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- Dopo l'11 settembre
Padre
Zanotelli: «Tornare a casa, subito!»
tratto da «Famiglia Cristiana» nr. 10 7 marzo 2004
Sul
conflitto in Irak e sulla presenza dei militari italiani in quel teatro
di guerra prolungata, il movimento della pace è diviso e, all’interno
di esso, i cattolici hanno posizioni differenziate, come risulta dalla
testimonianza di padre Alex Zanotelli e da quella, nell’altra pagina,
di Luigi Bobba.
«Devono
tornare a casa immediatamente. La guerra in Irak, contro la quale il
Papa è intervenuto tante volte, è stata definita "criminale"
dal cardinale Tauran e "immorale" dal cardinale Martino.
Adesso non può diventare una guerra giusta, e i nostri militari stanno
lì, con gli americani e gli inglesi, come truppe di occupazione. Con
conseguenze che potrebbero essere funeste a causa dell’aumento
dell’odio e del pericolo di conflitti religiosi».
«Al
contrario, fu quell’operazione ad aggravare la situazione in Somalia.
Quanto all’intervento italiano in quell’occasione, fu una follia.
Che il Paese che aveva colonizzato la Somalia intervenisse a pacificare
le fazioni in lotta era demenziale».
«Deve
intervenire l’Onu. Credo sia necessario e urgente un impegno
internazionale, all’interno del quale dovrebbe trovare ampio spazio la
Lega araba, che è la meglio piazzata per un’azione pacificatrice
accettabile da tutte le parti».
«Perché
ho la netta impressione che la guerra in Irak sia stata percepita dal
mondo musulmano come un attacco dell’Occidente cristiano contro il
cuore dell’Islam».
«L’Onu
ha subìto questa guerra. La guerra preventiva contro l’Irak ha fatto
a pezzi l’Onu e il minimo di legalità internazionale che questa
organizzazione assicurava. Bisogna ripartire restituendo capacità
decisionale alla comunità internazionale attraverso l’Onu. Certo, si
deve essere consapevoli delle enormi difficoltà prodotte da situazioni
di profonda divisione. In Somalia la guerra civile dura da quindici anni».
«Il
voto dev’essere chiaro. Si è contro la guerra? E allora si voti no.
Altrimenti non si capisce più niente. Se il Governo usa la tattica di
far votare in un unico decreto il rifinanziamento a tutte le missioni,
ci si opponga con determinazione a tale tattica e si voti un chiaro no a
tutto. Anche perché altre missioni non sono affatto difendibili. Ad
esempio, che ci stiamo a fare in Afghanistan? Anche quella guerra era
illegale».