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Zootecnia dopata:
sostanze illegali provenienti da 9 paesi esteri di cui 5 dell’UE
Dichiarazione di Marco Moruzzi
responsabile nazionale agricoltura Commissione Europea

"L'indagine dei carabinieri del NAS di Bologna, che operano sotto  il coordinamento della Procura di Rimini, è la più estesa azione effettuata in questi anni in Europa contro la produzione, il commercio e l'uso clandestino di farmaci e sostanze chimiche proibite destinate alla zootecnia per accelerare la crescita degli animali negli allevamenti intensivi.
Dalle fonti ufficiali emerge che ci troviamo di fronte a ben 40 sostanze diverse, alcune sono cancerogene, in particolare una il (17beta boldenone) è stata individuata per la prima volta in Europa, mentre molte altre contengono addirittura  percentuali di sostanze sconosciute e sospette a detta dello stesso Comando dei Carabinieri per la Sanità. Non si tratta di  farmaci scaduti  o trafugati, ma di prodotti appositamente fabbricati per il  mercato clandestino.
Non ci troviamo di fronte ad una organizzazione criminale italiana ramificata in 31 province,  specializzata nel reperimento di antibiotici, chemioterapici, farmaci ed ormoni provenienti dal circuito commerciale, ma di una vera rete clandestina che parte dall'estero, dove si produce su commissione per alimentare un traffico che evidentemente non si limita al nostro territorio.

L'organizzazione  coinvolge ben 24 società con tanto di laboratori e centri di produzione che hanno lavorato per alimentare questo traffico illegale proveniente da: Svizzera, Cina, San Marino, Spagna, Olanda e Germania, Belgio , Est Europeo e Tailandia.
Questi prodotti circolano come fossero sostanze stupefacenti e già negli anni scorsi alcuni organi di stampa avevano addirittura collocato questo business tra le principali fonti di entrata della criminalità organizzata.
Ritengo che non si debba criminalizzare in modo generalizzato la zootecnia italiana, poiché all'estero le condizioni di allevamento spesso sono più esasperate di quelle nazionali, agli addetti ai lavori sono noti i "famigerati" mega allevamenti dei Paesi Bassi.  Negli Stati Uniti l'uso degli ormoni è addirittura consentito per legge e praticato correntemente.
Si deve dare atto che in Italia la rete dei veterinari pubblici è la più estesa d'Europa. Ciò non toglie che dopo questa  vicenda si devono ridiscutere anche a livello europeo nuove regole comuni per la gestione degli allevamenti.

E' un dato di fatto che la rincorsa al ribasso del prezzo della carne sta creando grandi difficoltà proprio agli allevatori più responsabili, che non considerano gli animali una macchina da carne e che non vogliono produrre "cibi spazzatura".
Per tutelare gli allevatori seri ed i consumatori occorre rivedere anche il sistema di controllo, dato che la ricerca di antibiotici e ormoni nelle carni, come quelli  individuati in questo traffico illecito, sono ridotti al lumicino a causa dell'elevato numero di principi attivi da ricercare.
Il Decreto Legislativo 336 del 1999 prevede ad esempio che  nel settore avicolo, anabolizzanti ormoni ed antibiotici vengano ricercati, dopo la macellazione, su 12 polli su 1.000.000.
Penso che sia evidente che queste quantità di controlli hanno scarso effetto dissuasivo.
I Verdi chiederanno l'istituzione dell'inchiesta parlamentare, e nei prossimi giorni  si attiveranno affinché la Commissione Europea riferisca al Parlamento Europeo sull'efficacia del sistema europeo di controllo sull'uso degli antibiotici e ormoni negli allevamenti.

Marco Moruzzi
Consigliere Regionale Verdi Marche
Responsabile Nazionale Agricoltura dei Verdi

Ancona, 19.2.2004
Approfondimenti su: www.greensite.it

 
www.disinformazione.it