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Monete, banconote e ...la Compagnia di San Paolo?
A cura di Andrea Gianni http://la-tela.blogspot.com/2007/08/monete-banconote-e-la-compagnia-di-san.html

A tutti è capitata almeno una volta l'esperienza sgradevole di avere le tasche piene di monetine che fanno volume, sono pesanti, ma non valgono nulla.
Bè, a dire il vero, quelle da uno e due euro qualcosa valgono, tanto che l'ex Ministro Tremonti propose già nel primo anno dall’entrata in vigore dell’euro, di stampare banconote di pari valore, cavalcando l'onda di protesta che serpeggiava tra la gente che credeva che se le avessero avute in tasca, sarebbero riusciti ad essere meno spendaccioni.
Poveri illusi!

In pochi capirono la frase dell'allora Presidente della BCE Duisenberg in una conferenza stampa del 12 Settembre 2002 in risposta al sig. Tremonti, sfuggita dal controllo della censura e pubblicata da alcuni giornali: "non abbiamo progetti di introdurre banconote da 1 o 2 euro, ma ne abbiamo sentito parlare. Naturalmente, ne abbiamo discusso. Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che Mr Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so." (Duisenberg morì il 31 Luglio 2005 nella sua villa di Faucon nel sud della Francia, trovato affogato nella sua piscina, ufficialmente colpito da un infarto).

Tre anni dopo il Ministro dimostrò di non aver capito, o di far finta di non aver capito, quando l'undici Ottobre 2005 (non c'era più nessun Duisenberg, morto due mesi e mezzo prima, a contraddirlo sul signoraggio) insisteva dichiarando in un'audizione alla V Commissione nella seduta congiunta n. 66 (pag.19) di Camera e Senato: "ci sarà o c’è una ragione per cui esiste da tanto tempo la banconota da un dollaro? E non ha senso che esista anche una banconota da un euro? E' così privo di senso il fatto che ci sia anche la banconota da un euro? Non solo avrebbe risolto alcuni problemi di visibilità fisica, di misuratore dei valori, ma avrebbe anche un effetto, secondo me, molto considerevole in termini di proiezione esterna (vale a dire nel resto del mondo) della valuta europea”.

Abbiamo il dovere di diffidare di un uomo che oggi sembra convertito a fare il predicatore, quando fino a ieri faceva certe dichiarazioni.
Ma torniamo a Duisenberg: a cosa si riferiva l'ex Presidente della BCE, (morto in circostanze tali da far pensare ai soliti complottisti che sia stato ucciso per aver pubblicamente parlato di signoraggio) con quella frase?
Si riferiva al fatto che la differenza tra monetine e banconote non è solo fisica, ma anche e soprattutto è nella loro proprietà.

Che strano mondo quello in cui viviamo: lo Stato italiano mette a bilancio le sue monete nelle entrate, come è giusto che sia, dato che, tolte le spese per il loro conio, rappresentano una fonte di finanziamento http://www.rgs.mef.gov.it (pag. 250).
Se però proviamo a fare un parallelo con le banconote, scopriamo che esse, a differenza delle monete, non figurano nelle entrate dello Stato, ma nel bilancio della Banca d’Italia, e vengono contabilizzate nelle poste passive (vedi pag. 279). Ciò implica che le stesse rappresentano un debito della banca nei confronti dei possessori. Ma avete mai provato a riscuotere quel debito direttamente alla cassa di tale banca? Probabilmente sarete derisi dal cassiere e farete l’amara scoperta che quel denaro non ha nessun controvalore.
Tutto il denaro in circolazione non è altro che una montagna di bugie, una colossale truffa perpetrata ai danni di tutti i popoli della terra.

Scoprirete che le banconote non appartengono agli Stati (tranne che per l’unica eccezione conosciuta, che è il piccolo Stato dell’isola di Guernsey) ma, per fare un esempio casalingo nella cosiddetta zona euro, alla Banca Centrale Europea, organo sovranazionale posto al di fuori del controllo diretto dei popoli europei, la cui “quota italiana” è posseduta dalla Banca d'Italia, a sua volta posseduta da società private, banche ed assicurazioni, tranne che per una piccola frazione pari al 5% (da notare la curiosa partecipazione della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.a. che ha investito la bellezza di ben 19 euro, come evidenziato nel bilancio 2006 a pag. 58; forse ha avuto la soffiata che Bankitalia sarà venduta al prezzo del suo “valore”, stimato secondo le stesse proprietarie fino a 23 miliardi di euro? Se questo fosse il prezzo, la parte spettante alla CaRispSM sarebbe pari a 2.76 milioni di euro: un bel gruzzolo e praticamente gratis!

Da notare, inoltre, che la CaRispSM possiede il 14% della Banca Centrale della Repubblica di San Marino e lo 0.104 di Nomisma S.p.a., società il cui più illustre fondatore è l’attuale Presidente del Consiglio Romano Prodi, e i cui soci attuali sono una serie infinita di banche, assicurazioni, coop ed amici vari.
Altra curiosità è la repentina ascesa alla partecipazione al capitale da parte della Cassa di Risparmio in Bologna S.p.a. Divenuta la quinta maggiore azionista col 6.2%, è a sua volta di proprietà del Gruppo Intesa-San Paolo che è la prima grande azionista di Bankitalia col 30.345%.

Ma la sorpresa arriva scoprendo la maggior azionista del Gruppo: è la Compagnia di San Paolo, il cui presidente Franzo Grande Stevens è stato anche presidente della Juventus F.C. (vedi pag. 3) e figura attualmente anche come segretario nel consiglio di amministrazione della Fiat, nonchè consigliere dell' IFI (Istituto Finanziario Industriale), della RCS Mediagroup e della IFIL Investments. La Compagnia ha destinato i proventi dell'attività del suo gruppo, 246.2 milioni di euro solo nel 2006, in larghissima parte distribuito nell'hinterland Torinese, “allo scopo di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico nelle comunità in cui opera”, e possiede un patrimonio pari a 5.2 miliardi di euro, mentre il valore di mercato delle attività finanziarie complessive è cresciuto nei dodici mesi a 9,1 miliardi!

E’ praticamente uno Stato nello Stato, e distribuisce i suoi frutti chi gli pare, non essendo soggetta ad alcuna autorità esterna, con la potenza di una mamma dalle mille mammelle!
Come si concilia la presenza di un personaggio del genere con la Presidenza di una Compagnia “costituita da laici e sacerdoti che, animati dallo spirito di carità ardente e universale di San Paolo, intendono vivere la totale donazione di sé a Dio, partecipando in modo proprio e differenziato alla missione salvifica della Chiesa nel mondo”?
E' lecito che delle fondazioni private spendano i redditi provenienti del signoraggio bancario per le proprie finalità, sia pure utili, sottraendo ingentissime risorse ai cittadini italiani?
E’ proprio uno strano mondo, quello in cui viviamo!

 
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