Statistiche di «guerra»!
di Marcello Pamio

La guerra è iniziata!
Ma non tra Walker Texas (Ranger) Bush e il suo ex-socio Saddam Hussein; ma tra l'Istat, l'istituto ufficiale di statistica, e l'Eurispes, l'istituto di studi politici, economici e sociali.
Il contenzioso in questo caso non è l'odioso oro nero ma bensì qualcosa di molto più importante e prezioso per noi: l'alimentazione. 
La nostra alimentazione per essere più precisi!
Tutti ben conosciamo l'Istat, o forse sarebbe meglio dire che tutti noi veniamo informati dall'istituto
su quello che concerne le statistiche dei prezzi, rialzo degli stessi, inflazione, e ogni altro aspetto della vita sociale italiana. 
Dati considerati, fino a ieri, oro colato.
Ma cosa succede quando questi dati vengono smentiti, anzi ridicolizzati, da altri dati molto ufficiali? 
Guerra! Guerra al numero, alla cifra, alla percentuale, al rigore e/o metodi scientifici usati, ai mercati. Insomma: guerra globale!
Il tutto perché il «carrello alimentare», stando all'Eurispes, è diventato più caro rispetto il 2001 del 29%, contro il 3,8% dell'Istat nello stesso periodo. 
Una bella differenza se ci pensiamo bene.
Come bella è la differenza tra il «peso» del carrello di un anno fa, quando l'euro non c'era, e quello di oggi con l'euro. La spesa che oggi ci portiamo a casa, a parità di soldi spesi, è molto inferiore a quella di un anno fa (questo naturalmente per chi va con le proprie gambe e soprattutto con i proprio soldi a comperarsi gli alimenti).
Quando ho visto il valore di 3,8% dell'Istat, sinceramente ho sorriso. Una persona che scrive e pubblica certi numeri, non può andare al supermercato, entrare dal fruttivendolo o nel negozietto a gestione famigliare sotto casa, perché immagino si vergognerebbe.
Nessuno vuole contestare i dati ufficiali dell'Istat, perché nel «paniere» usato per il calcolo, sono senz'altro esatti. Un paniere composto da 164 prodotti diversi, di cui vi risparmio l'elenco.
Però...sinceramente, a me poco importa del rialzo dei prezzi per esempio delle "cerniere lampo", m'interessa di più quello dell'acqua minerale per dirne uno. Acqua aumentata secondo l'indagine Eurispes del 48%
(1)
Per non parlare del 34% delle uova
(2), 37% dell'amato caffè (3) per arrivare addirittura al 50,8% degli ortofrutticoli (4).
Il «paniere» dell'Eurispes comprende anch'esso un nutrito numeri di prodotti: 150(5), ma i risultati che sono emersi dall'indagine si avvicinano alla realtà molto di più di quelli senz'altro spiritosi dell'Istat.
«Come li determinano i pesi relativi alle singole voci?»
(6) si domanda Ornello Vitali, direttore del dipartimento di Scienze statistiche ed economiche dell'università "La Sapienza" di Roma, nonché membro del Consiglio dell'Istat. 
Semplice, rispondo io: hanno preso una scatola di pomodoro l'anno scorso -in lire- e l'hanno acquistata della stessa marca oggi -in euro-. 
Niente di magico e/o esoterico.
Il metodo «galileiano» -correggetemi se sbaglio- non è quello dell'empirismo, cioè della verificabilità sperimentale?
Se è così, allora i dati pubblicati dall'Eurispes sono scientifici; perché riproducibili in qualsiasi momento da tutti quelli come me che vanno a fare la spesa di persona e con i propri soldi!

Marcello Pamio

(1)(2)(3)(4)(5) «Il Giornale» e «L'Unità» del 3 gennaio

 
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