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Zootecnia dopata:
sostanze illegali provenienti da 9 paesi esteri di cui 5 dell’UE
responsabile nazionale agricoltura Commissione Europea
"L'indagine
dei carabinieri del NAS di Bologna, che operano sotto il coordinamento della Procura di Rimini, è la più estesa
azione effettuata in questi anni in Europa contro la produzione, il
commercio e l'uso clandestino di farmaci e sostanze chimiche proibite
destinate alla zootecnia per accelerare la crescita degli animali negli
allevamenti intensivi.
Dalle fonti ufficiali emerge che ci troviamo di fronte a ben 40 sostanze diverse, alcune sono cancerogene, in particolare una il
(17beta boldenone) è stata individuata per la prima volta in Europa,
mentre molte altre contengono addirittura
percentuali di sostanze sconosciute e sospette a detta dello
stesso Comando dei Carabinieri per la Sanità. Non si tratta di
farmaci scaduti o trafugati, ma di prodotti appositamente fabbricati per il
mercato clandestino.
Non ci troviamo di fronte ad una organizzazione criminale italiana
ramificata in 31 province, specializzata
nel reperimento di antibiotici, chemioterapici, farmaci ed ormoni
provenienti dal circuito commerciale, ma
di una vera rete clandestina che parte dall'estero, dove si produce su
commissione per alimentare un traffico che evidentemente non si limita
al nostro territorio.
L'organizzazione
coinvolge ben 24 società con tanto di laboratori e centri di produzione che hanno
lavorato per alimentare questo traffico illegale proveniente da:
Svizzera, Cina, San Marino, Spagna, Olanda e Germania, Belgio , Est
Europeo e Tailandia.
Questi prodotti circolano come fossero sostanze
stupefacenti e già negli anni scorsi alcuni organi di stampa
avevano addirittura collocato questo business
tra le principali fonti di entrata della criminalità organizzata.
Ritengo che non si debba criminalizzare in modo generalizzato la
zootecnia italiana, poiché all'estero le condizioni di allevamento
spesso sono più esasperate di quelle nazionali, agli addetti ai lavori
sono noti i "famigerati" mega allevamenti dei Paesi Bassi.
Negli Stati Uniti l'uso degli ormoni è addirittura consentito
per legge e praticato correntemente.
Si deve dare atto che in Italia la rete dei veterinari pubblici è la più
estesa d'Europa. Ciò non toglie che dopo questa
vicenda si devono ridiscutere anche a livello europeo nuove
regole comuni per la gestione degli allevamenti.
E'
un dato di fatto che la rincorsa al ribasso del prezzo della carne sta
creando grandi difficoltà proprio agli allevatori più responsabili,
che non considerano gli animali una macchina da carne e che non vogliono
produrre "cibi spazzatura".
Per tutelare gli allevatori seri ed i consumatori occorre rivedere anche
il sistema di controllo, dato che la ricerca di antibiotici e ormoni
nelle carni, come quelli individuati
in questo traffico illecito, sono ridotti al lumicino a causa
dell'elevato numero di principi attivi da ricercare.
Il Decreto Legislativo 336 del 1999
prevede ad esempio che nel
settore avicolo, anabolizzanti ormoni ed antibiotici vengano ricercati,
dopo la macellazione, su 12 polli su 1.000.000.
Penso che sia evidente che
queste quantità di controlli hanno scarso effetto dissuasivo.
I Verdi chiederanno l'istituzione dell'inchiesta parlamentare, e nei
prossimi giorni si
attiveranno affinché la Commissione Europea riferisca al Parlamento
Europeo sull'efficacia del sistema europeo di controllo sull'uso degli
antibiotici e ormoni negli allevamenti.
Marco
Moruzzi
Consigliere Regionale Verdi Marche
Responsabile Nazionale Agricoltura dei Verdi
Ancona,
19.2.2004
Approfondimenti
su: www.greensite.it