro producono. Hanno uno stato di stress continuo, che deve essere
corretto - anche se gli allevatori smentiscono - con la
somministrazione di farmaci.
Recenti analisi
di laboratorio commissionate da Lav e Il Salvagente hanno
evidenziato la presenza di residui di antibiotici in 4 polli italiani su
10… Perché vengono somministrati gli antibiotici e con che frequenza?
Gli antibiotici sono la base
dell’allevamento intensivo: gli allevamenti intensivi sono
storicamente nati nel momento in cui sono stati disponibili grandi
quantità di antibiotici. Questi farmaci rendono possibile
l’allevamento, altrimenti lo stress, il sovraffollamento, le carenti
condizioni igieniche farebbero scoppiare delle malattie. Questi farmaci
aumentano la crescita degli animali e contemporaneamente li proteggono
da alcune malattie. Nel caso dei virus non servono. Il fatto che
l’antibiotico sia somministrato continuativamente, nonostante sia
ammesso farlo solo in caso di terapia, è facilmente dimostrabile.
Qualche anno fa, ad esempio, ci fu lo scandalo in Gran Bretagna dei
polli che venivano rietichettati e venduti anche un mese dopo la reale
scadenza. Ebbene, questo fu possibile proprio perché i polli sono pieni
di sostanze chimiche che non li fanno “marcire”.
Cosa
mangiano i polli italiani negli allevamenti intensivi?
Il mangime è principalmente costituito da mais e altri cereali. In più
vi sono degli integratori a base di sostanze grasse per favorire la
crescita. Anche
l’olio esausto, l’olio dai motori delle macchine usato, è ammesso
nella dieta dei polli
Italiani, che sono considerati come dei “grandi
riciclatori”. Molti sottoprodotti sono quindi permessi. Per
quanto riguarda mais e soia ogm nei mangimi, non c’è obbligo di
etichettatura poi nel pollo. Bisogna dire che chi mangia carne ha una
forte possibilità di mangiare proteine geneticamente
modificate, proprio perché negli allevamenti non biologici
l’uso di mangimi geneticamente modificati è permesso.
Illuminazione
artificiale che li tiene 24 ore su 24 alla luce e densità di 15-20
polli per metro quadro… Animali così stressati saranno anche più
deboli…
L’illuminazione artificiale tende a creare un’atmosfera
uniformemente “grigiastra” , perché se ci fosse troppa luce
sarebbero acuiti i fenomeni di cannibalismo. In queste condizioni la
mortalità degli animali è comunque alta, ma il loro valore commerciale
è così basso da non preoccupare particolarmente l’allevatore.
Parlare
degli allevamenti intensivi italiani come di “bombe batteriologiche”
è esagerato?
Le definirei piuttosto “bombe ecologiche”: al problema della
presenza di batteri si somma il problema delle deiezioni da smaltire, e
quindi dell’eutrofizzazione delle acque e della presenza di nitrati
nelle falde acquifere.
Quale
strada intraprendere per migliorare la qualità degli allevamenti e
prevenire così epidemie come l’influenza aviaria?
Bisognerebbe mangiare meno carne o addirittura smettere di mangiarne.
Questa risposta può sembrare un po’ estrema ma rende bene l’idea di
come per migliorare il benessere – anche di quelli che vogliono
mangiare la carne- sia indispensabile per tutti noi abbassarne
i consumi.
Paola Magni e Claudio
Vigolo