Personaggi da non dimenticare

 

- Giordano Bruno
- Nikola Tesla
- Paracelso
- Geer Ryke Hamer

 

Giordano Bruno

Tratto da La Futura Scienza di Giordano Bruno di Giuliana Conforto, ed. Macro

Giordano Bruno (1548-1600) è uno dei grandi saggi che sapevano senza bisogno di conoscere; hanno compiuto "miracoli", fatto magie, intrapreso grandi avventure, sfidato la morte, espresso una sapienza più profonda ed ampia dei loro tempi e persino di quelli attuali: scienza eretica, ermetica così semplice da spiegare i più grandi misteri, le origini, la vita e la morte dell'uomo.
Il 17 febbraio 1600 in piazza Campo de' Fiori al centro di Roma fu arso vivo sul rogo. Era l'esecuzione di una sentenza pronunciata dopo un processo durato otto anni: la sua "colpa" era eresia, ovvero idee audaci, contrarie alla dottrina della chiesa cattolica. Si uccideva allora il suo corpo, ma non il suo pensiero, non la traccia di quella filosofia delle filosofie che unisce tutti i saperi e ha il dolce, sublime profumo della verità. 
Quale verità? L'immortalità dell'essere umano!
La sua vita ha segnato la storia del Rinascimento. L'eco della sua esistenza, del lungo processo e del rogo si è poi spenta per più di due secoli, sepolta negli archivi del vaticano. Fu la presa di Roma da parte delle truppe di Napoleone (1809) ad aprire gli archivi e a portare i documenti a Parigi, dove tutta la storia venne alla luce. 

- "Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo."

- "Verrà il secolo in cui l'uomo scoprirà forze potenti nella Natura."

- "Dio è atto puro, luce purissima, è l'Uno da cui tutto origina e che è nel tutto. Tutto è Dio e Dio è il tutto..."

- "...Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo."

- "...L'uomo che infligge morte è colui che più la teme; è un paradosso, ma chi procura la morte, cerca disperatamente di comprenderla, di penetrare la mente di Dio."

- "...Il tempo è l'interazione tra il concepimento di un'idea e la sua manifestazione."

- "...Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto."

- "...Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco..."

- "La morte è il dissolversi dei vincoli, tra il corpo composto da atomi e il corpo diafano e trasparente che è l'essere sustanziale."

- "Non è la materia che genera il pensiero...è il pensiero che genera la materia."

- "...Dio il Signore di tutta la natura, ha concepito tutti gli esseri e ha concesso a loro questo mistero della riproduzione eterna che comprende in sé l'affetto, la gioia, l'allegria, il desiderio e l'amore divino..."

- "...In nessuno modo un corpo può agire su un corpo, né la materia sulla materia, né parti della materia e del corpo possono agire su altre parti, ma ogni azione proviene dalla qualità, dalla forma ed in definitiva dall'anima..."

- "...L'anima infatti abbandona il suo corpo alla fine della vita, ma non può certo abbandonare il corpo universale, né essere abbandonata da questo..."

- "C'è un'unica vera Luce che illumina gli universi ed un unico Sole che li rende vivi."

- "...Chi perciò consistendo nel luogo e nel tempo, libererà le ragioni delle idee dal luogo e dal tempo, si conformerà agli enti divini..."

- "Il linguaggio degli astri è musica, è canto che si riflette anche nell'uomo perché...c'è un'aurea catena che collega la terra al cielo..."

Omaggio a Giordano Bruno (febbraio 2003)


Giordano Bruno è ricordato maggiormente per il "torto" che subì piuttosto che per l'eccelso pensiero filosofico che aveva concepito. Questa forse è l'ingiustizia più grande!
Lui che ascoltando l'atroce verdetto, sfinito dalle sevizie e da otto anni di dura detenzione, si rivolse ai suoi accusatori con la memorabile frase: "Forse voi giudici pronunciate la sentenza contro di me con più paura di quanto io ne abbia nell'ascoltarla". Lui che aveva osato rivoluzionare la cosmologia del suo tempo proponendo un concetto di universo infinito che avrebbe spianato la strada alla scienza moderna. Lui, povero frate ritenuto colpevole di eresia per quella sua mente troppo geniale, avrebbe anzi avuto di che nobilmente compatire la miopia di quegli altissimi prelati che, temendo la gloria del suo professare, ne eternavano con il fuoco la figura, e con essa la parola ma anche la significatività dell'immagine.
"Erano tempi in cui certe cose accadevano"
è la difesa, debole e qualunquista, di chi crede che, storicizzando senza riserve, si possa incondizionatamente giustificare tutto e tutti.
A quattro secoli dall'assassinio, onoriamo Giordano Bruno quale precursore che proclamò la pluralità dei mondi e la vita cosmica.
Battezzato col nome di Filippo, assunse quello di Giordano quando vestì l'abito monastico nel convento di San Domenico a Napoli, dove fu sacerdote e, infine, dottore in teologia. Studiò avidamente poeti e filosofi raggiungendo un elevatissimo grado di cultura ed affermandosi subito come quell'eccellente e raro ingegno che doveva in seguito dimostrarsi. Ma dalle letture dei grandi pensatori del passato (da Eraclito a Parmenide a Lucrezio a Copernico, Lullo e tanti altri) fu ben presto distolto per soddisfare una insofferente smania di ricerca verso nuovi orientamenti: si aprì così a studi che lo indussero a quegli atteggiamenti eterodossi giudicati sufficienti dai suoi superiori per sospettarlo, ed in breve accusarlo, di eresia. Lasciato per due anni l'abito religioso, vaga per la Liguria, Piemonte, Veneto e Lombardia, fino a passare le Alpi e raggiungere Ginevra, dove l'irrequieto spirito aderisce al calvinismo per poi fuggire dopo aspre conteste. Ottiene dunque a Tolosa il dottorato nelle arti e la cattedra e, a Parigi accolto da Enrico III, un incarico accademico stipendiato. Qui nella capitale francese, compone le tre opere fondamentali intorno alle sue teorie sull'arte combinatoria e la mnemonica, materie cui egli attribuisce tutto il suo sapere, sorta di "segreto per l'apprendimento" che, attuabile o no che fosse, fu probabilmente la causa del peggior tiro che l'invidia gli avrebbe procurato in futuro. Abbandona la Francia a causa dell'incombente ripresa della guerra civile, giunge in Inghilterra con la protezione dell'ambasciatore francese, il Conte Castelnau. Da Londra a Oxford quale leggitore di filosofia e astronomia, ma, in seguito a pesanti dispute con quei teologi, ritorna sui suoi passi ospitato dallo stesso Castelnau. Tormentato animo, Bruno non si ferma, e, dopo altri svariati soggiorni europei approda a Francoforte, città che per prima dà alle stampe tre dei suoi poemi latini. Ma (destino volle) accetta l'invito a Venezia del nobile Giovanni Mocenigo. Che cosa avvenne tra i due per scatenare la perfidia del patrizio veneziano è cosa che sta fra due versioni: quella ufficiale, dichiarata dal Mocenigo, di aver sentito l'ospite bestemmiare e proclamare eresie: l'altra deduttiva e molto più probabile, della vendetta di questi per essere stato deluso della scarsa applicabilità dell'arte della mnemotecnica c'egli era desideroso di apprendere. Fatto sta che, prelevato alle tre di mattina da casa Mocenigo e incarcerato al Sant'uffizio di Venezia, il calunniato fu vinto. Non sarà mai più libero.

tratto da Il Giornale dei Misteri n°344 Giugno 2000 - di Fulvio Cariglia 


 

 

 

 

 

 

Nikola Tesla

Quanti conoscono il nome di Tesla?
Forse qualcuno che ha studiato elettronica e nei libri di scuola si è imbattuto nell'omonima unità di misura? Ma quanti invece sono a conoscenza della vera grandezza di questo personaggio, che oltre ad aver sviluppato teorie, progettato e costruito macchine che ancora oggi noi utilizziamo e che diamo per scontate, ma che all'inizio sono state originate da ingegnose speculazioni filosofoteoretiche? macchine in anticipo sui tempi e che hanno portato nel dimenticatoio uno dei più grandi scienziati del nostro secolo!
Ma vediamo chi è Nikola Tesla:
Nacque l'11 luglio 1856 a Smiljan in Croazia, dal reverendo Milutin Tesla e Djouka proprio allo scoccare della mezzanotte mentre imperversava un violento temporale. La levatrice che assisteva la madre disse che il bambino sarebbe stato "il figlio della tempesta". (Non poteva sapere quanto fosse appropriata quell'osservazione ndA)
Infatti già all'età di tre anni si eccitava per le scintille che l'elettricità statica provocava nel pelo del suo gattino, e da allora il suo interesse per quel fenomeno non mutò fino alla sua morte, avvenuta nel 1943.
Dopo aver abbandonato la famiglia si stabilì in America e iniziò a lavorare sotto il grande inventore Edison, dove acquisì esperienza e soprattutto dove conobbe le persone che influenzeranno tutta la sua esistenza. Edison basava tutte le sue scoperte elettriche sulla corrente continua, mentre Tesla aveva in mente un sistema di corrente alternata, quindi non più corrente sempre con la stessa polarità, ma invece una corrente che alterna la sua polarità con una certa frequenza fissa e prestabilita. A posteriori sappiamo quanta ragione aveva Nikola Tesla nel cercare in tutti i modi i

finanziamenti adeguati, perché la corrente alternata offre vantaggi economici notevoli rispetto a quella continua. Per dimostrare la sua teoria costruì tre gruppi completi di motori a corrente alternata che utilizzavano diversi tipi di corrente alternata, il più semplice lo chiamò monofase, utilizzava due fili. Progettò inoltre un sistema bifase, che utilizzava due correnti collegate e un trifase, che ne utilizzava tre. Successivamente lo vediamo alle prese con la "bobina Tesla", un dispositivo che utilizzava la risonanza per produrre alta frequenza, elettricità ad alto voltaggio. Al tempo stesso sviluppò un sistema di condensatore e bobina di sintonia, che è alla base di tutte le radio e televisioni moderne. Tesla brevettò la bobina Tesla e il dispositivo di sintonia radio sei anni prima che Marconi brevettasse la prima radio. Tesla non era bravo negli affari, mentre Marconi lo era, quest'ultimo infatti lavorò assieme al governo e i militari per portate avanti le sue idee.

Iniziarono, finalmente per lui, una serie di esperimenti con campi elettrici enormi, con fulmini creati in laboratorio di diverse decine di migliaia di volt che lo portarono alla costruzione di un tubo catodico e del microscopio elettronico prima ancora della scoperta degli elettroni, un tubo luminoso che emetteva raggi X e con il quale  la fotografia delle ossa della sua mano, a luci fluorescenti senza fili. 

Quest'ultima invenzione per Tesla dimostrava l'applicabilità di una sua grandissima aspirazione inventiva: mandare l'energia elettrica senza fili e gratis a tutte la case del mondo tramite l'aria. Sappiamo benissimo che ciò è tecnicamente possibile e lo vediamo tutti i giorni guardando la tv, ascoltando la radio ecc. ma non è applicabile perché l'impero economico delle multinazionali energetiche non lo permetterebbe.
Come è possibile che un uomo così versatile, le cui invenzioni hanno reso possibile la nostra civiltà moderna, sia stato dimenticato? I suoi contemporanei: Edison, Marconi, Westinghouse sono entrati nella storia; invece, Tesla è ancora largamente sconosciuto.

Ma continuiamo con la storia.....nel 1940 Tesla accennò ad un prototipo di laser e di ordigno al plasma che produceva particelle ad alta energia nella ionosfera. Questa teleforza sarebbe stata in grado di liquefare il motore di un aereo a 250 miglia di distanza. Il 5 gennaio 1943, in piena guerra mondiale, Tesla telefonò al Dipartimento della guerra e parlò con il colonnello Erskine, al quale offrì i segreti della sua arma. Il militare non conosceva Tesla e pensò che si trattasse di un pazzo. Tra il 5 e l'8 gennaio Tesla morì a causa di un attacco cardiaco (la data è incerta perché il corpo fu ritrovato nella piena solitudine dopo un paio di giorni).
Dopo pochissimi giorni l'FBI aprì un indagine perché gli appunti di Tesla potevano in qualche modo essere pericolosi per gli Stati Uniti; fu confiscato tutto, due camion pieni di macchinari e schedari. Così, il lavoro di una vita fu dichiarato top secret e qualsiasi discussione in merito fu vietata.

Ironia della sorte, il "raggio mortale" esisteva veramente, e il 18 ottobre 1993, il Dipartimento americano della difesa annunciò di aver cominciato a costruire un centro di ricerche missilistiche sperimentale sulla ionosfera a Gakona in Alaska. Il centro noto come HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) e studia le proprietà di risonanza della Terra e dell'atmosfera. L'HAARP esamina esattamente gli stessi fenomeni studiati da Tesla cento anni prima. 
Alla fine l'ebbe vinta: la sua "teleforza" è stata realizzata, e dopo sei mesi dalla sua morte vinse la battaglia per i brevetti con Marconi: la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò la paternità di Tesla per l'invenzione della radio.

Per saperne di più sulla vita di Nikola Tesla: L'uomo che ha inventato il XX secolo di Robert Lomas ed. Newton & Compton 

 

 

 

 

 

 

Paracelso

Cinque secoli addietro Theophrastus Paracelsus (1493-1541) insegnava i principi di una medicina a misura duomo. Egli, nel corso della sua vita travagliata, si occupò anche di psicologia e di malattie mentali. Trattò e spiegò gli stati di mania, il ballo di San Vito, lepilessia e le nevrosi nel De Morbis e nei Libri Philosophiae (I, De Lunaticis).
Si occupò delle ossessioni e dei sogni nei Fragmenta Librorum Philosophiae (II, De Daemoniacis et Obsessis; III, De Somniis et Euntibus in somno; VI, De Virtute Imaginationis), dellisteria e di psicoterapia nel De Caduco matricis. Egli fu medico dellanima e del corpo. Insegnò ai suoi studenti che "...è la virtù che dovrà sostenere il medico fino alla morte" e cioé lassenza di venalità e di presunzione. Non seguì affatto lesempio dei suoi colleghi, sempre pronti ad inginocchiarsi davanti ai potenti dellepoca, per supplicare qualche favore. Egli non si sottomise ad alcuno, coerente al suo motto: "Non sia di altri chi può esser di se stesso". Ignoranti e invidiosi dei suoi successi in medicina gli resero, veramente, la vita impossibile; lo attaccarono senza ritegno accusandolo di essere solo un fanatico millantatore. Paracelso, esasperato, aggredì la classe medica del suo tempo con estrema durezza:

     Fu accusato di tutto e perseguitato. Si disse che era un mago, uno stregone, lontano da Dio, che apparteneva alla chiesa riformata e quasi tutti i suoi biografi questo scrissero di lui; ma non è vero. Scrive Antonio Miotto che "negli ultimi anni della sua vita errabonda Paracelso si sia accostato alla chiesa di Roma. ...Paracelso volle essere sepolto nella chiesa di San Sebastiano e sappiamo che il suo desiderio fu esaudito. ...Sappiamo, inoltre, che fu proprio il Vescovo di Colonia che incaricò Giovanni Huser a curare la prima edizione delle opere di Paracelso.

     Egli affermò che siamo "Angeli che dormono ancora il greve sonno della carne. Se continueremo a dormire, rimarremo sordi allappello del Signore. Luomo deve destarsi, aprire gli occhi alla verità se non vuole correre il rischio di attraversare la vita come un bruto incosciente. E - dice Antonio Miotto - questa era la missione di Paracelso negli anni del vagabondaggio nelle zone montane, quando egli affrontò la miseria e la fame" (Ibid.).

     Di seguito riporto alcuni aforismi medici tratti dagli scritti di Paracelso (F. Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Mediterranee, Roma 1982):

 "L'ambiente fisico del paziente può avere una grande influenza sul corso della sua malattia. Se è assistito da persone che sono in simpatia con lui, sarà per lui tanto meglio che se sua moglie o chi gli è intorno desiderano la sua morte".

"Io apprezzo i medici spagirici (spagirica è detta la medicina praticata da Paracelso e spagirici i suoi seguaci, N.d.A.), perché non vanno in giro oziosamente e dandosi delle arie... ma sono pazientemente occupati giorno e notte nel loro lavoro... Non fanno chiacchiere né lodano le loro medicine...".

"La natura causa e cura le malattie, ed è quindi necessario che il medico conosca i processi della Natura, l'uomo invisibile al pari dell'uomo visibile".

"Vi è nell'uomo un duplice potere attivo: l'uno che agisce invisibilmente, o potere vitale, e l'altro che agisce visibilmente o forza meccanica. Il corpo visibile ha le sue forze naturali, e il corpo invisibile ha le sue forze naturali egualmente; i rimedi di tutte le malattie o lesioni che possono colpire la forma visibile sono contenuti nel corpo invisibile...".

"L'Anatomia del Microcosmo è duplice: 1) l'anatomia locale, che insegna la costituzione del corpo fisico, le ossa, i muscoli, i veicoli del sangue ecc.; 2) la più importante anatomia materiale, ossia l'anatomia dell'uomo interiore vivente. Quest'ultima è il più importante genere di anatomia che il medico deve conoscere... Se conosciamo l'anatomia dell'uomo interiore, conosciamo la prima materia, e possiamo vedere la natura delle sue malattie al pari dei rimedi. Ciò che vediamo con gli occhi esterni è l'ultima materia. Dividendo e sezionando il corpo esterno, non possiamo imparare nulla sull'uomo interno e distruggiamo semplicemente l'unità del tutto".

"Il ciarlatano studia le malattie negli organi colpiti, dove non trova altro che effetti già avvenuti, e non arriverà mai a una fine; perché anche se uccidesse mille persone per studiare questi effetti, rimarrebbe sempre un ignorante per quello che riguarda le cause. Il vero medico studia le cause delle malattie studiando l'uomo universale".

"Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l'inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l'inverno, ma l'inverno che causa la neve".

"L'origine delle malattie è nell'uomo e non fuori di esso; ma le influenze esterne agiscono sull'intimo e fanno sviluppare le malattie... Un medico... dovrebbe conoscere l'uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna".

"Un uomo adirato non è adirato solo nella sua testa o nei suoi pugni, ma dappertutto; una persona che ama non ama solo con l'occhio, ma con tutto il suo essere; in breve, tutti gli organi del corpo, e il corpo stesso, sono solo forme-manifestazioni di stati mentali...".

"La vita che è attiva negli organi è l'anima vegetativa (l'anima animale). E' un fuoco invisibile (zolfo), che può facilmente divampare in fiamma per il potere dell'immaginazione.

"L'immaginazione può creare la fame e la sete, produrre secrezioni anormali e causare malattie...".

"...conoscono solo il cadavere dell'uomo, ma non la sua immagine viva quale è presentata dalla natura; sono divenuti falsi e innaturali, e quindi la loro arte è fondata sulle loro fantasie e sulle loro speculazioni che essi credono scienza".

"Chi vuole conoscere l'uomo deve guardarlo nel suo complesso e non come una struttura messa su alla meglio. Se trova malata una parte del corpo, deve cercare le cause che producono tale malattia e non limitarsi a trattare gli effetti esterni".

"Un medico che, sul suo paziente, non sa altro che quanto questi gli dice, conosce in realtà molto poco. Egli deve saper giudicare dalle sue apparenze esterne le sue condizioni interne. Deve saper vedere l'intimo dell'uomo esterno...".

"...hanno fatto il loro ingresso in medicina tutti quei corrotti e scellerati buffoni che vendono i loro rimedi sia che funzionino oppure no. Basta che uno sia capace di riempire di soldi la sua borsa per acquistare la fama di essere un buon medico. (...). Così si sono procurati catene e anelli doro, girano in vesti di seta ed esibiscono apertamente di fronte al mondo la loro vergogna, quasi fosse un onore e si addicesse perfettamente a un medico. (...). Sono ladri e assassini... Tutta la loro arte è solo un chiacchierare e borbottare".

"...il falso medico così viene dicendo a se stesso: se la cosa dovesse mettersi male - ciò che appunto accadrà - tu puoi sempre trovare una scusa, addossando su Dio o sul malato la colpa della tua cialtroneria. Intanto ti si deve pagare, vada come vada. La medicina è unarte che va esercitata con grande coscienza e grande esperienza, nonché con grande timor di Dio; infatti chi non teme Dio uccide e ruba a più non posso; chi non ha coscienza non può neppure vergognarsi di se stesso".

Giuseppe Cosco

  
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