|
Il
comparaggio: nascita ed evoluzione
Tratto
da: «La Mala-Ricetta» di Informatore anonimo
ORDINA
IL LIBRO
Tra la fine degli
anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 in Italia nasce, ad imitazione
del modello inglese, il Servizio Sanitario Nazionale, in sigla SSN, che
incorpora tutte le mutue preesistenti e diventa il fornitore
semi-monopolistico dei servizi sanitari. L’unico piccolo problema è
che esistono alcune differenze tra l’efficienza del burocrate inglese
e quello italiano, ma probabilmente questo è un dettaglio che non ha
neanche sfiorato la mente del legislatore.
Nel settore farmaceutico si
decide di passare tutta la popolazione in assistenza diretta. Cosa vuole
dire? Significa che mentre ai tempi delle mutue le medicine si pagavano
al farmacista e poi la mutua le rimborsava al malato, d’ora in poi sarà
lo Stato con suo SSN a pagarle direttamente al farmacista, tramite le
famigerate USL. Intanto il Ministero deve stabilire quali medicine
potranno essere rimborsate dallo Stato.
Tra le aziende farmaceutiche si diffonde il panico; perché se i
rispettivi farmaci non verranno inseriti nel prontuario dei farmaci
prescrivibili, le vendite crolleranno. Di conseguenza, si scatena la «corsa
all’inserimento».
Come
funzionino oggi i ministeri italiani lo sappiamo; ancora peggiore era la
situazione allora, e chiunque abbia avuto necessità di una pratica
ministeriale senza un funzionario «amico», sa cosa intendo. Pertanto,
si scatena la caccia al funzionario «amico».
In questo periodo si risvegliano dal loro letargo alcuna aziende
farmaceutiche italiane che non hanno laboratori di ricerca, non hanno
fabbriche ma che si limitano unicamente a vendere, con risultati
deludenti, medicine prodotte da altri. Tali aziende, però, hanno tanti
«amici» al Ministero e, in brevissimo tempo, diventano le forche
caudine di qualsiasi azienda; persino le multinazionali devono accettare
il loro ricatto: se il nuovo farmaco tal dei tali non viene concesso in
vendita anche a me, i tempi di registrazione e di approvazione
diventeranno era geologiche. Nasce il «comarketing forzoso».
Questo fenomeno ha un’immediata conseguenza: nuove medicine, anche
rivoluzionarie, non saranno vendute solo da chi le ha scoperte e deve
ammortizzare i costi di ricerca e sviluppo, ma anche da chi questa spese
non le ha avute ed ha dovuto solo fare il regalo adatto alla persona
giusta. Dal momento che il farmaco viene venduto ad un prezzo che tiene
conto di tutte le spese di ricerca, chi non le ha avute cosa fa?
Ovviamente paga i diritti al produttore, ma come impiega i restanti
guadagni? Li investe nei laboratori che non ha? Oppure nelle fabbriche
che non possiede? Paga i dipendenti in modo esagerato? Sicuramente no,
forse li esporta in
Svizzera, ma poi le banche svizzere potrebbero investire quei soldi in
multinazionali farmaceutiche, che in quel paese sono numerose,
agguerrite e, ahinoi, fornite di grossi laboratori di ricerca pura e
applicata; meglio impiegare questi soldi, e sono tanti, in modo più
proficuo.
Queste
azienducole di bottegai corruttori si ritrovano ad avere reti di
informatori ridotte, vendono farmaci che sono già messi in commercio da
grosse aziende, e non hanno da giocare nessuna carta né scientifica né
di introduzione nel mercato. Le loro carte vincenti sono la totale
assenza di qualsiasi scrupolo morale e gli amici giusti al Ministero. Il
loro fine è di trasformare il mercato finanziario da un’isola felice,
dove solo e soltanto la qualità paga, in un guazzabuglio senza regole
dove poter agevolmente rimestare nel torbido e raggiungere facilmente
guadagni da capogiro.
Le grosse aziende accettano volentieri il comarketing partendo da due
principi entrambi errati, pensano innanzitutto, con il loro nome, di
schiacciare facilmente i concorrenti e presumono che, comunque, più si
parla di un farmaco e meglio è.
Sbagliato di grosso.
Forse
non hanno previsto esattamente in che direzione si sarebbe sviluppata
una parte della categoria dei medici di base, i vecchi medici della
mutua.
Forse non hanno capito fino in fondo il meccanismo messo in atto dalle
aziendine.
In ogni caso, quando le grosse aziende si sono rese conto in quale
pasticcio erano finite, era troppo tardi ed hanno dovuto adeguarsi a
metodi di vendita del tutto nuovi e immorali, che in breve avrebbero
travolto tutto e tutti.
Questo,
però, è solo il materiale esplosivo della bomba ormai pronta ad
esplodere. Manca l’innesco, e la miccia è rappresentata da una parte
della classe medica: i medici della mutua.
(...)