Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
- Pagina
medicina
- Libri medicina
Prevenzione
e mezzi di informazione di massa
Evidenze empiriche
Gianfranco
Domenighetti
ORDINA IL LIBRO
Le fonti di informazione
sanitaria dovrebbero essere “al di sopra di ogni sospetto”, vale a
dire provenire dalle autorità pubbliche, dalle società professionali e
scientifiche. Fino ad oggi invece, i mezzi di informazione (giornali,
radio, televisione) costituiscono la principale fonte di notizie
sanitarie. Tuttavia secondo diversi studi, gli audiovisivi in campo
sanitario sono più una fonte di disinformazione e di contraddizione,
che uno strumento utile a permettere ai cittadini di migliorare il
proprio stato di salute o fare scelte più appropriate. Una revisione
della stampa britannica (120) ha dimostrato che l’attenzione di questi
mezzi di informazione è incentrata sulla malattia e la tecnologia
medica (aspetti che hanno solo una utilità marginale indiretta per il
paziente, utente potenziale). Quando è affrontato l’argomento
prevenzione, si tratta sempre di argomenti “da prima pagina”, come
l’AIDS o l’uso di stupefacenti. Di regola si concede poca attenzione
alle malattie più frequenti e ai fattori di rischio o di protezione
associati, controllabili da parte dei singoli. In realtà gli
audiovisivi sembrano privilegiare con particolare calore gli stati
morbosi poco comuni o rari. Per esempio un solo caso di rabbia ha
prodotto, nella stampa britannica, ben 41 articoli nel 1980, mentre le
83.000 morti per malattie respiratorie hanno provocato solo 8
pubblicazioni. Una analisi dei programmi televisivi ha mostrato che la
salute è percepita essenzialmente come “dipendente dagli esperti”,
“incentrata sull’ospedale” e “orientata verso la tecnologia”.
A leggere la stampa del decennio scorso, sui successi nella cura dei
tumori, ci sarebbe da stupirsi a constatare che la mortalità globale
standardizzata non solo non sia diminuita negli ultimi quaranta anni, ma
che sia addirittura leggermente aumentata (108, 122). A questo proposito
esistono differenze fra la stampa “più accreditata” (The Times,
Guardian, Telegraph, etc.) e quella “popolare” (Sun, Mirror, Mail,
etc.). sia per quanto riguarda la massa di articoli consacrati alla
salute, sia per quanto si riferisce alla loro qualità e al loro
indirizzo. La stampa di “alto livello” si occupa più spesso di
prevenzione, le dedica più spazio e l’orientamento degli articoli è
pedagogico. In realtà il ruolo della stampa è duplice. Quando essa
partecipa attivamente ad una azione concertata e coordinata di
promozione della salute (121), può rivelarsi un potente moltiplicatore
e catalizzatore dei cambiamenti di comportamento.
3.5
Evidenze empiriche
3.5.1 Informazione e consumo di cure
E’
sorprendente constatare che quando i pazienti fruiscono del secondo
parere medico, l’indicazione operatoria posta in un primo tempo, in
gran numero di casi può non essere confermata.
Ma oltre al supplemento di informazione, la pratica del secondo parere
medico, a nostro avviso ha anche una importanza pedagogica. Infatti
l’utente può rendersi conto “in prima persona” dell’insicurezza
che caratterizza la medicina, e anche dell’importanza della propria
responsabilità personale.
Interventi
chirurgici non confermati dopo un secondo parere medico liberamente
richiesto
Chirurgia
del ginocchio 48,1%
Isterectomia 42,0%
Prostatectomia 41,50%
Raschiamento uterino 33,3%
Intervento per cataratta 30,1%
Chirurgia della mammella 28,3%
Colecistectomia 12,0%
Fonte: Grafe WR. (33)