- Tachipirina naturale
- Novalgina naturale

 

Tachipirina naturale: funziona!
di Susanna Berginc

Usare argilla verde ventilata (in vendita nelle erboristerie, nei negozi di medicina naturale e nelle farmacia dove solitamente è più cara).
Mettere in una terrina non di metallo, quattro bicchieri di argilla (nel caso di un bambino, dimezzare la dose) ed aggiungere circa altrettanti bicchieri di acqua, lasciando che il composto si uniformi autonomamente nel lasso di tempo di una-due ore (nel caso in cui avete poco tempo, miscelare dolcemente con l’ausilio di un mestolo di legno) fintanto che il composto assomigli come densità ad una crema di cioccolata.
Preparare un foglio della grandezza approssimativa dell’addome su cui andrà messo l’impacco ricavato da un foglio A4, oppure dalla carta che solitamente usiamo per trasportare il pane. Stendervi sopra l’argilla con uno spessore di circa 1 cm, anche 1 cm e mezzo e coprire il tutto uniformemente con della garza, di modo ché nel momento in cui venga tolto l’impacco, non rimangano residui sulla pelle.
Nel caso in cui l’ammalato sia piccolino, scaldare l’impacco o sul calorifero o su una bistecchiera accesa, fintanto che al tocco l’argilla risulti tiepida uniformemente.
Nel caso la si usi per un bambino, preparalo all’arrivo dell’argilla magica che tutto il male porta via, magari lasciandolo toccare l’impacco e consentendogli di giocare con una po’ di argilla, magari modellato a mo’ di pallina: questo accorgimento serve molto.
Apporre l’impacco sull’addome (dallo stomaco fino alle pelvi) con dolcezza ma con decisione, e lasciarlo agire per almeno 30 minuti, un’ora, passati i quali, nel caso la febbre perdurasse, ripetere il procedimento.
Nei casi più ostinati servono anche 3 impacchi, soprattutto nelle persone cui in precedenza hanno fatto ricorso ad antibiotici o tachipirine, e il cui organismo è saturo di tossine.

Susanna Berginc
naturopata di Trieste http://digilander.iol.it/naturalmenteit 

 

 

Novalgina naturale
di Susanna Berginc

A prescindere dall’importanza fondamentale del calcio nel nostro organismo, dovremmo tenerne sempre una scorta nell’armadietto dei medicinali in quanto è un anestetico per eccellenza. I vecchi testi di medicina danno come trattamento delle fitte pungenti e dei dolori più insopportabili, solamente iniezioni di calcio. Non si riesce a capire come tale rimedio sia andato perduto nel corso dei decenni, lasciando spazio a medicinali cui bugiardino pullula di effetti collaterali e controindicazioni.
Vediamo quindi come usare tale rimedio nel modo migliore.
Lo possiamo usare nell’emicrania (magari assieme alla vit. B6), prima di andare dal dentista (aiuta anche a rilassarsi), per alleviare il prurito dell’orticaria, per le cervicali, per le sindromi pre-mestruali ma anche per i dolori del ciclo, nelle nevralgie e nei dolori periodici.
Dal libro di Adelle Davis “Let’s eat right to keep fit” troviamo testualmente “Il mio consiglio alle madri in attesa è sempre stato di prendere, non appena inizia il travaglio, una capsula di vitamina D e due o tre pastiglie di calcio ogni ora finchè non entrano in sala parto. Sono stata meravigliata dal numero di persone che mi hanno scritto o detto di non aver provato dolore durante il parto, aggiungendo spesso che pensavano di avere dolori d’aria quando il bambino era nato”. In ogni caso l’assunzione da parte delle partorienti, è consigliata solo sotto controllo medico.
Fra le varie marche in commercio, cercate di evitare, oltre quelli chimici, anche quelli a base di polvere d’ossa in quanto tendono a contenere metalli pesanti. Preferite quelli in polvere, di rapida assimilazione, purché non si tratti di calcio chimico in quanto tende a “irrigidire” le ossa.
Pensiamo infatti a quante persone anziane cadono od inciampano, e si ritrovano con in femore rotto, nonostante (anzi, a causa) dell’assunzione di calcio chimico. Per lo stesso motivo evitare il calcio chimico in gravidanza, in quanto blocca l’apertura del bacino nel momento del parto.
Posologia: 1 cucchiaio di calcio in un dito di acqua calda. Bere il più caldo possibile, appena finisce di produrre effervescenza.
Assumerne al massimo 3 volte in un giorno.

Susanna Berginc naturopata di Trieste sito: http://digilander.libero.it/naturalmenteit/