«UN MEDICO CI SEPPELLIRÀ», CAMPAGNA
SHOCK DALL'ORDINE DEI BECCHINI
Marcello Pamio - 4 aprile 2018
Dalla rivista “Pediatrics” - punto di riferimento della pediatria a livello
mondiale - arrivano delucidazioni importantissime che cambieranno in meglio la
nostra storia.
Si sono occupati questa volta dell’allattamento al seno, ma da un nuovo punto di
vista. Un punto di vista più moderno e liberale.
Secondo i ricercatori infatti sarebbe «eticamente inappropriato» - per i governi
e le organizzazioni mediche - descrivere l’allattamento al seno come «naturale»,
perché cozzerebbe contro l’ideologia di genere…
«Associare la natura alla maternità (…) può
inavvertitamente sostenere argomentazioni biologicamente deterministiche sul
ruolo
degli uomini e delle donne nella famiglia (per esempio, che dovrebbero essere
principalmente le donne a prendersi cura dei bambini)».
Era ora che i pediatri prendessero questa posizione. Meglio tardi che mai.
Da che mondo è mondo l’allattamento al seno è sempre stato l’unico e
imprescindibile approccio “naturale” che interessa tutti i mammiferi. Ma per
fortuna da oggi non lo è più, e se lo dicono i pediatri amerikani c’è da
crederci.
E’ “biologicamente deterministico”, e quindi non corretto, sostenere che sono
solo le donne a prendersi cura dei bambini.
Il discorso non fa una piega. In fin dei conti, se ci pensiamo bene, quale
sarebbe il motivo per cui le donne avrebbero tale priorità?
Forse perché sono le donne che, avendo l’utero, possono partorire i bambini? E
questo sarebbe un valido motivo?
Come la mettiamo con quelle povere coppie di gay che vorrebbero avere un figlio,
ma la disgraziata Natura li sta castrando?
L’avvertimento alle “uterine” è lapalissiano: l’ectogenesi infatti sta
prendendo sempre più piede!
Il parto (genesi) fuori (ecto) dal corpo materno, all’interno di un utero
artificiale porterà finalmente giustizia ed equità, dopo millenni di
discrepanze.
Non se ne poteva più dell’arroganza di queste donne in preda al delirio di
onnipotenza solo per sentirsi crescere dentro la Vita.
Quindi il plauso va alla medicina e alla scienza in generale, che lentamente
stanno colmando questi vuoti importantissimi riportando giustizia fra i
generi...
«Fare riferimento al ‘naturale’ nella
promozione dell’allattamento al seno…
può inavvertitamente sostenere una serie di valori sulla vita familiare e sui
ruoli di genere, che sarebbero eticamente inappropriati».
Per non parlare dell’allattamento che secondo i pediatri illuminati sarebbe
eticamente inappropriato definire “naturale”.
Anche in questo caso hanno perfettamente ragione, perché va ricordato che oggi
un neonato può essere comprato da catalogo, da due gay o due lesbiche, o da un
singolo uomo o donna abbastanza ricchi. Come la mettiamo con i diritti?
Se consideriamo come "naturale" l'allattamento al seno, quello esclusivo della
mamma che lo ha partorito, lediamo ogni diritto a tutti gli altri.
Poco importa se nel mondo dei mammiferi, la ghiandola mammaria inizia a
ingrandirsi nella madre quando questa è gravida, per poi provvedere alla
produzione vera e propria al momento della suzione.
Da oggi anche questo aspetto non è più cosa buona perché si scontra con i
sacrosanti diritti di un gay che non ha il seno o di una lesbica che non è stata
ingravidata.
I geni in camice bianco stanno lavorando alacremente anche su questo: livellare
le differenze anatomo-fisiologiche che la Natura sessista ha da sempre imposto
all’essere Uomo.
Sarà possibile a breve, grazie a lunghissime e costose cure di ormoni di
sintesi, innescare la produzione di latte anche nella mammella maschile.
Non mi si venga dire che questo latte sarà pregno di chimica mortifera. Il latte
è latte, sia che sgorghi dalla tetta della mamma che ha nel grembo la creatura,
sia che venga fuori da un capezzolo di un maschio o “diversamente-maschio”.
Al neonato poco importa se il latte esce dal seno materno o paterno o da una
vacca.
Il latte è un liquido biancastro, con una percentuale precisa di proteine,
grassi e zuccheri. Punto.
Conclusione
Ironia a parte stiamo assistendo allo sbando totale della medicina.
Il Sistema è allo stadio terminale e agonizzante si dimena disperatamente. Il
mondo accademico e universitario ne è ovviamente lo specchio e l’esempio dello
studio riportato dalla rivista “Pediatrics” è illuminante.
Come speciale e illuminante è la campagna shock indetta dalla Fnomceo, l’ordine
degli ordini dei medici: la casta dei camici bianchi italiani.
«Una bufala ci seppellirà» è il titolo.
Mega manifesti di 6 metri per 3 con slogan del tipo «Non mi hanno
vaccinato per paura dell’autismo», «Avevo acquistato sul web un farmaco
miracoloso», «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio», ecc.
La fantasia e l’ironia si sa non sono prettamente una peculiarità della classe
medica.
Trattasi della brutta-copia della campagna mediatica (giornali e cartelloni
pubblicitari) invece ben riuscita organizzata dal Corvelva qualche mese fa e che
tutt'ora continua a comparire grazie ai gruppi di genitori attivi in diverse
realtà locali.
I media, lo sappiamo, sono tutti controllati e pilotati, per cui è impossibile
pubblicare un solo articolo scientifico che esca dal paradigma.
L’ordine arrivato ai giornalisti è perentorio: i vaccini non si mettono in
discussione.
Per cui l'associazione veneta ha pensato bene di bypassare la censura di regime,
pagando di tasca propria alcune pagine pubblicitarie scritte da medici e/o
riportando dati e fatti ufficiali in ambito vaccinale (come il numero di
danneggiati dai vaccini secondo l’AIFA, oppure i morti riconosciuti dalla legge
210, o ancora i dati omessi nei rapporti delle case farmaceutiche).
Fare corretta informazione in Italia dà molto fastidio al Sistema, perché
rischia di svegliare le coscienze molto anestetizzate e addormentate, per cui la
campagna è stata denigrata in ogni modo.
Ora l’ordine dei medici fa la medesima cosa, ma tutti battono le mani. Ma c’è
una piccola differenza: mentre il Corvelva, autotassandosi, ha fornito ai
lettori dati concreti e ufficiali, numeri e tabelle su cui riflettere e aprire
un serio confronto, la casta dei camici bianchi (ma sempre più sporchi), la Vera
e Unica Scienza, che ovviamente non vuole nessun confronto, se ne esce con una
campagna di battute e slogan.
Invece di smontare pezzo per pezzo le cosiddette “fake” usando i canali e gli
strumenti della Scienza (che dicono di avere) cosa fanno? Si comportano come i
poveri (in spirito, non in banca) burioni di turno: facendo battute e
ironizzando.
Questa è la medicina ortodossa.
Tornando al titolo della campagna («Una bufala ci seppellirà»), la
federazione dovrebbe rivedere attentamente non solo gli esperti di comunicazione
che hanno pagato profumatamente per organizzarla, ma anche i loro stessi soci.
I dati ufficiali, le statistiche e l’epidemiologia dicono che a farci morire non
sono le bufale, ma i camici bianchi!
Perché non si confrontano i dati delle persone morte perché non vaccinate - o
perché hanno usato il bicarbonato con il cancro, o perché hanno comprato il
farmaco miracolo su e-bay - con la strage che ogni anno si verifica per «cause
iatrogene», per errori medici, per gli effetti collaterali dei farmaci/vaccini,
per i devastanti trattamenti chemio e/o radio?