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Lottò
per prima contro il vaiolo
Storia di Lady Mary
Di
Cristina Maza – mensile «Storia» nr. 241, dicembre 1977
Pochi sanno che,
ben prima della nascita di Edoardo Jenner, cui si deve la scoperta del
vaccino contro il vaiolo, una nobildonna inglese, moglie
dell’ambasciatore in Turchia, osò iniettare il germe del vaiolo nei
suoi figli, seguendo l’esempio delle donne turche, e poi fece
conoscere in Europa, cominciando dalla regina d’Inghilterra, questo metodo primitivo, ma riconosciuto poi efficace dalla
scienza ufficiale, per prevenire il terribile male che allora
terrorizzava l’Europa. Il nome di questa donna straordinaria si trova
anche nella letteratura inglese perché Mary Wortley Montagu fu
scrittrice, poetessa, saggista molto nota ai suoi tempi. Se diamo
un’occhiata alla sua vita irrequieta, scopriamo che davvero Lady Mary
è un «personaggio» in contrasto col suo tempo, femminista ante
litteram e insieme fragile, emotiva, vittima di amori sbagliati, con
doti enormi ed enormi difetti.
Il 26 maggio 1689 nella chiesa di San Paolo a Londra viene battezzata
una bimba, Mary, figlia di Evelyn Pierpont e di Lady Mary, sua moglie. A
quattro anni Mary perde la madre e coi suoi tre fratelli è allevata
dalla nonna. Cresce coi difetti dei bambini senza mamma: eccessiva
presunzione, timidezza mista a caparbietà. All’età di otto anni ecco
un episodio significativo. Il padre la conduce al suo Club, Il Kit
Kat, uno dei più famosi club inglesi del tempo.
Fondato dal
libraio Jakob Tonson, conta tra i suoi membri gli uomini più insigni
della parte liberale della politica inglese. La bimba viene nominata dai
vecchi membri del club «la bellezza dell’anno», e, per nulla
imbarazzata, ride e scherza con loro. Confesserà più tardi, in una
lettera, di «aver raggiunto l’estasi» durante quella riunione al
club. Il desiderio di emergere, di essere al centro dell’attenzione,
è già vivo in lei fin da bambina. Mary cresce dominata dalla passione
per la lettura, legge di tutto e scrive, rivelando dalle prime opere
infantili la sua natura piena di contraddizioni: un misto di emozione già
romantica e di razionalismo quasi cinico. (…)
Il 16 maggio del 1713 dà alla luce un figlio che è chiamato
pomposamente Edward Montagu Wortley junior (…)
Passano due o tre anni, un fratello di Mary muore di vaiolo (ecco il
terrore per la malattia) (…)
Nel 1715 anche Mary si ammala di vaiolo. Guarisce, ma è preoccupata di
scoprire sul suo volto, affinato e smagrito, i terribili segni della
malattia, contro la quale, lei ancora non lo sa, condurrà una lotta
vittoriosa.
Infatti il 7 aprile
1716 il marito di Mary è nominato ambasciatore straordinario alla Corte
di Turchia.
Mary non ha neppure un attimo di esitazione: seguirà il marito. Il
viaggio, la possibilità di un soggiorno in Oriente la affascinano.
Pensa a tutto l’occorrente, alla governante per il bambino, alle
livree per i servitori. Il compito diplomatico che il marito dovrà
svolgere in Turchia è infatti molto importante. Per la guerra della
Turchia con Venezia è in pericolo l’intero equilibrio europeo e
Wortley dovrà cercare di impedire che l’imperatore austriaco si allei
con Venezia.
(…) Dall’Inghilterra all’Olanda, dall’Olanda a Vienna. E poi la
Turchia. Lady Mary compie questo viaggio con l’animo di un reporter:
paesi, personaggi, città, rivivono nelle sue lettere (Letter from
Embassy) che cono tra gli scritti epistolari più importanti del
secolo. Molta attenzione Lady Mary dedica anche alla situazione sociale
delle donna, che la scrittrice, con spirito realistico e lontano da
pregiudizi, giudica molto più libera in Oriente che nella civilissima
Inghilterra (…)
Ad Adrianopoli Mary vede per la prima volta che le donne inoculano nei
figli germi di persone malate di vaiolo per prevenire la malattia
stessa. Ne è tanto colpita che scrive subito all’amica Sarah Chiswell
raccontandole di questa singolare «terapia» e riservandosi di studiare
più a lungo la questione. (…)
Le nasce una bimba.
Mary è assistita nel parto dal miglior medico di Costantinopoli, il
dottor Emanuele Timoni. Da lui vede inoculare i germi del vaiolo in
maniera più scientifica di quella delle donne del popolo e allora,
senza esitazioni, sottopone il figlio di sei anni all’innesto,
seguendo, giorno per giorno, i sintomi e gli effetti
dell’inoculazione. Il principio è lo stesso che guiderà Jenner
all’inoculazione del vaccino. La differenza sta solo nel fatto che
Jenner userà germi vaiolosi ottenuti sperimentalmente da vacche
infette, mentre Lady Mady usa germi prelevati da un vero ammalato di
vaiolo. (…)
Il ritorno di Lady Mary a Londra, dopo un viaggio di quattro mesi (…).
Una nuova epidemia di vaiolo (…)
Anche questa volta Lady Mary non esita e fa inoculare alla figlia, come
già aveva fatto col figlio, i germi della malattia.
La notizia di questo fatto si sparge dappertutto. La principessa
Carolina è quasi decisa a sperimentare l’inoculazione sulle figlie,
ma vuole avere la certezza del risultato. Per questo sei forzati della
prigione di Negate si presentano come «volontari», almeno così pare,
e a loro viene inoculato il vaiolo, con la condizione che saranno
liberati se non si ammaleranno di vaiolo. Il vaiolo di manifesta con
sintomi leggerissimi su cinque si essi, non sul sesto che ha già fatto
la malattia. Tutti e sei vengono liberati. Ma la principessa Carolina
non è ancora tranquilla. Ecco quindi che il vaiolo viene inoculato con
molto cinismo su un gruppo do orfanelli… La prova dà risultati ottimi
e solo allora la prudentissima principessa sottopone le due figlie
all’inoculazione.
La fama di Lady Mary è al culmine, tra entusiasmi e polemiche.
(…) Nel giugno del 1762 Lady Mary non
può più nascondere la terribile malattia che l’ha colpita:
tumore maligno al seno. Non ci sono vaccini e innesti per vincerla. Il
21 agosto Lady Mary Wortley Montagu muore, assistita da un medico
italiano, il dottor Moro, che l’ha seguita da Brescia. (…)
Lady
Mary è sepolta il 22 agosto nella cattedrale di Grosvenor. In un
cerimoniale, eretto in sua memoria, nella cattedrale di Lichfield, è
ricordata come colei che per prima introdusse in Inghilterra la cura del
vaiolo.