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Effetti
sulla salute umana degli impianti di incenerimento di rifiuti:
cosa emerge dallo studio di Forlì
A cura della
d.ssa Patrizia Gentilizi, oncologa, Associazione del Medici per
l'Ambiente, I.S.D.E. Italia
Abstract
Nelle popolazioni esposte alle emissioni di inquinanti provenienti
da inceneritori sono stati segnalati numerosi effetti avversi sulla
salute sia neoplastici che non. Fra questi ultimi si annoverano:
incremento dei nati femmine e parti gemellari, incremento di
malformazioni congenite, ipofunzione tiroidea, diabete, ischemie,
problemi comportamentali, patologie polmonari croniche aspecifiche,
bronchiti, allergie, disturbi nell’ infanzia.
Ancor più numerose e statisticamente significative sono le evidenze per
quanto riguarda il
cancro: segnalati aumenti di: cancro al fegato, laringe, stomaco,
colon-retto, vescica, rene, mammella. Particolarmente significativa
risulta l’ associazione per cancro al polmone, linfomi non Hodgkin,
neoplasie infantili e soprattutto sarcomi, patologia “sentinella”
dell’ inquinamento da inceneritori. Studi
condotti in Francia ed in Italia hanno evidenziato inoltre conseguenze
particolarmente rilevanti nel sesso femminile. I rischi per salute sopra
riportati sono assolutamente ingiustificati in quanto esistono tecniche
di gestione dei rifiuti, alternative all’ incenerimento,
già ampiamente sperimentate
e prive di effetti nocivi.
Premessa
Gli impianti di incenerimento
rientrano fra le industrie insalubri di classe I in base
all’articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie (G.U. n. 220
del
Le diossine, esplicano complessi effetti sulla salute umana in quanto
sono in grado di legarsi ad uno specifico recettore nucleare - AhR -
presente sia nell’uomo che negli animali, con funzione di fattore di
trascrizione. Una
volta avvenuto il legame fra TCDD e recettore con la formazione
del complesso ARNT/HIF-1B, la trascrizione di numerosi geni - in
particolare P4501A1 - viene alterata sia in senso di soppressione che di
attivazione, con conseguente turbamento di molteplici funzioni
cellulari, in particolare dell’apparato endocrino (diabete,
disfunzioni tiroidee), dell’apparato riproduttivo (endometriosi,
infertilità, disordini alla pubertà), del sistema
immunitario e, soprattutto, con
effetti oncogeni, con insorgenza soprattutto di linfomi, sarcomi,
tumori dell’apparato digerente, tumori del fegato e delle vie biliari,
tumori polmonari, tumori della tiroide, tumori ormono correlati quali
cancro alla mammella ed alla prostata (21)
Dati di letteratura
Gli inquinanti emessi dagli inceneritori esplicano i loro effetti nocivi
sulla salute delle popolazioni residenti in prossimità degli impianti o
perché vengono inalati, o per contatto cutaneo, o perché,
ricadendo, inquinano
il territorio e quindi i prodotti dell’agricoltura e della zootecnia.
Questo è il caso in particolare delle diossine. Non a caso, il Decreto
Legislativo 228 del
La
letteratura medica segnala circa
un centinaio di lavori scientifici
a testimonianza dell’interesse che l’argomento riveste. Fra
questi, diverse decine sono costituiti da studi epidemiologici condotti
per indagare lo stato di salute delle popolazioni residenti intorno a
tali impianti e/o dei lavoratori addetti e, nonostante le diverse
metodologie di studio applicate ed i numerosi fattori di confondimento,
sono segnalati numerosi effetti avversi sulla salute, sia neoplastici
che non. Prima di esporre i dati a nostro avviso più eclatanti, appare
comunque opportuno ricordare come anche di recente (22) sia stato
ribadito quanto pesantemente
gli interessi
economici influenzino la salute pubblica e come
errori negli studi epidemiologici, sia
nella selezione dei casi come dei controlli, possano sottostimare le
conseguenze sulla salute. Di recente questo è stato ribadito per i
rischi occupazionali (23), ma non si vede perché ciò non possa anche
essere vero in epidemiologia ambientale, in cui le variabili in gioco
sono ancora maggiori.
Gli effetti non neoplastici più segnalati sono ascrivibili
soprattutto agli effetti di diossine (e più in generale degli endocrin disruptor) ed all’emissione di particolato e ossidi di
azoto. Sono stati descritti: alterazione nel metabolismo degli estrogeni
(24), incremento dei nati femmine e parti gemellari (25-26), incremento
di malformazioni congenite (27-28), ipofunzione
tiroidea, disturbi nella pubertà (29), ed anche diabete, patologie
cerebrovascolari, ischemiche cardiache, problemi comportamentali, tosse
persistente, bronchiti, allergie. Un
ampio studio (30) condotto in Giappone
ha analizzato lo stato di salute di 450.807
bambini da
Ancor
più numerose e statisticamente significative sono comunque le
evidenze emerse per quanto il cancro e più che analizzare i singoli
studi sembra più utile riportare quanto segue:
la revisione di 46 studi, selezionati in quanto condotti con particolare
rigore, (31) evidenzia un incremento statisticamente significativo nei
2/3 degli studi che hanno analizzato
incidenza, prevalenza, mortalità per cancro
(in particolare cancro al polmone, linfomi Non Hodgkin, sarcomi,
neoplasie infantili). Segnalati anche aumenti di cancro al
fegato, laringe, stomaco, colon-retto, vescica, rene, mammella.
L’indagine
francese “Etude d’incidence
des cancers à proximité des usines d’incenèration d’ordures ménagerer”
dell’Invs. Departement Santè Environnement 2006 (32) ha
esaminato 135.567 casi di cancro insorti negli anni 1990-99 su
25.000.000 persone/anno residenti in prossimità di inceneritori.
In questo studio è stato considerato come indicatore
l’esposizione alle diossine e passando dal minor al maggior grado di
esposizione si registra un aumento statisticamente significativo
(p<0.05) di rischio per: tutti i cancri nelle donne dal +2.8% al +4%,
cancro alla mammella dal +4.8% al +6.9%, linfomi dal +1.9% al +8.4,
tumori al fegato dal +6.8% al +9.7%; per i sarcomi il
rischio passa dal +9.1% al +13% (p=0.1).
Le neoplasie che più appaiono correlate all’esposizione ad inquinanti
emessi da inceneritori sono i linfomi non Hodgkin (LNH), i tumori
polmonari, le neoplasie infantili ed i sarcomi; i dati a questo riguardo
saranno pertanto analizzati più in dettaglio.
Linfomi Non Hodgkin
Si tratta di patologie di cui si è registrato un
preoccupante aumento sia di incidenza che di mortalità nonostante
i grandi progressi registrati dal punto di vista terapeutico. Il ruolo
che inquinanti - peraltro
normalmente presenti nelle emissioni degli inceneritori - hanno
nella loro patogenesi è stato anche di recente ribadito ( 33)
Per quanto attiene i linfomi NH, alcuni degli studi più recenti che
hanno evidenziato tale relazione sono:
lo studio condotto a Besancon (34) in cui è risultato un RR di
incidenza di LNH pari a 2,3 nella popolazione residente in
prossimità di impianto di incenerimento per rifiuti ed il cui impatto
ambientale è stato anche di recente riconsiderato (35)
alcuni studi condotti in Toscana che hanno evidenziato eccessi di
mortalità
in conseguenza dell'inquinamento da diossine per la
presenza di inceneritori (36- 37). Questi risultati sono poi stati
confermati in un’analisi condotta su 25 comuni d’Italia ove sono
attivi impianti di incenerimento:
da
essa emerge
un eccesso di mortalità in media dell’8% nel sesso maschile (38). Nel
comune di Forlì ad es., negli anni
Neoplasie polmonari
Per quanto attiene le neoplasie polmonari il rischio
rappresentato dall’inquinamento ambientale è ormai fuori dubbio; esso
risulta in particolare correlato all’esposizione a metalli pesanti ed
al particolato ultrafine: per quest’ultimo si calcola che per ogni
incremento di 10 microgrammi/m3 si abbia un incremento del
14% di mortalità per cancro al polmone (39-40). Per quanto attiene il
Rischio Relativo di mortalità per neoplasie polmonari in persone
residenti in prossimità di impianti o in personale addetto, esso è
risultato variabile da
Neoplasie
Infantili
Le neoplasie infantili sono, fortunatamente, patologie
relativamente rare, di cui tuttavia si sta registrando un costante
aumento che non
può non destare allarme: secondo i dati riportati su Lancet
infatti i
tumori infantili sono aumentati in Europa negli ultimi trenta anni
di circa l’1.2% /per anno da
Numerosi fattori sono stati invocati per spiegare questi dati
epidemiologici, non ultimo che si tratti di aumenti “fittizi”,
legati alle migliori capacità diagnostiche della Medicina. Tali
osservazioni sono state oggetto di vivaci disquisizioni scientifiche
(44-45), ma, di fatto, l’aumento delle neoplasie infantili è un dato
ormai universalmente riconosciuto ed attribuibile, verosimilmente, alla
sempre maggior presenza nell’ambiente di agenti tossici ed inquinanti.
Gli studi epidemiologici condotti in Gran Bretagna dal Prof
E.G. Knox sulle neoplasie infantili in quel paese sono, a questo
riguardo, di particolare interesse; in
prossimità di impianti di incenerimento segnalano un aumento di
mortalità per neoplasie infantili con RR variabile da
Sarcomi dei
Tessuti Molli
Da numerose segnalazioni proprio i sarcomi vengono ritenuti
patologie “sentinella” del multiforme inquinamento prodotto da
impianti di incenerimento e sono stati
correlati
in particolare all’esposizione a diossine. Fra questi
ricordiamo l’indagine condotta a Besancòn (Francia) in prossimità di
un impianto con emissione di elevati livelli di diossine, che ha
riscontrato un aumento di rischio di incidenza di sarcomi del +44% (50)
e lo studio condotto a Mantova, in prossimità di un inceneritore per
rifiuti industriali che ha evidenziato un Odds Ratio, di incidenza di
sarcoma dei tessuti molli nei residenti
entro
Di grandissimo interesse risulta poi il recente studio (52) sui sarcomi
in provincia di Venezia che ha dimostrato un rischio di sviluppare la
malattia 3.3 volte più alto fra i soggetti con più lungo periodo e più
alto livello di esposizione ed ha evidenziato jnoltre come il massimo
rischio sia correlato, in ordine decrescente, alle emissioni provenienti
rispettivamente da rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali.
Dati di Forlì: cosa risulta dallo studio Enhance Health
Del tutto recentemente (marzo 2007) è stato presentato a Forlì
lo studio Enhance Health, reperibile sul web nel sito di un consigliere
comunale (53). Si tratta di uno studio, finanziato dalla Comunità
Europea, i cui obiettivi erano:
dare una visione globale del possibile impatto sulla salute in aree ove
sono ubicati inceneritori attraverso studi pilota
fornire spunti valutativi per l’implementazione di un sistema
di sorveglianza integrato (ambientale e sanitario) i cui elementi
fondanti vengono individuati in: monitoraggio dello stato di salute con
dati di mortalità e morbilità e
monitoraggio dell’inquinamento dell’aria.
Nel Report finale sono disponibili i dati relativi alle indagini
effettuate in Ungheria ed in Italia e in entrambe, a nostro avviso, non
mancano elementi di preoccupazione. Purtroppo le metodologie usate nei
due paesi sono state diverse e questo rende i risultati non
confrontabili fra loro (in palese contraddizione con le premesse, che
letteralmente recitano “il
Partner Ungherese, il Partner Polacco, l’ARPA e l’AUSL per
l’Italia, hanno condotto
l’attività di sperimentazione assicurando la comparabilità
dei risultati al fine di garantire la “trasferibilità” nonché
correttezza scientifica del progetto”).
Ungheria: Dorog
Per quanto attiene l’ Ungheria, l’indagine è stata condotta a
Dorog - ove è presente un inceneritore per rifiuti tossici che dal 1980
al
Per quanto riguarda la mortalità sono state analizzate le seguenti
cause:
Tutte le cause, tutti i tumori, cancro al polmone, leucemie, cancro al
colon-retto, malattie cerebrovascolari, malattie respiratorie croniche,
malattie ischemiche cardiache.
I
risultati sono:
nel sesso maschile si registrano i seguenti aumenti statisticamente
significativi di SMR (standardized mortality ratio): +38% per cancro al
colon-retto, +65% per eventi cardiaci, +35% per eventi
cerebro-vascolari, +42% per malattie polmonari croniche.
nel sesso femminile si registra un aumento statisticamente significativo
di SMR del
+49% per eventi
cerebrovascolari.
Particolarmente significativa è anche la mortalità per patologie
polmonari croniche
in funzione della distanza, in cui è evidente il progressivo
incremento fino a
Per quanto riguarda la morbilità infantile, in particolare, si registra
un incremento di problemi delle alte e basse vie respiratorie, di
bronchiti e polmoniti sia in funzione dei livelli di PM 10 che di
monossido di carbonio.
Italia: Forlì
Ancor più interessanti sono tuttavia i dati che emergono dallo
studio di Forli, ove sono attivi due impianti: uno per rifiuti
ospedalieri ed uno per RSU. L’indagine è stata condotta con metodo
Informativo Geografico (GIS) ed ha riguardato l’esposizione a metalli
pesanti (stimata con un modello matematico) della popolazione residente
per almeno 5 anni entro un’area di raggio di
Per
il sesso maschile
non emergono differenze per quanto attiene la mortalità complessiva e
la mortalità per tutti i tumori, ad eccezione del cancro a colon retto
(come già a Dorog) e prostata, che presentano entrambi un RR
statisticamente significativo pari a
Per
il sesso femminile i risultati che emergono sono invece, a nostro
avviso, particolarmente inquietanti. Si registrano infatti eccessi
statisticamente significativi sia nella mortalità complessiva che nella
mortalità per tumori.
Nello specifico
risulta nelle donne un aumento del
rischio di morte per tutte le cause, correlato alla esposizione a
metalli pesanti,
tra il
+7% e
il +17%.
La
mortalità per tutti tumori aumenta nella medesima popolazione in modo
coerente con l’aumento dell’esposizione dal +17% al +54%. In
particolare per il cancro del colon-retto il rischio è compreso tra il
+ 32% e
il +147%,
per lo stomaco tra il
+75% e
il +188%,
per il cancro della mammella tra il + 10% ed il +116%.
Questa stima appare particolarmente drammatica perché si basa su un
ampio numero di casi (358 decessi per cancro tra le donne esposte e 166
tra le “non” esposte) osservati solo nel periodo
Tali
risultati potrebbero essere ancora di ancora maggior rilievo, qualora la
popolazione di riferimento fosse realmente non esposta: infatti il
livello minimo di esposizione preso come riferimento corrisponde ad una
ricaduta stimata dei metalli pesanti compresa tra 0,61 e 1.9 ng/m3,
valore certo non nullo né trascurabile.
Davvero singolari appaiono pertanto le conclusioni dell’indagine in
cui letteralmente si afferma “lo studio epidemiologico dell’area
di CF nell’analisi dell’intera coorte per livelli di esposizione
ambientale potenzialmente attribuibili agli impianti di incenerimento
(tracciante metalli pesanti) con aggiustamento per livello
socio-economico della popolazione, non mostra eccessi di mortalità
generale e di incidenza di tutti i tumori.” Aggregando insieme il
sesso maschile (in cui non si registrano eccessi) ed il sesso femminile
si ottiene una “diluizione”
dei risultati emersi e una sottostima di quelle che sono le reali
condizioni di salute della popolazione esaminata. Le nostre
preoccupazioni sembrano tuttavia, almeno in parte, condivise dagli
stessi estensori del Report che più oltre affermano: “Tuttavia,
analizzando le singole cause, sono stati riscontrati alcuni eccessi di
mortalità e incidenza da considerare con maggior attenzione. Infatti è
stato riscontrato nelle donne un eccesso di mortalità per tumori dello
stomaco, colon retto mammella e tutti i tumori”.
Per
i sarcomi possono farsi analoghe considerazioni. Anche in questo
caso emergono - a nostro avviso - dati inquietanti: sono infatti
elencati nella tabella riassuntiva n° 6
ben 18 casi di sarcoma, di cui si perde in qualche modo traccia
nelle tabelle generali, in cui sono disaggregati per sesso. Trattandosi
di patologie rare, disaggregando per sesso si perde di significatività,
con l’ effetto di togliere rilievo ad un dato altrimenti
particolarmente significativo in quanto riferito a una patologia
“sentinella” dell’inquinamento da inceneritori. Anche in questo
caso, tuttavia, gli stessi estensori dello studio non possono fare a
meno di annotare nella discussione (pag. 42) che “gli
eccessi di mortalità per sarcoma dei tessuti molli
sono degni di nota” affermando, a pag. 39, che,
“si osserva un aumento
statisticamente significativo della mortalità nel livello più elevato
di metalli pesanti ( RR = 10.97, IC 95%=1.14-105.7, 3 casi) per la
coorte di tutti i residenti”.
Conclusioni
L’impressione che rimane, dopo un’attenta lettura del Report
di Enhance Health come di tanta altra letteratura (23), è che
le informazioni che di volta in volta potrebbero apparire per lo meno
inquietanti, vengano poi immediatamente smentite, attenuate o corrette
con intento tranquillizzante: la finalità delle indagini condotte
sembrerebbe pertanto non quella di evidenziare i rischi per la salute
delle popolazioni esaminate, ma quella di non destare allarme. A nostro
avviso, viceversa, i risultati che emergono dallo studio Enhance Health
sono fortemente preoccupanti ed in linea con quanto riportato dalla
letteratura precedentemente esaminata e soprattutto con l’indagine
francese (32) che registra i maggiori danni alla salute proprio nel
sesso femminile, che appare essere particolarmente vulnerabile e più
sensibile all’ inquinamento ambientale.
Questi
dati sono ancora più allarmanti se li si considera alla luce del
contesto geografico del nostro territorio.
Per quanto attiene il sesso maschile
Per
quanto riguarda il sesso femminile si registrano dati
per certi versi ancora più preoccupanti: l’incidenza di cancro
nelle donne è infatti in
Emilia Romagna la più alta d’Italia:
I dati sopra esposti vengono spesso
attribuiti al
buon livello di assistenza sanitaria
e di diagnosi
precoce (certamente presente e di cui non possiamo che rallegrarci), ma
ancora una volta sembra che non si voglia
indagare su altre possibili cause, in primis l’assenza di
efficaci interventi di Prevenzione Primaria che appaiono indifferibili
dato l’elevatissimo grado di inquinamento che ci caratterizza.
Una buona occasione di fare Prevenzione Primaria è a nostro avviso
quella di scegliere metodi di gestione dei rifiuti alternativi
all’incenerimento, evitando di costruire impianti che emettono
pericolosi inquinanti, tra cui anche sostanze classificate come
cancerogeni certi per l’uomo. Sotto questo profilo appare moralmente
inaccettabile continuare ad esporre le popolazione a rischi
assolutamente evitabili.
Tutto
quanto sopra ci rammenta e conferma l’amara verità di Irwin Bross:
“quando ( ..il governo e la
classe dirigente medica e scientifica…) dicono che qualcosa è sicuro
e buono per te, ciò che questo significa veramente è che è sicuro o
buono per loro. A loro non importa quello che succede a te (…) Se c’è
qualcuno che proteggerà la tua vita e sicurezza, quel qualcuno non
potrai essere che tu.”
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