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La
creazione di Al-Zarqawi
Maurizio
Blondet – “Israele, USA, il terrorismo islamico”,
Effedieffe ed.
"Abu
Musab Al-Zarkawi è d'attualità in questo momento", scriveva
il Weekly Standard (un periodico vicino ai neoconservatori) il 24 maggio
2004. "Egli ha guidato non solo l'omicidio di Berg ma anche il
massacro di Madrid dell'11 marzo, l'attentato alla tomba di fedeli
sciiti in Irak lo stesso mese, e l'attentato suicida nel porto di
Bassora il 24 aprile. Ma molto prima dell'11 settembre, aveva
architettato un piano per massacrare turisti israeliani e americani in
Giordania. C'è la sua firma in gruppi e attentati terroristici nei
quattro continenti".
Il
tenebroso astro mediatico di Al-Zarkawi, appena sorto all'inizio del
2004, quasi a sostituire ed eclissare l'astro di Osama Bin Laden, che
tramonta nella mente collettiva dell'opinione pubblica, in quanto
introvabile e mai trovato. Il Dipartimento di Stato ha aumentato la
taglia su questo personaggio da
Forse
quando il giordano lottava in Afghanistan, per conto degli Usa, contro i
sovietici? Su questo particolare imbarazzante si preferisce sorvolare.
Da ultimo, i media gli attribuiscono uno scopo demoniaco: Al-Zarkawi è
in Irak "per innescare una guerra civile fra sciiti e sunniti".
Si domanda il professor Michel Chossudosky: "ma non è
precisamente questo lo scopo a cui mirano i servizi americani in Irak,
come sostenuto da vari analisti? Gettare un gruppo contro l'altro allo
scopo (divide et impera) di indebolire la resistenza irachena?".
E ricorda, il professore canadese, che "
Oggi, s'è
aggiudicato il contratto Cia per la disinformazione un altro colosso, il
Rendon Group.
Molti milioni di dollari, si dice. Che Al-Zarkawi sia una geniale
invenzione della Rendon?
Non seguiremo ciecamente il professor Chossudosky in questa ipotesi.
Tuttavia, il procedimento di para-informazione sul "terrorismo
arabo" che descrive ci è fin troppo familiare, visto che anche i
media italiani lo seguono, per non suscitare qualche sospetto.
"Immediatamente dopo un attentato terroristico,
Il nome di
Al-Zarkawi emerge per la prima volta in relazione ad un attentato
compiuto ad Amman, in Giordania, contro l'Hotel Radisson nel dicembre
1999. Apparentemente il terrorista circolava prima con un altro nome,
Ahmed Fadil Al-Khalayleh, insieme ad altri pseudonimi. Si tratta della
stessa persona?
Secondo il New York Times (24 marzo 2002), Al-Zarkhawi sarebbe fuggito
dall'Afghanistan (dove viveva sotto i Talebani, dopo essere stato
guerrigliero anticomunista con gli auspici della Cia) nella fine del
L'articolo mira evidentemente ad accusare l'Iran - uno degli stati più
minacciati di rappresaglie israelo-americane - di essere l'organizzatore
della "rete islamica del terrore".
Ma nel febbraio del
Nella sua storica allocuzione all'Onu, Powell fu infatti generoso
nell'esibire foto da satelliti-spia che mostravano i siti dove il regime
iracheno compiva i suoi misfatti. Come s'è visto dopo, era tutto falso:
né armi di distruzione di massa, né campi d'addestramento di Al-Qaeda.
Perché Al-Zarkawi dovrebbe essere vero?
Oltretutto,
la menzogna di Colin Powell era fragile. La zona dell'Irak del nord in
cui assicura che Al-Zarkawi addestra i suoi era ormai da anni fuori del
controllo di Saddam, a causa della no-fly zone creata dagli americani.
Sotto la cui protezione i curdi iracheni praticamente si autogovernano.
Lo ammette Powell stesso: “I
luogotenenti di Zarkawi operano nell'area curda che è fuori del
controllo di Saddam, ma Baghdad ha un agente tra i massimi livelli
dell'organizzazione estremista Ansar al-Islam, che controlla quest’area
dell’Irak. Nel 2000, questo agente ha offerto ad Al-Qaeda rifugio
sicuro in quell’area