Medici e
farmaci uccidono più delle guerre!
Marcello Pamio - 19 marzo 2018
«Qual è
la differenza tra attraversare la strada bendato
ed entrare
in ospedale?
Nessuna, in entrambi i casi rischi la vita».
M.P.
Lo scrittore latino Publiliu Syrus nato nell’85 a.C. era convinto che «dagli errori degli altri, un uomo saggio corregge i suoi». In teoria dovrebbe essere così, ma oggi soprattutto in ambito medico le cose sono un po’ diverse…
Mortalità
in Italia
In Italia
ogni anno a causa di una qualche malattia muoiono circa 600.000 persone.
Secondo l’Istat nel 2014 i decessi sono stati quasi 598.670 e nel 2015 hanno
superato quota 646.000.
Le principali cause in ordine decrescente sono: malattie ischemiche del cuore
(69.653), malattie cerebrovascolari (57.230) e altre malattie del cuore
(49.554). Poi i tumori maligni (33.386), malattie ipertensive (30.690), demenza
e Alzheimer (26.600), malattie respiratorie (20.234), diabete mellito (20.183),
tumori di colon/retto (18.671), tumore seno (12.330), tumori al pancreas
(11.186) e via via fino al suicidio (4.147) all’ultimo posto.
Raggruppando le prime tre voci sotto “malattie cardiovascolari”, visto che tutte
interessano lo stesso apparato, si raggiunge la cifra di 184.737 morti all’anno,
mentre i tumori uccidono all’circa 125.000 persone.
Da qui l’arcinota classificazione che vuole al primo posto per mortalità le
malattie cardiovascolari, poi i tumori. Ma è proprio così?
Dall’elenco dell’immarcescibile Istat non esisterebbero infatti per esempio le
«morti iatrogene», cioè tutte quelle morti dovute a errori medici o date dagli
effetti collaterali dei farmaci.
Come mai? Mancanza alquanto anomala visto che si tratta di una delle prime cause
di morte al mondo!
Errori
medici
Mentre da
noi le morti iatrogene sono un mistero, una delle riviste scientifiche più
accreditate al mondo, il British Medical Journal, se ne esce denunciando
l’impatto che queste hanno sulla salute pubblica e sulle casse dei sistemi
sanitari.
Il 3 maggio 2016 con un titolo inequivocabile «Errori medici, terza causa di
morte in USA» («Medical error – the third leading cause of death in the
US»[1])
il B.M.J. pubblica uno studio che rimarrà nella storia.
Lo firmano l’oncologo Martin Makary e il suo allievo Michael Daniel del
Dipartimento di chirurgia della Scuola di Medicina della Johns Hopkins
University di Baltimora negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori gli errori
medici uccidono più di 250.000 persone ogni anno su un totale di circa 2,6
milioni di decessi.
Quindi negli States il 10% delle morti per malattia sono causate da errori umani
o da farmaci.
Un problema enorme.
Classificazione internazionale
Il
problema però è ancora più serio di quello che si possa pensare.
A livello internazionale quando muore una persona in ospedale il medico compila
un certificato assegnando un codice I.C.D. (International Classification of
Disease).
Ogni malattia ha un corrispondente numero ben preciso. Se per assurdo una causa
di morte NON è associata ad un codice I.C.D., cioè non è contemplata dal manuale
in teoria non dovrebbe esistere.
Il punto cruciale è che «il fattore umano» sfugge a tale conteggio! Quindi tutte
le cause di morte non associate a un codice semplicemente NON vengono registrate
come “errori”, ma sotto un’altra voce...
Per l’O.M.S., l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 117 i Paesi ad aver
adottato la codifica I.C.D. tra cui ovviamente anche l’Italia!
Come allora codificare e misurare l’errore umano?
Stiamo parlando di numeri preoccupanti: negli USA l’impatto è quantificabile
intorno ai 210 - 400.000 decessi ospedalieri ogni anno.
Hanno cercato di farlo gli autori dello studio del B.M.J. sopracitato
analizzando gli studi dal 1999 in poi ed estrapolando il dato in base al numero
di ricoveri ospedalieri.
Manuale
ICD-9-CM
Nella
versione italiana di 1120 pagine della ICD-9-CM (International Classification
of Diseases - 9th revision - Clinical Modification) si parla solo di «Avvelenamento
da farmaci, medicamenti e prodotti biologici» e i codici vanno da 960 a 979.[2]
Nella classificazione ufficiale si contemplano i danni dei medicinali solo nel
contesto di un avvelenamento e non in merito agli effetti collaterali che questi
inducono. Ecco perché alle voci «errore medico», «effetto collaterale
farmaco», «effetto secondario farmaco», ecc. c’è il vuoto cosmico…
Quanto è
grande il problema?
Il dato
americano sembra catastrofico, ma come vedremo è sottostimato…
In America la fonte che riporta le stime dei decessi annuali causati da errori
medici è un report datato 1999 molto limitato e obsoleto dell’Istituto di
Medicina (I.O.M.). Questo report parla di una media che va da 44.000 a 98.000
decessi annuali.
Un altro rapporto del 2004 riguardante i decessi di pazienti ricoverati
associati all’Agenzia per la Qualità nella Sanità e per la Verifica della
Sicurezza del Paziente riferita alla popolazione con assistenza sanitaria, ha
stimato che 575.000 decessi sono stati causati da errori medici in tre anni, tra
il 2000 e il 2002. Il che rappresenta poco meno di 200.000 morti all’anno.
Il Ministero della Salute americano esaminando gli archivi dei ricoverati nel
2009 riportò che 180.000 decessi tra coloro aventi assicurazione sanitaria erano
dovuti a errori medici.
Death by
Medicine
Un
documento illuminante del 2004 si intitola «Death by Medicine» ed è
firmato da un gruppo di ricercatori quali Gary Null, PhD, Carolyn Dean MD, ND,
Martin Feldman, MD, Debora Rasio, MD e Dorothy Smith, PhD.
Secondo questo inquietante e fastidioso rapporto, il numero delle persone che
finiscono in ospedale ogni anno in America a seguito di reazioni avverse è di
oltre 2,2 milioni; circa 20 milioni sono gli antibiotici non necessari
prescritti annualmente e 7,5 milioni sono le persone che subiscono procedure
mediche e chirurgiche non necessarie. Mentre le persone che vengono
ospedalizzate inutilmente sarebbero quasi 9 milioni.
Le loro stime sono allucinanti: 783.936 gli americani che muoiono ogni anno a
causa della medicina allopatica, cioè per malasanità. Una ecatombe ogni anno. Se
questi dati sono veri, il podio delle morti sarebbe occupato dal caduceo con il
serpente attorcigliato…
Di questi oltre 106.000 americani morirebbero SOLO per gli effetti collaterali
dei farmaci!
Situazione
italiana
Secondo il
Rapporto sulle «Attività di ricovero ospedaliero» del Ministero della
salute italiano nel 2016 vi sono stati 8.692.371 ricoveri ospedalieri, nel 2014
sono stati 9.526.832[3]
.
Negli ultimi trent’anni l’Italia è rimasto uno degli ultimi paesi occidentali
nel quale si esala l’ultimo respiro più spesso nella propria abitazione, poi vi
è stata una inversione di tendenza nell’ospedalizzazione della morte. Oggi la
percentuale media dei decessi in ospedale raggiunge il 42%,[4]
con punte del 47% al Centro Nord e del 32% al Sud e isole.[5]
Quindi
quasi la metà delle persone muore in ospedale.
Quante sono le persone che da noi muoiono per cause iatrogene?
“I
medici ammazzano 6 pazienti su 100”
In Italia
ogni anno tra i ricoverati in ospedale «i medici ammazzano 6 pazienti ogni
100».
«Una cifra impressionante, ma che non stupisce, per la quantità di casi di
malasanità di cui si viene conoscenza».[6]
E’ uno dei
dati più significativi e soprattutto inquietanti emersi dal Simposio
Internazionale di salute pubblica organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e
odontoiatri della provincia di Varese nel 2005 dal titolo: «La medicina
centrata sulla sicurezza del paziente».[7]
Questo è il motivo per cui l’errore medico è diventato la preoccupazione
maggiore dei sistemi sanitari odierni.
Se questo 6% è corretto e se lo applicassimo a tutti i ricoveri ospedalieri,
tenendo conto che oggi sono oltre 9 milioni all’anno, i morti si aggirerebbero
attorno ai 500.000! Ovviamente dai 9 milioni di ricoveri vanno tolti tutti i
ricoveri non gravi, e questo è il motivo per cui è difficilissimo stabilire il
numero esatto di decessi causati dai medici.
Qualche dato ufficiale in più arriva dalla rivista “Rischio Sanità” del 2001:
«su 8 milioni di persone che ogni anno vengono ricoverate negli ospedali
italiani, ben 320.000 ne escono con danni, menomazioni e malattie che non sono
correlate con il motivo che le ha portate al ricovero, ma sono dovute agli
errori nelle cure ed ai disservizi ospedalieri. Errori e disservizi che fanno sì
che tra questi 320.000 danneggiati ben 50.000 (ossia quasi 10 volte i morti per
incidente stradale) muoiono».[8]
Quindi gli
errori commessi dai medici hanno una mortalità che supera il 15%.
Dati questi del 2001, per cui se venissero aggiornati tenendo conto degli
attuali 9 milioni di ricoveri, le persone che ogni anno subiscono un danno più o
meno grave dall’apparato medico sarebbero circa 360.000, con la conseguente
crescita anche delle morti.
Quanti dei 50-60.000 morti all’anno per errori medici sono dovuti agli effetti
collaterali dei farmaci?
Pharmakiller
«Il
motivo principale per cui assumiamo così tanti farmaci
è
semplice: le aziende farmaceutiche non vendono farmaci,
ma bugie sui farmaci»
Peter C. Gøtzsche[9]
Compreso
che gli I.C.D., (casualmente) non contemplano le morti da farmaco per cui le
registrazioni sono totalmente incomplete, si possono estrapolare dati statistici
partendo dal presupposto che i vari sistemi sanitari compiano gli stessi errori
nei vari paesi occidentali.
Se negli Stati Uniti ogni anno muoiono per farmaci/vaccini oltre 100.000
persone, tenuto conto che il rapporto tra la popolazione italiana è circa un
quinto di quella americana, da noi ogni anno potrebbero morire a seguito
di effetti avversi ai farmaci circa 20.000 persone.
La conferma di questa stima arriva da uno studio norvegese, condotto in modo
accurato, che ha calcolato nel 9-10% la percentuale delle persone morte in
ospedale per ragioni direttamente connesse ai farmaci.[10]
Siccome
circa un terzo delle morti avviene in ospedale le percentuali portano ad una
stima di circa 20.000 morti a causa dei soli farmaci.
Quindi su quelle 50.000 morti per cause iatrogene in Italia, quasi la metà, ben
20.000 potrebbero essere dovute alle molecole chimiche.
Numeri preoccupanti che nessuno ha il coraggio di denunciare, ma ancora
ampiamente in difetto...
Le persone che ogni anno muoiono (a casa o in ospedale) per malattia
cardiovascolare sono morte a causa della patologia o dei farmaci? Mix di droghe
come antipertensivi, anticoagulanti, statine per il colesterolo, protettori
gastrici, inibitori di pompa, antiacidi, ecc... Le persone che ogni anno muoiono
(a casa o in ospedale) per tumore sono morte per la patologia o per i protocolli
imposti dal Sistema sanitario: chemio e radioterapia?
Mentre nel primo caso i dati non ci sono, in ambito oncologico le conferme
esistono.
La chemioterapia ha effetti molto negativi sul cuore al punto che 1 paziente su
3 muore non di cancro ma a causa delle terapie oncologiche.
Lo studio pubblicato sul «Journal of the American College of Cardiology»
ha analizzato le cause di decesso in 1807 pazienti sopravvissuti al cancro. A
distanza di 7 anni circa il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la
malattia per la quale era in cura, cioè di tumore. Vista questa altissima
mortalità entro un settennio dall’inizio delle cure, sarebbe molto interessante
conoscere i dati di sopravvivenza dopo 10 o 20 anni…
Detto questo, sapendo che in Italia sono oltre 170.000 le persone che
ufficialmente muoiono “di cancro” ogni anno[11],
si potrebbe dedurre che oltre 50.000 persone potrebbero essere uccise ogni anno
dalla chemioterapia!
Non finisce qua
perché c’è anche lo studio pubblicato firmato da Grame Morgan (professore
associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward
(professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton
(radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation
del Liverpool Health Service di Sidney).
Tale ricerca epocale dal titolo: «The contribution of cytotoxic chemotherapy
to 5-year survival in adult malignancies» («Il contributo della
chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a cinque anni dei tumori in adulti»)
è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo,
la «Clinical Oncology», nel dicembre 2004.
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi di tutti gli studi clinici
randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti, nel periodo da
gennaio 1990 a gennaio 2004. L’analisi ha interessato 225.000 persone malate nei
22 tipi di tumori più diffusi, e «curate» solo con chemioterapia.
Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso
i benefici della chemioterapia. Nonostante questo, lo studio ha concluso che la
chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza (Australia 2,3% e
Stati Uniti 2,1%).
«Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia
citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro»,
scrivono nell’introduzione gli autori.
Gli autori hanno messo in evidenza che, per ragioni spiegate nello studio, i
risultati raggiunti (circa il 2%) dovrebbero essere visti come il limite massimo
di efficacia della chemio!
La domanda che sorge
spontanea è la seguente: se la chemio contribuisce alla sopravvivenza a 5 anni
solo in un miserrimo 2% dei malati tumorali, al rimanente 98% cos’è accaduto?
Sono vivi oppure no?
A confermare ulteriormente la pericolosità della chemioterapia arriva uno studio
recentissimo pubblicato il 31 agosto 2016 sulla prestigiosa rivista «Lancet
Oncology» dal titolo: «Studio osservazionale sulla mortalità a trenta giorni
dopo il trattamento antitumorale per il cancro al seno e al polmone in
Inghilterra».
Secondo la ricerca la chemioterapia può nuocere gravemente fino al 50% dei
pazienti.
Per la prima volta i ricercatori inglesi hanno esaminato il numero di malati
deceduti entro trenta giorni dall’inizio della chemioterapia e il risultato
conferma il rischio dei protocolli medici oncologici.
L’indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro
del polmone e il 2,4% di quelli affetti da tumore del seno sono deceduti entro
30 giorni dall’avvio del trattamento, ma in alcuni ospedali si supera
addirittura il 50%!
Quindi in Italia i morti causati dalla chemio superano sicuramente i morti
causati dal cancro!
I FANS
Un esempio
per tutti potrà far capire meglio quello che sta accadendo.
I FANS sono farmaci antinfiammatori non steroidei molto potenti, pericolosi e
utilizzati da milioni di persone. Il più famoso e “banale” è l’aspirina!
Banalità a parte, ogni anno diverse migliaia di persone (limitandosi solo agli
effetti collaterali più noti) vengono uccise da ulcere gastriche sanguinanti e
da crisi cardiache provocate da questi medicinali.
Ovviamente all’atto della registrazione la causa di morte sarà «infarto»
o «perforazione gastrica» e non certo «effetto collaterale del farmaco»!
Una stima fatta in Inghilterra sui morti per ulcere perforate tra gli
utilizzatori di questi farmaci denunciava circa 3.700 morti all’anno. Applicando
questa stima alla popolazione americana e italiana si possono attendere da noi
circa 4.000 morti, mentre negli States circa 20.000 ogni anno.
Solo per un farmaco!
I 10 farmaci più prescritti nel 2015[12]
I primi dieci principi attivi per spesa convenzionata di classe A-SSN:
1°
Pantoprazolo: inibitore pompa protonica (296 milioni di €)
2° Rosuvastatina: ipercolesterolemia (268 milioni di €)
3° Salmeterolo: broncodilatatore (247 milioni di €)
4° Lansoprazolo: inibitore pompa protonica (227milioni di €)
5° Atorvastatina: ipercolesterolemia (202 milioni di €)
6° Omeprazolo: inibitore pompa protonica (193 milioni di €)
7° Amoxicillina: antibiotico (178 milioni di €)
8° Simvastatina: ipercolesterolemia (165 milioni di €)
9° Esomeprazolo: inibitore pompa protonica (162 milioni di €)
10° Enoxaparina sodica: prevenzione coaguli (152 milioni di €)
Tra i
primi dieci farmaci più venduti in Italia vi sono addirittura quattro inibitori
di pompa protonica e tre statine!
Le statine servono per abbassare il colesterolo ematico, mentre gli inibitori
vengono usati per svariate situazioni gastriche (iperacidità, gastrite, ulcere,
reflussi, ecc.).
Questi dati sono illuminanti perché mettono in evidenza la situazione culturale
e nutrizionale dell’italiano medio. Il suddito italiota invece di migliorare il
proprio stile di vita con movimento, alimentazione, masticazione, ecc.
s’imbottisce di droghe i cui effetti collaterali scateneranno altre patologie.
Poi queste patologie saranno curate con altri farmaci, e via così fino alla
morte prematura.
Prendiamo i due farmaci più utilizzati: il Pantoprazolo e la
Rosuvastatina e vediamo cosa riportano i foglietti illustrativi.
Pantoprazolo:
Altre patologie gravi (frequenza non nota): ingiallimento della pelle o del bianco degli occhi (grave danno alle cellule epatiche, ittero) o febbre, ingrossamento dei reni talvolta con dolore ad urinare e dolore lombare (grave infiammazione dei reni che può portare anche ad insufficienza renale).[13]
- Alterazione o completa perdita del senso del gusto; dolore alle articolazioni; dolori muscolari; febbre alta; gonfiore delle estremità; reazioni allergiche; depressione…
Non Comune (può interessare fino a 1 persona su 100)
- Aumento degli enzimi epatici.
Raro (può interessare fino a 1 persona su 1.000)
- Aumento della bilirubina; aumento dei livelli di grasso nel sangue; drastica diminuzione dei granulociti circolanti...
Rosuvastatina:
Cardiovascolari: ipertensione, angina pectoris…
Sistema nervoso: polineuropatia, neuropatia periferica...
Endocrini: diabete mellito, anomalie della tiroide.
Epatici: incremento delle transaminasi, ittero…
Gastrointestinali: diarrea, nausea; costipazione, gastroenterite, vomito, gastrite...
Muscoloscheletrici: mialgia, dolore alla schiena; miopatia; artrite, artralgia...
Urogenitali: infezioni delle vie renali; proteinuria, ematuria…
Solo
questi due farmaci sono in grado di provocare dolori vari, neuropatie e disturbi
seri al fegato.
Tutto questo che impatto potrebbe avere sulla salute dei consumatori abituali?
La persona inizia a prendere una statina e/o inibitore di pompa e poco a poco si
troverà ad avere problematiche e disfunzioni epatiche (con entrambi i farmaci),
ipertensione (con le statine), ipercolesterolemia (con l’antiacido) e dolori
alle articolazioni (con tutti e due).
Da un solo farmaco, passerà nell’arco di pochissimo tempo a prendere altre
medicine per altre patologie, mettendosi di fatto in un terreno pericolosissimo
che può franare in ictus, infarti, aneurismi, ischemie, ecc.
Sarà un caso che i primi tre principi attivi di automedicazione a maggiore spesa
nel 2015[14]
sono antinfiammatori e antidolorifici?
Diclofenac:
FANS antinfiammatorio
Ibuprofene:
FANS antinfiammatorio
Paracetamolo:
analgesico e antipiretico.
Sarà un
caso che in Italia diversi milioni di persone soffrono di dolori e/o
infiammazioni e per questo stanno ingollando pasticche ogni giorno? Questi
dolori/infiammazioni non potrebbero essere causati da farmaci?
La medicina ufficiale, come sempre facendo acqua da tutte le parti, non è in
grado di dare risposte concrete, figuriamoci nell’eziopatogenesi di queste
problematiche, per cui la causa iatrogena non si può scartare a priori...
Conclusione
La
situazione della salute pubblica è allarmante: centinaia di migliaia di persone
ogni anno vengono letteralmente e fisicamente stecchite dai farmaci e nessuno lo
dice!
Sentiamo continue idiozie sulla salute dell’uomo, sui progressi della scienza,
ecc. da parte di esperti in trasmissioni televisive create ad arte, o da
testimonial ben oliati dalle industrie chimiche.
La realtà è che l’uomo (bambini in primis) è sempre più ammalato. Come mai?
La condizione in Italia è pressoché sovrapponibile a quella degli altri paesi
industrializzati e moderni. D’altronde non è così strano visto che le più
importanti università, pubbliche e private, sono gestite e controllate dalle
industrie che sfornano droghe.
I principi attivi di questi farmaci (quindi anche i loro danni) sono i medesimi
in tutto il mondo e i camici bianchi si blindano nascondendosi dietro i
protocolli ortodossi, decisi da gruppi di studio o panel pagati dalle stesse
lobbies.
Per non parlare della ricerca scientifica che a livello globale è finanziata
solo dai soliti capitali privati...
La medicina allopatica, ottusamente centrata sui protocolli, e completamente
miope a tutto quello che di naturale esiste, è ormai allo stadio terminale, e
prenderne coscienza è fondamentale e prioritario, se ci si vuole salvare la
pelle.
Il fallimento dell’intero sistema è provocato da comportamenti criminali, da una
profonda ignoranza e dalla corruzione e impotenza degli enti regolatori.
Risultato? Oggi farmaci e vaccini, prodotti di punta dalle industrie
plurimiliardarie e autorizzati da enti totalmente “porosi”, uccidono più delle
guerre e della malavita organizzata!
[1] «Medical error-the third leading cause of death in the US», 3 may 2016, www.bmj.com/content/353/bmj.i2139
[2] www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2251_ulterioriallegati_ulterioreallegato_2_alleg.pdf
[3] Ministero della salute www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&p=dalministero&id=2193
[4] Elaborazioni su dati archivio Istat cause di morte
[5] Idem
[6] «Il 6% dei pazienti muore per errore medico», Corriere della Sera, 24 settembre 2005 www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/09_Settembre/24/medici.html
[7] «I medici ammazzano 6 pazienti ogni 100», La Gazzetta del Mezzogiorno, 24 settembre 2005, www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/38978/i-medici-ammazzano-6-pazienti-ogni-100.html
[8] «Malpractice: costi e rimedi non sono solo assicurativi», editoriale “Rischio sanità”, giugno 2001
[9] Peter C. Gøtzsche, medico e chimico ha pubblicato più di 70 articoli scientifici nelle cinque riviste mediche più accreditate al mondo e uno dei responsabili del Cochrane Methodology Review Group
[10] «Drug-related deaths in a department of internal medicine», Ebbesen J, Buajorded I, Erikssen J, Arch Intern Med. 2001; 161:2317-23
[11] “I tumori come causa di morte”, I numeri del cancro, Italia 2016, AIOM Associazione italiana di Oncologia Medica, http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_2016.pdf
[12] Idem
[13] Foglietto illustrativo del Pantoprazolo Zentiva Italia 20 mmg, compresse gastroresistenti» della Sanofi Pasteur, www.zentiva.it/prodotti/foglietti-illustrativi/pantoprazolo-zentiva-italia-20mg
[14] «L’uso dei farmaci in Italia», Rapporto nazionale anno 2015, AIFA