|
-
Pagina terrorismo
- Pagina medicina
Il
vero super-terrorista
Maurizio
Blondet – 8 novembre 2006
Effedieffe,
visto su ComeDonChisciotte
Elezioni
in USA, e
i nostri governi, solleciti del nostro vero bene, tornano a salvarci dal
terrorismo islamico.
Si
vola senza lozioni né dentifricio.
Si condannano terroristi in Italia e in Inghilterra.
In USA, nessuno può più entrare senza una «clearance» di sicurezza
preventiva.
L’allarme è tenuto vivo: le misure di controllo sono per il nostro
bene.
Ci stanno salvando da morti violente, esplosioni, crolli.
Efficacemente, bisogna dirlo.
In USA, i morti per terrorismo sono ancora i 2.996 disgraziati dell’11
settembre 2001; poi, più nulla.
In
Europa, diciamo tre-quattrocento, fra Londra e Madrid.
Joseph Mercola,
un medico americano che scrive su internet, cita alcune cifre per
confronto.
Le
cifre hanno la loro eloquenza, non c’è che dire.
Per incidenti d’auto, in USA muoiono 45 mila persone l’anno:
nessun allarmismo prego, c’è un’industria dietro, che merita
rispetto.
Per AIDS, 13 mila persone l’anno: non c’è da preoccuparsi,
è uno degli effetti collaterali di uno stile di vita molto apprezzato e
promosso sui media e dalla pubblicità.
Ci mancherebbe che i governi si mettessero a fare, sulla cosiddetta «categorie
a rischio», controlli polizieschi asfissianti come quelli che impongono
ai viaggiatori negli aeroporti.
Quanto alle «morti iatrogene», causate cioè da errori medici, di
somministrazione o chirurgici, a lungo la cifra dei morti è stata
valutata sui 250 mila all’anno.
Ora un libro, «Death by Medicine», dei dottori Gary
Null, Carolyn Dean, Martin Feldman, Deborah
Rasio e Dorothy Smith, ha cercato di accumulare tutti i dati
disponibili.
Ecco
alcuni loro risultati:
Per
«reazioni avverse ai farmaci» muoiono 106
mila americani l’anno.
Per «errori medici o diagnostici», 98
mila.
Per «piaghe da decubito», 115
mila.
Per infezioni ospedaliere, 88
mila.
Per «procedure non necessarie», 37.136.
A seguito di operazioni chirurgiche, 32
mila morti.
Il numero di «malati esterni» agli ospedali che muoiono è di 199
mila.
Ben
108.800 muoiono per «malnutrizione» di tipo iatrogeno, ossia per
alimentazioni ordinate dai medici.
Nel complesso, secondo i dottori sopra citati, la medicina tecnologica,
la farmacologia industriale e la chirurgia esagerata ammazzano, ogni
anno, 783.936 americani.
Un solo farmaco della Merck,
il Vioxx (anti-dolorifico ampiamente usato contro le artriti e i dolori
mestruali) ha sterminato tra 60 e
130 mila persone.
Dicesi 783.936.
Poiché le morti in USA per qualsiasi causa sono ogni anno
2,4 milioni, bisognerà dedurne che un americano su tre muore di
mala-medicina.
Per
competere con queste cifre, Al Qaeda dovrebbe dirottare e far
precipitare, diciamo, sei Jumbo-jet al giorno per un intero anno: cosa
impossibile anche per i kamikaze più decisi, armati che siano di
taglierino o di lozione dopo-barba.
Un
americano ha il 16.400 per cento di possibilità in più di morire per
mano dell’industria sanitaria, che di Osama bin Laden.
Il dottor Mercola infatti punta il dito sulla medicina come industria: «Farmaci vengono prescritti in eccesso - specie gli antibiotici - e una quantità di operazioni chirurgiche non necessarie vengono eseguite, perché le industrie che producono medicinali e tecnologia medica vogliono continuare a vendere, esse usano la loro potenza finanziaria per influenzare quello che si insegna nelle università, quali tecniche si usano negli ospedali, quali farmaci vengono prescritti e quanto spesso, il tutto per massimizzare i loro profitti».
La
sanità basata sulle assicurazioni private
ha una parte cruciale in questa strage: perché trascura completamente i
poco costosi accorgimenti della medicina preveniva (alimentazione
fresca, movimento regolare, mutamenti degli stili di vita più malsani)
e interviene solo a patologia instaurata, per curare - a pagamento - i
mali provocati dalle cause trascurate.
E
per questi risultati, gli americani pagano caro: 7 mila dollari a testa
all’anno costa loro la sanità privata.
I terroristi islamici non solo ammazzano meno, ma ammazzano gratis.
Il
resto lo fa l’industrializzazione della medicina, la vita ospedaliera
dove il paziente è parte di una catena di montaggio, sottoposto a «protocolli»
e procedure autorizzate.
Spiace non aver trovato, nel libro sopra citato, una valutazione
specifica dei morti provocati dalle «cure» del cancro consistenti in
radioterapia e chemioterapia: cure mai testate clinicamente (perché
nessuna clinica ha il coraggio di irradiare o sottoporre a chemio il
gruppo di sani, necessari per il controllo in doppio cieco) ma che
vengono utilizzate di routine dopo l’estirpazione chirurgica del
cancro, nella vaga convinzione che i veleni e il bombardamento atomico
uccidano «prima» le cellule tumorali che le sane.
Il
dottor Mercola ha qualche obiezione anche sull’industria
alimentare americana: secondo lui provoca qualche malattia a 76 milioni
di consumatori l’anno; l’abuso di surgelati - la cui conservazione
nella catena del freddo è meno che garantita - e di cibi trattati in
grandi aziende, sono la causa di vari guai, anche seri.
Di
recente, un’epidemia di E. Coli è stata fatta risalire alla dita che
produceva le confezioni di spinaci incriminati, che si chiama (ironia)
Natural Selection Food: tonnellate di spinaci provenienti dalle più
varie coltivazioni vengono lì lavate tutte insieme; ovviamente, la
partita con l’E.Coli - un batterio fecale - ha diffuso il microbo alle
partite sane.
Se
c’è qualche dubbio sull’igiene - come nelle macellerie industriali
- la carne infetta viene irradiata con ultravioletti (o forse
addirittura con raggi gamma): ciò che uccide i microbi, e insieme le
proprietà «vive» del cibo.
Secondo il dottor Mercola, l’irradiazione viene usata dalle aziende
per risparmiare sui costi della pulizia, che dovrebbe essere accurata,
degli ambienti, dei pavimenti e dei contenitori di lavorazione.
Nessun
allarmismo, per carità.
I
nostri governi già ci salvano ogni giorno dai terroristi, non
pretenderete mica che ci salvino dalle industrie e
dall’industrializzazione della vita.
Non troverete mai un Magdi Allam
ad alzare la voce contro questo pericolo imminente, né un Giuliano
Ferrara a raccomandare un’altra guerra per difenderci dal Vioxx,
dagli antibiotici inutilmente prescritti che hanno fatto nascere batteri
resistenti, dalle operazioni superflue nel reparto oncologico, dalla
chemioterapia di precauzione.
«Allunga la durata della vita», assicura Veronesi,
il nostro scienziato principe.
Chi è, dopotutto, il dottor Mercola?
Togliete piuttosto la lozione dal bagaglio a mano.
Tuttavia, le cifre hanno la loro eloquenza.