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Dai medici di famiglia un invito ai cittadini per salvare la loro salute
Dal colpo di Stato ai farmaci generici
Tratto da “Rinascita”, www.rinascita.eu - Giuseppe Sassi, Gianantonio Valli

Siamo in guerra. Aperta. Non dichiarata. Anomala. Con suicidi per disperazione. Quando lo fanno i militari lo chiamano colpo di Stato; quando lo fanno le banche, lo chiamano governo tecnico. Da tre mesi in Italia (come in Grecia) è in atto un colpo di Stato dell’Alta Finanza coordinato dal presidente della Repubblica e avallato, complice o idiota, dalla quasi totalità del Parlamento.
Che un presidente comunista come Giorgio Napolitano si faccia garante di un governo imposto dall’Alta Finanza e dalla Massoneria non è un paradosso, ma la conseguenza di un medesimo sistema di pensiero. L’attuale inquilino del Quirinale non è solo colui che, membro del Comitato centrale del Pci, nel 1956 faceva spallucce mentre i carri armati sovietici massacravano il popolo ungherese, ma è anche colui che, violando la Costituzione, lo scorso anno ha aizzato il governo a partecipare all’atroce guerra di Libia voluta, anche a danno dell’Italia, dai franco-anglo-americani. E’ colui che, maggiore responsabile dello stato di soggezione alla Finanza globale e alle manovre “lacrime e sangue” imposte dall’improvvisato senatore a vita Mario Monti, è stato ricompensato a Bologna con la laurea honoris causa in “Relazioni internazionali”.

Le attuali manovre non sono che la riconferma della concorde volontà, da parte della destra liberale e dell’eterna sinistra comunista, di annientare il popolo italiano. Ciò in nome di un’ideologia mondiali sta che si propone di eliminare ogni specificità nazionale per imporre ad ogni Paese la completa sudditanza economica, il caos razziale e la disgregazione sociale. Dopo la creazione del mostro pseudopolitico chiamato Unione Europea e dopo l’invasione terzomondiale chiamata “immigrazione”, si è aperto il terzo tempo della distruzione delle nazioni europee. La riduzione in miseria dei popoli sta oggi ovunque avvenendo ad opera dei loro stessi ceti dirigenti mediante la consegna dei loro interessi e del loro destino nelle mani dell’usura internazionale.

False sono le ragioni addotte dal finanziere mister Monti – boss della banca d’affari Goldman & Sachs (come Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa, Draghi e compagnia cantante), della Trilateral Commission, del Bilderberg Group e di ogni altro più celato gruppo di pressione – sia sulle cause che sui rimedi per “risanare” il debito pubblico. Infatti la massima parte del “buco” del debito pubblico non è dovuta alle pur delinquenziali ruberie attuate in passato dai politici italiani, ma alla perdita della sovranità monetaria e alle manovre speculative compiute dall’Alta Finanza.
Le Banche Centrali – Bce e Banca d’Italia comprese – non sono istituzioni pubbliche come pensa la maggior parte dei cittadini, ma strutture private. Senza obbligo di tutelare le politiche nazionali, nel chiuso dei loro covi privati esse, tra l’altro, stampano segretamente, a discrezione, le banconote, stringendo o allargando il credito secondo i loro interessi privati.

E’ chiaro che un Sistema siffatto non può che creare un debito pubblico sempre maggiore, richiedere il varo di “manovre” sempre più onerose e numerose, incatenare infine in eterno i popoli alla schiavitù dell’interesse.

E’ per far funzionare tale sistema, cioè per arricchire i grandi usurai, che i governi europei – quello di mister Monti in prima fila, tra i miserabili piagnistei (vedi Sua Eccellenza Fornero, docente, banchiera e ministra) e insulti ai giovani italiani (“il posto fisso è monotono”, “sfigati”, “mammoni”, etc.) – impoveriscono i popoli strozzandoli con tasse sempre più pesanti. In secondo luogo anche un mentecatto comprenderebbe che se al cittadino si sottraggono i soldi con tasse ed aumenti di ogni genere, egli non può certo spenderli per “far girare l’economia” (nazionale?) e contribuire alla “crescita” (nazionale?). Egualmente, anche un mentecatto sa che nessuna “crescita” è possibile se non si ferma l’alluvione di merci dall’estero, tanto per dire: cinesi, prodotte con manodopera pagata un decimo degli equivalenti europei. Ma i nostri ministri sono uomini d’onore. Banchieri e professori universitari. Riveriti da ogni parassita della carta stampata e delle televisioni. Non gente come noi e voi, coi piedi per terra e il cervello funzionante.
Dopo i provvedimenti di rapina dell’Esecutivo (nel senso di “esecutore di “esecuzioni”…) – com’è buono Lei, direbbe Fantozzi – è arrivato il tempo delle “privatizzazioni” e delle “liberalizzazioni”. Tali termini sono impropri. Il primo altro non è che una svendita dei beni pubblici, arraffati per un tozzo di pane dagli “amici degli amici”. Il secondo è improprio anche perché evoca sensazioni positive di “libertà”.


Se per il primo si dovrebbe meglio parlare di “saccheggio”, per la “liberalizzazione” si dovrebbe parlare di “deregolamentazione” – “deregulescion”, nell’idioma dei manolesta - vale a dire “abolizione di tutte quelle regole che finora sono servite a mantenere in piedi una società civile”. Con l’abolizione delle regole e lo scatenamento del caos in ogni settore, con l’impoverimento generale e la guerra di tutti contro tutti, i gruppi finanziari più forti e criminali otterranno per sempre il predominio. Come sempre è accaduto quando viene calata nel concreto l’ideologia liberale.

Non contento di suggere il sangue degli italiani, in campo sanitario l’Esecutivo Monti (sempre nel senso di “esecuzione”), seguace di quell’altro bel tomo dal ghigno giocondo chiamato Romano Prodi, vorrebbe che noi medici lasciassimo campo libero all’azione devastante delle ditte di “generici” e al comportamento improprio dei farmacisti. A parte le lodevoli eccezionalità professionali, questi ultimi vi affibbierebbero, infatti, i farmaci secondo loro e per loro più convenienti.
Già cinque anni fa abbiamo espresso chiaramente la nostra opinione: già solamente per legge, e a prescindere da furberie commerciali, i farmaci generici non sono eguali a quelli originali.

Chiunque – governo, Asl, giornalisti e quant’altri – vi dica il contrario sbaglia. Magari per leggerezza, magari per ignoranza, magari per interesse. Il minimo risparmio economico col quale vi si alletta con farmaci che “assomigliano” a quelli originali non è controbilanciato né dai rischi né dai fastidi che potreste correre.
E quindi, a dispetto dei deliri di questo governo del caos – che ancora con dl n.1 del 21.1.2012 art. 11/9 persiste nel disinformare sulla “uguaglianza” dei farmaci generici (spesso neppure prodotti in Italia, ma in posti “affidabili” come Pakistan, India, Cina e Africa) – continueremo a prescrivere in scienza e coscienza unicamente i farmaci originali.
Con questa comunicazione non pretendiamo di risolvere alcunché dello sfacelo in atto, e tuttavia il nostro senso di responsabilità verso di voi e verso la comunità nazionale nella quale ancora crediamo non ci permette di restare in silenzio. Grazie per l’attenzione e, ancor più, per la condivisione del nostro pensiero.