Kissinger, il grande mestatore
tratto da www.nexusitalia.com

da Rinascita del 22 novembre 2001

I guerrafondai? Tutti simpatizzanti dei talebani: così un'analisi dell'Executive Intelligence Review. L'ex segretario di Stato USA Henry Kissinger, autonominatosi portabandiera della guerra mondiale al terrorismo, è un truffatore. Il 31 ottobre ha tenuto un discorso al Center for Policy Studies, il pensatoio londinese della Mont Pelerin Society, dichiarando che la salvaguardia "dell'ordine mondiale" può essere garantita soltanto con la completa distruzione del regime talebano e della rete terroristica Al Qaeda di Osama Bin Laden.        

Kissinger ha elogiato la "special relationship" tra Inghilterra e Stati Uniti di cui si fa promotore il governo di Tony Blair ed ha aggiunto : "La guerra in Afghanistan dev'essere vista come un attacco al più evidente protettore del terrorismo e contro il suo rappresentante più simbolico, Bin Laden". Secondo Kissinger "non si può accettare un risultato ambiguo: il governo talebano dev'essere eliminato e la rete di Bin Laden dev'essere distrutta senza mezzi termini ... Perché se restano ancora in giro, i talebani diventeranno un emblema del fatto che è possibile resistere alla più forte delle nazioni ed ai suoi alleati ... Ciò avrebbe un effetto pericoloso su tutti". Kissinger ha minacciato quelle nazioni che fanno "il minimo ritenuto opportuno" contro l'Afghanistan, come la Siria e l'Iran, dicendo che arriverà il momento in cui "i paesi saranno obbligati a scegliere tra la loro permanenza nella coalizione o impegnarsi in operazioni di sostegno al terrorismo".

Nella realtà dei fatti, fino solo a qualche tempo fa Kissinger è stato uno dei principali apologeti e sostenitori del regime talebano insieme ad Arnaud de Borchgrave, il direttore del Washington Times del rev. Sun Myung Moon e della United Press International (UPI), oggi anch'egli impegnato a caldeggiare l'obliterazione di Bin Laden e dei tabelani.   

È dimostrato che i collegamenti tra ambienti di potere negli USA e Bin Laden non cessarono all'epoca dei ritiro dell'Unione Sovietica dall'Afghanistan nel 1989, ma che la sponsorizzazione di fatto dei talebani è continuata fino all'estate del 2001.              

Kissinger si è attivamente adoperato a far sì che il regime talebano non finisse sulla lista ufficiale degli sponsor del terrorismo, come riferisce anche il Washington Post del 5 novembre in un articolo di prima pagina, firmato da Mary Pat Plaherty, David Ottaway e James Grimaldi, intitolato "Come l'Afghanistan si è sottratto alla lista degli sponsor del terrorismo".

Per salvaguardare gli interessi della Unocal, che lo aveva ingaggiato come consulente, Kissinger si sarebbe rivolto al Dipartimento di Stato per chiedere che non fossero imposte sanzioni contro l'Afghanistan, dove la Unocal aveva deciso di costruire un oleodotto, proveniente dall'Asia Centrale, che doveva attraversare I'intero paese. "Per assicurarsi i necessari finanziamenti di enti come la Banca Mondiale, la Unocal aveva bisogno del riconoscimento formale del Dipartimento di Stato al governo talebano in Afghanistan. La Unocal ingaggiò gente di casa al Dipartirmento di Stato: l'ex segretario di Stato Henry Kissinger, l'ex ambasciatore speciale John J. Maresca e l'ex ambasciatore in Pakistan Robert Oakley", dice tra l'aItro l'articolo del Washington Post.              

Il 12 febbraio 1998 Maresca, in veste di vice presidente dei rapporti internazionali della Unocal,testimoniò alla Sottocommissione Asia e Pacifico del Congresso USA caldeggiando la costruzione dell'oleodotto afgano, che avrebbe tagliato fuori la Russia e l'Iran dall'importante mercato del petrolio e del gas dell'Asia Centrale. Maresca notò che un  oleodotto in Iran era fuori discussione a motivo delle sanzioni USA vigenti, per cui "l'unica opzione che resta è l'oleodotto che attraversa l'Afghanistan". Disse anche che l'Unocal "non favorisce nessun gruppo" tra le fazioni rivali afgane, ma desidera che gli USA sostengano i talebani riconoscendone il governo. Qualche giorno prima di tale testimonianza la Unocal aveva invitato a Washington una delegazione talebana per incontrare parlamentari ed esponenti del governo.         

Il caso di Borchgrave é ancora più palese. Nel giugno 2001 lui era a Kandahar in Afghanistan, per intervistare il capo talebano Mohammed Omar Akhund. L'intervista, diffusa dalla UPI il 14 giugno, elogiava il leader talebano presentandolo come un eroe rimasto ferito ben cinque volte nella guerra contro l'aggressore sovietico. De Borchgrave presentava Omar come colui che si stava seriamente occupando di mettere Bin Laden sotto controllo, esprimendo rammarico per la mancata collaborazione degli USA che non trasmettevano le prove richieste a carico di Bin Laden, affinché potesse essere processato da un tribunale afgano.        

Dopo l'11 settembre però, Kissinger e de Borchgrave e altri "amici" dei talebani sono diventati i più accesi sostenitori delle operazioni militari in Afghanistan. Il 23 settembre l'UPI ha denunciato l'intero clero islamico pakistano come sostenitore del terrorismo talebano.                  

Nel discorso di Londra, Kissinger si è dimostrato un portavoce di quegli "ambienti canaglia" che si sono alleati all'Inghilterra per condurre gli USA in uno scontro di civiltà. "Non parlo solo per conto dell'amministrazione Bush", ha infatti detto Kissinger ai suoi 800 ascoltatori, prima di passare a spiegare la sua tesi di fondo secondo cui la pace con l'lslam è impossibile. C'è una differenza fondamentale "che forse soltanto l'Inghilterra e l'America" riescono a capire ha detto Kissinger. Ha poi detto che l'11 settembre ha risvegliato gli americani dall'indifferenza forse di più di quanto non avvenne con Pearl Harbor. "Fino a quel momento il pubblico americano si sarebbe meravigliato a sentir dire che tra gli Stati Uniti e l'Islam vi sono differenze fondamentali ... che potesse esistere qualcosa come la guerra tra le civiltà".

Dopo aver ammesso la sua "impazienza", di fronte alla lentezza delle operazioni militari, Kissinger ha aggiunto che "se la vittoria in Afghanistan è l'unico scopo ... finiremo per scoprire che il terrorismo tornerà a colpire". Invece, la presa di posizione di un paese di fronte al terrorismo costituirà il modo in cui "ridefinire il sistema internazionale". Ha detto anche che la politica dell'amministrazione Bush essenzialmente concede ai gruppi palestinesi "di circolare liberamente".

Oggi Kissinger è un esponente del Defence Policy Board, organismo di consulenza del Pentagono, in cui è stato ammesso dal presidente dell'organismo Richard Perle. Perle a sua volta appartiene alla cosiddetta "cabala di Wolfowitz" composta dai personaggi più impegnati a trasformare la "guerra al terrorismo" nella terza guerra mondiale. Kissinger e Perle caldeggiano l'espansione delle operazioni della "coalizione anti-terrorismo" per estendere simultaneamente le ostilità contro diversi paesi islamici, a cominciare dall'Irak. Sia Perle che Kissinger figurano ai vertici dell'impero massmediale Hollinger Corp, un ente spionistico di fatto, con centro a Londra che pubblica tra l'altro il Daily Telegraph e Jerusalem Post, ed è presieduto dal canadese Konrad Black. Il Telegraph, insieme alle pubblicazioni di Moon, è il portabandiera della propaganda di guerra sui mass media. 

 
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