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La rimozione delle amalgame
Dott. Bernard Montain - tratto dal libro: “Otturazioni o veleni?
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Nel campo della disintossicazione mercuriale abbiamo più di una ventina d'anni d'esperienza, testimoniata anche dalla pubblicazione di oltre dodici articoli e di due opere sull'argomento. Abbiamo conosciuto tutte le situazioni possibili. Incontriamo di frequente persone che, essendosi fatte rimuovere le amalgame senza alcuna precauzione, lamentano numerosi sintomi. La totale ignoranza sulla tossicità delle amalgame dentarie e l'emergere di un nuovo mercato, quello della disintossicazione mercuriale, induce alcuni professionisti a praticare rimozioni "selvagge". Vittime della loro ignoranza, gli inquinatori restano inquinatori.

In questo settore la Germania è avanti di alcuni anni, e lo studio di Tubinga lo dimostra in modo molto chiaro. Tra le 20.000 persone che avevano partecipato all'indagine, 348 avevano dichiarato di non avere otturazioni in amalgama. Ma la risposta fu considerata imprecisa, poiché non distingueva fra coloro che si erano fatti rimuovere le amalgame e coloro che non ne avevano mai avute. Si provvide dunque a inviare un nuovo questionario a tutte queste persone, ma soltanto 275, ovvero il 79% del totale, risposero. Furono poi giudicate utilizzabili solo 261 risposte, ovvero il 75% del totale. Da queste risposte emerse che 31 partecipanti non avevano mai avuto amalgame, mentre 230 su 261 si erano sottoposti a una terapia di disintossicazione mercuriale in seguito alla rimozione delle amalgame (Figura 4.1).

L’interessante conoscere i cambiamenti nello stato di salute che queste persone hanno sperimentato in seguito alla rimozione delle amalgame. I dati forniti dallo studio di Tubinga sono i seguenti

- il 50,4% delle persone ha osservato miglioramenti nello stato di salute, che si è poi mantenuto stabile nel corso del tempo (la disintossicazione aveva avuto luogo circa 5 anni prima);
- il 38,6 non aveva osservato alcun cambiamento;
l’11% aveva osservato un peggioramento dei sintomi.

Il questionario rivelava altri dati importanti:

1) le persone che avevano osservato miglioramenti nel proprio stato di salute erano quelle per le quali i medici avevano adottato le misure di protezione appropriate e prescritto terapie disintossicanti;

2) per coloro (l’11% dei casi) che avevano osservato un peggioramento dei sintomi dopo la rimozione delle amalgame, non erano stati impiegati elementi protettivi di alcun tipo.

Queste cifre indicano chiaramente la rilevanza della rimozione delle amalgame e delle cure di disintossicazione concomitanti. Indicano anche che le protezioni, di cui parleremo più avanti, rivestono un'importanza essenziale. L'aggravamento dello stato di salute nelle 26 persone per le quali non era stata adottata alcuna misura di protezione è un'ulteriore dimostrazione dell'effetto patogeno del mercurio.
Lo studio di Tubinga dimostra inoltre che se la rimozione delle amalgame viene effettuata in assenza di precauzioni, la disintossicazione non può in alcun modo migliorare lo stato di salute del paziente. Date le difficoltà di chelazione del mercurio a livello del sistema neri oso centrale, è facile comprendere che la rimozione praticata da medici non informati su questa problematica può causare disturbi neurologici che permangono a lungo nel tempo. Tale situazione interessa, purtroppo, la grande maggioranza dei casi.

Venendo all'aspetto pratico, la misura dei potenziali elettrici istantanei permette di determinare l'ordine di rimozione delle otturazioni tossiche. Il dentista deve munirsi di un'apparecchiatura sufficientemente sofisticata perché le misurazioni non siano alterate dall'effetto "batteria" delle otturazioni metalliche presenti in bocca, che fanno sì che il potenziale elettrico "scaricato" renda impossibile una seconda lettura. Occorre sempre definire un piano di lavoro preciso in funzione dei potenziali elettrici.
La rimozione delle amalgame deve essere praticata con estrema cura. Il paziente deve essere protetto con un telo il più ampio possibile e con una maschera. Occorre inoltre rinnovare con ventilazione forzata l'aria dello studio, fare uso di una doppia aspirazione chirurgica e utilizzare la "diga" ogni volta che sia possibile. La diga è una pellicola di caucciù che, applicata nella bocca, lascia emergere soltanto il dente sul quale si interviene. Vi sono casi in cui il suo impiego è difficoltoso: per esempio quando il dente è molto danneggiato o è stato preparato per l'applicazione di una corona. E vi sono anche pazienti ansiosi che non tollerano questo dispositivo in quanto hanno difficoltà a respirare.

Il medico deve proteggersi in più modi. Innanzitutto deve assolutamente indossare i guanti, il che, ancora oggi, non sempre avviene. Il camice deve essere una casacca chirurgica che protegga le braccia e copra il più possibile gli abiti e la parte anteriore del corpo. Le casacche molto corte, che lasciano scoperte le braccia e arrivano ai fianchi, sono certamente più estetiche, ma non offrono protezione sufficiente, soprattutto quando si effettuano trattamenti sulle amalgame. La mascherina deve aderire perfettamente tutto intorno alla bocca. Sono consigliabili quelle utilizzate dai lavoratori che vengono a contatto con polveri e sostanze tossiche gassose e, naturalmente, va sostituita dopo ogni intervento. Deve proteggersi nello stesso modo anche l'assistente.

Occorre impiegare un'aspirazione di tipo chirurgico con due cannule, una situata sotto la diga e l'altra al di sopra. L'irrigazione deve essere massima: da una parte lo spray della turbina e dall'altra un getto aria/acqua diretto sul dente trattato. Nel rimuovere l'amalgama è essenziale cercare di eliminarla, con l'aiuto della turbina o dell'apparecchio a ultrasuoni, creando frammenti delle massime dimensioni possibili e la minore quantità possibile di polvere, per non inquinare l'ambiente immediatamente circostante. Le cavità vanno pulite con estrema cura. Abbiamo osservato più volte zone che contenevano resti di amalgama sia come sottofondo (secondo la pratica insegnata nelle università), sia per semplice negligenza. In questi due casi si verifica, e non è un caso, la recrudescenza dei sintomi.

Il ritmo della rimozione e della disintossicazione mercuriale va definito essenzialmente in funzione dello stato di salute, delle condizioni degli emuntori principali e secondari e delle capacità del sistema immunitario. In generale occorre procedere con molta cautela e accompagnare la rimozione delle amalgame con una terapia di disintossicazione mercuriale, secondo le tecniche di cui parleremo più avanti.
Procedendo nel modo illustrato e con la massima cautela, è possibile, in molti casi, evitare lo stadio delle otturazioni provvisorie, che generalmente vengono praticate con troppa fretta, senza precauzioni e in mancanza di una terapia disintossicante, con il risultato frequente di causare la frattura delle corone.  

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