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Vioxx:
accuse per Merck ed FDA dal noto cardiologo Eric Topol
Da CardiologiaOnline.net
(Xagena
- Cardiologia) - Rofecoxib ha rappresentato un blockbuster per la società
farmaceutica Merck & Co, con vendite annue che hanno toccato i 2,5
miliardi di dollari.
Più di 80 milioni di cittadini statunitensi hanno assunto il farmaco,
prima che Merck decidesse di togliere dal commercio il farmaco
antinfiammatorio a causa di un aumentato rischio di infarto miocardico e
di
ictus.
Eric Topol, della Cleveland Clinic, uno dei più noti cardiologi a
livello mondiale, ha scritto un editoriale dal titolo “ Failing the
Public Health – Rofecoxib, Merck and the FDA”, pubblicato sul The
New England Journal of Medicine, in cui attacca duramente sia la casa
farmaceutica Merck che l’Agenzia di controllo sui farmaci Usa, l’FDA.
I dati sottoposti dalla Merck all’FDA nel 1999 per l’approvazione
del Vioxx erano incompleti e non revisionati da un peer-reviewed
journal.
Solo due anni dopo,febbraio 2001, l’FDA Arthritis Advisory Committee,
si è “accorta “ dei potenziali rischi cardiovascolari del Vioxx.
Secondo
Topol, “ it remains unclear why the FDA waited two years after its
review and approval of Rofecoxib to conduct this meeting” … rimane
inspiegabile il fatto che l’FDA abbia atteso due anni
dall’approvazione di Rofecoxib prima di convocare una riunione del suo
Comitato Scientifico.
Non è chiaro, neppure, perché l’FDA Arthritis Advisory Committee non
abbia chiesto a Merck, dopo i dati dello studio VIGOR, di effettuare uno
studio clinico per valutare il rischio cardiovascolare del Rofecoxib nel
lungo periodo.
La valutazione del rischio cardiovascolare avrebbe dovuto interessare,
soprattutto, i pazienti con malattia coronarica, che frequentemente
soffrono di osteoartrosi, e sono a più alto rischio di eventi
cardiovascolari.
Merck ha da subito cercato di minimizzare il rischio cardiovascolare del
Vioxx.
Topol ricorda che nel maggio 2001, Merck invece di fornire
un’informazione corretta sul proprio farmaco ha cercato di rassicurare
i medici sulla sicurezza cardiovascolare del Rofecoxib.
Lo
sforzo promozionale di Merck nel cercare di “negare” l’evidenza è
stato di ampie proporzioni.
Merck ha sponsorizzato simposi di Educazione Medica Continua (ECM), ha
fatto pubblicare numerosi studi a firma di propri dipendenti o
consulenti, con l’obiettivo di confutare i dati di pericolosità
cardiovascolare del Rofecoxib.
Esemplificativo è il titolo di una press release di Merck del 2001: “
Merck reconfirms favorable cardiovascular safety of Vioxx ”…..,
Merck riconferma la favorevole sicurezza cardiovascolare di Vioxx.
L’affermazione è diametralmente opposta alle conclusioni dello studio
VIGOR, uno studio sponsorizzato dalla stessa Merck.
L’evento principale che ha indotto Merck a ritirare il Vioxx da tutto
il mondo è stato certamente la presentazione nel corso dell’Annual
Meeting dell’International Society for Pharmacoepidemilogy a fine
agosto dei dati di un’analisi di un database di pazienti del Kaiser
Permanente, una delle maggiori HMO degli Stati Uniti.
Lo
studio osservazionale, sponsorizzato dall’FDA, aveva dimostrato che il
Rofecoxib, assunto a dosaggi superiori a 25 mg/die, era associato ad un
rischio di infarto miocardico o di morte cardiaca improvvisa di quasi 3
volte superiore ad altri antinfiammatori.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i dati dello studio
APPROVe, uno studio che stava valutando l’efficacia del Rofecoxib
nella prevenzione dei polipi del colon nei pazienti con anamnesi
positiva per adenomi colorettali.
In questo studio, che ha coinvolto 2.600 pazienti, è emerso che il 3,5%
dei pazienti trattati con Rofecoxib ha presentato infarto miocardico o
ictus contro l’1,9% dei pazienti del gruppo placebo.
Topol ha concluso il suo editoriale affermando che “…the senior
executives at Merck and the leadership at the FDA share responsability
for not having taken appropriate action and not recognising that they
are accountable for the public health…”, i dirigenti di Merck ed i
dirigenti dell’FDA condividono la responsabilità di non aver assunto
decisioni appropriate e di non aver salvaguardato la salute pubblica. (Xagena)
Fonte:
The New England Journal of Medicine
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ulteriori informazioni visita Xagena.it