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Usa, proposto bando per sostanza chimica usata nel Teflon
Tratto da http://www.rsinews.it

DuPont aderisce alla proposta dell’Environmental Protection Agency ma subito scoppia la polemica

Il 25 gennaio, con una decisione inattesa, salutata con entusiasmo dagli ambientalisti, l’Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ha invitato DuPont e altre sette imprese a cessare l’utilizzo di una sostanza chimica tossica, l’acido perfluoroctanico (PFOA), nei loro processi industriali.
Il PFOA viene utilizzato da DuPont per realizzare il Teflon, che si trova non solo nelle pentole ma anche nei tessuti da abbigliamento e da arredamento, oltre che come componenti di farmaci, schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi, rivestimenti per tappeti e mobilio.

Il Teflon è al centro di una class action promossa nel luglio scorso, perché la sostanza viene usata per realizzare una pellicola nelle pentole antiaderenti, con rischi per i consumatori, che non ne sono avvertiti.
La compagnia chimica è stata oggetto di altre controversie con i residenti prossimi ad un suo impianto nel West Virginia e con la stessa EPA, per mancate informazioni.
Ora l’EPA ha invitato DuPont, 3M/Dyneon, Arkema, Asahi, Ciba, Clariant, Daikin e Solvay Solexis, a ridurre l’Utilizzo del PFOA del 95% entro il 2010 e ad eliminarlo entro il 2015, non solo negli Usa ma ovunque operino.

DuPont ha dichiarato immediatamente la propria adesione al programma proposto dall’EPA, affermando di aver già ridotto del 94% le emissioni di PFOA dai propri processi produttivi e che intende raggiungere il 98% entro la fine del 2007.
Nell’aderire all’iniziativa dell’EPA, DuPont ha tenuto a sottolineare che, “anche se le attività di valutazione di rischio non sono ancora completate e le nuove informazioni potranno mutare il quadro attuale, l’EPA non dispone di alcuno studio che colleghi specificamente gli attuali livelli di esposizione al PFOA a effetti sulla salute umana”.
Ma la questione dei rischi del Teflon è riesplosa ieri, quando l’EPA ha diffuso il parere di un comitato scientifico consultivo della stessa Agenzia, che sta conducendo una revisione sulla sicurezza del Teflon, che ha concluso, a maggioranza, che esso è “probabilmente cancerogeno” per gli esseri umani.

Immediata la reazione di DuPont, che si è schierata a fianco dei membri del comitato consultivo che si sono dissociati dalla relazione finale.
Al contrario, l’Environmental Working Group (EWG), in prima linea nella battaglia sui rischi del PFOA, ha chiesto all’EPA di escludere da ogni comitato consultivo due membri legati all’industria chimica, essendo consulenti scientifici dell’American Council on Science and Health (ACSH).
In Italia, l’annuncio dell’EPA ha indotto l’associazione dei consumatori Codacons a chiedere al ministro della Salute di intervenire per tutelare la salute dei cittadini, procedendo al sequestro di 150 milioni di pentole al Teflon.

 

 Produttori teflon: nessun rischio dalle pentole
Tratto http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2006/02_Febbraio/teflon.shtml

In seguito alle notizie di stampa circolate nei giorni scorsi, relative alla presunta cancerogenicità delle pentole di teflon, i produttori di pentolame antiaderente assicurano che non vi è alcun pericolo per la salute nell'utilizzo degli strumenti da cottura rivestiti in "teflon".
La notizia si riferisce all'iniziativa dell'Agenzia Usa per la Protezione dell'Ambiente (EPA), che ha chiesto alle aziende americane che producono teflon di eliminare le emissioni nell'atmosfera di una sostanza, il PFOA, utilizzata nella produzione del materiale e non più rintraccabile nel teflon una volta prodotto.

Le industrie produttrici di teflon hanno accettato di eliminare del tutto il PFOA entro il 2015.
I produttori italiani di pentole antiaderenti, Bialetti, Ballarini, Alluflon, Illa, TVS, sottolineano infatti che sotto accusa non è il "teflon" ma il PFOA, un agente chimico di superficie utilizzato nella fabbricazione della materia prima "teflon".
Per quanto riguarda il pentolame antiaderente, il PFOA non è parte del prodotto finito, ma è usato nel processo di fabbricazione del "teflon" in quanto materia prima. Nel corso della produzione del pentolame antiaderente, le tracce del PFOA vengono eliminate nel processo di sinterizzazione che segue l'applicazione del "teflon".

A processo ultimato, il pentolame non contiene quantità misurabili di PFOA e pertanto il consumatore non è esposto al PFOA quando usa il pentolame antiaderente, risultando tale uso perfettamente sicuro.
Le otto industrie che, a detta dei media, avrebbero accettato di eliminare il "teflon" entro il 2015, hanno in realtà accettato di eliminare entro il 2015 le emissioni di PFOA nell'atmosfera, e non certo il "teflon".
Anche la Food & Drug Administration americana, l'European Scientific Advisoring Panel ed il Direttore Generale del Centro per l'analisi dei rischi dell'Università di Harvard, hanno dichiarato che non esiste pericolo alcuno nell'utilizzo di pentolame antiaderente rivestito in "teflon".

 
www.disinformazione.it