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Al prossimo blackout ritornerà il nucleare in Italia?
10/08/2004 - Marcello Pamio

Il 9 agosto 1945 alle ore 11:02, una bomba atomica esplode a circa 500 metri di altezza sopra la città di Nagasaki provocando 150.000 tra morti e feriti[1]. Pochi giorni prima la stessa sorte era toccata a Hiroshima con 140.000 morti su una popolazione di 350.000[2]. Uno dei più gravi genocidi che la storia ricordi è stato perpetrato dallo stato democratico e liberale per antonomasia: gli Stati Uniti d’America!
Il 9 agosto 2004 alle ore 15:30 è esploso il reattore numero 3 della centrale nucleare di Mihama, nella prefettura di Fukui a poco più di 300 chilometri da Tokyo. L’incidente, il più grave mai avvenuto in Giappone, ha provocato lo spegnimento automatizzato del nocciolo del reattore e sembra almeno quattro morti e diversi feriti. Un incidente avvenuto esattamente nel cinquantanovesimo anniversario della strage di Nagasaki (1945-2004).
Non è un po’ strana come coincidenza? Alle volte il destino si manifesta attraverso delle indicazioni lampanti, ma così plateali, che proprio per questa evidenza non vengono viste da chi di dovere...

La storia sappiamo è pregna di incidenti più o meno gravi a centrali nucleari, basta ricordare quello che è successo il 26 aprile del 1986 a Chernobyl in Ucraina, e purtroppo ce ne saranno ancora in futuro. La mia non è una visione catastrofica, è la semplice presa di coscienza della decadente situazione strutturale degli impianti attuali e dei pericoli insiti nel maneggiare l’energia nucleare. Basta pensare all’enorme energia che scaturisce dalla fissione nucleare (quell’energia racchiusa nell’infinitamente piccolo), alle radiazioni emesse e prodotte fisicamente sotto forma di scarti, e osservare le strutture sempre più fatiscenti delle centrali che dovrebbero gestire e contenere il tutto per rendersi conto che non si potrà MAI essere sicuri. La sicurezza - per i lavoratori delle centrali e la popolazione circostante - in ambito nucleare non esiste, e non può esistere! Tutto quello che ci dicono gli esperti del settore sono semplicemente delle idiozie belle e buone per convincere la popolazione. Ci avvertono, che poiché l’Italia rappresenta uno dei pochi paesi europei privi del nucleare (grazie al referendum del 1987) siamo dipendenti dall’estero, e, proprio perché siamo circondati da numerose centrali (solo in Francia ve ne sono 59), la nostra sicurezza è pressoché ridicola, per cui tanto vale aprire centrali!

E’ tutto vero, sia la dipendenza energetica dall’estero che il rischio esplosioni di centrali ai confini: ma non sono certo delle valide motivazione per buttarci a capofitto nel nucleare. Non trovate queste spiegazioni demenziali e soprattutto in malafede?
Ma nonostante tutto, ci stanno lentamente e inesorabilmente martellando mediaticamente per condizionarci a invertire il risultato del referendum popolare. Anzi, state certi che tra non molto - magari dopo un altro blackout nazionale - proporranno una nuova votazione pro-nucleare. Se volete, sono aperte le scommesse…
La domanda retorica è sempre la stessa: perché non vengono investiti soldi nelle ricerche, quelle serie, per trovare nuove energie che non siano dannose e inquinanti come il petrolio e pericolosamente radioattive come il nucleare? Mi riferisco all’eolico, al solare, al geotermico, all’idrogeno e di conseguenza alla fusione fredda, ecc.

Aprire una centrale nucleare, o riattivarne una in disuso da anni, non sono bazzecole: servono decine di miliardi di euro, senza contare il costo del loro mantenimento (i sistemi di sicurezza e quelli per il raffreddamento costano una follia ogni anno!). Tutti questi soldi, sottratti a noi consumatori, non andranno per il nostro benessere, nonostante la propaganda di regime, ma finiranno sempre e solo nelle casse delle multinazionali dell’energia. Se fossero veramente per il nostro «bene-essere», andrebbero verso una sistema energetico che non inquini, che rispetti l’ambiente in cui viviamo. Quindi verso noi stessi! La Terra è infatti un sistema vivente vero e proprio, è la stessa nostra Grande Casa e Grande Madre.
Il nucleare, il fossile (petrolio, gas) e quant’altro questi cialtroni privi di coscienza ci stanno proponendo e ci proporranno in un futuro molto prossimo, non può essere a beneficio dell’uomo per il semplice fatto che entrambi hanno come risultato finale, come controindicazioni, un inquinamento spaventoso per l’intero ecosistema. Il nucleare per esempio produce scorie nucleari non smaltibili (se non in migliaia di anni) che saranno sepolte nelle profondità degli oceani e/o mari oppure sotto milioni di metri cubi di cemento, per non parlare del rischio incidenti; il fossile invece continuerà imperterrito ad aumentare i deleteri gas serra nell’atmosfera. Ricordo che i più illustri climatologi a livello mondiale hanno avvertito i padroni della terra che per salvare il pianeta è necessario ridurre dell’80% le attuali emissioni! Non ridurre al 5%, come proponeva il Protocollo di Kyoto (affossato da George Walker Bush) ma addirittura dell’80 per cento!

Come nel caso della malattia, è utile ascoltare e interpretare i segnali (sintomi) che il corpo, in questo caso il pianeta, ci sta dando. In un simile contesto, l’«incidente» alla centrale nucleare di Mihama - verificatosi esattamente nel 59mo anno della strage - è la chiara indicazione (dall’alto) che il nucleare come fonte di energia, e per estensione, l’energia stessa intrinseca dell’atomo (che può sfociare nell’arma di distruzione di massa più criminale che esista: la bomba atomica), è profondamente sbagliata!!!
Meditiamo gente, meditiamo…

Note:

[1] http://www.csi.ad.jp/suzuhari-es/1000cranes/nagasaki
[2] http://www.pcf.city.hiroshima.jp/peacesite/English/Stage1/S1-5E.html 


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