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La
rimozione delle amalgame
Dott. Bernard
Montain - tratto dal libro: “Otturazioni o
veleni?”
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Nel campo della disintossicazione mercuriale abbiamo più
di una ventina d'anni d'esperienza, testimoniata anche dalla
pubblicazione di oltre dodici articoli e di due opere sull'argomento.
Abbiamo conosciuto tutte le situazioni possibili. Incontriamo di
frequente persone che, essendosi fatte rimuovere le amalgame senza
alcuna precauzione, lamentano numerosi sintomi. La totale ignoranza
sulla tossicità delle amalgame dentarie e l'emergere di un nuovo
mercato, quello della disintossicazione mercuriale, induce alcuni
professionisti a praticare rimozioni "selvagge". Vittime della
loro ignoranza, gli inquinatori restano inquinatori.
In questo settore
L’interessante conoscere i cambiamenti nello stato di salute che queste persone hanno sperimentato in seguito alla rimozione delle amalgame. I dati forniti dallo studio di Tubinga sono i seguenti
-
il 50,4% delle
persone ha osservato miglioramenti nello stato di salute, che si è poi
mantenuto stabile nel corso del tempo (la disintossicazione aveva avuto
luogo circa 5 anni prima);
- il 38,6 non
aveva osservato alcun cambiamento;
-
l’11% aveva
osservato un peggioramento dei sintomi.
Il questionario rivelava altri dati importanti:
1) le persone che avevano osservato miglioramenti nel
proprio stato di salute erano quelle per le quali i medici avevano
adottato le misure di protezione appropriate e prescritto terapie
disintossicanti;
2) per coloro (l’11% dei casi) che avevano osservato un
peggioramento dei sintomi dopo la rimozione delle amalgame, non erano
stati impiegati elementi protettivi di alcun tipo.
Queste cifre indicano chiaramente la rilevanza della
rimozione delle amalgame e delle cure di disintossicazione concomitanti.
Indicano anche che le protezioni, di cui parleremo più avanti,
rivestono un'importanza essenziale. L'aggravamento dello stato di salute
nelle 26 persone per le quali non era stata adottata alcuna misura di
protezione è un'ulteriore dimostrazione dell'effetto patogeno del
mercurio.
Lo studio di Tubinga dimostra inoltre che se la rimozione delle amalgame
viene effettuata in assenza di precauzioni, la disintossicazione non può
in alcun modo migliorare lo stato di salute del paziente. Date le
difficoltà di chelazione del mercurio a livello del sistema neri oso
centrale, è facile comprendere che la rimozione praticata da medici non
informati su questa problematica può causare disturbi neurologici che
permangono a lungo nel tempo. Tale situazione interessa, purtroppo, la
grande maggioranza dei casi.
Venendo all'aspetto pratico, la misura dei potenziali
elettrici istantanei permette di determinare l'ordine di rimozione delle
otturazioni tossiche. Il dentista deve munirsi di un'apparecchiatura
sufficientemente sofisticata perché le misurazioni non siano alterate
dall'effetto "batteria" delle otturazioni metalliche presenti
in bocca, che fanno sì che il potenziale elettrico
"scaricato" renda impossibile una seconda lettura. Occorre
sempre definire un piano di lavoro preciso in funzione dei potenziali
elettrici.
La rimozione delle amalgame deve essere praticata con estrema cura. Il
paziente deve essere protetto con un telo il più ampio possibile e con
una maschera. Occorre inoltre rinnovare con ventilazione forzata l'aria
dello studio, fare uso di una doppia aspirazione chirurgica e utilizzare
la "diga" ogni volta che sia possibile. La diga è una
pellicola di caucciù che, applicata nella bocca, lascia emergere
soltanto il dente sul quale si interviene. Vi sono casi in cui il suo
impiego è difficoltoso: per esempio quando il dente è molto
danneggiato o è stato preparato per l'applicazione di una corona. E vi
sono anche pazienti ansiosi che non tollerano questo dispositivo in
quanto hanno difficoltà a respirare.
Il medico deve proteggersi in più modi. Innanzitutto deve
assolutamente indossare i guanti, il che, ancora oggi, non sempre
avviene. Il camice deve essere una casacca chirurgica che protegga le
braccia e copra il più possibile gli abiti e la parte anteriore del
corpo. Le casacche molto corte, che lasciano scoperte le braccia e
arrivano ai fianchi, sono certamente più estetiche, ma non offrono
protezione sufficiente, soprattutto quando si effettuano trattamenti
sulle amalgame. La mascherina deve aderire perfettamente tutto intorno
alla bocca. Sono consigliabili quelle utilizzate dai lavoratori che
vengono a contatto con polveri e sostanze tossiche gassose e,
naturalmente, va sostituita dopo ogni intervento. Deve proteggersi nello
stesso modo anche l'assistente.
Occorre impiegare un'aspirazione di tipo chirurgico con due
cannule, una situata sotto la diga e l'altra al di sopra. L'irrigazione
deve essere massima: da una parte lo spray della turbina e dall'altra un
getto aria/acqua diretto sul dente trattato. Nel rimuovere l'amalgama è
essenziale cercare di eliminarla, con l'aiuto della turbina o
dell'apparecchio a ultrasuoni, creando frammenti delle massime
dimensioni possibili e la minore quantità possibile di polvere, per non
inquinare l'ambiente immediatamente circostante. Le cavità vanno pulite
con estrema cura. Abbiamo osservato più volte zone che contenevano
resti di amalgama sia come sottofondo (secondo la pratica insegnata
nelle università), sia per semplice negligenza. In questi due casi si
verifica, e non è un caso, la recrudescenza dei sintomi.
Il ritmo della rimozione e della disintossicazione
mercuriale va definito essenzialmente in funzione dello stato di salute,
delle condizioni degli emuntori principali e secondari e delle capacità
del sistema immunitario. In generale occorre procedere con molta cautela
e accompagnare la rimozione delle amalgame con una terapia di
disintossicazione mercuriale, secondo le tecniche di cui parleremo più
avanti.
Procedendo nel modo illustrato e con la massima cautela, è possibile,
in molti casi, evitare lo stadio delle otturazioni provvisorie, che
generalmente vengono praticate con troppa fretta, senza precauzioni e in
mancanza di una terapia disintossicante, con il risultato frequente di
causare la frattura delle corone.