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WiFi?
È pericoloso, va messo al bando
Tratto
da http://punto-informatico.it/p.asp?i=58011
Lo decidono le autorità di una università canadese che
vietano l'uso di apparecchi WiFi all'interno delle strutture didattiche.
Nessun divieto invece per telefonini, forni a microonde e altri
sparawireless
Roma - Una decisione clamorosa è stata assunta dalla
direzione della Lakehead University canadese, ovvero quella di mettere
al bando la copertura WiFi dell'ateneo e, più in generale, di vietare
l'uso di dispositivi WiFi all'interno degli edifici universitari.
Il motivo non va ricercato in un'anacronistica e improbabile censura
quanto invece nel timore espresso dal rettore dell'Istituto, Fred
Gilbert, per la salute di docenti e studenti.
Sebbene non vi sia alcuna prova che i campi
elettromagnetici sviluppati da attrezzature come quelle di connettività
wireless siano dannosi, secondo Gilbert non si sono neppure prove che
indichino il contrario, in particolare quando a questi campi sono
esposti i più giovani. Anzi, Gilbert segnala come significativo uno
studio della Commissione per le Public Utilities californiana secondo
cui è
necessario investigare ulteriormente, vista la possibilità che vi siano rischi per la
salute. E cita anche l'OMS, l'Organizzazione mondiale della Sanità, che tende
ad escludere i rischi - spiega Gilbert - ma non al 100 per cento.
Va detto che la "chiusura" verso il WiFi da parte
dell'ateneo non è una cosa nuova ma è emersa solo di recente dopo che
il network televisivo CBC ha dedicato alla questione un servizio, nel
quale lo stesso Gilbert ha sostenuto che vi sarebbero studi secondo cui
questo genere di tecnologia è potenzialmente un rischio. "Questi rischi - ha dichiarato -
sono particolarmente rilevanti per i tessuti in rapida crescita dei
giovani e la maggiorparte dei nostri studenti sono ancora nell'età
della crescita, ed è quindi soltanto una precauzione e un voler fornire
un ambiente che evita di porre un rischio potenziale".
A spingere Gilbert e il collegio accademico verso questa
direzione sarebbero anche alcuni casi di elementi che in passato hanno
influito sulla salute ma il cui impatto si è capito solo
con decenni di ritardo, come con il tabacco o l'amianto. D'altra parte l'ateneo, ha
sottolineato Gilbert, offre altri generi di punti di accesso alla rete
in moltissime aree del campus universitario, "nodi" che
consentono di accedere facilmente alla rete a fibre ottiche con cui è
collegata la struttura didattica.
"Quello che voglio dire - ha anche spiegato il rettore
- è che mentre gli scienziati ci lavorano, io non intendo creare una
struttura che può tradursi in una esposizione potenzialmente rischiosa
per gli studenti. In generale, i rischi sono maggiori dove si trovano le
antenne e gli hotspot wireless, ma è proprio lì - ha aggiunto - che
gli utenti tendono a ritrovarsi perché ottengono il segnale
migliore".
Inutile dire che la notizia del bando del WiFi sta rapidamente facendo
il giro della rete. BoingBoing osserva:
"E che dire allora dei telefonini, dei walkie-talkie a 2,4 Ghz o
dei forni a microonde?" Tutti dispositivi a forte impatto
elettromagnetico ma utilizzati
senza problemi
all'interno del campus.