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Il potere del dollaro nero
Tratto da: «Il crollo economico del 2006-2007»  
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Di seguito ho riportato un modo diverso di vedere quello che sta accadendo a proposito del dollaro e dell’euro. Il più delle volte, il modo migliore per tentare di capire questioni di tipo monetario è di analizzarle più volte secondo diverse angolazioni.
Provate a seguire la spiegazione seguente, è semplice come un libretto degli assegni. È stata elaborata da un valente scrittore ambientalista australiano per fare comprendere a tutti la posizione dell’euro.

«Fate finta di essere sommersi dai debiti ma ogni giorno fate assegni per milioni di dollari che non avete: l’ennesima auto di lusso, una casa di vacanze sulla spiaggia, il giro attorno al mondo che avete sempre sognato.
I vostri assegni non dovrebbero valere niente ma continuano a permettervi di comperare cose perché i vostri assegni non arrivano mai in banca! Avete un accordo con i proprietari di una cosa che tutti vogliono, per esempio benzina o metano, e secondo quest’accordo loro sono tenuti ad accettare solo i vostri assegni come pagamento. Ciò significa che tutti devono fare incetta dei vostri assegni così possono usarli anche per comperare altre cose. Staccate un assegno per comperare un televisore, il proprietario del negozio scambia il vostro assegno con benzina o metano; quell’esercente lo usa per acquistare della verdura dal fruttivendolo, il fruttivendolo lo passa per comperare pane, il fornaio lo usa per comperare la farina e così di seguito, senza fermarsi, ma non ritorna mai alla banca.

Avete un debito nei libri contabili, ma finché l’assegno non arriva alla banca, non dovete pagare. In realtà, avete avuto il televisore per niente. Questa è la posizione di cui gli USA hanno goduto per oltre 30 anni: hanno sfruttato il commercio mondiale per tutto questo tempo. Hanno ricevuto un enorme sussidio da tutti quanti. Poiché il debito ha continuato a crescere, hanno dovuto emettere più soldi (staccare più assegni) per continuare a fare affari. Non c’è da stupirsi se è una potenza economica. 
Finché un giorno, un benzinaio dice che accetterà anche gli assegni di qualcun altro; altri pensano che potrebbe essere una buona idea. Se la tendenza prende piede, non ci sarà più la corsa ai vostri assegni che fileranno dritti diritti in banca. Visto che in banca non avete abbastanza soldi per onorare tutti gli assegni, vi ritroverete immersi nei guai fino al collo!
I dollari emessi dagli Stati Uniti, gli “assegni” staccati, inizieranno a essere presentati per il pagamento, grattando via l’illusione di valore che li sosteneva. La situazione economica reale degli Stati Uniti naviga in acque profonde; sono la nazione più indebitata della terra, devono pagare circa 12.000 dollari per ogni singolo individuo dei suoi 280 milioni di uomini, donne e bambini. Si trovano in una posizione peggiore dell’Indonesia quando un paio di anni fa implose economicamente, o in quella più recente dell’Argentina».

Attenti alle manifestazioni di panico
A questo punto non ci vuole molta fantasia per capire che il petrolio quotato in euro è molto più pericoloso per gli Stati Uniti di tutte le armi di distruzione di massa magicamente svanite che, a quel che si dice, Saddam sarebbe stato sul punto di usare contro gli americani. Alla luce di questi fatti, molti europei sostengono animatamente che la “vera” ragione che ha spinto Bush a invadere l’Iraq è il petrolio. Chi può dire che si sbagliano? Bush, l’erede di una dinastia di petrolieri? Cheney, la cui ricchezza personale deriva dal petrolio?
Come non può essere per il petrolio? L’occupazione di Baghdad farà sì che l’Iraq ritorni a usare il dollaro. Un giunta irachena “democraticamente” formata e appoggiata dall’America permetterebbe
agli Stati Uniti di infischiarsene della produzione dell’OPEC e del cartello per i prezzi del petrolio. Poiché l’Iraq possiede la seconda riserva di petrolio del mondo ed è in grado, con ulteriori investimenti, di pompare circa 7 milioni di barili di petrolio al giorno, l’Iraq è secondo solo all’Arabia Saudita come bene immobiliare più prezioso del mondo. Gli Stati Uniti possono incrementare la produzione di petrolio dell’Iraq a livelli che vanno ben oltre le quote dell’OPEC e far scendere i prezzi a livello mondiale. Oppure, possono quotare i prezzi del petrolio in dollari e sostenere il valore del “petrodollaro” per molti anni a prescindere dall’euro.
Prima dell’invasione, la situazione in Iraq era la seguente: l’Iraq aveva iniziato a vendere petrolio in euro in novembre 2000 quando l’euro valeva circa 82 centesimi. All’epoca, questa decisione fu considerata un insolito atto di provocazione politica, ma in realtà fu un’astuta decisione finanziaria. Nel 2001, l’euro guadagnò circa il 25% sul dollaro. Per l’Iraq fu un vero e proprio guadagno finanziario.

L’Iran ha dato segni di voler adottare l’euro come valuta per le contrattazioni del suo petrolio e nel 2003 il Venezuela, un importante produttore di petrolio, sta adottando misure per passare alle quotazioni in euro. Molto probabilmente gli altri paesi dell’OPEC seguiranno lo stesso esempio. Alla conferenza dell’OPEC tenutasi in Spagna il 14 aprile 2002, i paesi membri hanno discusso della possibilità di quotare le varie qualità di greggio.
Il controllo degli Stati Uniti sul petrolio iracheno renderebbe vana qualsiasi azione dell’Iran e forse il Venezuela da solo non avrebbe abbastanza influenza sul resto del mondo. Ma se l’intera produzione dell’OPEC fosse quotata in euro, sul dollaro ci sarebbero forti pressioni. A meno che… A meno che la dinastia saudita, che a quanto si dice possiede azioni statunitensi per un valore di circa mille miliardi di dollari e le riserve di petrolio più grandi del mondo, mantenga i suoi prezzi in
dollari insieme all’Iraq.
È questo che ha in mente la Fazione imperiale? È questo che in realtà aveva in mente Osama bin Laden? L’Arabia Saudita, allora, è l’obiettivo finale di al-Qaeda, movimento in gran parte controllato dai radicali sauditi?
In maggio 2004, l’Unione Europea si allargherà ad altri 10 paesi. In quel momento, l’Unione consumerà circa il 33 percento in più di petrolio degli Stati Uniti. Al fine di stabilire rapporti commerciali reciproci, gli europei potrebbero esercitare sempre maggiori pressioni sull’OPEC per commerciare in euro.
Visto che l’area euro sarà il maggiore cliente dell’OPEC con la valuta più stabile e più apprezzata del mondo, molte delle nazioni dell’OPEC troveranno la proposta allettante. Se l’OPEC, o anche solo alcuni dei paesi membri, dovessero passare all’euro per le transazioni petrolifere, ci sarebbe un cambiamento alquanto veloce dei valori relativi del dollaro e dell’euro, a prescindere dagli eventi che si sono verificati da allora ad adesso.
Se la Fazione imperiale dovesse lasciarsi sfuggire dalle mani il controllo sul petrolio saudita e iracheno, cosa altamente possibile, prima o poi il dollaro crollerebbe. In sostanza, le nazioni consumatrici di petrolio eliminerebbero pian piano i dollari dalle riserve della banca centrale per sostituirli con gli euro. Secondo alcuni analisti il dollaro potrebbe subire un ribasso anche del 40
percento in un anno se tutti i paesi dell’OPEC decidessero contemporaneamente di quotare i prezzi in euro.  

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