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Vietnam/Iraq:
due invasioni a confronto
Dott.ssa Laura Scafati
www.popobawa.it - www.popoblog.splinder.com
Questo
articolo nasce dall’esigenza di capire e di spiegare i motivi di due
Invasioni, che sono unite da particolari parallelismi, malgrado
risultino distanti per collocazione storica.
Tutto questo perché – secondo una mia personalissima opinione- sia il
Vietnam come l’Iraq rappresentano le due facce “ identiche” della
stessa medaglia al punto tale da farmi pensare che il tempo si sia
misteriosamente fermato a quei lontani anni 50/60.
Proverò a riportare una serie di fatti a riprova di quando vado
ipotizzando.
E’ noto che un abisso profondissimo spaccava a metà il Vietnam degli
anni cinquanta e lo divideva in : Vietnam del Nord e Vietnam del Sud.
Il Vietnam del Nord stava realizzando, in quegli anni, la rivoluzione
nazionale democratica per la quale si erano battute tante generazioni di
patrioti vietnamiti.
Il Vietnam del Sud, invece, era una specie di bastione strategico degli
Stati Uniti, la cui penetrazione diretta continuava gli interventi
stranieri del passato e manteneva al potere le forze sociali
reazionarie.
Gli interessi americani per questa Regione erano fortissimi dal momento
che rappresentava una parte importante del vasto dispositivo militare,
che va dal Giappone al Pakistan orientale passando per Okinawa, le
Filippine e la Thailandia.
Basti pensare che la missione militare americana, inviata a Saigon alla
fine della guerra franco-vietnamita ( MAAG Military Aid Advisory Group)
fu non solo mantenuta, ma rafforzata fino a contare 20.000 unità nel
1964.
Il
governo del dittatore Dem, costruì – su sollecitazione americana –
grandi basi militari e per aggirare le disposizioni degli accordi di
Ginevra, che interdicevano l’esistenza di basi aeree straniere, fu
costruita un’immensa autostrada tra Saigon e Bien Hoa, la cui
larghezza e solidità superavano di gran lunga le esigenze locali del
traffico e che disponeva di una pista per bombardieri pesanti.
Inutile dire che nel Vietnam del Sud era stato messo in piedi un regime
sul quale lo Stato maggiore americano poteva fare completo affidamento.
Un altro elemento da non sottovalutare era rappresentato dalla facilità
con la quale era stato creato uno
dei più cospicui contrabbandi di droga che la Storia ricordi.
Il libro scritto, nel 1972, da Alfred MCCoy – ormai divenuto un
classico – “ The Politics of Heroin, in South East Asia” ed il
seguito, scritto nel 1991, “ The Politcs of Heroin – CIA complicità
in the Global drug trade”, rivelano come gli elicotteri della CIA, in
Vietnam, trasportassero droga dai campi ai punti di distribuzione mentre
il popolo americano pensava fossero là per combattere il “
comunismo”.
Circa 58.000 soldati americani furono uccisi in questo conflitto e,
spesso, la CIA si servì dei loro cadaveri per nascondervi i sacchetti
di plastica contenenti eroina.
In tal modo, si riuscì ad introdurre clandestinamente le droghe in
America.
L’agente operativo della CIA, Guntar Russbacher, rivelò che i corpi
contenenti droga riportavano codici segreti che gli consentivano di
essere identificati al loro arrivo nelle basi aeree della Costa
Occidentale. Le droghe venivano, quindi, rimosse e messe a disposizione
dei giovani americani ( cfr: “ Defrauding America – A. Pattern, Of
Reladed Scandals, pg. 295).
Sul
finire del 1960, venne fondato il Fronte Nazionale di Liberazione del
Vietnam meridionale il cui programma prevedeva il rovesciamento del
regime di Diem e la riconquista dell’indipendenza dall’oppressione
americana.
Nel 1963, con la battaglia di Ap Bac i guerriglieri costrinsero gli
americani ad una rotta totale ( 450 feriti, 6 elicotteri distrutti ed un
numero incalcolabile di morti)
Nel novembre dello stesso anno, inizia la caduta di Ngo Dinh – Diem.
A tale proposito, occorre aprire una parentesi: per quanto gli
avvenimenti che hanno brutalmente allontanato Diem dal potere ed il suo
stesso assassinio siano rimasti alquanto misteriosi, è certo che fu “
mollato” dai suoi padroni americani e liquidato su istigazione della
CIA.
Tutto questo perché il dittatore era alla vigilia di uno spettacolare
rovesciamento di fronte, che lo avrebbe portato all’inizio di una
serie di mediazioni con Hanoi.
E’ logico, quindi, che Diem non sarebbe più servito agli interessi
americani, pertanto si pensò bene di liquidarlo!
Il 7 febbraio 1965, i bombardieri americani attaccarono la Repubblica
democratica del Vietnam con un’escalation senza precedenti e tutto ciò
avvenne nel più completo
disprezzo della legalità nazionale ed internazionale.
Il Senato americano non venne
consultato e non si tenne, neppure, conto della
Carta dell’ONU, che sanciva il divieto di usare la forza per trovare
soluzioni alle vertenze internazionali.
La “ scusa” ufficiale adottata in quei tempi fu che “ gli Stati
Uniti intervenivano per salvare il Sud dalla sovversione”; niente di
più falso!
La guerra colpì il Paese in una misura che era in completa
contraddizione con le motivazioni invocate per giustificare i
bombardamenti, che divennero sempre più massicci e raggiunsero persino
i confini della Cina.
Le
dighe furono i primi obiettivi ad essere distrutti e tutto ciò mise in
serio pericolo l’esistenza stessa degli abitanti, che basavano il loro
lavoro sull’irrigazione delle risaie.
Uno dei bombardamenti più ignobili,
fu quello operato sul lebbrosario di Quynh Lap, che ospitava
2.600 degenti.
Per dieci giorni consecutivi gli
americani lo bersagliarono senza tregua fino a distruggere tutti i 160
padiglioni del complesso mentre 189 fra medici e ricoverati vennero
barbaramente uccisi.
Al lebbrosario si aggiunsero 74 ospedali e centri di maternità; 294
scuole; 80 chiese e 30 pagode.
Gli Stati Uniti, di fronte alle accuse da parte di tutta la Società
civile, addussero - come
giustificazione - i soliti
errori provocati da imperizia umana o dalle bombe “intelligenti”!
Roba da non credere dal momento che le dighe erano visibilissime
dall’alto così come le Croci rosse degli Ospedali senza contare che
gli aerei- spia avevano, già, fotografato ogni metro quadrato del
Vietnam.
Il tipo di bombe impiegate negli attacchi furono i famigerati Lasy –
Dogs ( i cani pigri) la cui “ bomba madre” si scomponeva in tante
piccole bombe, caricate a loro volta di dardi acuminati, che
l’esplosione lanciava in un movimento rotatorio da lacerare le carni
di ogni infelice colpito.
Le cronache di J.Decornoy su le “ Monde” e di H. Salisbury sul
“New York Times” sottolinearono il numero infinito di civili
innocenti dilaniati da questi maledetti ordigni.
Nel momento in cui gli Stati Uniti compresero che la guerra si stava
facendo dura per loro fecero ricorso ai mezzi della guerra chimica.
Il Napalm insieme ai gas tonici venne usato nell’attacco contro gli
innumerevoli tunnel scavati dai guerriglieri da un villaggio
all’altro.
I
defolianti chimici, già, usati all’epoca di Ngo Ding- Diem vennero
usati su vasta scala al punto che ogni vegetazione venne distrutta e la
stessa popolazione fu colpita da gravi disfunzioni digestive e
respiratorie.
Inoltre, per attaccare le gallerie scavate dai guerriglieri furono
costituite delle Unità speciali, formate da soldati di bassa statura: i
green rats ( topi verdi) protetti da maschere e forniti di bombole di
gas tossico e di cariche esplosive telecomandate.
La guerra del Vietnam andò in scena con il
solito copione: da una parte si pretendeva di voler difendere un
popolo dalla rivolta esercitata da una minoranza di agitatori,
dall’altra si colpiva
brutalmente la totalità della Nazione.
Con il passare degli anni, i vietnamiti riuscirono ad avere la meglio
sulle forze statunitensi e le “ libere” elezioni imposte ai
cittadini nel 1966, furono una vera e propria farsa.
L’obiettivo di importare la “ democrazia” con la forza si mostrò
un vero fallimento senza contare che ben presto la corruzione e vari
attentati iniziarono a dilagare sia a Saigon come in molte altre località.
La guerra in Vietnam, voluta per fornire enormi profitti alle Banche ed
alle Compagnie di armamenti; usata
per applicare il “ dividi e impera” in Estremo Oriente fornendo allo
stesso tempo una copertura per il diffuso traffico di droghe pesanti, si
rivelò un fallimento totale.
Questa fu una guerra che non avrebbe dovuto mai essere combattuta!!
Sono
passati quasi quaranta anni dal Vietnam , il mondo si è evoluto mentre
la Pace sembrava aver trovato la giusta strada per espandersi….Tutta
un’illusione!
Ecco che gli Stati Uniti ci riprovano con l’invasione irachena!!
Questa volta la “ scusa” ufficiale è rappresentata dalla lotta al
Terrorismo e dalla minaccia costituita dalle armi nucleari e biochimiche
in mano a Saddam Hussein.
Il motivo reale è ben occultato nella “sete” di petrolio che
ossessiona il governo statunitense da molti anni.
L’Iraq, in fin dei conti, rappresenta un’ottima scelta dal momento
che possiede “circa 112 miliardi di barili di riserve certe di
petrolio, le seconde per entità nel Mondo dopo l’Arabia Saudita,
oltre ad ulteriori 215 miliardi di barili probabili e possibili” (cfr.
U.Rapetto – R. Di Nunzio “ attacco all’Iraq, 100 ragioni segrete,
incredibili, ovvie” Bur 2003, pg.55).
Ma non basta poiché l’Iraq dispone di grandi riserve di gas di cui il
sottosuolo è ricchissimo.
Circa il 70% delle riserve sono di gas associati, vale a dire prodotti
di congiunzione con il petrolio mentre la restante parte è composta da
gas non associati ( 20%) e gas “ dome” ( 10 %).
L’altro obiettivo meno nascosto è rappresentato dalla conquista
strategica di un Paese, che si trova in una Regione del mondo nella
quale gli attuali alleati degli Stati Uniti sono poco affidabili.
Guarda caso, l’obiettivo è molto simile a quello che ha offerto
l’input per la guerra in Vietnam!
Un personaggio è stato, in un certo modo, il vero stratega della
preparazione per l’invasione irachena ed il suo nome è: Gorge Bush
padre!
Egli è un petroliere e molta della sua colossale fortuna deriva,
appunto, dall’oro nero.
Non
bisogna neppure dimenticare che furono proprio le Compagnie petrolifere
a fornirgli la maggior parte del denaro necessario per finanziare la sua
elezione.
Bush aveva compreso che più si riusciva a dividere i produttori di
petrolio arabi più potere
avrebbero avuto su di loro gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e gli altri
Paesi industrializzati.
Creare, pertanto, un conflitto in Medio Oriente avrebbe portato ad
alzare i prezzi del petrolio ed avrebbe causato malcontento ed ostilità
all’interno del mondo arabo; a
quel punto le Compagnie petrolifere avrebbero potuto imporre il
principio del “ dividi e impera” nell’imporre le proprie
condizioni.
Il “ dividi e impera” che abbiamo visto applicare per la guerra
vietnamita.
Se poi si riesce addirittura ad organizzare un conflitto tale da
coinvolgere un gruppo di Paese che combattono sotto l’egida delle
Nazioni Unite…..il gioco è fatto!
A questo punto, si crea un dittatore, che per molti anni viene
considerato “ amico” dal governo statunitense e poi lo si incastra
al pari del dittatore Diem.
Il governo Bush, quindi, arma e finanzia l’esercito di Saddam Hussein
mentre si “ chiudono gli occhi” di fronte alle vessazioni a cui
sottopone il suo Popolo.
La sua figura fa comodo e poco importa che parte del denaro che gli
viene concesso serve per acquistare gas velenoso per uccidere i suoi
nemici di sempre.
Non importa dal momento che questo gas viene acquistato da
un’organizzazione cilena che fa capo alla CIA, chiamata “ Cardeon
Industries” ( cfr: Rodney Stich, Defrauding America – Frodano
l’America- Diablo Western Press, Alamo, California 1994, pg.426).
Già…la
CIA….una vecchia conoscenza sempre presente quando si tratta di
seminare conflitti ed ordire trame occulte!
Ma non solo, è sempre la CIA ( come avvenne per il dittatore Dem) a
sostenere il partito Baath in Iraq e ad insediare, nel 1968, Saddam
Hussein!
Bush ha necessità di applicare i suoi piani ed allora crea i
presupposti per la guerra del Golfo, che – a volerla dire proprio
tutta- sembra lo specchio della guerra in Vietnam!
Gli stessi individui, stessi piani, stessi metodi, stesso massacro di
innocenti!
Uomini, donne e bambini vengono sottoposti al bombardamento più intenso
che la Storia mondiale ricordi.
Mentre morivano a migliaia, i media ci mostravano immagini fornite dalle
forze armate statunitensi di “ bombe intelligenti”, che non
sbagliavano mai un tiro.
Niente di più falso dal momento che il 70% di queste bombe non si
dimostrarono intelligenti per nulla!
Poi venne il momento di una speciale arma da fuoco: il “ Big Blue”
che produce un’onda d’urto superiore solo alle armi nucleari ( cfr.
Los Angeles Times, 24 febbraio 1991) per arrivare, poi, alla bomba “
Alveare”, che lancia in tutte le direzioni 8.800 frammenti di
affilatissimi proiettili capaci di tagliare il corpo di un uomo in mille
pezzi.
I “ Lazy- Dogs” del Vietnam ne hanno fatta di strada!
Sul
fronte terrestre furono sepolti vivi migliaia di soldati iracheni poiché
l’ONU – in palese trasgressione del diritto internazionale- entrò
con i blldozer nelle loro trincee.
Già, la Convenzione di Ginevra considerata un opzional anche per quanto
riguardò il Vietnam!
A questo punto della Storia,
Bush padre lascia l’eredità al figlio che cammina sulle orme paterne
incurante del resto del mondo.
Poco ha interessato che le “ famose” armi di distruzioni di massa
non sono state mai trovate in possesso di Saddam Hussein; l’invasione
irachena doveva andare avanti ed il dittatore – al pari di Dem- doveva
essere defenestrato poiché non serviva più!
L’Iraq, quindi, viene invasa seguendo lo stesso copione già provato
in Vietnam: nel più completo disprezzo della legalità nazionale ed
internazionale.
Migliaia di civili innocenti sono morti e continuano a morire tra i
bombardamenti e gli attentati terroristici.
Il Paese è nel più completo caos e l’illegalità regna sovrana!
A nulla sono servite le elezioni “ farsa” perché la formula di
voler imporre la “ democrazia” dal di fuori e con la forza
si è rivelata anche in questo caso una delle peggiori scelte che
potessero mai essere fatte.
La storia vietnamita è stata già scritta, quella irachena è ancora in
pieno svolgimento, ma in questo ultimo caso esiste un’incognita nuova,
che è rappresentata dal Terrorismo al cui fuoco incrociato siamo,
ormai, tutti esposti.
Qualcuno ancora dice che questo conflitto è nato in seguito ai fatti
dell’11 settembre, personalmente non ci credo dal momento che
considero questa guerra come una “ storia del petrolio”.
Inutile
ricordare che l’invasione irachena ha provocato un numero maggiore di
vittime di quelle rimaste sotto le Due Torri di New York.
Secondo me, quello a cui stiamo assistendo ogni giorno è un vero e
proprio ricorso storico dove “ a schiacciare la testa al mostro si
candida sempre per primo chi il mostro lo ha creato”.
Nutro una sincera preoccupazione che tale conflitto possa generare altri
conflitti e che le bombe sull’Iraq arrivino prima o poi ad incendiare
il mondo.
L’unica strada possibile per arrivare alla Pace è ormai quella della
politica e della diplomazia e se non si troveranno punti d’incontro il
nostro futuro non si presenta sotto le migliori stelle.
La Storia è stata sempre rappresentata come “ Maestra di vita”, mai
come oggi tale modo di pensare mi appare obsoleto ed errato.
Stiamo vivendo Tempi molto pericolosi e ci rimane solo da sperare che
qualcuno vi ponga rimedio.