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Non
appena è trapelato che la vitamina D serve a curare il cancro, gli
“esperti” hanno cominciato a seminare dubbi
4
Novembre 2007 - Di
Bill Sardi
link
alla pagina originale (traduzione per www.disinformazione.it
a cura di Stefano Pravato)
L’aumentare delle prove che la vitamina D è una pillola
magica contro il cancro ha costretto oggi l’industria del cancro a
fare cerchio per difendere lo status
quo – la vitamina D rimane nella lista delle terapie "non
confermate" a favore delle più che smentite
chemioterapia, radioterapia e chirurgia. In quasi trent’anni, da
quando è iniziata
E invece di vedere tutti i titoli di testa riportare che la vitamina D
riduce, ad esempio, il rischio di cancro al colon di un’incredibile
72%, oggi il mondo saprà che "la
vitamina D non è un rimedio magico per il cancro."
Non troverete menzionato che la Canadian Cancer Society ha raccomandato che ogni Canadese integri la
propria dieta con 1000 IU di vitamina D nei mesi invernali a seguito del
crescente corpo di dati scientifici che collegano il cancro a bassi
livelli di vitamina D. (E anche la Canadian
Pediatric Society consiglia che le donne incinte e che allattano
prendano un’integrazione di 2000 IU di vitamina D in inverno per
proteggere le neo mamme e i loro bambini dal rachitismo).
E’ noto da parecchio tempo che i tassi di incidenza di cancro sono
maggiori nelle aree meno soleggiate e che i pazienti di cancro
sopravvivono più a lungo se diagnosticati nei mesi estivi.
L’esposizione alla luce solare produce vitamina D naturale,
nell’epidermide umana.
Len Lichtenfeld, sostituto capo medico ufficiale dell’American
Cancer Society, dice:
"Non siamo in possesso di tutte le risposte sui possibili benefici
della vitamina D nel prevenire il cancro (o impedirlo), e non possediamo
tutta l’informazione sui rischi."
Quali rischi? Stiamo parlando della luce solare, fate attenzione.
Stiamo parlando di prendere l’equivalente di circa 12 minuti di
esposizione corporea al sole estivo di mezzogiorno, cosa sufficiente per
produrre 2000 IU di vitamina D3 naturale.
Le ricercatrici Cindy Davis e Johanna Dwyer, in un articolo
pubblicato nel Journal of the
National Cancer Institute, si uniscono a dire: "Per
quanto la vitamina D possa ben esibire molteplici benefici oltre che per
le ossa, i professionisti sanitari e il pubblico non dovrebbero correre
troppo rapidamente alla conclusione e pensare che la vitamina D sia una
pillola magica e ingerirne grandi quantità," e
"la Quantità Adeguata di vitamina D è 200 IU per gli adulti sotto
i 50 anni, 400 IU per quelli tra i 50 e i 70, e 600 IU per quelli da 71
anni e oltre. Si raccomanda che le integrazioni non superino 2000 IU,
l’attuale Livello Superire di sicurezza." Si
tratta di dosi di vitamina D così bassi, che non riusciranno nemmeno ad
innalzare i livelli sanguigni.
La quantità tossica per la vitamina D non inizia fino a
40.000 IU, e solo se consumata per molti mesi. Un’ora di esposizione
al sole nelle ore estive centrali produce circa 10.000 IU di vitamina D
(esponendo tutto il corpo), senza nessun effetto collaterale di sorta.
Questi ricercatori sul Cancro stanno semplicemente rispondendo al
recente studio condotto dai loro colleghi della Creighton University che
ha scoperto che 1.100 IU di vitamina D assunta dalle donne del Nebraska
per solo 4 anni, ha diminuito il rischio di ogni tipo di cancro fino al
70 percento.
Lo studio della Creighton University sta per essere
controbattuto da una ricerca appena pubblicata che ha invero trovato che
la vitamina D riduce il rischio di morte per cancro al colon ma non per
gli altri cancri. In questo studio si sono prelevati solo due
campioni di sangue lungo un periodo di più di sei anni e non sono stati
somministrate integrazioni con vitamina D. C’è stato solo un
confronto dei livelli di vitamina D tra soggetti residenti in due aree
geografiche diverse, al nord e al sud.
Il gold standard per le
evidenze mediche è lo studio in doppio cieco, a lungo termine, condotto
contro gruppo di controllo che impieghi placebo, come lo studio della
Creighton University, non lo studio sulla popolazione che è appena
stato pubblicato. Pertanto, quale dei due studi avrà il maggior peso? La
medicina moderna ha optato per la sperimentazione meno credibile.
Cosa succederebbe se la medicina moderna, riguardo alla
vitamina D, fosse in errore, come lo è stata con il Vioxx, Avandia, e
altri farmaci approvati dalla FDA che i medici hanno adottato prima di
comprendere che provocavano un aumento dei tassi di mortalità?
qui
potete vedere la ricerca pubblicata