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Dalle
vignette alla Lega Nord, ecco la strategia dello scontro
Marcello Pamio
23/02/2006
Come
potevamo immaginare, dopo l’attacco alla moschea sciita Dorata di
Samarra da parte di un misterioso commando in tuta mimetica[1],
gli scontri tra i musulmani si sono accentuati: decine di moschee
sunnite attaccate e oltre cinquanta morti! Nella capitale la polizia ha
infatti trovato, fino ad oggi, i cadaveri di 58 persone, vittime di
violenze inaudite e ingiustificate[2].
Anche tre giornalisti della tivù satellitare del Dubai, Al Arabiya,
sono stati barbaramente uccisi. Erano arrivati ieri dopo l'esplosione
nella moschea per realizzare un reportage, quando sarebbero stati
affrontati da due uomini armati che li hanno sequestrati. Un quarto
collega, che sembra fosse con loro, sarebbe riuscito a scappare.
Sarebbe molto interessante sentire la versione del sopravvissuto…
A questo
punto, la domanda è sempre la stessa: «Cui Prodest?» A chi giova
questo caos? Che senso ha mettere sciiti contro sunniti? Chi ci guadagna
dall’assassinio dei giornalisti di una tivù araba? Forse avevano
scoperto qualcosa che non si doveva dire? O Forse qualcuno non voleva testimoni? E questo qualcuno chi è?
Ovviamente la risposta ufficiale è il fondamentalismo islamico, il Male
per antonomasia: al-Qaeda, Osama bin Laden, Abu
Musab al-Zarqawi, Ayman Al-Zawahiri e compagnia brutta.
Guai, oggi come oggi, con l’aria che tira, affermare che questi
criminali sono stati creati e armati dagli stessi che li combattono con
tanta fermezza e decisione. Quello che è innegabile però sono i loro
comportamenti decisamente funzionali al sistema basato sul “divide
et impera”. Fomentano la divisione interna ed esterna (sunniti
contro sciiti), creano uno stato di tensione e terrore permanente
(attentati, bombe, kamikaze, ecc.) del migliore giacobinismo; uccidono i
loro stessi fratelli senza
ritegno e ammazzano quegli stessi giornalisti a cui forniscono i
video-messaggi.
Per tanto,
attenzione: rimaniamo nell’ufficialità e continuiamo a puntare il
dito contro l’islam e i musulmani. Schema islamofobico
rispettato perfettamente dalla scrittrice newyorkese
Oriana Fallaci, che dal suo appartamento in un grattacielo di New York
continua a fomentare quello “scontro di civiltà” ideato da Bernard
Lewis (esperto dell'Arab Bureau) e portato avanti dal
politologo di Harvard, Samuel Huntington.
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Nonostante
il cancan, le devastazioni e le morti, verificatesi a causa delle dodici
vignette su Maometto, e nonostante sia risaputo che il quotidiano Jyllands
Posten che le ha commissionate e pubblicate il 30
settembre 2005 sia
interconnesso con l’istituto neocon danese CEPOS, ai cui vertici
spicca la personalità nera di George Shultz[5]
(l’eminenza grigia che controlla l’amministrazione Bush), la scrittrice
persevera nella strategia.
A
gettare ulteriormente benzina sul fuoco si è messo pure l’ex Ministro
delle Riforme Calderoli, che in vena di simpatie ha indossato una
maglietta della salute con le vignette incriminate.
Personalmente non credo che questo signore abbia preso da solo una
simile iniziativa, è più facile che la richiesta sia partita da molto
più in alto…
Non
è una cosa tanto strana se ci pensiamo: tutto il suo partito, persegue
determinate strategie occulte di stampo anglo-americano. Basterebbe
infatti analizzare come è nata
E’ un caso che
E’ un caso che «la trasformazione dell'Italia in “macroregioni”
è una politica ufficialmente promossa dalla Fondazione Agnelli?[7] No, non
lo è
Pensate che
verso la fine del 1990,
Non so se mi sono spiegato.
I partiti vengono creati ad hoc sulla carta, e poi finanziati a dovere
perché funzionali ad un preciso disegno superiore.
Il disegno attuale è questo: creare scissioni per giungere allo
"scontro di civiltà"!
Risultato: in questi giorni qualcuno ha dato l'ordine di pigiare
sull'acceleratore… vignette pubblicate a settembre scatenano il
putiferio dopo 3 mesi, spunta la maglietta della salute, la moschea
Dorata salta in aria, si ridesta perfino la Fallaci
, ecc.. ecc..
Cosa manca all'appello?
[1]
ANSA, 23/02/2006 Rappresaglie
a Baghdad, 47 cadaveri crivellati di colpi http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200602231044232164/200602231044232164.html
[2]
Adnkronos/Ign 23 febbraio
2006
[3]
Giacarta Adnkronos/Ign
23 febbraio 2006
[4]
Ricccarso Mazzoni, direttore de il ''Giornale della Toscana''
[5]
George
Shultz, membro del CFR (Consiglio per le Relazioni con l’Estero,
il governo ombra statunitense), membro del Bosco Boemo (Bohemian
Grove), membro del Commitee on the Present Danger (think tank
neoconservatore), Ministro del Lavoro (1969 – 1970), Ministro del
Tesoro (1972-1974), Segretario di Stato (1982 - 1989), consiglio di
amministrazione di Bechtel, JP Morgan Chase,
ecc.
[6]
Movimento e Solidarietà -
www.movisol.org/./draghi3.htm
[7]
Movimento e Solidarietà -
www.movisol.org/./draghi3.htm
[8]
Movimento e Solidarietà -
www.movisol.org/./draghi3.htm