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Gli
oncologi si farebbero la chemio?
Dal libro “CANCRO SPA: leggere attentamente le avvertenze prima dell’uso”
di Marcello Pamio
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Domanda molto importante, perché è giusto sapere cosa
farebbero i medici oncologi - quelli che usano ogni giorno i
chemioterapici su altre persone - se avessero loro un tumore.
Nel marzo del
2005 al Senato australiano è stata presentata una “Inchiesta
sui servizi e sulle opzioni di trattamento di persone con cancro”,
prodotta dal Cancer Information & Support
Society, del St. Leonards di Sydney(1).
Secondo tale inchiesta, alcuni scienziati del McGill
Cancer Center di Montreal in Canada, inviarono a 118 medici, esperti
di cancro ai polmoni, un questionario per determinare quale grado di
fiducia nutrissero nelle terapie da loro applicate, nel caso essi stessi
avessero sviluppato la malattia.
Risposero 79 medici e 64 di loro non avrebbero acconsentito a sottoporsi
ad un trattamento che contenesse Cisplatino (un chemioterapico molto
utilizzato a base di platino). Mentre 58 dei 79 reputavano che tutte le
terapie sperimentali in questione fossero inaccettabili a causa
dell'inefficacia e dell'elevato grado di tossicità (2)!
Un risultato eclatante: l’81% degli oncologi intervistati, in caso di
tumore, non si farebbero somministrare un chemioterapico, mentre il 73%
di loro reputano addirittura le “terapie
sperimentali inaccettabili per l’elevato grado di tossicità”.
Anche se il numero di oncologi intervistati non è molto elevato, ognuno
tragga le proprie conclusioni…
Costi
dei trattamenti oncologici
Considerando i due principali strumenti terapeutici nelle
mani degli oncologi (chemio e radio), vediamo il costo di un tumore oggi in Italia.
Attualmente sappiamo esserci in Italia 1,7 milioni di ammalati[3] e oltre
270.000 nuovi malati ogni anno (in America ogni anno i nuovi malati di
cancro sono 1.372.910 (4).
La
conclusione, senza entrare troppo nel dettaglio, è la seguente: il
tumore in Italia (solamente tra chemio e radio, escludendo quindi
chirurgia, costi di degenza, farmaci vari, apparato medico e
infermieristico, i soldi fagocitati dalle industrie per la ricerca,
ecc.) è indubbiamente una delle patologie più costose, non solo in
termini di vite umane, ma soprattutto dal punto di vista economico.
In Appendice del libro sono stati appositamente pubblicati,
oltre una ventina di “bugiardini” di chemioterapici con i loro
effetti collaterali devastanti (foglietti illustrativi), anche i costi
ufficiali (dichiarati dalle rispettive case di produzione) dei più
diffusi chemioterapici in circolazione, per rendersi conto di quello che
è stato appena detto.
Un qualsiasi tumore trattato con chemio e radioterapia (ad esclusione
della chirurgia i cui costi sono paragonabili a quelli della
chemioterapia), costa al Sistema sanitario nazionale svariate centinaia
di migliaia di euro.
Un solo paziente oncologico.
Sembra impossibile, ma è proprio così.
Una testimonianza esemplare è stata pubblicata dal settimanale “Gente”
poco tempo fa.
Si tratta della vicenda di Gennaro De Stefano, un uomo normalissimo, che
nel suo “Diario di un malato di
cancro” ha provato a comporre la “lista della spesa” per la sua malattia.
Dopo aver consultato medici e fotocopiato le fustelle dei farmaci, ha
messo insieme tutte queste informazioni.
Il suo calvario è iniziato con due interventi chirurgici (biopsia più
operazione alla vescica) e una degenza di 22 giorni, per un totale di
30.000 euro[5]
Il primo ciclo di chemio è costato 9.000 euro e 1.500 euro spesi per
ogni TAC effettuata[6] (ne ha
fatte oltre 20).
«Un
ciclo completo di cocktail chemioterapici partiva da alcune migliaia di
euro per arrivare anche a 50 mila euro al mese per ogni paziente».[7]
«Durante
la chemioterapia, che, com’è noto, fa abbassare i globuli bianchi e
quelli rossi (tralasciando la quantità impressionante di medicinali di
sostegno per lo stomaco, l’intestino, la fatica, la nausea, il vomito
e via cantando), occorre sottoporsi a cure ormonali che aiutino la
crescita dei globuli bianchi. Di solito si fanno tre o quattro iniezioni
che costano una 1.500 euro, le altre 150 euro ognuna. Arriva poi l’Epo,
l’ormone diventato famoso come doping dei ciclisti, che costa dai 500
ai 1.000 euro a iniezione. Di queste bombe ne avrò fatte, fino a oggi,
una quarantina».[8]
Ha dovuto eseguire la radioterapia (6.000 euro); un nuovo
intervento chirurgico per alcune metastasi (9.000 euro); di nuovo
radioterapia, ecc.
Risultato:
Questo che avete appena letto, purtroppo, è l’iter seguito dalla
stragrande maggioranza dei malati oncologici.
Moltiplicate questa cifra per il numero dei malati vecchi e nuovi, e
capirete dal risultato che forse per qualcuno - e dico forse - non c’è
convenienza nel trovare la soluzione definitiva ad una patologia che
sviluppa centinaia di miliardi di euro ogni anno in Italia.
Ogni anno la “lobbies del cancro”
- solamente con i nuovi ammalati (270.000 persone), e supponendo che
tutti entrino nei percorsi terapeutici - movimenta una cifra superiore a
54.000.000.000 di euro.
Cinquantaquattro miliardi di euro ogni
anno per un trattamento oncologico.
Se a questi ci aggiungiamo tutte le persone ammalate di
cancro oggi in Italia (1 milione e 700 mila), che ripetono i
trattamenti, che necessitano di trapianto di midollo, che muoiono
nonostante, o per colpa delle terapie, ecc., tale cifra, come detto
prima, raggiungerà i centinaia di miliardi di euro.
Pensate all’industria della
morte, meglio nota come “imprese funebri”.
Ogni anno sono 162.000 le persone che muoiono per cancro in Italia (dati
Istat).
I costi per un servizio funebre privato (pagato dalle famiglie) vanno da
un minimo di 2.155 euro (Roma) a un massimo di 3.575 euro (Milano)[9] a persona.
Facendo una media più che ragionevole di 3000 euro…il
‘lutto per cancro’
(funerale, epigrafi, fiori, trasporto, organizzazione) sottrae alla
società 486.000.000 di euro. Tutti gli anni inesorabilmente.
Pensate nel mondo intero…
Ecco cosa riporta il “bugiardino” (pubblicato assieme
agli altri in appendice) di uno dei più usati chemioterapici:
Effetti controindicati:
- Gravi aritmie acute sono state descritte durante o poche ore dopo la
somministrazione;
- Una mielosoppressione grave può provocare insorgenza di emorragia e
superinfezioni, e costituisce una indicazione alla riduzione o alla
sospensione della Doxorubicina;
- Esiste un rischio accertato di sviluppo di cardiomiopatia indotta
dalle antracicline e dipendente dalla dose cumulativa;
- Il rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti neoplastici
trattati con Doxorubicina persiste per tutta la vita;
- Può potenziare la tossicità della radioterapia e di altre terapie
anti-neoplastiche;
- Neoplasie benigne e maligne;
- Il verificarsi di una leucemia mieloide acuta secondaria;
- Il danno del tratto gastrointestinale può indurre ad ulcera,
emorragia e perforazione;
-
SMALTIMENTO:
Il personale che manipola
Le fuoriuscite o le perdite di soluzione devono essere trattate con ipoclorito di sodio diluito che preferibilmente va lasciato agire per tutta la notte e a cui va fatto seguire un risciacquo con acqua.
[1]
“Inchiesta sui servizi e
nelle opzioni di trattamento di persone con cancro”, prodotta
dal Cancer
Information & Support Society,
del St Leonards di Sydney.
[2]
Idem
[3]
“La prima giornata del
malato cancro”, Francesco De Lorenzo TGCom
[4]
SEER – Cancer statistics review 1975-2005
[5]
“Vi sono costato 200 mila
euro”, Gennaro De Stefano, “Gente”
[6]
Idem
[7]
Idem
[8]
Idem
[9]
“Vivere o morire…Cosa
costa di più?” - Help Consumatori
www.helpconsumatori.it/data/docs/dossier_funerali.pdf