Elenco di 16 domande da fare al colloquio con il medico dell'ASL
Molti hanno fissato il colloquio con
l’ASL nelle prossime settimane e potrebbero trovare utili queste domande.
Potrebbero mettere in difficoltà l’interlocutore, soprattutto se formulate
lasciandole aperte, in modo da lasciar parlare liberamente l’esperto per
rendersi conto di quanto effettivamente sappia in merito a quello che
chiedete. Se li trovate impreparati, potete spiegargli voi a cosa vi
riferite esattamente e invitarli a leggere le pubblicazioni scientifiche che
attestano quello che dite.
Così il colloquio si potrebbe
trasformare in un’occasione per valorizzare il nostro punto di vista e
diffondere nuove informazioni…buona fortuna!
1. Cosa sapete dirmi delle ricerche
del prof. Romain Gherardi sulla miofascite macrofagica? Mi potete spiegare
cos’è la “miofascite macrofagica”?
Romain Gherardi è un neurologo e
neuropatologo francese, professore di istologia e leader da più di 20 anni
dell’unità di ricerca INSERM all’università di Parigi Est-Creteil in
Francia. Ha pubblicato oltre 300 studi scientifici, reperibili su PUBMED.
Ha scoperto nel 1998 la cosiddetta
“miofascite macrofagica”, una condizione medica precedentemente sconosciuta,
caratterizzata da estrema sensazione di esaurimento fisico, stanchezza
cronica per oltre 6 mesi, persistenti disturbi del sonno, così come dolori
protratti a carico di muscoli ed articolazioni. Nel 2001 ne sono state
scoperte le cause: la miofascite macrofagica è causata dall’idrossido di
alluminio contenuto in diversi vaccini. Di fatto, biopsie del muscolo
deltoide negli adulti e quadricipite nei bambini hanno rivelato che
l’alluminio non viene necessariamente eliminato dall’organismo come si
assumeva; al contrario, l’alluminio può permanere nel sito di inoculazione
del vaccino addirittura per anni, scatenando la reazione immunitaria
persistente di miofascite macrofagica. In alcuni rari casi se ne è fatta
diagnosi addirittura 10 anni dopo l’inoculazione di un vaccino contenente
alluminio!
Studi successivi hanno dimostrato che
i sintomi di MMF comprendono persino disturbi cronici della memoria,
dell’attenzione, della capacità di elaborazione di informazione e
dell’umore. L’organizzazione mondiale della sanità ha da poco dichiarato che
la misura in cui si verificano questi fenomeni apparentemente rari è ancora
sconosciuta e che la questione richiede ulteriore investigazione.
Ricerche ancora più recenti di
Gherardi e colleghi mostrano come l’alluminio da vaccino possa, attraverso i
linfonodi, raggiungere organi distanti come milza e fegato e, infine, il
cervello, accumulandovisi.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno
di quanto scritto qui:
2. Cosa sapete dirmi delle scoperte
del ricercatore israeliano Yehuda Schoenfeld e la sindrome “ASIA” da lui
descritta?
Yehuda Schoenfeld è un medico
israeliano, autorità di fama internazionale nel campo delle malattie
autoimmuni. È docente all’Università di Tel Aviv e editore di due riviste
scientifiche.
Nel 2011 ha descritto la sindrome
cosiddetta “ASIA” ovvero la “sindrome infiammatoria autoimmune indotta da
adiuvanti”. Si tratta di un disordine autoimmune che viene “slatentizzato”,
in individui geneticamente predisposti, da adiuvanti quali l’alluminio nei
vaccini.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
3. Cosa sapete dirmi delle ricerche
degli scienziati canadesi Christopher Shaw e Lucija Tomljenovic?
(Badate che questi due scienziati sono
molto controversi e altamente criticati dal mainstream medico così come
dall’organizzazione mondiale della sanità: alcune loro ricerche sono state
considerate metodologicamente errate e sono state retratte. Continuano
comunque a pubblicare su diverse riviste scientifiche e immagino che la
maggior parte dei medici italiani non li conosca)
Christopher Shaw è un neuroscienziato
canadese e professore di oftalmologia all’università di British Columbia;
Lucija Tomljenovic è una ricercatrice post-dottorato nella stessa
università. Insieme hanno pubblicato diverse ricerche scientifiche in cui
suggeriscono ripetutamente una correlazione tra alluminio nei vaccini e
diversi disturbi del sistema nervoso centrale incluso l’autismo; come
prevedibile, stanno scatenando accesi dibattiti all’interno della comunità
scientifica.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
4. Cosa ne pensate della
posizione dell’immunologa americana Tetyana Obukhanych?
Tetyana Obukhanych, nata in Ucraina,
si è trasferita negli Stati Uniti per motivi di studio. Nel 2006 ha discusso
la sua tesi di dottorato in immunologia presso la Rockefeller University di
New York, e ha poi svolto attività di ricerca in prestigiosi laboratori di
immunologia affiliati alla Facoltà di medicina di Harvard.
Nel 2015 è diventata direttrice e
fondatrice di Physicians for informed consent, un’associazione non-profit
dedicata alla salvaguardia del consenso informato nel campo dei vaccini e
alla divulgazione sul tema delle malattie infettive e del sistema
immunitario.
Spinta dal desiderio di capire perché
aveva contratto malattie infantili per le quali era stata regolarmente
vaccinata, l’immunologa elabora un punto di vista che mette in discussione i
presupposti e le teorie tradizionali del vaccino come strumento per
l’immunità a vita.
Praticamente smonta con spiegazioni
brillanti il concetto di immunità di gregge così come la supposta efficacia
dei vaccini.
5. La vaccinazione di massa contro
malattie batteriche può causare l’evoluzione dei batteri patogeni per
aggirare i vaccini in modo simile ai batteri divenuti resistenti agli
antibiotici?
Sì, molto probabile: gli organismi che
portano malattia puntano ad infettare il portatore/ricevente senza
ucciderlo. A questo scopo generalmente evolvono diminuendo la loro virulenza
in una popolazione non vaccinata. Al contrario aumentano la loro virulenza
quando incontrano una popolazione vaccinata resistente al patogeno, in
quanto il loro fine è quello di infettare per riprodursi. Quindi vaccini
imperfetti come quello antipertossico promuovono l’evoluzione di ceppi
patogeni virulenti che risultano in infezioni più severe e mortali.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
6. Su quale base è stato
introdotto il vaccino antivaricella?
Una ricerca pubblicata sulla rivista
scientifica “Vaccine” spiega che l’introduzione del vaccino antivaricella
non si deve alla pericolosità della malattia, in genere benigna in età
infantile, ma ad un semplice calcolo dei costi. Vaccinare tutta la
popolazione infantile americana contro la varicella sarebbe costato il
doppio che curarla; però, considerando i costi legati all’assenza dal lavoro
dei genitori per accudire i figli malati di varicella, l’utilizzo del
vaccino era economicamente giustificabile: così è stato introdotto in USA
nel 1995. Chiedete che cosa ne pensano di quanto esposto in questa ricerca.
Eccola qua (INTERESSANTISSIMA):
7. Quanto dura la protezione del vaccino antivaricella?
Nonostante il richiamo, introdotto
perché ci si è accorti che una singola dose non era in grado di conferire
immunità duratura, la durata di protezione del vaccino rimane incerta, così
come riporta CDC: si ipotizzano 10 anni, forse 20. Ne consegue che chi si
vaccina contro la varicella nell'infanzia torna ad essere scoperto
nell’adolescenza o prima età adulta, proprio quando la malattia ha decorso
più grave e maggiori complicazioni. A meno che non si decida di vaccinare
contro la varicella per tutta la vita, rendendosi così dipendenti da un
farmaco.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno e links to CDC:
8. Esiste una differenza nella capacità di trasmettere anticorpi via
placenta ai neonati tra madri vaccinate e madri che hanno contratto le
malattie naturalmente?
SI!!! La capacità di trasmettere i
propri anticorpi al neonato attraverso la placenta è significativamente
ridotta nelle donne vaccinate rispetto a quelle che hanno contratto la
malattia naturalmente. Ci si aspetta dunque che i neonati di madri vaccinate
siano più suscettibili a contrarre la varicella nei primissimi mesi di vita,
proprio quando può rivelarsi fatale. Questo è già stato osservato per il
morbillo negli USA, dove decadi di vaccinazione di massa hanno reso i
neonati più a rischio di contrarre il morbillo.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
9. Qual è l'effetto della vaccinazione antivaricella sull'epidemiologia
dell'herpes zoster, il noto “Fuoco di Sant’Antonio”?
I bambini che contraggono la varicella
fungono da “richiamo” naturale per gli adulti che hanno avuto la malattia da
piccoli; questo richiamo protegge l’adulto dall’herpes zoster [7]. Pertanto
l’assenza di circolazione del virus selvaggio della varicella nella comunità
aumenta i casi di herpes zoster, fenomeno già osservato in diverse parti del
mondo [8]. Come gestire questo inconveniente? Il produttore Merck ce l’ha
una soluzione: raccomandare anche un vaccino contro l’herpes zoster.
Riassumendo: più si vaccina, più si è costretti a vaccinare.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
10. Esistono dei vantaggi nel
contrarre la varicella naturalmente in età infantile?
Sì: lo suggeriscono numerose
pubblicazioni scientifiche. Ad esempio è stato osservato che la varicella
contratta in età infantile riduce significativamente le probabilità di
sviluppare più avanti nel tempo tumori al cervello (glioma), malattia
cardiaca, linfomi, leucemia, melanoma così come diversi tipi di cancro. Di
fatto è stato osservato che malattie infettive comuni come varicella,
parotite e morbillo sono capaci di distruggere cellule tumorali, tanto che
gli scienziati stanno sperimentando l’utilizzo del virus del morbillo come
trattamento per il cancro. Hanno infatti osservato diverse regressioni di
tumori dopo che il paziente ha casualmente contratto il morbillo.
Pubblicazioni scientifiche a sostegno:
11. C’è DNA proveniente da feti
abortiti in alcuni vaccini a virus vivo attenuato?
SI!!! Se vi rispondono di no, non sono
informati! Mostrategli gli inserti in inglese di FDA. Ad esempio la FDA
riporta nella descrizione del vaccino VARIVAX che esso contiene, tra gli
altri ingredienti, “componenti residue di cellule MRC-5 compreso DNA e
proteine”, per la precisione alla pagina 7 in alto del documento PDF
“Package Insert – Varivax (Frozen)” che trovate a questo link:
12. Che cosa sapete dirmi della ricerca di Theresa Deisher sulla
possibilità di ricombinazione omologa del DNA contenuto nei vaccini con il
DNA del ricevente?
Theresa Deisher e’ un ingegnere
genetico con 20 anni di esperienza nell’industria farmaceutica. Afferma che
la ricombinazione omologa del DNA di feti abortiti con il DNA del ricevente
del vaccino possa essere alla base dell’autismo.
13. Ci sarà bisogno di
utilizzare altri feti abortiti per la produzione di vaccini a virus vivo?
SI!!! Man mano che le cellule dei feti
abortiti invecchiano diventano sempre più cancerogene. Se vi rispondono di
no, chiedetegli come mai esiste una nuovissima linea ottenuta da un feto
abortito in Cina che è pronta per essere utilizzata dall’industria
farmaceutica per la produzione di vaccini:
14. Esistono delle pubblicazioni scientifiche che suggeriscono una
correlazione tra vaccini esavalenti e morte improvvisa. Cosa ne pensate di
queste pubblicazioni?
In questa ricerca si è trovato che
bambini nel secondo anno di vita muoiono in modo statisticamente
significativo 1 o 2 giorni dopo vaccino esavalente:
In questa ricerca apparsa sulla
prestigiosa rivista scientifica “Vaccine” sono documentati 6 casi di morte
improvvisa entro 48 ore da somministrazione di vaccino esavalente; le
autopsie hanno rivelato una neuropatologia anormale nel cervello di questi
bambini:
Altre ricerche scientifiche
(ITALIANE!) a supporto:
15. Cosa sapete dirmi sulla ricerca del dr Jacob Puliyel apparsa sulla
rivista “Indian Journal of Medical Ethics”?
Dr Jacob Puliyel, primario del reparto
di pediatria all’ospedale St. Stephen, medico e epidemiologo, ha esaminato
la sindrome della morte improvvisa dopo vaccinazione esavalente con “Infarix
hexa”. Ha osservato che l’83% delle morti improvvise del 2012 sono avvenute
entro 10 giorni dalla vaccinazione con Infarix Hexa, mentre solo 17% sono
avvenute dopo il decimo giorno. Ha osservato che se fossero coincidenze, le
morti avrebbero dovuto raggrupparsi uniformemente attraverso i 20 giorni
successivi a vaccinazione e non quasi tutte nei primi 10 giorni.
16. A proposito del legame
vaccini-autismo ci sentiamo spesso dire che “correlazione non significa
relazione causale”. Come mai invece nella diminuzione di incidenza delle
malattie infettive la correlazione con l’introduzione dei vaccini viene
considerata senza alcun dubbio come relazione causale?