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Libano del Sud: 100.000 bombe inesplose
di Flaviano Masella e Maurizio Torrealta - tratto da RaiNews24
 http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchieste/bombe_inesplose.asp 

Per la prima volta un militare israeliano accetta di parlare in televisione della guerra in Libano e lancia un allarme: “Il mio battaglione ha sparato circa 1800 missili, ogni missile contiene all'interno 650 bombe, si tratta di circa 1,2 milioni di bombe cluster”. La percentuale di ordigni inesplosi nelle bombe a grappolo, si aggira intorno al 10 percento, dunque in Libano del Sud si trovano circa 100 mila bombe inesplose. 
Questa puntata dell’ Inchiesta di Rainews24 è stata realizzata da Flaviano Masella e Maurizio Torrealta, andrà in onda, anche in chiaro su Rai Tre, alle 7.40 di Giovedì 28 settembre.

Il soldato israeliano racconta: «In un’occasione avremmo dovuto utilizzare contemporaneamente tutti i missili a disposizione del nostro battaglione. …Doveva avvenire alle 4.45 del mattino. In seguito quest’ordine fu più o meno cancellato. Sparammo solo alcuni colpi, e avvenne molto molto più tardi. Pochi giorni dopo siamo stati informati che questa missione avrebbe dovuto colpire alcuni villaggi all’ora in cui si prevede che la gente esca dalle moschee. E questo perché avrebbe provocato grande terrore e paura tra la gente, e non sarebbero più usciti per andare a sparare i katiusha..»

«Ogni volta che sparavamo onestamente io pensavo ‘per favore no’. Speravo che succedesse qualcosa per cui non avrebbe funzionato, che il missile non si sganciasse, che fosse cancellata la missione. Molte delle missioni che ci sono state assegnate sono state cancellate. Ma abbiamo sparato abbastanza. Per parte mia, ho provato, se potevo un po’ ritardare qualcosa, in modo da provocare la cancellazione della missione. Ho provato a fare cose così, ma con molto tatto, solo verificando una volta di più la sicurezza per le cariche o… qualcosa per ritardare. È molto difficile non pensare alla gente in città molto vicine a te, perché in realtà eravamo dove’è la retroguardia e si vedono i civili che soffrono per i katiusha … un katiusha che ti cade vicino fa molta paura. Ed è difficile pensare che quello che fai sia così sbagliato. Però quest’arma è talmente, talmente… dire di massa non è abbastanza….Una specie di giorno del giudizio, sì. Perché tu semplicemente riempi un intero blocco di territorio, lo riempi completamente con queste piccole bombe, ma non così piccole in realtà e questo provoca grandi danni, enormi. ….. è un’ arma contro obbiettivi di massa, dove c’è molta gente, molte macchine.

Nonostante l’allarme, confermato anche dalle Nazioni Unite, Israele non ha ancora consegnato le mappe precise, dei luoghi bombardati con le bombe a grappolo, in cui si troverebbero le bombe inesplose. Sono state fornite delle mappe giudicate dalle Nazioni Unite insufficienti per l’ identificazione di questo tipo di ordigni.

«Nel mio caso - continua il militare - ciò che ho fatto era il mio dovere, ed è fatto, non si può tornare indietro. Ma queste bombe sono ancora là. E qualcuno deve prendersene la responsabilità. Credo che dovrebbe essere il mio paese, Israele deve prendere la responsabilità di questa questione, affrontare ciò che ha fatto, dare le mappe o qualunque cosa possa aiutare. Non capisco perché questo debba essere oggetto di disputa. Queste persone sono là, i Libanesi non sono nostri nemici adesso. Forse alcuni di loro erano nostri nemici un mese fa, ..ma adesso questa gente non è nostra nemica, non siamo in stato di guerra contro di loro, ma sono legati a centinaia di migliaia di bombe che abbiamo lasciato là. Non vedo alcuna ragione plausibile per cui non dovremmo occuparci di questo, consegnando le mappe consegnando i dati, mandando soldi. Ci sono molte cose che si possono fare. …Io amo il mio paese e penso che stia commettendo un grave errore, è come se vedessi qualcuno che sta facendo qualcosa di terribilmente stupido e non lo potessi fermare. Credo che questo paese adesso stia facendo cose che ci esploderanno in faccia. Perché non ci fermiamo prima che diventi un problema ancora più grande? I rifugiati devono tornare alle loro case adesso e tutto è distrutto. Ok, è a causa nostra, e noi possiamo dire che è a causa loro. Ma comunque questi sono gli effetti con cui ci dobbiamo confrontare

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