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SV40,
virus micidiale
Tratto
da “La Nuova Ferrara” del 26 aprile 2005
Ha un ruolo nell'insorgenza di tumori rari
FERRARA. In un
articolo, pubblicato lo scorso anno dalla prestigiosa rivista
scientifica americana Cancer Research, ricercatori delle Università di
Ferrara e di Verona, coordinati dal Prof. Mauro Tognon, hanno fornito
evidenze sulla presenza di un virus della scimmia, denominato SV40, in
tumori cerebrali umani (principalmente gliomi), e in campioni di sangue
e sperma di individui sani.
Tale virus è presente
nelle scimmie sia africane che indiane, dove non sembra provocare
malattie.
Come è entrato SV40 nella popolazione umana? "È noto dal
1960 che SV40 fu trasferito all'uomo mediante le vaccinazioni anti-polio
(vaccini Salk e Sabin) eseguite su scala planetaria durante il periodo
1955-63 - afferma il professor Mauro Tognon, biologo e genetista
dell'Università di Ferrara. Durante quel periodo nei soli Stati Uniti
d'America 98 milioni di individui, vaccinati con le antipolio, furono
infettati con SV40. Allo stato attuale delle conoscenze non si può
escludere che tale virus fosse preesistente nella popolazione umana,
oppure che le sequenze individuate nei campioni umani siano di un virus
strettamente correlato ad SV40, ma distinto da esso. Tuttavia, altri
gruppi di ricerca hanno dimostrato la presenza di SV40 in tumori umani,
come i mesoteliomi della pleura, tumori cerebrali ed osteosarcomi".
Sulla scorta di queste scoperte, avvenute in tempi diversi e in
laboratori indipendenti tra loro, è ragionevole ipotizzare che
SV40 possa avere un ruolo, come cofattore, nell'insorgenza di questi
rari tumori umani.
"Questi tumori sono rari, ma sono anche percentualmente in aumento
– ricorda Tognon. Ci sono dati in letteratura che indicano i tumori
cerebrali in aumento del 30% negli ultimi 20 anni, mentre i mesoteliomi
fino agli anni '50 erano praticamente sconosciuti nella nostra specie.
Anche gli osteosarcomi sembrano percentualmente aumentati.
Le
cause dell'insorgenza di questi tumori e del loro incremento non sono
del tutto chiare. Non ci sono dubbi sulla possibilit. di trasferire SV40
dalle scimmie all'uomo, così come è accertato che SV40 può
moltiplicarsi nei nostri tessuti - spiega Tognon. SV40 è un virus
tumorale in grado di trasformare le cellule coltivate in laboratorio e
di provocare in roditori lo stesso tipo di
tumori risultati positivi per SV40 nell'uomo, vale a dire tumori
cerebrali, mesoteliomi e osteosarcomi".
Gli scienziati hanno scoperto da tempo che i tumori indotti da SV40
negli animali sono provocati da una sua proteina, denominata antigene T
grande (agT), in grado di legare e di inattivare due importanti proteine
della cellula, p53 e pRB, che agiscono come controllori della
moltiplicazione cellulare. Di recente, la rivista Nature Medicine ha
pubblicato due lavori del Prof. Michele Carbone della Loyola University
di Chicago dove si forniscono le prove, nei mesoteliomi della pleura
dell'uomo, che queste proteine della cellula sono sequestrate dalla
proteina virale agT di SV40. Questo dato confermerebbe il meccanismo
secondo cui SV40 agisce come cofattore nell'insorgenza dei mesoteliomi,
probabilmente associato alle fibre di amianto, metallo che fino ad ora
era considerato l'unica causa di questo tipo di tumore.
La contaminazione dei vaccini antipolio con SV40 avvenuta in passato fu
causata dalla presenza di questo virus, allora sconosciuto, nelle
cellule di rene di scimmia impiegate per far crescere i virus della
poliomielite da usare a scopo vaccinale. In tal modo si è
trasferito nella popolazione umana un fattore potenzialmente tumorale.
Non si può escludere che SV40, dopo l'avvenuto trasferimento alla
popolazione umana, abbia acquisito la capacità di autonoma
trasmissione, rendendosi indipendente dalla fonte iniziale, cioè dalla
vaccinazione anti-poliomielitica. Questa possibilità emerge in
particolare dai risultati pubblicati da Tognon, che evidenziano il
ritrovamento di SV40 nel sangue e nello sperma di individui sani.
Come è
facile dedurre, la somministrazione di vaccini antipolio contaminati con
SV40 ha sollevato critiche, ha creato indignazione, ma soprattutto
comporta delle implicazioni sanitarie, sociali ed etiche di
considerevole spessore. Basti ricordare che pur essendo emersa la
contaminazione nel 1961, per altri 2 anni i vaccini con SV40
continuarono a restare sul mercato e ad essere liberamente
somministrati.
Si è ritenuto per anni che SV40, essendo un virus della scimmia,
non potesse infettare l'uomo, o che fosse per l'uomo un virus del tutto
innocuo. In un caso SV40 è stato isolato partendo dal DNA di un
tumore positivo per le sequenze di questo virus. In un precedente
studio, lo stesso gruppo di ricercatori coordinato dal prof. Tognon
aveva notato che un altro virus Polioma, denominato BK, l'omologo umano
a quello della scimmia, era presente negli stessi campioni trovati in
seguito positivi proprio per SV40. Infatti, tutti i campioni trovati
positivi per SV40, lo sono contemporaneamente anche per BK.
"Questa
osservazione ha fatto avanzare l'ipotesi che BK possa aiutare SV40 in
quelle funzioni necessarie per la sua moltiplicazione nelle cellule
umane. Se l'ipotesi dovesse dimostrarsi corretta e se le sequenze di DNA
rilevate fossero effettivamente quelle di SV40, si potrà con certezza
dire che questo virus della scimmia è entrato stabilmente nella
popolazione umana – conclude Tognon. Come ipotesi, quindi, si può
supporre che SV40, viste le sue proprietà tumorali, possa essere uno
dei cofattori responsabili dell'insorgenza di quei rari tumori umani
prima menzionati. SV40 è stato trovato nel sangue dei pazienti
affetti da tumore, ma anche in quello di individui sani. Tale risultato
apre la possibilità di analizzare il sangue per accertare la presenza
di questo virus della scimmia, come già si fa per altri virus
umani".