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Chi
è “Wal Mart”
“Profitti record per il
gigante della distribuzione statunitense Wal
Mart. Il colosso mondiale dei supermarket ha concluso il trimestre
con un utile netto in aumento del 5,8 %, raggiungendo la cifra la
cifra record di 2,8 miliardi di dollari. In crescita anche il fatturato:
i ricavi sono infatti aumentati del 10,2% a quota 76,8% …” cosi
scriveva il maggior quotidiano economico italiano “il Sole 24 ore”,
in merito a Wal Mart, il 16
Agosto 2005.
1 milone e 400 mila dipendenti negli Stati Uniti e 410 mila all’ estero, un fatturato di 245 miliardi di dollari – pari circa al Pil della svizzera - 138 milioni di persone visitano, ogni settimana, uno dei centri commerciali.
«Lavoriamo
per diminuire i prezzi ogni giorno»
Ufficialmente
la Wal Mart, nasce nel 1962 da un’ idea del suo fondatore Sam
Walton - deceduto nel 1992 - che apri’, in tale anno, il suo primo
negozio in Bantoville, Arkansan (oggi l’ edificio e’ divenuto
quartiere generale della società).
Da allora, sono stati aperti 3.336 nuovi punti vendita, di cui 1353
discount – con una superficie (ciascuno) intorno ai 10 mila metri
quadri – 1713 grandi centri commerciali – 18 mila metri quadrati –
e 85 negozi da quartiere – 4 mila metri quadrati.
La multinazionale, inoltre, è quotata alla borsa di New York con
l’acronimo Wmt, e come scrive sempre il Sole 24 del 16 Agosto “per
il terzo trimestre il gruppo ha previsto un utile per azione tra 55 e 59
centesimi (di euro) rispetto alle attese degli esperti di 60, e per l’
intero esercizio tra 2, 63 e 2,70 dollari, contro attese di 2,66”.
Per il terzo anno consecutivo,
Lo scorso 23 ottobre, in New Jersey – in un supermercato di Piscataway
- circa 250 lavoratori della Wal Mart, sono finiti in manette.
Molti
di questi, erano sprovvisti dei documenti d’ identità - oltre che al
regolare permesso di soggiorno - ed al momento dell’ arresto hanno
confessato agli agenti federali, di aver lavorato per 3 anni “ad un
ritmo” di 60 ore a settimana, a 6 dollari all’ ora, senza mai un
giorno di riposo, senza straordinari retribuiti, ne’ assicurazione
sanitaria ne’, tanto meno, un contratto di lavoro.
La vice presidente per le comunicazioni di Wal Mart, Mona Williams ha
cosi commentato l’accaduto: “ Se
qualcuno dei nostri ha violato la legge, vogliamo sapere chi e’, per
essere certi che non lavorera’ piu’ per la nostra azienda”.
Joe Hansen, al secondo congresso dell’ Union Network Internation - di
cui Hansen e’ presidente -, una confederazione che riunisce 900
sindacati di 150 Paesi nata nel 2000 che dichiara di rappresentare circa
15 milioni di lavoratori, si e’ espresso in questi termini in merito
alla multinazionale: “i
sindacati devono sfidare il modello Wal Mart su scale globale”.
John Sweeney presidente dell’ Afl Cio aggiunge “ (wal mart ) sta
facendo proseliti, con la pressione al ribasso su salari, benefit e
condizioni di lavoro che esternalizza i costi sanitari al contribuente
americano e muove la produzione di Paese in Paese inseguendo i costi del
lavoro più bassi”.
I lavoratori, in media, alla Wal Mart, guadagnano 14 mila dollari contro
i 18 mila dei concorrenti (la cosiddetta “linea
di povertà” negli Stati Uniti,
stabilita dal governo, lambisce la soglia dei 15.600 dollari per una
famiglia con 3 componenti), i dipendenti della Wal Mart, inoltre, devono
provvedere di tasca propria, al pagamento dell’ assicurazione
sanitaria; non vi è altresì la possibilità per i dipendenti, di
appellarsi a qualsiasi forma di sindacato all’ interno dell’
azienda, in quanto questo genere di organizzazione, alla Wal Mart non
esiste.
Questa,
la motivazione che l’ amministratore delegato della multinazionale
fornisce, a “Business Week”: “pensiamo che sia meglio avere a che fare con i nostri dipendenti a
livello individuale, senza bisogno di intermediari”; forse e’
questo il motivo per il quale, al
ministero del lavoro USA, negli ultimi anni, sono pervenute ben 60
denuncie di “comportamenti anti-sindacali” da parte dei dirigenti
della Wal Mart.
Paul Krugman, uno dei più
ascoltati ed autorevoli analisti economici americani, si esprime cosi in
merito al colosso americano della distribuzione al dettaglio: “può
stabilire contatti commerciali in qualunque parte del mondo con rapidità
ineguagliabile”.
Infatti, secondo un recente studio effettuato dalla Nielsen negli Stati
Uniti, si scopre che
In più oggi, la multinazionale a differenza di quanto dichiarava il fondatore
Sam Walton, negli anni 80 “in
merito alla “filosofia del made in America”, sta effettuando una
politica dei prezzi stracciati, grazie all’ importazione di prodotti
dai paesi in via di sviluppo quali, quelli orientali.
Secondo
Un editoriale pubblicato il 14 Novembre del 2004 dal “New York Times”,
mette in guardia il lettore, dal possibile pericolo della “Wal -
Martizzazione” dell’ America: “Bisogna
evitare che centinaia di migliaia di persone che lavorano nei servizi
passino dalla middle class alla fascia della povertà".
Alla decisione di aprire 40 nuovi ipermercati Wal Mart nella California
meridionale i supermercati concorrenti hanno iniziato a tagliare i
salari ai dipendenti, chiedendo loro di sostenere le spese relative
all’ assicurazione sanitaria.
Questo ha scatenato una vera è propria rivolta da parte dei circa
70.000 lavoratori – appartenenti alle catene commerciali Kroger,
Albertson’s e Safeway - che
sono scesi in sciopero per 5 mesi, per protestare contro la nuova
politica adottata dalle proprie aziende.
Di fatto, quando Wal Mart decide di entrare in un settore, vi è una
corsa alla riduzione dei prezzi, dei
salari e delle condizioni di lavoro, finanché principi di pari
opportunità: due terzi dei
dipendenti sono donna, solo poco più di un terzo ricopre ruoli
dirigenziali, e solo il 14% di queste, ricopre la carica di top manager
all’ interno dei circa 3.300 punti vendita della catena.
In più, a parità di
anzianità, le donne percepiscono uno stipendio dal 5 al 15%, inferiore
rispetto ai colleghi uomini.
Un giudice di San Francisco il 22 Giugno del 2004, ha accettato una
class action contro la Wal Mart, intentata da 1,6 Milioni di donne
dipendenti dell’ azienda, per discriminazione sessuale.
Non solo.
Wal Mart, lo scorso gennaio ha accettato di pagare una multi pari a 135
mila dollari, per aver violato negli Stati del Connecticut, Arkansas e
New Hampshire, le leggi federali sul lavoro minorile.
Nel 2004, inoltre, un altro giudice della King County Superior Court,
Terry Lukens, ha autorizzato un’azione legale collettiva contro Wal
Mart. che coinvolge circa 40.000 tra dipendenti ed ex- dipendenti.
I fatti, risalenti dal 1995 ad oggi, riguardano principalmente: “straordinari
non pagati, pause pranzo e di lavoro negate, falsificazione dei dati
sugli straordinari effettuati”.
Secondo
gli avvocati dello studio legale Tousley Brain Stephens LLC, che hanno
avviato la causa di cui sopra, questo comportamento fa parte di un
sistemi di abusi sistematici praticati dalla Wal Mart: carico di lavoro
eccessivo, da espletare assolutamente entro le 40 ore settimanale, se
cosi non fosse, onde evitare di essere licenziati, si sopprimono pause
pranzo o turni di riposo.
Wal Mart respinge con fermezza queste accuse e si difende
affermando: “la politica di Wal
Mart e’ quella di pagare i propri dipendenti per ogni minuto che
lavorano; i manager che richiedono o tollerano il lavoro fuori orario
violano la politica della compagnia”.
E William Mona, dichiarava alla stampa: “Vogliamo
che tutti i nostri dipendenti si sentano valorizzati e trattati nella
stessa maniera, senza eccezioni”.
Fonti:
Il Sole 24 ore
Il Manifesto
L’ espresso