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Contro la Halliburton arriva la carovana della pace
di Lara Polsoni

ORTONA – Ieri la Carovana della Pace del Sud Italia è approdata anche ad Ortona per manifestare insieme ai comitati locali contro la multinazionale Halliburton, colosso finanziario assai discusso in tutto il mondo per il sostegno alle operazioni militari e la gestione degli appalti per le opere pubbliche di ricostruzione in Iraq, oltre che in Abruzzo, in particolare, per la gestione della vendita delle acque dei fiumi abruzzesi alla Puglia, in collaborazione con un’altra multinazionale, la Black & Veatch. 
Suddivisa in due momenti distinti (manifestazione in P.za Repubblica la mattina, sit-in pacifista davanti ai cancelli della Halliburton, nella Zona Industriale S. Elena il pomeriggio), la protesta intendeva richiamare l’attenzione sui temi più “caldi” sia a livello locale che internazionale. Contro la privatizzazione delle risorse idriche, contro il Terzo Traforo del Gran Sasso, ma anche contro la presenza, ad Ortona (l’unica altra sede in Italia è a Ravenna) di una multinazionale con forti interessi economici nell’occupazione militare in Iraq. Oggi, presso la sede dell’Università “G. D’Annunzio” di Pescara, gli studenti saranno in collegamento con un docente dell’Università di Baghdad: si parlerà di un progetto di ricostruzione della biblioteca dell’Università irachena, andata completamente distrutta durante i bombardamenti.

“Il nostro percorso con la Carovana della Pace terminerà ufficialmente con la manifestazione pacifista del 20 marzo a Roma,  ma la rete che si è costituita grazie a noi continuerà a lavorare per il disarmo”,  mi spiega Nella Ginatempo, del Tavolo Basta Guerra Social Forum, coordinatrice di Carovane della Pace del Sud Italia. “La nostra attività è stata quella di sostenere ed ascoltare le problematiche sollevate dalle varie comunità locali, là dove ci veniva segnalato: in Campania e Sicilia, ad esempio, abbiamo manifestato insieme alla popolazione contro gli inceneritori; siamo stati a Scanzano e Rapolla, luoghi minacciati dall’invasione di scorie nucleari, e poi ancora alla distilleria di Partinico, all’industria petrolchimica di Augusta. La Halliburton che avete qui ad Ortona, oltre a gestire gli appalti pubblici per la ricostruzione in Iraq, noleggia al Governo italiano delle truppe mercenarie che vengono pagate per sorvegliare e proteggere i Carabinieri a Nassirya, che a loro volta sorvegliano pozzi petroliferi. Grazie ad una legge di liberalizzazione approvata dal governo provvisorio in Iraq è stato consentito a tutte le grandi multinazionali di mettere le mani sulle opere di ricostruzione e sulla gestione delle risorse economiche del Paese, senza alcun controllo”.
Su uno dei finestrini della Carovana fa bella mostra di sé  un disegno dei bambini di Partinico, una esplosione di colori e di speranza che ha la forza di offuscare tutti gli altri simboli, di cui pure queste manifestazioni sono ben fornite, come degli slogan: “L’unico antidoto al terrorismo è la forza del pacifismo”, che fa eco al coro dei manifestanti spagnoli della scorsa settimana: “Né complici della guerra, né bersaglio di ritorsione: vogliamo soltanto la pace”.

In un clima di mobilitazione generale su più fronti, dunque, l’appello al disarmo è il filo conduttore, senza dimenticare la volontà di preservare quelle risorse ambientali preziose per il nostro territorio messe in pericolo, a detta dei comitati locali (Abruzzo Social Forum innanzitutto), da una politica di privatizzazione che rischia di subordinare l’impiego di tali risorse ad una logica di profitto e non più soltanto di erogazione di un servizio o di garanzia di un bene comune.

 
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