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Ci risiamo: Netanyahu incontra Cheney
Tratto Movimento internazionale per i diritti civili - Solidarietà - www.movisol.org  
12 settembre 2006

Il 5 settembre il presidente del partito israeliano Likud, Benjamin Netanyahu, ha incontrato a Washington il vicepresidente Dick Cheney. Anche se Netanyahu non ha voluto rilasciare commenti sui contenuti dell’incontro, vi sono buone ragioni per temere che i temi principali siano stati l’Iran e i preparativi per una “nuova tornata” contro Hezbollah in Libano. Il 17 giugno Netanyahu e Cheney ebbero un incontro semi-segreto, con la partecipazione di Donald Rumsfeld, in occasione della conferenza che l’American Enterprise Institute tenne a Beaver Creek in Colorado. Solo qualche settimana dopo, Israele lanciò l’aggressione armata contro il Libano.

Incontrando poi 15 senatori, in questa nuova visita a Washington, Netanyahu ha caldeggiato l’idea di Cheney di minacciare l’Iran con la forza militare se non pone fine al suo programma nucleare. Ad una conferenza stampa dopo questo incontro ha detto ai giornalisti che l’opzione militare contro l’Iran dovrebbe essere “contenuta” in un pacchetto di dure sanzioni.
Netanyahu è anche stato a Filadelfia per partecipare, insieme all’ex direttore della CIA James Woolsey, ad un seminario del National Museum of American Jewish History. Woolsey è stato uno dei neocon più impegnati a proporre l’opzione militare contro l’Iran. L’avvenimento è stato organizzato da un vecchio compagno di scuola di Netanyahu, Steven L. Friedman, grande organizzatore di fondi per il Likud.

Netanyahu ha anche parlato all’Hudson Institute, un altro tempio dei neocon, dove ha detto che il discorso sulla guerra al terrorismo pronunciato da Bush il 5 settembre non ha ricevuto l’attenzione dovuta. A proposito dell’Iran ha detto che il Presidente si sta preparando a rinunciare a lavorare attraverso le Nazioni Unite per appoggiarsi a chiunque voglia stare con lui.
In un’intervista al Jewish Current News, l’ex premier ha definito la guerra tra Israele e Libano “la prima bordata nella battaglia del mondo libero contro il fondamentalismo Sunnita, o meglio Sciita”. L’Iran è determinato ad ottenere armi nucleari per costruire un “impero islamico”, ha detto Netanyahu, “ed è per questo che l’impegno del Presidente Bush ad impedire che l’Iran si doti di bombe nucleari è la decisione più importante di questa epoca”. L’ultima guerra in Libano è stata solo “il primo round, ne seguiranno altri e dobbiamo prepararci ... Dovrebbe esserci una divisione del lavoro. Israele dovrebbe smantellare la macchina militare di Hezbollah e distruggere l’arsenale missilistico. Questo non è ancora stato ottenuto, ma ad un certo punto dovrà essere fatto, e al tempo stesso, gli Stati Uniti devono guidare un’iniziativa, propria o internazionale, per disarmare l’Iran dell’arsenale nucleare”.

Ammettendo in pratica che il “primo round” è stato un’operazione congiunta di Cheney e Israele, Nethanyahu ha detto: “Questo era il programma prima che la guerra cominciasse ed è ancora il programma dopo la fine della guerra, o dopo la fine di questo round della guerra”.
In Israele è molto diffuso il timore che il governo del primo ministro Ehud Olmert possa cadere entro due o tre mesi, che il suo partito Kadima finisca per andare in frantumi, e una grossa componente finisca per rientrare nel Likud di Netanyahu. In tal caso quest’ultimo otterrà il compito di formare il nuovo governo

 
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